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Autore: scrittrice in canna    07/12/2013    3 recensioni
Raccolta a tema natalizio.
Niente scherzi, solo tiva e fluff.
Una OS alla settimana tutti i lunedì fino al 6 Gennaio.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Albero di Natale


       



Era la vigilia di Natale, in Israele non significava nulla, ma per una persona, una sola, insignificante persona, quel giorno era speciale, colmo di ricordi, quella persona era Ziva David, lei aveva cercato di seguire il suo cuore, ma non aveva capito che il suo cuore era partito su quell’aereo con lui, con l’uomo che lei aveva sempre amato ma a cui si era negata mentendo persino a se stessa. Così Ziva David, nella sua piccola casetta, aveva fatto l’albero di Natale e l’aveva messo vicino alla finestra, perché? Beh perché era così e basta.
 

Natale 2005

“Prendi quegli scatoloni Zee.” Aveva detto DiNozzo sistemando l’abete d’avanti alla vetrata
“Perché lì? Insomma, ci sono tanti posti liberi.” Chiese l’Israeliana confusa
“Perché è così e basta.” Aveva risposto lui, infantile.
“Mi avevi promesso che se facevo l’albero con te mi spiegavi tutto del Natale…” piagnucolò lei, lui aveva preso tempo e aveva risposto: “Beh perché davanti alla finestra lo vedono tutti, quando di sera spegni la luce si vede l’albero illuminato da fuori… ed è bello.”
 
Aveva anche appeso il vischio all’arco della cucina, quando ci passava sotto sospirava.
 
“Lo vedi quello?” diceva Tony indicando una piantina sopra le loro teste
“Sì! Cos’è?” chiese lei
“Il vischio, quando due ragazzi ci stanno sotto bisogna baciarsi. È la tradizione.” Alzò la testa verso la pianta, lei era un po’ più distante ma quando riabbassò gli occhi la ritrovò proprio di fronte a lui, i loro nasi quasi si toccavano.
“Quindi, stando alla tradizione, io ora dovrei baciarti?” inclinò la testa e si lasciò sfuggire un sorriso
“Sì David, ma per te faccio un’eccezione.” Rispose il ragazzo sorridente, lei incurvò le labbra in una smorfia, arricciò il naso e strinse gli occhi.
“Non ce n’è bisogno… DiNozzo.” Gli lasciò un rapido bacio e poi scappò via come un bambino che aveva combinato una marachella, lui era ancora scioccato sotto la pianta.
“Dai vieni! Devi farmi vedere come si cucina il cenone… culetto peloso.” gridò dalla cucina
 
Era seduta, Ziva David, davanti a un oggetto che avrebbe potuto cambiare la sua vita per sempre. Lo fissava insistente, non voleva perderlo d’occhio nemmeno un secondo, guardava un biglietto aereo, sola andata, per Washington. Partiva quel giorno stesso, l’aereo di Ziva David, aveva pensato tutto il mese se partire o no, alla fine si decise e iniziò a fare la sua valigia, ma, mentre sistemava i maglioni, ne trovò uno diverso, particolare.
 
“E ora la ciliegina sulla torta, i regali!” disse un Tony emozionato prendendo un pacco impacchettato con una carta colorata di giallo e tanti alberelli addobbati stampati sopra, a coronare il tutto c’era un fiocco verde grande quasi quanto il pacco.
“Questo è per te.” aggiunse lui sorridente, lo stesso sorriso che aveva da quando lei era entrata in casa sua quella sera, Ziva non aveva parole, era quasi commossa, prese il pacco e lo aprì piano, trovò un maglione di lana rossa con un alce stilizzata grandissima stampata sopra, per quanto fosse orrido lo adorava.
“Ovviamente quello non è il vero regalo… ti ho preso quel libro che avevi visto in libreria e che ti piaceva tanto, quella la posso restituire se vuoi.” Aggiunse Tony alludendo al maglione, ma lei aveva gli occhi lucidi e non sembrava averlo ascoltato
“Io… io lo adoro! Grazie Tony!” era così felice che lo abbracciò forte
“Nessuno mi aveva mai fatto un regalo così bello. Non osare riportarlo indietro!” esclamò asciugandosi le lacrime quando si furono separati, le piaceva veramente tanto, la mise sul maglioncino che indossava e non la tolse per tutta la serata.
“Sai… è molto calda e comoda, mi piace.” Disse mentre guardavano un film
“Sono contento che ti piaccia ninja. Buon Natale.” Si girò dal suo lato del divano e le sorrise, si sorrisero.
 
Prima di chiudere la porta di casa Ziva si premurò di accendere le luci dell’albero perché si doveva vedere da fuori, perché era bello. Spense tutto il resto e si avviò verso l’aeroporto.
 
Intanto, a Washington, un ragazzo guardava le candele che aveva acceso ad Hanukkah sciogliersi lentamente, anche se era ormai Natale le aveva lasciate accese per ricordo.
 
Hanukkah 2005

“Ora devi esprimere un desiderio.” Gli spiegò la ragazza tenendogli le mani sul volto
“Uno solo?” chiese lui
“Domani ne puoi esprimere un altro.” Chiarì Ziva
“Ok…” espresse il suo desiderio, si sedette sul suo divano e sorrise guardando l’amica in piedi davanti a lui
“Domani torni, vero? Porti i dolci!?” disse entusiasmato, lei sospirò esausta, quante volte doveva dirgli che non erano semplici dolci?
“Sì, domani torno e ti porto i dolci...”
 
SI chiamava Anthony DiNozzo, questo ragazzo, e aveva voluto imparare tutto sulle festività ebraiche per poter stare con la sua ninja tutte le sere per un intera settimana, ora però se ne era andata, la sua ninja, già da tre mesi non la vedeva più.
Ogni anno, da quando era arrivata lei, lui aspettava Natale per poterle strappare un bacio sotto il vischio ma quell’anno non avrebbe potuto farlo, di lei restava solo la sua collanina e la foto di Parigi. Non aveva nemmeno fatto l’albero che alla sua ninja piaceva tanto perché, pensava Anthony, se lei non poteva vederlo illuminato dalla finestra e se lui non poteva vedere i suoi occhi illuminarsi quando passava interi minuti ad osservarlo, non serviva a niente, quell’albero, senza di lei era solo una luce fastidiosa in più.
Mentre il ragazzo si deprimeva e osservava la luce flebile delle otto candeline sentì bussare alla porta, allora si alzò e, arrivato quasi a destinazione chiese: “Chi è?” una voce familiare e giocosa rispose: “Regalo speciale per Anthony DiNozzo jr.! Abita ancora qui? Perché io non ho visto nessun albero di Natale quindi suppongo che abbia traslocato…” lei continuava a parlare a testa bassa ma lui aveva aperto la porta da un pezzo e la stava osservando sorridendo, cercando di capire se stava dormendo e se quello era uno dei suoi sogni, ma non lo era. Quando Ziva si accorse che lui la guardava sorrise e alzò la mano: “Ciao… Tony. Posso entrare?”  lui la abbracciò forte, più forte che poteva, si voleva perdere nei suoi ricci scuri, voleva impregnarsi le narici del suo splendido profumo di sabbia calda e acqua salmastra, voleva che il suo sogno restasse nelle sue mani per sempre, chiuse gli occhi e si concentrò solo su di lei, come se stesse recuperando linfa vitale da quell’abbraccio. Mentre ancora la abbracciava le chiese: “Zee, amore mio, sei davvero tu? Non sto sognando?” lei si sciolse all’istante a quelle parole, si strinse a lui e gli cinse il collo con le braccia mettendo la sua testa nell’incavo tra la sua spalla e il suo collo e rispose: “Sì, sono io e sono qui con te… amore.” Sentendo quella parola Tony si separò da lei senza lasciarla andare del tutto per non vederla girarsi e andarsene di nuovo, si sorrisero, avevano gli occhi lucidi di lacrime, restarono a guardarsi, controllavano ogni neo, ogni ruga in più, ogni piega delle loro labbra, ogni sfumatura di colore nei loro occhi, ogni minimo dettaglio dei loro volti per imprimerlo nella memoria per sempre. Dopo qualche secondo, quando fu sicura che l’immagine di lui era ben chiara nella sua mente, lei prese lentamente il suo viso tra le mani e si scambiarono il bacio più dolce della loro vita, il più candido e vero.
“Voglio fare l’albero di Natale con te, Tony. Voglio fare l’albero di Natale con te per sempre.” Disse lei piangendo, con la fronte l’uno contro quella dell’altra.
“Ehi, ehi, calmati, non piangere, non devi piangere più, sei con me. Calmati.” Cercò di tranquillizzarla lui stringendola un po’ di più e baciandola piano
“Dimmi che faremo l’albero di Natale insieme per sempre, dimmelo. Ti prego Tony!” disse lei ancora singhiozzando
“Te lo prometto, ti prometto che faremo tutti gli anni l’albero insieme, per sempre.” Lei finalmente sorrise, sorrise tra i singhiozzi di gioia.
 
“Cosa… cosa avevi desiderato per Hanukkah quell’anno? Non… non me l’hai mai detto.” Aggiunse Ziva ridendo mentre metteva una pallina sull’abete
“Te.” rispose semplicemente lui, lei sorrise e arrossì
“Devo prenderti un regalo.” Rifletté lei a voce alta
“No, non devi. Mi hai già fatto il regalo più bello.” Disse lui avvicinandosi
“Quale?” chiese Ziva guardandolo negli occhi, lui si avvicinò e la abbracciò di nuovo
“Essere tornata a casa.”

 
scrittrice in canna's corner
siete tutte contente ora? Ho fatto una fluff :3 
è stata dura ma ci sono riuscita xD così nessuno dovrà uccidermi
quindi, questa è una raccolta, la aggiornerò ogni lunedì (sì, anche dopodomani)fino al giorno dell'epifania che tutte le feste porta via e quest'anno si porta anche la mia storia! 
Le OS saranno tutte così: leggere e comiche quindi tranquilli xD ovviamente Tiva, per farmi perdonare dall'ultima flash :') Quindi... ci vediamo lunedì! :D
vostra

scrittrice in canna
P.S.:SPOILER PER LUNEDì: Bar, locali, drink! Ditemi voi cosa vi immaginate
   
 
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