Unconditionally
Rachel sospira, un rantolo quasi, il naso chiuso e le lacrime che bruciano e pizzicano gli occhi secchi. Prende in mano la lettera, lascia uscire un singhiozzo e la apre: le prime righe sono illeggibili, consumate dal tempo, dall'umidità e dalle lacrime.
“...Perchè tu mi uccidi, con quei tuoi grandi occhi marroni che fanno tanto rumore, lo sai? Fanno tanto rumore nel silenzio, sono come uno sparo nel buio. Mi uccidi, mi dilani le membra aride, mi fai contorcere dal dolore. Tu mi uccidi.
Ogni tuo sorriso è per me acqua nel deserto, stella nel più vuoto dei cieli notturni, appiglio nella paura dell'oblio, che inghiotte tutto e tutti e non lascia scampo, mai, non libera e uccide, stringe le catene attorno ai polsi. Ma tu non sorridi, perchè non sorridi? Hai le ali e non voli, il tuo cuore batte per inerzia e perchè amore mio, perchè non sei felice.
Sii felice, ridi ad alta voce e canta e balla sotto la pioggia. Voglio vederti raggiante, realizzato, voglio vederti voglioso di vivere e scalare e farcela. Voglio vederti sorridere, voglio vederti tendermi la mano al caldo di una giornata estiva.
E allora ti amerò. Ti giuro, ti giuro che ti amerò incondizionatamente se me ne darai la possibilità. Ti amerò con il cuore e con l'anima e con i polmoni e con le labbra, perchè tu sei ogni mio battito, ogni mio sorriso, ogni mio respiro e ogni mio bacio. Ti amerò senza catene, senza limiti e senza riserve: ti donerò la mia mente, il mio corpo e la mia anima. Sarai ogni momento e ogni caffè della mia giornata, ogni pensiero e ogni lacrima. Lasciati amare, piccolo mio.
Lasciati amare e baciare. Guardami, almeno una volta. Guardami nel modo in cui voglio essere guardata, in quel modo. Dammi la possibilità di mostrarti che non ti deluderò, lo giuro, ti farò sorridere ed essere felice.
E allora ce l'abbiamo fatta, mi dirai. Sì, amore mio, ce l'abbiamo fatta. Quanto tempo abbiamo? Poche ore, poche ore. Viviamole, allora.”
Sorride allora, sorride mentre altre calde lacrime le scorrono sulle guance e le rigano la pelle ambrata.
Sotto, le ultime tre parole sono quasi cancellate; le sfiora delicatamente con la punta dei polpastrelli, come si sfiora un petalo di rosa appassito.
“Ti amo, Finn.”
Non ha senso, lo so. E' uno sfogo, più introspezione che altro, ma avevo bisogno di scrivere i miei pensieri, ci si è messa anche Katy Perry e boh. Una recensione, magari?
Intanto mi do all'ippica, bau.
AP.