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Autore: S h i n d a    06/12/2013    3 recensioni
[In teoria una DeiSaso] [Comparsa di Tobi]
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«Tu, un altro passo verso di me e diventi un pezzo di legno.»
Il mascherato si paralizzò totalmente e tirò un urlo isterico «AH!», poi si chinò per terra. «Non mi uccidere, sono ancora troppo giovane!»
Il rosso roteò gli occhi al cielo e tornò sul proprio lavoro. «Allora hai cinque secondi per andar via.»
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akasuna no Sasori, Deidara, Tobi | Coppie: Sasori/Deidara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dedicata: a Maria perché è il suo compleanno.
Personaggi: Deidara, Sasori, Tobi.
Pairings: DeiSaso.
Parole: Word ci informa che sono 827 parole.
Note Autrice: In fondo alla pagina. ↓

Nel covo dell’Akatsuki era calato uno strano silenzio, o per lo più, uno strano silenzio aleggiava nella stanza dove Sasori era intento nell’aggiustare alcune sue marionette.
Questa tranquillità la possiamo definire tale poiché aveva un non so ché di snervante, come se da un momento all’altro dovesse avvenire qualcosa, chiamasi anche ‘la calma prima della tempesta’.
Ovviamente al nostro protagonista tutto ciò non interessava nulla e nella camera riecheggiavano solo i rumori provocati dagli arnesi su quei corpi inermi, che un tempo erano umani.
D’un tratto il marionettista girò il proprio volto di centottanta gradi e puntò lo sguardo su una strana figura con sul viso una maschera, Tobi.
«Tu, un altro passo verso di me e diventi un pezzo di legno.»
Il mascherato si paralizzò totalmente e tirò un urlo isterico «AH!», poi si chinò per terra. «Non mi uccidere, sono ancora troppo giovane!»
Il rosso roteò gli occhi al cielo e tornò sul proprio lavoro. «Allora hai cinque secondi per andar via.»
«No, ti prego-» iniziò a dire il nuovo arrivato, quasi spaventato. «Sono qui per conto di Deidara-senpai, se non ti riporto il messaggio, rischio di essere imbottito di argilla esplosiva!»
«Oh, quindi stai decidendo se essere ucciso dal mio veleno o dalle esplosioni di Deidara?» commentò ironico Sasori.
«T-ti prego!»
«Hai solo un minuto, poi davvero ti trasformo in una marionetta.»
«Oh, grazie! Sei fin troppo gentile, grazie!»
«Cinquantanove, cinquantotto, cinquantasette…»
Tobi saltò in aria ed iniziò a parlare il più veloce possibile. «Il senpai è molto preoccupato per te siccome non fai altro che lavorare da circa tre giorni ininterrottamente e vorrebbe che tu andassi in camera sua a parlargli.»
Sì, dopo l’ultima esplosione che c’era stata nella loro stanza, il nostro burattinaio (così lo possiamo definire), si era rifiutato di passare un altro minuto in più insieme al biondo.
«È passato il minuto, puoi andare via.» sentenziò.
«… Il senpai vorrebbe una risposta…»
«Ho appena detto che il minuto è passato.» e con tutta la grazia residente nel proprio corpo, Sasori cacciò via dal suo ‘laboratorio’ quello scocciatore.
 
 
Deidara rotolò sul proprio letto una volta, due volte, tre volte… perché quella dannata marionetta non arrivava?
Sbuffò impaziente e si tirò su portando le ginocchia al petto.
«E menomale che a lui ‘non piace aspettare e far aspettare la gente’.» scimmiottò il dinamitardo ancora più arrabbiato. «Se non verrà lui, sarò io a farlo!»
Lentamente, il biondo scivolò oltre la soglia della propria camera e si diresse verso la porta che separava lui e il suo compagno; notò che era socchiusa e la scostò leggermente.
Il rosso era leggermente piegato sul tavolo, se avrebbe fatto piano non se ne sarebbe accorto, forse.
Gli si avvicinò di soppiatto, in punta di piedi, e appena se ne presentò l’occasione, ci saltò sopra.
 
«Ma che diamin-» Sasori si ritrovò letteralmente disteso per terra con qualcosa di pesante che lo sovrastava.
Strizzò gli occhi, cercando di capire chiunque fosse l’idiota che si era procurato un biglietto di sola andata per la morte, ed imprecò.
«Ma porca miseria, Deidara, alzati!»
L’altro, piuttosto che eseguire l’ordine, fece l’esatto contrario. Iniziò a fare più pressione sul corpo della marionetta, impedendogli di alzarsi.
«Così t’impari a scordare di venire agli impegni.»
«In teoria non me lo ero scordato, lo avevo ignorat-» non completò la frase perché una mano di Deidara gli aveva tappato la bocca.
Okay, non sarebbe stato un problema se la suddetta mano non avesse una lingua che fuoriusciva da essa.
Divertente, eh?
Le mani del biondo avevano la simpatica caratteristica di avere due bocche (una ciascuna) al posto del palmo.
«Mpfghnjk!» si agitò Sasori, forse schifato più che a corto di aria (che poi seriamente, le marionette hanno bisogno di respirare?).
«Scusa, non riesco a capire ciò che dici.» e ridacchiando, l’altro si poté godere la scena.
Il più grande, nel mentre, nella sua mente imprecava ancor peggio di Hidan quando è preso da un attacco di rabbia convulsa nei confronti di Kakuzu. Per fortuna che c’era la mano a non farlo parlare e quindi possiamo evitare di riportare le frasi e di dover ricorrere ad usare la censura.
Tanto era furioso e arrabbiato la nostra povera vittima che nemmeno si accorse che la mano era stata sostituita dalla vera e propria bocca del dinamitardo.
Deidara si divertì a passare la lingua sulle labbra di Sasori, come per stuzzicarlo. Sarebbe stata una serata interessante, quella lì.
Tutto andava per il meglio sino a quando il più piccolo dei due non sentì una voce a lui sgradita.
 
 
 
«Senpai? Seeenpai! È ora di alzarsi! Devi aver fatto un bel sogno, guarda come sorridi.»
Deidara ebbe come un tic all’occhio.
«Senpai? Cos’hai, non ti senti bene? Perché hai smesso di sorridere?»
«Tobi…» iniziò.
«Sì?» cinguettò l’uomo in maschera.
«INCOMINCIA A CORRERE.»
 
 
 
 
 



E così, anche quel giorno, diversa gente poté affermare di aver visto sfrecciare nel cielo un qualcosa ad alta velocità.
«Deidara?»
«Che vuoi, Zetsu?»
«Che fine ha fatto Tobi?»



 













♦♣Angolo Autrice♥♠ 

Vi dò il permesso di dirmi quando io faccia schifo.
L'ho pubblicata solo per il compleanno di Maria e davvero, non so nemmeno da dove mi sia uscita tale roba. 
Non so nemmeno perché abbia messo il Fluff, cioè, per me è Fluff ma credo che il mio canone di Fluff (è la terza volta che ripeto sta parola, aiuto) sia diverso dal vostro. 
Va beh. 
Ho sonno, perdonami Maria per sta schifezza. 
Io ora vado, domani ricontrollo se ci sono alcuni errori quindi se ne trovate, avvertitemi in recensione o qualunque cosa voi vogliate.
Auguri artista fallita, ti voglio bene anche se il tuo concetto di arte è diverso dal mio~ (ma anche no, attenta che prima o poi lo trovo un modo per farti diventare marionetta).



S h i n d a

 
 

 
   
 
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