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Autore: LilyEv    05/12/2013    1 recensioni
Dalla storia....
"La morte di Lily aveva portato con sé la consapevolezza che niente sarebbe stato come prima e il bambino, suo nipote, a cui ora avrebbe dovuto badare, sarebbe stato sempre quel colpo di frustra nel cuore per non aver detto a sua sorella addio. "
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Evans, Petunia Dursley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I signori Dursley potevano dire di aver avuto una vita apparentemente tranquilla negli ultimi vent'anni. All'apparenza per l'appunto. Nella loro esistenza, tutto si poteva dire che ci fosse stato tranne che la tranquillità.

Avevano avuto la sfortuna di avere dei parenti molto prossimi che non erano assolutamente e inequivocabilmente “normali”. Petunia Evans, da sposata Dursley, era nata in una famiglia medio borghese del Sussex e aveva passato gran parte della sua infanzia, adolescenza ed età adulta ad odiare sua sorella più piccola, Lily.

Lily, era nata Strega e questo aveva fatto sì che i rapporti tra le due crollassero poco dopo la scoperta della particolarità della minore e la banalità della maggiore che avrebbe rinunciato a tutto per un po' di magia.

Gli anni passarono e Petunia incontrò un brav'uomo che, secondo le più rosee aspettative, la rese felice. Aveva vissuto una vita normale, senza sua sorella e le sue stranezze per qualche tempo. Ma poi quella notte...la notte che per lei sarebbe potuta essere una festa speciale da festeggiare, equiparabile al Natale per i normali individui, si trasformò nella serata del suo più grande dolore. La morte di Lily aveva portato con sé la consapevolezza che niente sarebbe stato come prima e il bambino, suo nipote, a cui ora avrebbe dovuto badare, sarebbe stato sempre quel colpo di frustra nel cuore per non aver detto a sua sorella addio.

E adesso, dopo aver passato una vita con suo marito, il loro unico figlio e loro nipote al numero 4 di Privet Drive, ora...se ne doveva andare via.

Via per sempre. Scappare per sopravvivere al male di cui la loro gente parlava. Si, perché Petunia non li chiamava mai per nome. Erano sempre “quelli strani”, “gli spostati o pazzi”.

E quel “male”, da cui era costretta a fuggire ed ad abbandonare la sua vita nel Surrey era lo stesso che le aveva portato via quella parte della sua famiglia.

Prima di varcare la soglia della sua dimora così ben curata, con carta da parati a fiori e il prato all'inglese per l'ultima volta Petunia si voltò verso suo nipote, con ancora quel rancore negli occhi che Harry era abituato a vedere da sedici anni ormai.

 


“Ho vissuto in questa casa per vent'anni. E ora, in una sola notte, mi si chiede di lasciarla.”

“Vi tortureranno. Se solo sospettano che voi sappiate dove sto andando, non si faranno scrupoli...”


“Credi che non lo sappia? Credi che non sappia di cosa sono capaci? Quella notte a Godric's Hollow hai perso tua madre, ma io ho perduto una sorella.”

 

 

E dopo tanto tempo si sentì liberata da un gran peso che era rimasto lì, piantato nel suo petto da quella notte del 31 Ottobre.

Fu libera di manifestare il suo dolore; quel dolore che si era tenuta dentro per anni e che neanche lei aveva voluto mai ammettere.

Era stato fin troppo facile continuare ad odiare Lily, senza mai chiedersi perché, infondo, le mancasse sua sorella. La sua vita era andata avanti anche senza la sua presenza e suo figlio non era altro che qualcuno non degno del suo amore o della sua compassione, proprio come lei.

Era uno strano. Un essere da cui stare semplicemente alla larga e disprezzare, solo perché era diverso.

Ecco perché non si pentì di aver fulminato ancora una volta Harry con lo sguardo mentre dava l'addio alla villetta a schiera. Infondo, era per lui che sua sorella era morta. E ora non potrà mai dirle mi dispiace.

Petunia attraversò il suo vialetto in pietra circondato da delle petunie che Vernon aveva piantato per lei e si diresse verso la loro berlina. E abbandonando per sempre quel luogo non potè altro che pensare come sarebbe stata la sua vita se fosse stata umile con sua sorella. Se quel giorno, quando lei le chiese perdono per essere diversa, non l'avesse rifiutata per l'ennesima volta. Perchè erano solo delle bambine ma sopratutto sorelle e questo sarebbe potuto, anzi dovuto bastare.

   
 
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