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Autore: saretta_    08/05/2008    13 recensioni
Un clown si prepara allo spettacolo, truccandosi con cura.
[Da piccola volevo fare l’attrice, no?
Tutti i miei sogni si sono avverati.]
- Ino Centric -
- Accenno ShikaTema -
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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SHOW

Storia di una bugia



Soffio sulla punta della matita da trucco nera, e mi tirò la palpebra inferiore per passarci sopra il cosmetico.


Un clown si prepara allo spettacolo, truccandosi con cura.


Sbatto le ciglia infastidita, anche se i miei occhi sono abituati al trucco. Poi passo la matita nella palpebra superiore, allungano il tratto nero oltre l’occhio, all’egiziana.


Lo ha già fatto tante volte, è bravo a recitare.


Sfumo leggermente, per non appesantire l’occhio. Infilo il tappo alla matita, cercando di non sporcarmi le mani, e prendo il mascara. Allungo le ciglia, e poi uso un altro mascara, per colorarle di un bel nero spesso, e ancora un altro, per renderle brillanti.


Qualche capriola, una o due battute preparate in precedenza.


Mi scruto, in cerca di grumi o tratti tremolanti di matita. Allora passo il rossetto, di uno scarlatto vivace, e lo uso due volte, per sicurezza. Faccio schioccare le labbra, strofinandole una con l’altra.


Il clown deve far ridere,
  il clown non ha vita.


Allargo con sorpresa gli occhi, cerco con impazienza nella borsetta dei trucchi ed estraggo una pinzetta. Strappo un invisibile pelo biondiccio troppo lungo, e sorrido al mio riflesso.


Il clown sorride sempre e non piange mai [non ne è capace].


Mi spolvero della cipria rosata, evidenziando gli zigomi alti. Ne tolgo un po’, poi lo rimetto con tocco più leggero.
Acchiappo la borsetta, e trotto giù dalle scale, sentendo i tacchi a spillo tintinnare sul marmo pregiato.


Le buffe scarpe troppo grandi non gli danno più fastidio,
si è abituato a indossarle [non cade più].


I capelli svolazzano, liberi, dietro di me, ondeggiando sulla mia schiena sfumando l’aria di biondo e profumando di costoso.
Il vestito nero, attillato, è troppo corto, ma voglio che tutti mi fissino; se per ammirazione o per biasimo non ha importanza.


I suoi vestiti divertenti catturano lo sguardo della gente,
i suoi colori rendono quelli degli altri opachi.


Salto nella Ferrari rosso fiammante di un tipo in smoking e occhiali scuri.
Il tizio [com'è che si chiama? Ken?] mi sorride sicuro di se, biascica qualche complimento, sbagliando tutta la grammatica, e si scuote la chioma caramellata, sicuramente tinta.
Lo assecondo, annuendo e ridendo, ma appena accende il motore ne approfitto per ritornare seria, almeno un secondo.


Lo spettacolo inizia [siete pronti?].


Lui non è… l’altro lui. L’altro lui sarà sul divano, a dormicchiare davanti alla tv, mentre l’altra bionda si accoccola al suo petto.
Io non sono l’altra bionda. Io non sono niente, e nessuno: solo la troia di turno.
Lo so, perché negarlo a me stessa? È così.


Il clown arriva a braccia aperte,
vuole bene al suo pubblico.


La Ferrari corre senza sosta, mangiando la strada sotto le sue ruote. Le immagini fuori dal finestrino sono sfocate per l'eccessiva velocità [o forse per le lacrime?]; la serata si preannuncia noiosa e piena di argomenti quali capelli, pettegolezzi e diete.
Alla fine ci sarebbe stato del sesso, l’unico momento in cui il cervello si spegneva un attimo, l’unico spiraglio d’aria in quel presente soffocato dagli errori del passato.


Ridete tutti, indicatelo spudoratamente: non è patetico?
Costretto ad andare su un triciclo minuscolo per la vostra attenzione.
[non ha paura di cadere: è lo stesso spettacolo tutte le sere]


Finalmente ci fermiamo davanti a un ristorante patinato.
Il mio cavaliere mi pare la portiera aiutandomi a scendere; lo prendo sotto braccio, mentre inizia a raccontare una barzeletta di cui non ricorda più pezzi, ma che era sicuro facesse ridere.
Porto una mano suo cuore, come colpita, e mi complimento per la sua sagacia, anche se non credo sappia cosa sia [fingi, principessa, fingi].
Da piccola volevo fare l’attrice, no? 

Tutti i miei sogni si sono avverati.
Volevo fare la ballerina, e danzo sul filo della falsità.
Volevo fare la dottoressa, e curo ogni mattina le vecchie ferite.

[Non sei felice?]


Il clown rotola con maestria ai vostri piedi.
[Lo spettacolo è finito, applaudite, forza: non è stato bravo?]


Le luci del ristorante mi abbagliano, riportandomi alla realtà.

Le luci del palcoscenico si chiudono, il clown sparisce nell'ombra.



Chi salverà la troia [il clown]?
Sarai tu Shikamaru?
No. Tu sei ancora sul divano.





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Uhm.

Non so voi, ma a me piace un sacco. Aspettate, non perchè sia una bella storia [non lo è affatto, non è nemmeno una vera storia xD] o perchè sia strutturata bene o chissà cos'altro.


Mi piace il paragone fra il Clown e la piccola Ino. Perchè secondo me è quella che fa ogni giorno, no? Attira l'attenzione su di sè in ogni modo, con vestiti, trucchi, risate false e discorsi civettuoli.

E Shika sul divano con l'altra bionda è.é
Mi arrabbio da sola per la mia storia xD

Ringrazio chi ha commentato Hero or Murder? ovvero:
 
Final Alex
Kikichan
inochan
WishfulThinking
InoYamanaka89
Sakurina
VavvyMalfoy91
Lalani
vimar
Queen_of_sharingan_91
ryanforever

Siete la mia vita *.*
sa
[quelli sottolienati sono gli amori miei, che mi seguono ovunque:)]

  
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