“Vuoi uscire da quel fottuto bagno Hazza?” urlò Niall a squarciagola.
“Aspetta, ancora un attimo!” fu la risposta innocente dell’altro.
Erano ormai più di trentacinque minuti che Harry era chiuso in quel bagno.
Come ogni mattina: era una corsa contro il tempo per tutti.
Il buonumore dei ragazzi si basava principalmente sul riuscire ad entrare in bagno prima di Harry. Se era una giornata ‘no’, semplicemente non ci riuscivano.
Probabilmente quella volta era una giornata ‘no’, ma Niall si era preparato, e di conseguenza arricciò le labbra e sorrise sommessamente.
Aveva la vittoria in pugno.
“Guarda che ti brucio i vestiti”
Harry bofonchiò qualcosa da dentro il bagno, ma rimase irremovibile, sapendo che non l’avrebbe mai fatto.
“Ti spacco i cd, TUTTI i tuoi amati cd!” urlò con tono di sfida, e si stupì nel sentire il riccio ridere di gusto, continuando a rimanere chiuso in bagno.
“Lo faccio davvero, eh! Che, non ci credi?” sospirò, pensieroso “Anzi, sai cosa faccio? Prima ti rovino la vita inviando qualche messaggio compromettente a qualcuno dei tuoi contatti, poi lancio il cellulare dalla finestra preoccupandomi personalmente di controllare che si sia distrutto in mille pezzi, infine compro della colla, tanta colla, e cospargo ogni tua cosa con un mix letale di colla e avanzi della cena di ieri” sbraitò divertito Niall.
Non sentiva nessun suono provenire dall’interno della stanza, di conseguenza si immaginò che l’amico, schifato, si fosse convinto ad aprire la porta e le sue labbra si aprirono in un sorriso sornione.
Poi constatò che dopo oltre un minuto di attesa la porta non si era ancora aperta e sbuffò, irritato.
“VUOI USCIRE DOLCE E TENERO HARRY EDWARD STYLES O NO?” strillò, sottolineando pesantemente i concetti di ‘dolce’ e ‘tenero’, in forte contrasto con la sua esasperazione crescente.
“Ho quasi finito” mormorò il più piccolo, ostentando un divertimento che infastidì ancor di più Niall.
Quest’ultimo sospirò, cercando la pace in se stesso, inspirando ed espirando, mentre contava fino a dieci.
Quello dei dieci secondi era un metodo che non aveva mai funzionato per lui, ma provò lo stesso.
Naturalmente la rabbia non svanì, ma apparve invece, chiara nella sua mente, sotto forma di un’idea infallibile.
Era certo che quella volta, la porta si sarebbe aperta dopo neanche tre secondi netti. Ci avrebbe scommesso.
 
“Beh.. se le cose stanno così, Haz, sarò costretto a prendere in ostaggio Louis e a torturarlo fino a che non esci dal bagno.. uhm.. Sono certo che non ti dispiacerà affatto se lo faccio, inoltre mi divertirei e non mi renderei neanche conto del tempo che passa aspettando che tu esca. Va bene caro Harrreeeeh?” Mimò un tono sdolcinato, mentre un sorrisetto ironico gli si dipinse sulle labbra al sentire il sonoro scatto della porta che si apriva.
Bingo. Un altro punto per Niall Horan.
 
Nello stesso istante, da dentro il bagno Harry si irrigidì leggermente, udite le parole dell’amico.
Sapeva che stava scherzando, ma inconsciamente la sua mente visualizzò immagini, tutt’altro che realistiche, di un Louis frustato e martoriato.
Immagini di un Louis costretto a subire le pene dell’inferno per colpa della sua vanità.
Giammai.
Si ritrovò a pensare.
Tutto, ma non fare del male a Boo.
In due secondi corse verso la porta e l’aprì facendola scattare sonoramente.
“Non ti azzardare a fare del male a Louis, capito?” ringhiò vicino al volto divertito di Niall.
“Lui è solo MIO” sibilò mentre questo entrava con aria soddisfatta nel bagno.