Si trovava
rinchiusa lì da mesi, nessuna luce a rischiarare i suoi
giorni di prigionia. Lo
sapeva come c’era finita, lo riviveva ogni notte nei suoi
sogni. Lei, altera e
superba si era rifiutata di farsi deturpare la pelle lattea dal candore
lunare
con un lurido serpente annunciatore di morte.
La porta
dello stanzino si aprì cigolando, annunciando un carnefice
sorto dalle viscere
più profonde dell’Inferno. Avanzò lento
e ad ogni passo il mantello produceva
un sottile fruscio, simile a un frastuono di temporale per le delicate
orecchie
della fanciulla, abituata al silenzio e alla solitudine.
L’uomo
alzò
il braccio destro, recante il simbolo che la sua prigioniera aveva
così volgarmente
ripudiato. Le puntò contro la bacchetta. Avrebbe voluto
urlare ma non lo fece.
Disse solo –Quando tu conoscerai il Paradiso, allora mi avrai
davvero uccisa-.
Si aspettava
di morire, di spirare un ultimo soave fiato... ma ciò non
accadde. Riaprì le
cangianti iridi azzurre per fissare il suo carnefice, lo vide
allontanarsi e
stare fermo sulla soglia.
-Non oggi.-
sussurrò prima di sigillare ancora l’oscuro antro.
-Non oggi,
padre.-
Questa
storia è nata così, mentre mi asciugavo i
capelli=) Un lampo di genio che spero
vi piaccia. La storia tratta di Daphne che rifiuta di farsi marchiare
come si
sarà capito e viene rinchiusa come prigioniera.
L’uomo che entra nella cella è
il padre che non riesce trovare il coraggio per uccidere il sangue del
suo
sangue ma che Daphne ormai reputa come un carnefice.
Vi
prego
RECENSITE e fatemi sapere che ne pensate!!!!
Baci
Kristen