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Autore: petty thief    23/07/2003    4 recensioni
Songfic basata sulla canzone di Cesare Cremonini
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!! Questa è la mia prima ff, è una songfic ispirata alla canzone PadreMadre di Cesare Cremonini. Forse vi sembrerà strana l'idea del lettore cd e delle pile, ma visto che hanno i telefoni ho pensato che un po’ di tecnologia in più nn guastasse.
Per evitare la formazione di idee sbagliate avviso che la protagonista è in pigiama (se leggete capite, anche perchè non era il caso di farla girare in mutande e reggiseno con Sanji in giro). Aspetto commenti, anche negativi, Spero ke vi piaccia e buona lettura.

PADREMADRE


- È inutile, stasera proprio non riesco ad addormentarmi…- nella cabina femminile una figura si era improvvisamente seduta sul letto –tutta colpa di quell’idiota di uno spadaccino! Va sempre a finire che litighiamo, non riusciamo mai a fare una conversazione come due persone civili. E mi fa anche perdere il sonno! Domani gli dirò cosa penso di lui, un bello sputo in faccia…ieri era incazzato con tutti ma il primo con cui se l’è presa è stato Sanji…sarà anche un maniaco pervertito, ma cucina così bene…e poi, tra parentesi, cosa aveva fatto di male?- La ragazza si chinò per prendere un lettore cd –Tanto vale che mi senta il nuovo cd che ho preso, è da un mese che ce l’ho e non l’ho ancora ascoltato…è il tempo che mi manca, ma rimedio subito- Prese il cd e uscì dalla stanza. Le stelle brillavano alte nel cielo. La Going Merry scivolava senza difficoltà sul mare. Una brezza leggera le scompigliava i capelli. Nami si diresse verso i suoi mandarini cercando di non fare rumore, non aveva voglia di parlare con nessuno. Si sedette appoggiando la schiena al tronco dell’albero. –Spero che le batterie abbiano ancora un po’ di carica. Bene, sentiamo la…7. Ha un bel titolo, PadreMadre…chissà com’è…- Si mise le cuffie e chiuse gli occhi…

Padre, occhi gialli e stanchi,
nelle sopracciglia il suo dolore da raccontarmi...
Madre, gonna lunga ai fianchi,
nelle sue guance gli anni e i pranzi coi parenti...
Non mi senti? O non mi ascolti,
mentre piango ad occhi chiusi sotto al letto.


Padre…quando penso a questa parola la prima immagine che vedo è quella di Genzo, quell’uomo che mi ha trattata come una figlia…Madre…Bellmer…che strana la vita! Non l’ho mai chiamata mamma, ma aveva ragione lei, non sono i legami di sangue quelli importanti. L’ho capito troppo tardi… capisco sempre tutto tardi…avrei dovuto capire che non potevo fidarmi di Arlong…una promessa! Che cosa era per lui una promessa???…Ti ho dato la mia parola…Maledetto bastardo!!!…Me lo avevate detto che ci si può fidare solo di sé stessi…avevate ragione, ma c’è sempre un eccezione, me l’ha dimostrato un gruppo di ragazzi…c’è sempre un eccezione alla regola…

Padre, e se mi manchi
è perché ho dato più importanza ai miei lamenti...
Madre, perché piangi?
ma non mi hai detto tu, che una lacrima è un segreto?
Ed io ci credo, ma non ti vedo
mentre grido e canto le mie prime note!


Quante volte ho pensato a voi nel corso di quegli otto anni, quanto mi siete mancati…Forse è stata l’unica volta che hai pianto, mamma, quando ci hai detto che saremmo state per sempre le tue bambine…non manifestavi mai i tuoi sentimenti davanti alla gente…Ho seguito il tuo esempio, neanch’io ho mai più pianto davanti agli estranei, a parte quando pensavo di aver perso tutto per sempre…non volevo che altri morissero per me…

Ma se, una canzone che stia al posto mio non c'è,
eccola qua: è come se, foste con me!


Già, con questa canzone mi sembra di avervi con me….come mi piacerebbe essere di nuovo a casa…tutti insieme…

Padre, mille anni,
e quante bombe sono esplose nei tuoi ricordi!
Madre, tra i gioielli,
sono ancora il più prezioso tra i diamanti?
Ma non mi ascolti, non mi senti,
mentre parto sulla nave dei potenti!


Genzo…hai sempre quell’aria stanca, che ti fa diventare ancora più vecchio di quanto non sei…tutta colpa di quelle cicatrici…quelle spade maledette…hanno provato a insegnarmi a maneggiarle…non ci sono riusciti…quando le prendevo in mano iniziavo a tremare…avevo in mente quella scena…era come se ti ferissi io…Bellmer…ti ho accusato di non essere una buona madre…ero solo una bambina sciocca…sei stata la migliore…darei tutto il mio sporco denaro per averti indietro…non servirebbe…io che chiamo sporchi i miei soldi??! Devo essere impazzita…avevi ragione il denaro non compra la felicità ma mi sono illusa del contrario…pensavo di poter acquistare il villaggio…sono entrata a far parte della loro ciurma solo per questo…per poter un giorno tornare a vivere veramente…ci sono riuscita…

Ma se, una canzone che stia al posto mio non c'è,
eccola qua: è come se, foste con me!
Ma se, una canzone che stia al posto mio non c'è,
eccola qua: è come se, foste con me!


La stella polare…il punto di riferimento per i naviganti, la stella che serve per localizzare il nord…ogni volta che la guardo sono certa che tu mi guardi da lassù e mi guidi per la strada più sicura…

Padre, occhi gialli e stanchi,
cerca ancora coi tuoi proverbi a illuminarmi...
Madre, butta i panni,
e prova ancora, se ne hai voglia a coccolarmi,
perché mi manchi,
e se son stato così lontano è stato solo per salvarmi!
Così lontano è stato solo per salvarmi!
Così lontano è stato solo per salvarmi!


Cosa mi dicevi sempre Genzo?…sì, ora ricordo…Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino…quel libro mi serviva, non potevo mica chiederlo alla mamma, con tutti i sacrifici che faceva solo per farci mangiare…poi sì, sono diventata una vera ladra…ma non c’era altra via…ho fatto tanti di quei lavori per riuscire a rubare…ladra…ecco cos’ero…mai nessuno che mi rivolgesse una parola gentile, di conforto, una carezza…un abbraccio…ma non mi sono mai fermata…era l’unico modo per salvarvi…per salvarmi l’anima…in fondo ero solo un angelo caduto…finalmente sono tornata a volare….

Ma se, una canzone che stia al posto mio non c'è,
eccola qua: è come se, foste con me!
E' come se, foste con me!!
E' come se, foste con me!


Non mi serviva una canzone per ricordarmi di voi, di mia sorella, del mio villaggio, perché siete sempre rimasti nel mio cuore, e niente potrà mai cancellarvi…spero un giorno di rivedervi…vi porterò la mia cartina…vi porterò il mio sogno…


- Chissà se quella diavoletta rossa si è già svegliata, forse è il caso che le chieda scusa per come mi sono comportato ieri, il fatto è che ho perso la pazienza, ed è tutta colpa di quel porco di un cuoco, la prossima volta che la chiama “micetta mia” e cerca di abbracciarla, giuro che lo affetto, mi fa venire su un nervoso ogni volta…- Zoro si bloccò con un piede a mezz’aria, la bocca aperta e gli occhi spalancati –Altro che diavolo quello è un angelo!- L’oggetto dei suoi pensieri stava dormendo sotto gli alberi profumati. Le pile del lettore cd si erano scaricate già da tempo e le cuffie erano scivolate per terra. Aveva una mano appoggiata sulla spalla sinistra. Quella spalla che aveva graffiato, accoltellato e insultato. La spalla che aveva portato un orribile marchio simbolo di morte e distruzione. La mano stringeva forte il nuovo tatuaggio, che rappresentava un mandarino e una girandola. Il sole le illuminava il volto, le sue labbra perfette disegnavano uno splendido sorriso.
  
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