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Autore: Himmie    06/12/2013    2 recensioni
In una piccola villetta nella periferia di Halle, paese natale di Georg Listing, il ragazzo si sposava con l’amore della sua vita, tra deliziose decorazioni color pesca, l’erba verde di un curato prato all’inglese, gli invitati che lanciano confetti ai novelli sposi, e la sposa, più bella che mai, nel suo giorno migliore.
Ma avete mai pensato a come potesse sentirsi l’altra, la ragazza, nascosta, che lo ha amato per davvero e che lo ha appena perso per sempre: quella che non viene mai considerata in questo tipo di storie fiabesche?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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His wedding.
 
Si sposa.”
Bill posò il suo sguardo su di me.
La linea della bocca carnosa era morbida e leggermente incurvata verso l’alto, ma non si percepiva né un sentimento di felicità, né tristezza da essa; la mascella era morbida, segno che era tranquillo, diversamente dai lunghi minuti precedenti passati a cercare nervosamente di dirmi quelle due parole.
 
Si sposa.”
 
Senti qualcosa stringersi forte intorno al mio cuore e i miei occhi si spalancarono.
 
“Leanne…” la sua voce, incrinata dall’incredulità, e il vano tentativo di mantenere uno sguardo sicuro.
Il biondo davanti a me si avvicinò di qualche passo.
“Mi dispiace, Leanne.” mormorò solo, appoggiando la testa sulla mia spalla e circondandomi in un abbraccio sincero.
Sospirai, sentendo le lacrime affollare frettolosamente il mio sguardo, ero incapace di pronunciare nulla, l’aria mi stava mancando.
“E’ così, e basta.” mormorò dopo poco, ed io mi strinsi, o meglio, mi aggrappai come se fosse la mia unica ancora di salvezza, alle sue spalle.
Piansi sommessamente contro il suo petto, e per una volta non maledissi la nostra differenza di altezza, perché il battito regolare del suo cuore riusciva a calmarmi.
Mi accarezzò i capelli, lentamente, e a lungo.
Non disse più nulla, perché sapeva che non si poteva dire, o tantomeno fare, nulla di utile.
 
 
 
 
“Mi sposo.”
 
Tornai in me quando lui stesso pronunciò queste parole, per la seconda volta.
I suoi occhi verdi forarono la mia anima tanto erano intensi, e sentì ancora la morsa nel petto di quasi due settimane prima quando era stato Bill a darmi la lieta notizia…ma amplificata di milioni di volte.
Lui stesso me lo stava dicendo chiaramente, ora, faccia a faccia.
Lo aveva persino ripetuto due volte.
“Leanne…” iniziò, visibilmente incapace di darmi una spiegazione. Si spettinò i capelli, ma il gel li fece rimanere al loro posto, e perfetti. Come sempre.
“La amo e basta. Più della mia stessa vita.” pronunciò duro, dopo qualche attimo di silenzio. Sorrise leggermente.
Il fiato mi si bloccò in gola, avrei solo voluto scappare, o almeno non crollare completamente davanti a lui.
La testa mi girò.
“La amo, più della mia stessa vita. Lei è la mia metà.”
Deglutì aggrappandomi al bordo d’ottone del letto perfettamente rifatto della camera di Georg, alla mia destra.
Ma cosa volevo ottenere, piombando nella sua stanza a poche ore dal suo matrimonio?
Avevo solo trovato il futuro sposo nel pieno dei suoi preparativi, i capelli già acconciati, la camicia bianca e candida stretta al suo busto slacciata nei primi bottoni per l’ansia, la giacca nera appesa all’esterno dell’armadio, pronta per essere indossata.
Mi aveva guardato come se fossi l’ultima persona che volesse vedere in quella giornata così felice, e molto probabilmente lo ero.
Quel pensiero mi stava uccidendo.
“Io e te siamo stati un errore, e quello che c’è stato non è significato niente. So che tutti vorrebbero che io e te stessimo insieme – si sistemò nervosamente un polsino, ed abbassò il tono di voce – i nostri amici ci vedono bene come coppia, e forse è per questo che tu hai pensato potessimo stare insieme. Davvero strano, la gente fa pensieri assurdi.” cercò una sorta di giustificazione ai miei comportamenti, credo.
Non mi capiva.
Perché cercava una giustificazione al fatto che io fossi terribilmente innamorata di lui?
Com’era possibile?
Tossì. “Ma ora mi sposo con la donna che amo, e saremo felici.” tremai, quando menzionò indirettamente lei.
 
 “Tu non hai nessun ruolo nella mia vita, Leanne. Né lo avrai mai.”
 
Il cuore mi esplose, ed inizia a piangere senza rendermene conto, il mio udito ovattato, la vista completamente appannata.
Terminò il suo breve discorso senza avere il coraggio di guardarmi più negli occhi, e si girò verso le grandi finestre luminose alle sue spalle.
Tentai solo di richiamarlo, di avvicinarmi e sentire il suo profumo solo un’ultima volta.
Non avevo voce.
Avevo bisogno di lui, null’altro, nessun altro.
Non pensavo a quanto suonassi smielata, a pensare a tutto questo: la verità era che non c’era proprio nulla di smielato tra noi.
Mi era stata appena portata via la persona che amavo: non ci vedevo alcun romanticismo, niente lieti fini, solo la cruda verità.
Non era più un film, in quel momento.
Raccolsi la poca forza che mi era rimasta e feci un secondo tentativo di stabilire un contatto con lui.
“Vattene, per favore.” mi intimò, dandomi le spalle, prima che potessi parlare.
Rimasi immobile.
Poi sentì solo i miei tacchi picchiettare velocemente sul parquet di casa Listing, poi sulle scale in marmo, poi sul selciato esterno davanti a casa, dove gli invitati iniziavano ad arrivare nelle loro costose macchine.
“Leanne, dove vai?” Bill mi richiamò, evitando la piccola folla radunatisi, mi rincorse e mi afferrò un braccio.
“La cerimonia sta per iniziare, andiamo nel giardino sul retro, dai.” Tom sopraggiunse alle sue spalle, chiamando il fratello e anche me.
Strinsi le labbra, le lacrime scendevano ancora copiose.
Mi liberai dalla presa dolce di Bill, e andai via, incurante di qualsiasi cosa mi avrebbero detto i gemelli o gli ospiti, di cosa stessero pensando di me.
Le mie gambe correvano da sole, via da lì.
Le strade di periferia e le case erano tutte uguali, odiavo quel paese, tutto mi ricordava lui.
Il sole si oscurò un poco, ma il caldo estivo continuava a torturare la mia pelle.
Arrivai nel parco comunale dove ci eravamo incontrati, e dove mi ero innamorata di lui, dal primo momento.
Rividi i nostri momenti passati insieme, e mi accovacciai a terra, contro la corteccia di un grande albero, incurante di sporcare il mio vestito da damigella d’onore, costato un occhio della testa, incurante di tutto, incurante anche di me. Mi importava solo di una cosa.
 
“Georg.” riuscì solo a mormorare, continuando a piangere silenziosamente.
 
 
In una piccola villetta nella periferia di Halle, paese natale di Georg Listing, il ragazzo si sposava con l’amore della sua vita, tra deliziose decorazioni color pesca, l’erba verde di un curato prato all’inglese, gli invitati che lanciano confetti ai novelli sposi, e la sposa, più bella che mai, nel suo giorno migliore.
Ma avete mai pensato a come potesse sentirsi l’altra, la ragazza, nascosta, che lo ha amato per davvero e che lo ha appena perso per sempre: quella che non viene mai considerata in questo tipo di storie fiabesche?
 
Per ogni lieto fine, c’è qualcuno che scappa, e va a rifugiarsi nei ricordi sperando che la realtà possa, in qualche modo, essere diversa.
 
E quella sono io, Leanne.
 

 
 
 
 

Io non sono Leanne, ma avevo bisogno di scrivere tutto questo.
 
Leanne non parla in tutta la vicenda, mai.
Descrive le sue emozioni, sa bene cosa prova, ma non lo dice nessuno.
Forse perché nessuno la può capire.
Alla fine, mormora solo il suo nome, quello del ragazzo che ha appena perso.
Alla fine, o sempre forse, le importa solo di lui.
 
Potrebbe sembrare che questa One Shot non abbia né capo né coda, ma per me lo ha.
 
Avevo solo bisogno di scriverla.
  
-m;
 
  
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