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Autore: japanmaniac    06/12/2013    1 recensioni
I pensieri di Koki sull'uomo più sexy e conteso del Giappone...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kazuya, Koki
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sono qui alla finestra della mia stanza e non riesco a smettere di pensare.

Non sono certo famoso per i miei discorsi seri, lo so. Sono il giullare, quello che fa sempre divertire la gente. Tutti esplodono dal ridere quando sono nei paraggi, ma c'è una persona che non si diverte per niente con le mie cazzate e quella persona sono io.

Non era certo il mio scopo quello di diventare un buffone. Il mio personaggio è ben costruito ma non mi rispecchia per niente.

E' vero, mi piace divertirmi, ma a modo mio...Davanti ad una bella bottiglia di vino, per esempio.

Non sono una persona comune, e se dovessi farmi vedere per quello che sono forse non piacerei.

La prima volta che mi proposero di far parte dei Kat Tun rifiutai. Io volevo essere un rapper, uno di quelli che si vedono in tv. Quelli pieni di soldi e donne, quelli che denunciano la società sporca e corrotta di cui fanno parte, non mi interessava di certo essere parte di una stupidissima boy band.

Non la presero male, anzi sorrisero del mio rifiuto. Io pensai di averla spuntata ma alla fine mi costrinsero. Io ero una creatura della Johnny's. Una proprietà di quella gente e firmando quelle maledette carte avevo firmato la mia condanna. Sono stato forzato a cambiare la mia immagine nel bravo ragazzo che tutti conoscono.

Sono stato obbligato a conoscere quei cinque ragazzi dalla faccia pulita e li ho odiati...li ho odiati tanto sin dal primo momento. Non sapevo niente di quei tipi. Eravamo almeno una trentina di ragazzi all'inizio che stavano diventando burattini nelle mani di quei tizi carichi di soldi.

Ricordo ancora quei giorni: prima che i Kat Tun esistessero, prima che le nostre strade diventassero una...

Non c'era nessuno come me. Nessuno che dimostrasse di essere degno di attenzioni.

Quando ci scelsero per il gruppo guardai i miei compagni e pensai fossero solo degli stronzi.

Ce n'era uno soprattutto, un tipo alto e sorridente, la sua faccia felice mi dava davvero sui nervi. La prima reazione fu di ignorarlo. La seconda di prenderlo a calci nel sedere. Lui non sembrava risentirne così aumentai la dose. Lo trattai ancora peggio facendogli ogni tipo di dispetto, sino a che un giorno capì che era tutto inutile. Il suo sorriso non si spegneva mai e così mi limitai ad odiarlo. Odiarlo nel profondo...Quel tipo era Taguchi...

Gli altri mi erano indifferenti. Di Nakamaru pensai che era un ragazzo sciatto e dall'aria assolutamente imbranata. Non era bello, anzi la sua faccia mi ricordava una patata marcia. Non parlava mai, e di questo lo ringraziai mentalmente diverse volte. Poi una sera in cui eravamo tutti abbastanza alticci lo sorpresi a fare beat box e questo mi lasciò di sasso. Iniziai davvero a pensare che fosse figo ed iniziai a considerarlo. Con il tempo mi accorsi che oltre questo era divertente e decisamente gentile. Per nulla invadente, riuscì in breve a diventare una sorta di amico, se così si può dire. Non ci parlavamo molto ma passavamo il tempo a rappare e questo mi piaceva.

C'era un tipo belloccio, la classica faccia perfetta che le ragazze adorano. Lui sapeva di essere bello, era indubbio questo. Forse era per questo che mi stava totalmente sulle palle.

Io non amo la mia immagine. Il mio viso ricorda quello di qualche cartone animato. La mia espressione è simile a quella di un gatto, un gatto pulcioso, non certo quelli che vedi nelle pubblicità.

Odio i gatti, così come odio la mia faccia. Passo ore ad osservarmi cercando di insultarmi il meno che posso, cercando di fare il possibile per avere un immagine decente di me. Ovviamente non riuscendoci per niente. Per questo odiavo Jin. Lui era il classico bello naturale, quello che non si deve sbattere per piacere. La prima impressione fu delle peggiori. Per me quello era un tipetto arrogante e altezzoso. Egocentrico sino al midollo e fu per questo che lo ignorai.

Di Ueda invece pensai che fosse un pazzo e in un certo senso è ancora così.

Ricordo che non ci scambiammo che un cenno poi silenzio. La sua espressione era dura ed indifferente. Sembrava schifarci almeno quanto io schifavo gli altri. Quando seppi che veniva da una famiglia ricca rimasi di sasso. Non sembrava certo un tipo snob. Sembrava solo non importargli di niente e nessuno. Fu per questo che mi piacque la sua compagnia. Una compagnia silenziosa e incurante persino spaventosa a volte. I suoi occhi taglienti parlavano al posto suo. Lui era chiuso nel suo silenzio. Ricordo che la prima volta che lo vidi ridere rimasi di sasso. La sua risata spontanea e cristallina mi sorprese. Ogni suo sorriso sembra quasi una conquista. Ancora oggi non sono riuscito a capire Ueda molto bene. Ci ho parlato troppo poco sin ora e il perchè ancora è un mistero.

E poi c'era lui...Lui che ora dorme nel mio letto. Non ho regole in amore. Per me amare un uomo è ugualmente intenso che amare una donna. Mi piace il sesso. Adoro farlo, ma se devo essere sincero lui era l'ultima persona che mi sarei mai aspettato, con cui avere una relazione.

Kamenashi Kazuya. Ho iniziato a frequentare Kame solo perchè era attaccato al sedere dell'unica persona alla Johnny's che mi andasse a genio. Yamapi era l'unico vero amico che avessi. Era l'unico con cui uscissi. Ecco perchè conobbi Kame. Di lui ebbi una pessima impressione. Il suo essere bello lo poneva già nel girone degli stronzi. Non c'era donna nei locali dai 15 ai 40 anni che non sbavasse per lui. Non ci parlai che due volte. La prima fu per dirgli di passarmi una birra e la seconda per mandarlo a quel paese. Tutti gli sforzi di Yamapi per metterci d'accordo erano completamente inutili.

Eppure, nonostante non lo sopportassi, quel tipo mi attirava come una calamita. Il suo corpo giocava e scherzava, era gentile e sorridente ma i suoi occhi dicevano tutt'altro. Erano lontani anni luce.

Ricordo che questa cosa catturò la mia attenzione ecco perchè iniziai a studiarlo.

Il nostro rapporto era comunque in una fase di stallo. Ci ignoravamo, come sempre. C'erano sere in cui rimanevamo seduti sullo stesso divano dandoci le spalle in silenzio. Ognuno perso nei suoi pensieri.

Poi, una sera, Yamapi mi chiamò dicendomi che non poteva uscire con me perchè stava male. Io ero già davanti al locale, ma proprio quando stavo per andarmene ecco arrivare Kame. Ricordo che sbuffai scocciato. Il suo abbigliamento eccentrico mi diede subito ai nervi. La sua faccia da schiaffi mi fece ribollire il sangue!

Quella sera ricordo che passammo le ore a bere come spugne. Decisamente ubriachi iniziammo a parlare e a flirtare con tutte le donne del locale. In breve finimmo nei loro letti e il mattino dopo pensai a Kame in un modo del tutto nuovo.

Da allora iniziai a portarmelo dietro nei miei festini privati e in breve fummo inseparabili. Non come amici, ma come compagni di giochi. Kame era perverso e sporco esattamente come me. Gli piaceva giocare con le donne più grandi e questo lo trovavo decisamente figo!

Senza contare che flirtava con tutti, anche con i ragazzi che come noi, erano lì per divertirsi. Più lo osservavo più mi convincevo della mia idea: Kame era sesso.

Ogni suo gesto, ogni suo sguardo, ogni suo movimento erano capace di catturare le attenzioni di tutti, sì anche le mie...

Così quando ormai me ne accorsi ero già completamente preso da lui. Flirtare con Kame era qualcosa che mi veniva naturale. Cercavo i suoi sguardi, i suoi abbracci, ne avevo bisogno come una droga.

Sapevo che per lui io ero come tutti gli altri. Non aveva certo bisogno di uno come me.

Ogni volta sembrava interessarsi di tutti ma non di me. Questo mi faceva impazzire!

Ogni volta che uno del gruppo lo toccava o gli sorrideva, io ribollivo dalla rabbia!

Poi, mi decisi. Fu la volta della nostra uscita a Okinawa. Eravamo tutti nella stanza di Jin. Dopo le riprese e decisamente alticci. Ricordo che ci siamo messi a dormire tutti insieme chi su un letto, chi nell'altro chi a terra. Kame era vicino a Jin, nemmeno a dirlo. Fingendo di dormire mi spinsi verso di lui, lentamente...

Tutti dormivano profondamente e nessuno mi vide. Mi avvicinai ancora sino quasi a sentirne il respiro poi mi guardai intorno per controllare se gli altri stessero dormendo ma quando mi voltai c'era proprio Kame a fissarmi. Non disse nulla si limitò a guardarmi. Io rimasi fermo con il respiro mozzato...

' Fallo...'- mi disse come se avesse capito le mie intenzioni. Io balbettai senza sapere che dire. Fu lui ad avvicinarsi e a baciarmi. Sbarrai gli occhi senza sapere che fare mentre il mio cuore e la mia testa stavano impazzendo. Quando si staccò da me mi guardò un attimo:

' perchè quella faccia? Non era questo che volevi?'- mi disse come se fosse la cosa più naturale del mondo. Poi tornò a dormire come se nulla fosse.

Non so descrivere come mi sentì: ero allibito. Quel contatto non era stato come mi aspettavo. Era stato amaro e freddo. Lui era così e io dovevo accettarlo.

I giorni passarono senza una parola. Non uscì più con lui né gli parlai. Volevo solo dimenticarmi di quel momento con tutte le mie forze. Lui non mi chiese nulla. Nessuna spiegazione. Pensai che non doveva importargli poi molto di me.

Ero stanco e avvilito. Le serate non sembravano più così divertenti e la mia vita sembrava essere una grande e gigantesca merda.

Una sera, dopo l'ennesimo concerto mi avviai verso la mia auto quando qualcuno mi sorprese alle spalle spingendomi verso una stanza buia. Non mi ci volle molto a capire che era lui...

Non riuscì a dir nulla che mi ritrovai avvolto nel suo abbraccio. Un abbraccio stretto e caldo, incredibilmente caldo.

Le sue labbra cercarono le mie e in un attimo ci baciammo. Un bacio lento, sensuale e decisamente bagnato. Un bacio diverso da quanti avevo dato nella mia vita. I respiri corti ed accelerati, l'odore della sua pelle che, al contrario della mia, profumava nonostante il sudore. Quella sera fu mio per la prima di un'infinità di volte.

Non posso dire che stiamo insieme. Lui non è che di se stesso. Stare con Kame è come incatenare King Kong davvero impossibile. Mi accontento di stargli vicino, di abbracciarlo e baciarlo quando ne ho voglia, che sia durante un concerto o nella mia camera d'albergo.

So che non sono l'unico del gruppo. Tutti hanno una qualche relazione con lui.

Nessuno rimane indifferente a quegli occhi. Nemmeno i bravi ragazzi...

 

 

 

 

 

  
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