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Autore: Bloodygirl    05/12/2013    3 recensioni
"Urlai terrorizzata quando due occhi cremisi mi si pararono davanti strattonandomi al centro della sala. Di fronte ai tre scranni. Tre creature dalla bellezza quasi surreale mi si stagliavano davanti. L’uomo dalla voce falsamente gentile sedeva nello scranno centrale e sorrideva affabile, alla sua sinistra il secondo fissava con disinteresse la parete. Girai lentamente il volto sino ad incontrare due fari vermigli contornati da biondi boccoli angelici. Lo sguardo del terzo uomo sembrava esprimere ripudio verso l’intero mondo esterno."
Genere: Avventura, Dark, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caius, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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14 Settembre 2050 Volterra, Cara Nonna, scusami se non ti scrivo con tanta frequenza, ho ricevuto la tua scorsa missiva e sono felice di constatare che godi di ottima salute e ti stai godendo al massimo la tua vacanza in Sud Africa. Qui in casa procede tutto come al solito, Eveline, Marta e Giovanna sono delle ottime coinquiline e stiamo già diventando buone amiche. Passiamo delle serate spensierate, nonostante tutto. So che è un po’ affrettato avanzare tale richiesta, ma mi piacerebbe molto poterti raggiungere al più presto, e magari portarle con me. Un abbraccio forte Tua Elisabetta Rigirai più volte la lettera tra le mani chiudendola e applicandole il sigillo di famiglia. Riposi il tutto nel massimo ordine sopra la scrivania e dopo aver dato un’ultima occhiata alla stanza mi affrettai lungo il corridoio che portava alla cucina. “Eveline vado a spedire la missiva a mia nonna” si riscosse leggermente. “Guarda” disse porgendomi un giornale che doveva avere più di una settimana. La foto in copertina era a dir poco terrificante. Altri cinque corpi ritrovati esamini nei pressi di palazzo Priori. Ispirai ed espirai pesantemente. “Di nuovo.” “Bianca la loro segretaria ha rilasciato un’intervista dichiarandoli innocenti. Dice che se non opporremo resistenza ci offriranno la loro protezione. Dicono che il nemico sta colpendo e diventa sempre più forte e..” “Eveline.” La interruppi fissando il mio sguardo nel suo “ Presto saremo lontane da qui…” dissi indicandole la lettera. Annuì silenziosa. “ fa attenzione.” Aggiunse mentre infilavo il cappotto. Una nebbia fitta mi investi non appena chiusi il portone di casa. C’erano temperature polari. Tutta colpa loro. Sempre e comunque. Da almeno vent’anni ormai la toscana e oserei dire tutta l’Italia era una colonia dominata dai Signori di Volterra. Nessuno sapeva quale fosse la loro natura, nessuno li aveva mai visti. Alcuni raccontavano che si nutrissero di bambini. Rabbrividii al solo pensiero. A sentire mia nonna era successo poco dopo il primo decennio del secolo. Avevano conquistato il potere in un momento di crisi, di debolezza spirituale. Inizialmente si erano mostrati Signori misericordiosi e benevoli. Mia nonna mi descrive spesso quel periodo come un periodo di decadenza morale,di corruzione politica e spirituale. La loro immagine così pura, così giusta, perfetta. Non appena ottenuto il consenso in modo democratico le cose erano ben cambiate. I loro comizi fatti di belle parole e promesse si erano trasformati in veri e propri lavaggi di cervello. Lavaggi di cervello in quanto la loro capacità seduttiva , fisica e mentale, era oltremodo sviluppata. Certo, c’erano state rivolte, erano finite tutte in bagni di sangue. Nessun superstite. Non uno stramaledettissimo superstite. Neppure mio padre e mia madre. Proseguii serrando i pugni con rabbia. Ispirai pesantemente, odore di antico, di storia, di arte. Profumo di bellezza sembrava trasudare da ogni singola strada e vicolo di Volterra. Fiancheggiai le grandi mura di cinta medievale o ciò che ne restava. L’alba si avvicinava, il cielo cominciava a schiarire e ben presto le stelle e la luna si sarebbero nascoste dietro la collina dei ciliegi dove mia madre adorava portarmi a fare lunghe passeggiate in estate. Un cielo forse limpido e terso faceva capolino oltre la coltre scura della notte. La vita che esplode in un istante. Chissà se veramente sarebbe tornato tutto alla normalità prima o poi. Chissà se veramente la speranza avrebbe albeggiato i nostri animi spazzando via le nubi della paura e infondendo in tutti noi un nuovo coraggio. Palazzo Priori si ergeva in tutto il suo splendore di fronte a me. Un gremito gruppo di persone era allocato davanti all’entrata, mi avvicinai curiosa. Turisti inglesi. Se c’era una cosa che questa pseudo dittatura aveva incrementato era il turismo. una serie di norme erano state attuate affinché luoghi culturalmente rilevanti fossero ristrutturati e valorizzati, sembrava che i nostri dittatori avessero una vera e propria passione per l’arte. “questo” sibilò una ragazza in tallieur con crocchia ordinata catalizzando la mia attenzione “è palazzo priori. Per ammirarne meglio lo stile barocco, medievale, suggerirei un tour interno.” “Ah specifico che non ci saranno cifre aggiuntive.” I turisti assentirono ben felici della notizia. Rigirai la lettera tra le mani. Avrebbe potuto aspettare. Desideravo vedere l’interno di quel palazzo da quando ero nata praticamente. “Sei dei nostri?” sorrise affabile la guida prima di chiudersi la porta alle spalle. Annui e con uno scatto entrai. Quel palazzo era meraviglioso. Giunta di fronte al portone dopo ben tre ore ero sfinita, ma in compenso avevo stretto amicizia con un simpatico gruppo di turisti. “Se volete” disse la guida rivolgendosi direttamente a me “Potrei fare uno strappo alla regola per questa volta. Ci sono dei magnifici sotterranei e se non è troppo tardi potrei accompagnarvi per un tour veloce. Niente costi aggiuntivi!” disse strizzando l’occhio. Guardai l’ora, non era tardi. Concordammo tutti ben felici. Proseguimmo ,facendoci cullare dalla voce della ragazza in tallieur, per una serie di corridoi stretti e vicoli angusti che sinceramente in altre occasioni sarebbero sembrati alquanto inquietanti. Eravamo ormai scesi di molti piani, sicuramente ci trovavamo nelle segrete, i bambini del gruppo cominciavano a spazientirsi per la stanchezza e per la fame. Alla fine del nostro cammino trovammo una bellissima porta nello stile del palazzo. Sinceramente non so cosa ci spinse a farlo. La voce di quella ragazza, nonostante ci trovassimo oltre trenta metri sotto terra,infreddoliti e affamati, sembrava essere così calda, rassicurante, capace di spiazzare via ogni sentimento negativo. Ci propose di addentrarci oltre la porta e ci trovammo tutti d’accordo nell’acconsentire un’altra volta. Non appena la porta fu spalancata e fummo entrati venne richiusa in un tonfo sordo. Tre scranni erano posti in quello che sembrava un altare sacrificale. Mi guardai intorno, quella stanza era sicuramente la più bella di quelle visionate finora. Ampie nicchie ne adornavano le pareti e affreschi degni della cappella sistina occupavano il soffitto. “Scusate mi devo un attimo assentare per accendere l’impianto di riscaldamento” annunciò la guida “ voi intanto mettetevi comodi!” sorrise affabile. Venni pervasa da una brutta sensazione. Mi sentivo sin troppo inquieta. I piedi si mossero da soli, pervasa da una non so quale volontà mi addentrai ad osservare una delle tante nicchie. Successe tutto velocemente sin troppo per essere percepito dal mio sguardo. Grida di terrore invasero tutta la stanza mi schiacciai contro il muro cercando di regolare il respiro. Quello che vidi fu agghiacciante. Un gruppo di pseudo- umani stava.. stava… O mio dio stava mangiando letteralmente i turisti. Soffocai un urlò di terrore e cercai di nascondermi il più possibile contro il muro. Non so quanto tempo passò, ma un silenzio quasi tombale scese sulla sala. Ciò mi portò a chiedermi se fosse stato tutto frutto della mia immaginazione. Mi sporsi nuovamente oltre la nicchia. dei turisti neppure l’ombra. Tre uomini occupavano gli scranni e almeno un’altra decina era sparpagliata di fronte a loro. Ne riconobbi la guida turistica. Un altro brivido mi pervase le membra. “Qualcuno prenda quel cerbiattino.” Sussurrò una voce falsamente dolce. Urlai terrorizzata quando due occhi cremisi mi si pararono davanti strattonandomi al centro della sala. Di fronte ai tre scranni. Tre creature dalla bellezza quasi surreale mi si stagliavano davanti. L’uomo dalla voce falsamente gentile sedeva nello scranno centrale e sorrideva affabile, alla sua sinistra il secondo fissava con disinteresse la parete. Girai lentamente il volto sino ad incontrare due fari vermigli contornati da biondi boccoli angelici. Lo sguardo del terzo uomo sembrava esprimere ripudio verso l’intero mondo esterno. “Allora signorina cosa dovremmo fare con te.. “ il primo uomo parlò nuovamente con la sua voce dolce e gentile. Non so con quale coraggio pronunciai quelle parole forse il ricordo di quelle grida era fin troppo vivido in me. Il cuore rischiava di scoppiarmi nel petto. “Se dovete uccidermi fatelo in maniera celere.” Fronteggiai con sguardo di sfida. “Caius” disse rivolgendosi all’uomo biondo. “ Se la vuoi è tutta tua..” sorrise il primo uomo continuando a guardarmi. “Grazie fratello.. “ pronunciò quest’ultimo sollevandosi “ Sai quanto ami le ribelli” sorrise piombando su di me , prendendomi tra le braccia.
  
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