Forse la zia Elroy troverebbe da ridire ma Candy no. Aveva sempre immaginato il fantomatico zio William come un austero signore di mezz'età elegantemente vestito, con cappello a cilindro e bastone con pomo d'ottone.
Ha immaginato per così tanto tempo il giorno dell'incontro con il suo benefattore, certa che ne sarebbe rimasta intimorita e, invece, la sorpresa è stata accompagnata da un moto di piacevole stupore.
Albert, il suo amico Albert, colui che le è stato sempre vicino le ha donato anche la cosa più preziosa: non solo un cognome. Le ha dato un focolare, delle origini.
Albert è così: semplice e accogliente come la terra fertile pronta per la semina, forte come la spessa corteccia degli alberi più robusti, rassicurante come il profumo della terra bagnata in una giornata d'autunno.
E ora che tutta la verità le viene rivelata Candy pensa che non poteva esserci conclusione più felice e ovvia per la sua travagliata storia.
Albert, l'outsider, è proprio come il marrone che non viene considerato molto tra i colori. Non c'è nell'arcobaleno ma si utilizza molto quando si sente il bisogno di rassicurazione, di calma rigenerante.
Albert è stata la fonte di consolazione a cui Candy ha attinto in tutti i momenti di disperazione, l'unico capace di trovare le parole adatte per spronarla a non arrendersi.
Albert, l'aristocratico anticonformista, il vagabondo tutt'uno con la natura, è molto più di un papà adottivo per Candy: è la sua famiglia.
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* Vorrei ringraziare Tetide per le recensioni e per gli errori ai quali non sono stata sempre attenta, AlbionMay per i suoi giudizi e per gli appunti, Candy13 per aver inserito la storia tra le preferite.
A presto