Fanfic su artisti musicali > Pierce the Veil
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Autore: vickydestroya    05/12/2013    4 recensioni
Messaggi e urla che non sentirai.
[Fuenciado - parecchia angst!]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Hearts like a car crash



LOCAZIONE SCONOSCIUTA, 26 FEBBRAIO, 11.55 P.M.
Continuo a chiamarti ma non sei in casa... Ti lascio un messaggio in segreteria perché mi manchi, perché mi ha fatto male vederti così prima.
Non mi piace quando bevi e lo neghi, quando ti guardo negli occhi e li vedo offuscati...
Spero che capirai.

Chiamami appena puoi.






LOCAZIONE SCONOSCIUTA, 27 FEBBRAIO, 02.41 A.M.
Non riesco a dormire, continui a non rispondermi e mi sento in pensiero, ho Paura senza di te.
Mike dice che non mi devo preoccupare ma come posso non farlo? Dopo quello che ti ho detto mi sento un peso in gola...

Vabbè, buonanotte!







LOCAZIONE SCONOSCIUTA, 27 FEBBRAIO, 3.07 A.M.
Pensavo che di noi ti importasse, che quantomeno ci fosse una parte di te che ci pensava concretamente. Quando mi davi la mano, quando mi abbracciavi, quando stava "tutto nei fianchi", ricordi?
Stasera più di ogni altra l'ho capito, anche solo da come mi fissavi con sguardo vacuo: mi vedevi e basta, senza guardarmi, mi passavi attraverso.
Non sono un fantasma Jaime, almeno non per te!
Hai smesso di esserci quando crollavo e passavo le notti tra lacrime e sangue. Mi addormentavo sballato e gli unici ricordi tangibili erano quelli che trovavo sulle braccia la mattina ma tu dov'eri? Dove sei finito?

Non so neanche perché te lo stia dicendo, forse per tentare di recuperare qualcosa di ormai troppo lontano. Non c'è nulla di buono nel raccogliere i pezzi, lo cantavamo sempre.
Però sai, tu non puoi capire cosa significhi svegliarsi nel mezzo della notte così, mi sento preso in giro.

Penso spesso a quando mi hai baciato fuori dal tour bus quella sera, mentre nessuno ci guardava ed eravamo soli contro il Mondo. Immagino spesso come sarebbe farlo tutti i giorni, senza vergognarsi di ciò che pensano gli altri, giusto perché ne abbiamo voglia o bisogno... E poi non volevo che lo venissi a sapere ma non ce la faccio più e
ti amo.


...Scusami.

Cioè, io sono solo un patetico ragazzino disadattato, invece tu sei così meraviglioso che non riesco nemmeno a spiegarlo.

Chiama, ti prego.






LOCAZIONE SCONOSCIUTA, 27 FEBBRAIO, 3.10 A.M.
Dimentica tutto, ti prego! Non intendevo farti star male né riempirti di parole inutili; ti dovrei solo lasciare andare probabilmente, farti continuare i tuoi progetti solisti e smettere di nascondere stupidi riferimenti a te nelle mie canzoni ancora più stupide, tanto non li cogli mai, tanto fingo fin troppo bene di essere forte.
Quel
"Darling, you'll be okay" è ciò che ho sempre sognato che mi dicessi ma il fatto è che non starò bene, morirò così e me lo merito, meglio anche per te, per tutti.
Tu sei anche meglio da solo, tanto stupendo tu quanto quanto inutile io, e non voglio farti perdere tempo dietro a me, anche se amarti è ciò che mi rende me stesso: mi hai fatto diventare la persona che sono adesso, essere incasinato è qusi bello quando ci sei tu però preferisco soffrire ma saperti libero dai miei disastri interiori.

Ho bisogno di vederti, di abbracciarti di nuovo e sono tanto un controsenso, scusa.
Sappi solo che non amerò mai nessun altro come amo te.






LOCAZIONE SCONOSCIUTA, 27 FEBBRAIO, 5.08 A.M.
C'è sangue ovunque, rispondimi per favore, ho Paura, non voglio morire senza te!






-







OSPEDALE DI SAN DIEGO, 3 GENNAIO, 12.37 A.M

"Mike, dove siamo?"

Mi abbraccia forte, quasi mi salta addosso. La sua mano stringe la mia, gli occhi lividi e segnati come i miei polsi. Piange come se non sapesse fare altro, non l'ho mai visto così.

"Vic, non pensavo che ti avrei rivisto!", la voce rotta.

Le immagini mi appaiono una dopo l'altra davanti agli occhi, mi fanno girare la testa:
la sbronza,
le nostre urla ingoiate dalla Musica del locale,
il mio schiaffo,
la sua faccia e il suo orgoglio pulsanti,
la corsa a casa,
le lacrime,
i messaggi in segreteria.

C'era sangue, ce ne sarà ancora a colorarmi le braccia pallide.


Entra anche Tony, è insieme ad un'infermiera, stringe tra le mani una mia maglietta, le guance gonfie e tagliate dalle lacrime.
Corre, mi abbraccia anche lui, piange sulla mia spalla.
Io gli accarezzo i capelli, gli bacio la fronte.

"Sono qua Tony, non piangere."
Non risponde, continua a stringermi e basta.

"Mike, dov'è lui?"

Si ammutoliscono entrambi, fissano il pavimento con apatia.

"Michael, dove cazzo è Jaime?"
Quasi lo urlo, la bocca piena della tipica voce strozzata di chi sta per piangere da un momento all'altro. Non capisco, voglio sapere dov'è, lo voglio tra le mei braccia, devo tenerlo per mano, scusarmi mille volte sperando che i perdoni, guardarlo negli occhi ancora e ancora

"Ha fatto un incidente, era ubriaco..."
"E... E come sta? Porca troia, come sta?"




"Victor, Jaime è morto."









Caro lettore,
in primis grazie di essere arrivato fin qui e di aver letto questo piccolo sgorbietto partorito durante una lezione fin troppo noiosa di Storia.
Ti porgo le mie più sentite scuse, so che è tanto triste
e che probabilmente eri alla ricerca di qualcosa di leggero per passare il pomeriggio ma le fluff non sono proprio il mio mestiere.
Amo Jaime alla follia, farlo morire così  stato davvero doloroso, la mia mano quasi si è bloccata mentre scrivevo la frase finale, è dura la Vita da pseudo-scrittrice di Angst! ;-;
In conclusione perdonami se ti ha infastidito o rattristato, spero però di averti lasciato qualcosa dentro, è ciò che tento di ottenere con le mie storielle.

Grazie un'altra volta se deciderai di recensirmi, sarebbe di grande stimolo per me.

Alla prossima (spero) e keep running!
-Vicky
  
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