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Autore: harley1958    07/12/2013    6 recensioni
Un viaggio nei ricordi di chi ha perso tutto...
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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VIAGGIO NELLA MEMORIA.


-Signor Cullen,signor Cullen si svegli!-


La voce di Nora l'infermiera penetrò la barriera del sonno che mi avvolgeva
ed io aprii gli occhi.

-Oh bene ce l'abbiamo fatta a svegliarci Mr. Cullen, forza che ora ci prepariamo, lo sa che oggi arriva la nuova ospite e che la direttrice ci tiene che i nuovi ospiti siano accolti al meglio da tutto lo staff ed i residenti- continuò sorridendo. 

Stupida donna,che cazzo avrà da sorridere alle 7.00 del mattino.
Lo so, sono un vecchio acido e brontolone, ma non capisco perché dovrei fingere di essere allegro se non lo sono affatto.

Ho più di ottant'anni e sono ancora al mondo, la morte mi gira attorno, l'ho vista spesso, ma non fa mai il salto finale per ghermirmi... credo si diverta a prendermi per il culo.

Non ho motivo per rimanere in vita.
Non ho figli, non ho nipoti, non mi sono mai sposato.

Da solo non riesco più a fare un cazzo e mi piscio addosso...

Qualcuno mi dica se davvero vale la pena di vivere questa vita di merda.

Nora mi accompagna in bagno e con tanta pazienza mi aiuta a lavarmi,
mi rade e mi pettina.

Quando finisce mi passa uno specchio affinché mi possa guardare,
ma le mie mani tremano e non riesco a reggerlo,così rinuncio anche a
quel piccolo soffio di vanità.

Portandosi dietro la mia sedia a rotelle, l'infermiera mi spinge lungo il corridoio
fino ad arrivare nel grande salone, dove ormai quasi tutti, fra personale e degenti,
sono arrivati.

Il mormorio che si diffonde è fastidioso per chi, come me, ha problemi d'udito,
ma è inevitabile questo fermento,dato che qui ogni più piccola novità viene accolta come evento di
straordinaria importanza.

Come dico sempre io:

"O ci uccidono le malattie e la vecchiaia,oppure lo farà la noia".

La direttrice prende la parola:

-Cari amici, è con grande piacere ed onore,che voglio dare il benvenuto fra noi alla nostra nuova ospite.
Una donna che ha vissuto una vita intensa, dal momento che è stata una famosa cantante lirica, ma ora dice di essere stanca e per fermarsi a riposare ha scelto la nostra struttura.

Tutti noi faremo il possibile per farle sentire il calore di una famiglia, l'accoglieremo al meglio in quella che d'ora in poi sarà anche la sua casa.-

Detto ciò si volta verso Angela la sua assistente e le fa cenno di andare a prendere la tanto attesa nuova ospite e poi continua:

-Signore e signori, accogliamo fra noi Isabella Marie Swan.-

L' eco di quel nome non si è ancora spento che io sento il marchio bruciare sul mio polso.

Mi manca l'aria,il mio cuore batte talmente forte da farmene sentire il rimbombo nelle orecchie.

Qualcuno mi parla, mi scuote, ma io sto scivolando nel buio.

In lontananza una sirena...



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Come ogni sera ormai suona quel dannato allarme.

Segna che è giunta l'ora del coprifuoco.

Fra un po' si alzeranno gli aerei ed inizieranno i bombardamenti.

Scendiamo in cantina ed io subito mi avvicino alla grata che divide il nostro rifugio da quello dei nostri vicini di casa, gli Swan.

Siamo polacchi e siamo ebrei.

Siamo in pericolo.

Ho diciotto anni sono un bel giovanotto ed ho tanti sogni.

Primo fra tutti sposare la ragazza che amo,la figlia dei miei vicini: Isabella Swan.

E' una ragazza dolcissima, molto timida e bella come un bocciolo di rosa.

Ha solo sedici anni, ma è molto matura per la sua età.

La sua voce è limpida e calda come quella di un'usignolo e il pensiero di questo mi porta al secondo mio sogno:

io suono il pianoforte e lei canta,sarebbe stupendo girare il mondo insieme facendo concerti.

Mi riscuoto dai miei pensieri quando Isabella mi chiama dall'altra parte della grata.

-Edward ho paura, sento che sta per accadere qualcosa di orribile.-

-Stai tranquilla amore, allunga la mano così posso stringertela e farti passare la paura- le dico.

Invece lei aveva ragione.

Le SS fecero irruzione nelle nostre case e ci catturarono quella notte stessa.

Io fui portato nel campo di concentramento di Auschwitz dove rimasi fino all'arrivo delle truppe sovietiche dell'Armata Rossa che ci liberarono, era il 27 gennaio del 1945.

Non seppi mai cosa successe alla mia famiglia o ad Isabella.

Io stesso non mi capacito di come sia riuscito a salvarmi.


*********************************

Mi risveglio in un letto d'ospedale e torno anche al presente.

Due piccole mani calde stringono le mie e sento qualcuno che piange.

Apro gli occhi ed Isabella è lì, accanto a me, sorride fra le lacrime ed incomincia a parlare,
raccontandomi la sua storia dalla notte in cui ci hanno separati.

Quando finisce il suo racconto, fuori è già buio, siamo entrambi stremati dalle emozioni vissute in quelle ore, ma felici di esserci ritrovati.

Ora è il mio turno di parlare, le dico poche parole, che però hanno il potere di trasportarci in una dimensione dove c'è solo felicità, quella felicità che finora ci è stata negata.

-Isabella,la domenica alla casa di riposo passa il rabbino Weber, vuoi farmi il grande onore di diventare mia moglie?

Non abbiamo più molto tempo e ce ne hanno rubato troppo, permettimi di realizzare almeno uno dei miei sogni amore mio- chiedo trepidante.

I suoi occhi splendono come stelle, quando mi guarda sicura e risponde:

-Sì lo voglio Edward, è ciò che ho voluto per tutta la vita.-
   
 
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