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Autore: Jhoshua_Enterman    07/12/2013    1 recensioni
Luca, un sopravvissuto in piena epidemia zombie, vuole e deve trovare un luogo sicuro per portare al sicuro se stesso, e il giovane Michael.
*Questo non è nient'altro che un piccolo anticipo al vero progetto a cui sto lavorando.
Genere: Azione, Horror, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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Contenimento Zombie

Luca e il giovane Michael

Mi chiamo Luca Rossi.

Posso ormai dichiararmi un sopravvissuto.
A New Orleans, la mia città, è scoppiata un epidemia, da un giorno all’altro, come se nulla fosse.


E’ diventato ormai difficile tenere i nervi saldi nel mezzo di un epidemia zombie. E’ ormai da giorni che non ricevo notizie alla radio, giorni che sono bloccato a casa mia, giorni che i morti camminano per le strade.
Devo trovare una soluzione.
 

Giorno 7: - Un nuovo mondo per i due eroi

 06:31 am -  2 giorno dopo l’arrivo dei militari
 Luca Rossi

Casa mia non è sicura come sembra. Sono in compagnia di Michael, un giovane ragazzo di 16 anni, figlio di un amico,  che mi ha chiesto di prendermi cura di lui. Ci tiene a suo figlio, dopo la perdita della moglie e amici, ne fu distrutto, si ritrovò solo con il figlio, contro centinaia di mostri. Da allora si promise di tenerlo al sicuro, e sono molto felice che si è fidato di me, è un mio grande amico quindi  gli terrò al sicuro suo figlio. Ma non qui dentro, non così. La città è piena di rifugi in caso di occasioni come queste, il più vicino a me, è distante giusto qualche kilometri.

Il figlio è giusto un ragazzo, si capisce dal suo sguardo che ne sa più di me sugli zombie, mi ha raccontato che il padre lo ha salvato dall’incidente di Kingman dove perse la madre, la sua casa e tutti i suoi amici; e quello di Fortune City, dove fuggendone da lì non ci rimase nient’altro che polvere.
Tutto questo gli ha causato problemi psicologici permanenti, l’ho ben notato, quasi mi fa pena. Ma ora posso dire di sapere cosa ha provato, il pensiero che tutti i miei amici e parenti siano diventati come.. Loro.. mi uccide..

Non ho mai avuto esperienze con gli zombie, in 10 anni dalla loro prima comparsa, questa è la prima volta che li vedo dal vivo. Mi spaventano, ma giocherò qualunque carta per portare sia me che Michael al sicuro.

Sbircio un’ultima volta dalla finestra barricata, facendo attenzione a non attirarli. Le strade erano pieni di quei mostri, Insanguinati e decadenti, sembrano completamente ignari della loro esistenza. Erranti, si scontrano tra di loro, cadono, fanno azioni umane.. Ma senza rendersene conto.
Senza più risorse in casa, usciamo dal retro con gli zaini vuoti. Il mio tipico giardino posteriore di casa, con una piscina, un bell’albero, e completamente circondata da staccionate di 2 metri. Questo aveva impedito agli zombie di entrare, almeno per ora.

Fin dal primo giorno che è scoppiato tutto questo inferno, alla radio i militari avevano promesso di arrivare in questa città nel giro di 3 giorni, ovvero 2 giorni fa da adesso. Non sono mai arrivati, non ho più notizie da loro.. E’ arrivato il tempo di fare un passo avanti, e raggiungere il rifugio più vicino.

Mi trovo attualmente a Palace St. E il rifugio è lontano 10km, ci servirà un veicolo per poter guidare sull’autostrada e raggiungerlo. Da ciò che mi ha detto Michael, ci servirà un veicolo pesante, quindi raggiungeremo insieme un Paint n’spray molto vicino casa mia, giusto 4-5 strade lontane da qui.

Avvicinandomi alla porta del retro, e prima di aprirla chiedo a Michael: “Sei pronto?” Senza rispondere annuisce leggermente senza dire una parola, una cosa che fa spesso ormai. Così usciamo nel retro, la fresca brezza del mattino, il cielo completamente ricoperto dalle nuvole e il lamento degli zombie in sottofondo creano il perfetto scenario sinistro.

Giro intorno la piscina, per arrivare alla staccionata di fronte le spalle di casa mia, e prima di scavalcarla e ritrovarmi nel giardino dei miei vicini, parlo a Michael: “Ok, quando saremo per le strade, evitiamo come meglio possiamo il combattimento, voglio arrivare sano e salvo al rifugio” E mi rispose subito dopo: “Allora è meglio che non passiamo per le strade. Meglio se passiamo nei giardini e tra le case. Solitamente non c’è ne sono, o c’è ne son pochissimi” Il ragazzo sa il fatto suo, mi sorprende spesso. E gli rispondo: “Ottima idea, sei sveglio ragazzo”

Scavalchiamo la staccionata, e ci ritroviamo nel giardino del mio vicino, che amando il golf aveva installato un piccolo mini-golf. Michael nota subito le mazze, e ne prende un paio passandomene una.

Perplesso gli chiedo: “E con queste cosa dovremmo farci?” E mi risponde sarcasticamente: “Gli zombie non ci permetteranno di ancheggiare per le loro strade” Capisco bene che intendeva dire che avrei dovuto combattere, ma io di natura non sono così.. Non mi piace far del male, ma non sono neanche stupido.
Ci avviciniamo alla porta del retro della casa del mio vicino, lentamente e cercando di far meno rumore possibile, entriamo. Dentro è buio, e tutto in disordine. Posso vedere delle macchie di sangue su muri e pavimento.

Guardandosi intorno, Michael dice: “Non c’è nulla di buono da prendere qui, usciamo in fretta” La sua freddezza riguardante la situazione, quasi mi spaventa. Al sol pensiero che qui sia potuto morire qualcuno, mi fa star male.
 
[         casa X        ] [         casa X      ] [         casa X      ] [         casa X      ] [         casa X      ] [         casa X      ] [         
Strada
[         casa 1         ] [         casa 2      ] [         casa 3      ] [         ° ° Noi      ] [         casa X      ] [         casa X      ] [        
X Case di nessun interesse
1-2-3 Case di interesse
Dobbiamo andare verso sinistra, ci sono diverse case che controlleremo. Una volta a sinistra ci basterà seguire la strada verso sopra, per arrivare alla super strada. E davanti la superstrada, c’è il paint n’spray, dove son sicuro di aver visto un mezzo pesante giorni fa, quando la vita qui era ancora normale.

Uscendo nuovamente nel retro, per prepararci a proseguire, un rumore sospetto dall’interno della casa da cui eravamo appena usciti, ci incuriosisce. Solo poco dopo, riesco a vedere uno zombie uscirne da dentro. Cammina lentamente verso di me, zoppicando, gettando uno strano verso.

Preparo la mia mazza da golf, pronto a colpire. Si avvicina, sempre di più.. Ma non sono pronto a questo. Giusto nel momento che lo zombie era pronto ad assalirmi, Michael la colpisce con forza sulla testa, ed una volta a terra, la finisce..

Shockato, ho osservato la scena.. Orribile, che un ragazzino sia riuscito ad uccidere un mostro.. Mentre io, sono rimasto a guardare la scena inerme. Questo ragazzo ne ha passate davvero tante.

Giorno 72 contro 100

 06:45 am -  2 giorno dopo l’arrivo dei militari
 Luca Rossi

Ancora shockato cerco di ringraziarlo, ma vengo subito interrotto da lui che dice: “Non preoccuparti, ma non ci sarò sempre io a guardarti le spalle” questo ragazzo ha ragione, devo farmi forza. Ormai sono in un nuovo mondo, devo accettare le sue regole.

Decidiamo finalmente di proseguire nuovamente, passando per prima nella casa numero 3. Ho sempre odiato questi vicini, e vedere i loro cadaveri.. Mi ha dato una leggera sensazione di.. gioia.. Ma cerco subito di reprimere questa sensazione, perché è sbagliato.

Vedo Michael dirigersi verso la porta di casa, e subito gli chiedo: “Michael, dove vai?” E mi risponde: “Abbiamo bisogno di risorse per sopravvivere!” Ancora una volta ha ragione, lui ha più esperienza di me anche se è più giovane..

Lo raggiungo, e controlliamo la casa n°3, dove troviamo qualcosa:
Del cibo inscatolato, bottiglie d’acqua  e una doppietta, anche carica.

Cercando nella casa, avevo trovato con molta fortuna una doppietta caduta sotto un mobile, diversi cibi, ma Michael mi aveva consigliato di tenere solo quelli inscatolati, anche per i liquidi, ovvero l’acqua.

Cose basilari, di logica.

Raggiungiamo la casa n°2.

Nella casa troviamo 3 zombie, che erano entrati dall’esterno. Costringendoci ad ucciderli, Michael trova una mazza da baseball, e la preferisce alla mazza da golf. Il resto sembra essere stato saccheggiato da altre persone, forse il motivo per cui la porta era aperta permettendo agli zombie di entrare.

Da fuori ci notano, in molti e ci costringono ad entrare nel cortile della casa n°1 senza cercare ulteriormente nella n°2. Sembriamo essere al sicuro, ma mai cantare vittoria troppo in fretta. Gli zombie, insieme sfondano la staccionata di 2 metri, cominciando a venire contro di noi.

In preda al panico urlo: “Michael, dobbiamo andare via di qui!”
anche se aveva cominciato a prendere a mazzate gli zombie, uno dopo l’altro, ma sembravano ugualmente troppi. Solo dopo averni fatti fuori un paio si decide a muoversi, così scavalchiamo la staccionata, ritrovandoci nelle strade.

Immediatamente me ne pento di questa scelta, in confronto a cosa c’era nel cortile, qui fuori c’è l’inferno. Gli zombie non perdono un attimo a notarci, e venirci contro. Michel già pronto, ricomincia a prendere a mazzate gli zombie, io ancora confuso mi limito a spingerli.

Nel mezzo dell’azione lo sento urlare: “Cosa diavolo stai aspettando?! Combatti!” Così mi faccio forza, e senza perdere un attimo, comincio a lottare per la mia vita.

1 va giù.. 2.. 3..

Muoiono così facilmente, cadono uno dietro l’altro.. La mia mazza gli frantuma il cranio come se fosse un coltello su un budino.. E’ piacevole, non posso negare che ancora mi sembra sbagliato.. Ma il sentirsi potente, il sangue che schizza fuori, gli zombie che non sembrano mai finire..

E’ così dannatamente divertente..

Mi lascio prendere la mano, continuo a farne fuori, a lottare per puro piacimento. E gli zombie, centinaia che sono, continuano a venirmi contro.
Siamo solo due, contro almeno un centinaio di zombie..

Continuo a lottare, e la strada diventa sempre più vuota. La mia mazza si rompe, ma questo non mi ferma, continuo a lottare a pugni, continuo.. Fino a ritrovarmi nel centro della strada, con intorno molti cadaveri.

Michael alle spalle, vedendomi euforico del momento, circondato da cadaveri e ricoperto di sangue, gli viene spontaneo chiedermi: “Stai bene, Luca?” Direi che avrebbe spaventato anche me, trovarmi un tizio ricoperto di sangue davanti.. Così mi calmo, prendo un lungo respiro e mi giro: “Si, scusami.. Mi son lasciato prendere la mano”
Pulisco mani e viso dal sangue, in distanza, altri zombie in arrivo. La tentazione di andargli contro è molta, ma dall’altra parte degli zombie, il via libera per il paint n’spray.

Giorno 7: – La morte non sfugge a nessuno

 07:07 am -  2 giorno dopo l’arrivo dei militari
 Luca Rossi

Arriviamo al paint n’spray, un officina molto stimata per la sua efficienza. Entriamo, dentro tutto è in ordine, pieno di attrezzi che mi sarebbero tornati utili per combattere. Nel retro, il reparto parcheggio dei veicoli, che subito raggiungo, lasciando Michael nell’officina principale, dove curioso comincia a guardare un po’ tutto.

Ci sono molti veicoli, che non mi interessano, tranne uno: Un pickup bianco. Bello, potente e pesante. Lo trovo in fondo, ma senza chiavi. Ritorno nella officina normale, vedo Michael davanti un banco da lavoro dove ci ha poggiato di sopra la sua mazza da baseball, ma io pensando ad altro raggiungo la stanza dove tengono tutte le chiavi, trovo quella che cerco, poi dall’officina, sento dei colpi battere.

Subito con le chiavi lo raggiungo, dicendo: “Michael?! Tutto bene?” lo vedo fermarsi dal battere sul banco, appena si accorge di me dicendo: “Si, scusami. Sto creando una mazza chiodata” Ma di cosa parla, subito mi avvicino chiedendo: “Creando?” e mi risponde tornando al lavoro: “Si, un arma combinata. Chiodi e mazza, per crearne qualcosa di più potente” Intelligente il ragazzo.

Una mazza con dei chiodi appuntiti all’estremità, se era potente prima, ora faceva più male.

Lo vedo prendere dell’altro, del nastro, e dal fondo un martello a manico lungo, e un ascia. In preda alla sua vena artistica, raggiungo nuovamente il pickup, dove apro lo sportello e controllo all’interno.

Intoccato, dentro non trovo niente di utile. Così lo porto nell’officina principale, e lo parcheggio davanti la porta, e scendo nuovamente per aprire le porte.
Appena scendo, Michael mi passa in mano un oggetto. Guardandolo mi sembra che abbia unito un martello a manico lungo, con le parti taglienti di asce d’emergenza unite ad esso, dice: “Questo è tuo, si chiama difensore. La combinazione preferita di mio padre” Suo padre, ora capisco da chi aveva imparato tutto questo.
Prendo il difensore, e lo tengo vicino a me, poi: “Forza, Michael. Salta su, andiamo via” Lo vedo perplesso, per poi dirmi: “Vuoi uscire così? Il veicolo verrebbe distrutto subito. Dobbiamo modificarlo” Mi chiedo se senza questo ragazzo io sia mai riuscito a sopravvivere un solo giorno.

Decido di dargli ascolto, e di modificare il veicolo. Seguendo ogni sua istruzione, dando le mie idee e passando un paio d’ore in officina, finalmente finiamo il progetto.
Rivestito di metallo su ogni lato, montato la benna di un escavatore di fronte in modo di spazzare via ogni minaccia, nuove ruote per resistere al peso, e un extra peso dietro per non farlo ribaltare

Avevamo costruito un mini carro-armato. Michael gli ha dato un nome, ovvero:  Spala-zombie corazzato  Ne ha parecchia di fantasia. Entriamo, poggiando tutte le risorse ed armi, accendo il veicolo, ed esco dal garage sfondando completamente la saracinesca. Uscendo travolgo dozzine e dozzine di zombie, il veicolo non sembra perdere velocità all’impatto, così subito mi dirigo verso il ponte per superare il fiume e raggiungere il pezzo di città dove si trova il rifugio.

Continuando a proseguire il cammino, cominciamo a sentire dei colpi di arma da fuoco, che avvicinandoci sempre di più al ponte, si fanno sempre più rumorosi.
Raggiungendo il ponte, notiamo un sopravvissuto sul tettuccio di un autobus, completamente circondato dagli zombie, che si difende con un fucile. Appena ci nota, urla in aiuto il nostro soccorso, e senza ripensarci accelero per mettere sotto tutti gli zombie davanti l’autobus.

Michael apre il finestrino, e urla all’uomo: “Salta su!” E così l’uomo fa, dall’autobus salta sul retro del pickup. Con il finestrino anteriore aperto, si presenta a noi: “Grazie mille per avermi salvato, sembravo spacciato.. Mi chiamo Trevor” Subito gli rispondo presentandomi: “ Luca, e nessun problema” E così fa anche Michael: “Michael” senza dire null’altro.

Riprendo a muovermi con il pickup, e  Trevor ci chiede: “Dove siete diretti?” e subito gli rispondo: “Al rifugio in città, vieni con noi?” Risponde: “Oh, fantastico. Anche io ero diretto lì” Superiamo il ponte, e seguendo il tragitto arriviamo in città, solo per scoprire che la strada diretta per arrivare al rifugio è bloccata da auto incidentate, ma la strada più lunga per arrivarci è libera.

Guidando per le strade colme di zombie, riesco a notare sul tetto di un palazzo, 4 persone. Probabilmente soldati, ma vestiti in nero, muniti di armi, maschere anti-gas e armature tecnologiche che non ho mai visto prima d’ora, che scrutano le strade. Notandoci, ci guardano dal tetto, ed una volta superato il palazzo in cui si trovavano, si spostano per poi sparire dietro le mura del palazzo successivo.

Sembravo l’unico ad averli notati, e non ne feci parola. Continuando a guidare, Michel urla: “Fermati!” Di colpo freno, non capendo cosa succede, e chiedo: “Cosa succede?!” E mi risponde: “Non lo senti?” restando nel silenzio per qualche secondo, comincio anche io a sentire un pianoforte venir suonato. Aprendo il finestrino, noto che proviene dall’interno un negozio di piano-forti.

Peccato il fatto, che tutti gli zombie siano davanti il negozio. E sembrano non riuscir ad entrare, la melodia del piano-forte è molto bella è calma. Chi la suona, è molto esperto. Michael scende dal veicolo, e subito anche io prendendo le chiavi da esso, e dicendo a Trevor: “Prenditi cura del veicolo, torniamo subito”
Seguo Michael, che molto astutamente entra nei vicoli dietro i palazzi evitando ogni attenzione. Raggiungiamo la porta di servizio, ed entriamo nel negozio dei pianoforti. Subito la melodia si fa più intensa, mi calma l’animo, e finalmente raggiungiamo il salone principale.

Una ragazza molto giovane, macchiata di sangue sta suonando il piano-forte. Il negozio è completamente devastato, con alcuni cadaveri atterra e alcuni pianoforti che bloccano la porta e le vetrine principali impediscono agli zombie di entrare. Ci avviciniamo a lei, e chiedo: “Signorina, tutto ok?” Si interrompe, spaventandosi in un primo momento. Poi vedendo che siamo umani si calma: “Oh, non credevo che ci fosse qualcuno ancora vivo”

Noto il suo volto macchiato di morte, un’espressione triste e priva di qualsiasi emozione. Quasi mi fa pena.. Ma non mi perdo d’animo e chiedo: “Stiamo andando in un posto sicuro, vieni con noi” E lei subito risponde, abbracciandosi le spalle: “Io.. Io non posso..” Ribatto immediatamente: “Non preoccuparti. Puoi fidarti di noi, siamo vittime di tutto questo anche noi.” Ma subito rifiuta ancora: “Vi prego, andate via.. Sono stata morsa, non c’è più speranza per me..” Non riesco a credere che una ragazza tanto giovane si sia arresa: “Troveremo dello zombrex, c’è ancora della speranza!” La noto tirar fuori una pistola, e faccio un passo indietro, dicendo: “Ok, ok.. Ora calmiamoci. Per favore, posa quell’arma” La noto singhiozzare, ed entrare in panico: “Sono tutti morti.. La mia famiglia, il mio ragazzo, i miei amici.. E presto diventerò come una di loro.. Ma io non lo permetterò”

Si punta la pistola alla nuca, nel tentativo di fermarla scatto verso di lei urlando di fermarsi. Ma è troppo tardi, preme il grilletto..
Non ho potuto salvarla.. Avrei dovuto avvicinarmi invece di allontanarmi. Michael volta le spalle al corpo della ragazza, abbassando la testa. Anche per me guardare quella scena è difficile, volto le spalle anche io.

Michael si avvicina a me: “Non hai potuto far nulla.. Anzi, non abbiamo potuto far nulla..” Come può, un ragazzino essere più forte di me? Dovrei essergli io d’esempio.. Ma è la prima volta che vedo una persona uccidersi davanti i miei occhi, gli zombie sono un conto.. Ma la ragazza era ancora umana..
Michael prende la pistola con cui si è uccisa la ragazza, e controllandogli le tasche trova una chiave: “E’ la chiave dell’ufficio, forse lavorava qui”. Così raggiunge una porta in fondo, e usa la chiave per aprirla.

Prendo il velo usate per coprire il pianoforte, e ci copro la ragazza prima di raggiungere Michael. Appena entro nell’ufficio, lo noto alle prese su una cassaforte. E’ tutto in ordine, intoccato fin dall’inizio di tutto questo, forse anche da prima. Su uno scaffale, diversi alcolici, che prendo e metto nello zaino sulle mie spalle.  Sento un click, e Michael dire: “Bingo!” E lo vedo in fondo essere riuscito ad aprire la cassaforte, subito ne prende gioielli e soldi dall’interno. Cosa sta facendo, subito dico: “Michael! Cosa stai facendo, non sono cose tue queste!” E mi risponde con tono irritato: “Credimi se ti dico che i soldi in futuro ci serviranno, e ormai in una situazione come questa, nessuno tornerebbe per carta” Non vedo come in un apocalisse, dei soldi possano tornare utili. Ma se lui è stato dentro queste situazioni per ben due volte, meglio credergli. Spero non stia semplicemente rubando.

Ritorniamo nel veicolo, ed una volta dentro Trevo ci chiede: “Cos’è successo? Ho sentito uno sparo, qualcuno ferito?” E gli rispondo coprendo la verità: “Uno zombie alle prese con il pianoforte, lo abbiamo tolto dalla sua miseria” Riprendendo a guidare, noto Micheal che mi guarda come se per dire; Hai sparato una gran stronzata. Ma non sono mai stato bravo a dire bugie in vita mia.

Giorno 7Banco dei pegni

 08:34 am -  2 giorno dopo l’arrivo dei militari
  Luca Rossi

Continuiamo a guidare per le strade, quando ancora una volta Michael Urla: “Fermati!” Subit freno, e noto Michael guardare verso fuori in cerca di qualcosa. Subito chiedo: “Cos’hai visto?” e scende senza rispondermi.

Lo vedo correre in un vicolo, ancora in cerca di qualcosa. E si avvicina a una catasta di cartoni. Continuo a vedere che cerca qualcosa, ed io non riesco proprio a capire, poi, vedo una coda sbucare fuori da un cartone. Un coda bianca con macchioline marrone chiaro.

Michael entusiasta continua a ripetere: “Vieni qui, cucciolo. Vieni qui”. E’ un cagnolino, piccolino. Subito Michael riesce a prenderlo in braccio, e comincia a coccolarlo parlandogli con una vocina fine: “Ma quanto sei carino, ma chi sei tu, eh? Chi sei?”

Una cosa ho notato; Che da quando è scoppiata l’epidemia, Michael sembra essere più vivo. E’ una cosa che mi spaventa, in quanto questo porta a farmi dedurre che tutto questo gli piace.

Michael ancora a coccolare il cane dice: “Ti chiamerò, Macchia!”. Alle mie spalle noto che gli zombie ci hanno raggiunto, hanno bloccato la via di ritorno. Ma questa volta, voglio provare il Difensore.

Dico a Michael: “Stai indietro, questa volta ci penso io” e così faccio, mi avvicino uccidendo ogni singolo zombie che entra nei vicolo. Il Difensore è veramente un’ottima arma, riesce ad uccidere con un sol colpo.

Io e Michael, con in braccio il cagnolino, riusciamo a tornare al veicolo e partire ancora.  Spazziamo ancora via zombie, scostiamo via veicoli dalla strada come se nulla fosse, proseguiamo il cammino indisturbati. Finalmente riusciamo ad arrivare a  Lamans St. La strada in cui si trova il rifugio, le strade sono ripulite dagli zombie, quasi come se ci fosse stato qualcuno. E così è.

A pochi metri di distanza dal vicolo, con le scale che porta verso il rifugio, c’è un piccolo palazzo dove una grande insegna su di esso dice: Banco dei pegni. Incuriosito parcheggio proprio davanti ad esso, e controllo da fuori. All’interno sembrerebbe essere allestito un negozio dove vendono varie cose, un commesso dietro un bancone rinforzato con una grata in ferro.

Michael mi guarda dicendo: “Ecco, questo è un qualcosa di cui le persone non si stuferanno mai” Scendo dal veicolo, scendiamo tutti, e chiudo il veicolo.
Una volta entrati, noto due persone armate davanti la porta, che appena ci notano dicono: “Niente guai. O ve ne pentirete amaramente”

Camminando all’interno, noto quei 4 soldati che avevo avvistato sul palazzo. Uno di loro ci fissa prima di ritornare a discutere con il commesso. C’è qualcosa che non quadra su quei 4.

2 uomini, e 2 donne. Tutti vestiti di grigio scuro.

Uno è incappucciato, porta una maschera anti-gas generica con le lenti della visiera che si illuminano di blu. Porta una mitragliatrice leggera, un giubbotto anti-proiettili leggero con poche tasche porta-munizioni e protezioni ai gomiti e ginocchia.

L’altro uomo invece,  è più corazzato e grosso. Non indossa un cappuccio, ma ha una maschera anti-gas completa che gli copre tutta la testa sempre con le lenti illuminate di blu, un giubbotto anti-proiettile molto pesante con diverse cartucciere, e tasche porta esplosivi. Ha un fucile tattico in mano, e protezioni ai gomiti e ginocchia.

Una delle donne, ha una maschera anti-gas con visiera grande, che gli copre solo il viso, si illumina anche essa ai lati di blu. I capelli legati dietro la maschera, di color biondo. E’ di statura media, quindi porta un giubbotto molto leggero, e tasche che portano degli strani liquidi verdastri. Ha un fucile d’assalto a portata di mano.

L’altra donna invece, è di statura piccola. Una maschera anti-gas generica, lenti blu. Un giubbotto anti-proiettile dove su di esso porta medicinali, e uno zaino alle spalle evidentemente vuoto. Porta una mitragliatrice leggere sulle mani.

Sembrano mercenari, non hanno evidenti logo che li identifica.

Mi avvicino al banco del commesso, e senza dare dell’occhio li ascolto. Quello con il cappuccio chiede al commesso: “Quanti zombrex avete?” Il commesso gli risponde dicendo: “3 in totale, presto c’è ne arriveranno degli altri” E risponde indietro quello con il cappuccio: “Perfetto, li voglio tutti e tre. A quanto li fate?” Il commesso gli dice: “Tutti e tre? Facciamo 50mila” Risponde il mercenario: “Perfetto,  Clock, porta la valigia”.

Si avvicina il tizio in armatura pesante, portando sul bancone una valigia piena di soldi. Il commesso gli porta 3 pacchi di zombrex, un medicinale che blocca gli effetti del virus per 24h. Avvenuto lo scambio, i 4 mercenari ci passano accanto, fermandosi.

Quello con il cappuccio si gira verso di me, dicendo: “Bel mezzo che hai lì fuori” non capisco le sue intenzioni, ma meglio se rispondo genericamente per non iniziare guai: “Grazie, ma devo ringraziare il ragazzo qui accanto a me” Indico Micheal, e quello con il cappuccio si avvicina ad esso, accovacciandosi.

Lo fissa un po’, poi gli dice: “Sai, ragazzo. Mi ricordi me quando ero un ragazzino” Per poi rialzarsi e venire verso di me per dire: “Ti va di darci un passaggio all’ospedale? Possiamo offrire uno scambio” Curioso chiedo: “Che tipo di scambio?” L’uomo fa segno alla donna con lo zaino di avvicinarsi, e prende da una delle sue tasche una strada pistola munita di siringa, che mi porge davanti, dicendo: “Questo speciale oggetto, è in grado di creare un potente anti-dolorifico con il DNA degli infetti ancora in vita. Infili la siringa, premi il grilletto e la fialetta si riempie. Ecco a te anche alcune fialette” Subito la donna con lo zaino si infuria dicendo: “Coma! Quella è mia!”  Anche l’altra donna, la bionda dice: “Non possiamo interagire con dei civili, infrangeremmo delle regole!” E il soldato, evidentemente di nome Coma, gli risponde: “Doc, ti farò inviare dall’Hq un altro prototipo del convertitore. E tu, Senka, non preoccuparti. Nessuno deve saperlo”
Avvenuto lo scambio, chiedo a Trevor e Michael di aspettarmi qui. Lasciando anche la pistola covertitrice. Subito salgo con i 4 mercenari, l’ospedale è abbastanza lontano, ma con il mio mezzo arriverò lì molto velocemente e tornerò subito per entrare nel rifugio.

Giorno 7Il motivo dietro una porta chiusa
 08:59 am -  2 giorno dopo l’arrivo dei militari
  Luca Rossi
Arrivo all’ospedale dopo 20 minuti dall’inizio del viaggio. L’area intorno l’ospedale sembra essere una delle zone più calde della città, i 4 mercenari dovettero sparare a vista durante il tragitto in quanto, nuovi tipi di zombie, mutati, si avvicinavano spesso pericolosamente al pickup.
L’ospedale sembra essere desolato, segni che qualcuno aveva provato a resisterci all’interno sono visibili. Ma non sembrano esserci riusciti, mi chiedo cosa i mercenari debbano farci qui.
Scendono, Coma si avvicina al finestrino per dire: “Grazie mille civile, ora torna indietro, ti forniremo supporto tattico mentre vai, buona fortuna.” Faccio inversione, mentre i mercenari sparano a vista a qualsiasi zombie si avvicina a me o a loro, esco finalmente dal quartiere caldo e torno al banco dei pegni dopo altri 20 minuti.
Arrivato trovo Michael e Trevor fuori dal banco dei pegni che discutono, parcheggio d’avanti a loro e si avvicinano. Michael si fa avanti, e dice: “Luca, quelli del banco hanno la chiave per il rifugio. Dobbiamo comprarla se vogliamo il rifugio” Subito mi torna in mente che Michael aveva preso dei soldi dalla cassa forte, ora capisco perché servono dei soldi. Così chiedo a Michael di passarmeli insieme ai gioielli, ed entro al banco.
Mi avvicino al commesso, e subito chiede: “Ti serve qualcosa?” e subito indico la chiave del rifugio chiedendola, una volta che la porta davanti a me chiedo: “Quanto costa?” E lui prontamente risponde: “Non ha un prezzo, tu quanto offri?” tiro fuori dallo zaino tutti i soldi, e i gioielli in oro. Il commesso si sofferma un attimo ad osservare ciò che ho messo sul bancone, e subito dopo mi passa la chiave dicendo: “Hai fatto un affare, ragazzo”.
Mi volto, e mostro la chiave a Trevor e Michael. Prendo il veicolo per poi parcheggiarlo davanti l’edificio con sotto il rifugio. Ciò che c’è sopra è completamente devastato e saccheggiato. Intanto Michael e Trevor mi hanno raggiunto, e insieme ci avviciniamo alla gigantesca porta del rifugio.
Mi avvicino ed inserisco la chiave, Michael perplesso dice: “Mi chiedo perché era chiusa, non c’era qualcuno di guardia? Sopravvissuto che la utilizzavano? Strano.” La porta si apre tutta, scorrevole. Entriamo, e apro la seconda porta di sicurezza, più spessa e più lenta ad aprirsi. Mentre quella esterna si chiude alle nostre spalle.
Aperta la seconda porta, una profonda puzza di cadavere ci assale, e Michael esclama: “Che ci siano degli zombie?!” arrivando al pannello, ed accendo le luci dal pannello accanto la porta, per poi vedere di sfuggita un ombra nascondersi nel fondo di un lungo corridoio.
Michael preparando la pistola dice: “Luca, hai visto?” Prendendo il difensore dico: “Si, non siamo soli. Si muoveva velocemente, forse non era uno zombie” accese le luci, non appare in mostra nient’altro che cadaveri e sangue ovunque, noto che non erano zombie, ma umani, uccisi a colpi di lame. Così chiedo a Trevor: “Trevor, prendi il cane e resta qui di guardia” e insieme a Michael comincio ad avventurarmi nei lunghi corridoi del rifugio.
I corridoi sono pieni di stanze, ho letto caffetteria, infermeria, dormitori, stanza di sicurezza.. E’ ben costruito, ne sono affascinato.
Proseguiamo lungo il corridoio in perlustrazioni, rumori sospetti si sentono ovunque. Arriviamo nel fondo del corridoio, dove c’è un ultima porta. Mi avvicino per aprirla, poggio la mano sulla maniglia e comincio a girarla, ma poi dall’altra parte sento un moto-sega accendersi. Confuso e senza sapere cosa fare, rimango immobile. Poi, la porta viene sfondata dalla lama di essa, per colpirmi di striscio sul braccio ma causarmi una grave ferita.
Michael avendo assistito alla scena urla: “Luca?! Tutto bene?!” mi allontano dalla porta, che ormai a pezzi cade a terra. Da dietro di essa, ne esce un uomo di mezz’età, grasso e vestito da babbo natale, che urla: “Oh ho oh! Chi abbiamo qui?! Dei nuovi bambini?!” Esce dalla stanza, agitando in aria il moto sega.
Spaventato e in panico, gli urlo contro: “Cosa diavolo ti prende?! Siamo umani! Fermati!” Mi guarda perplesso, per poi rispondermi: “Credi che sia così ubriaco?! Lo vedo benissimo che siete umani, ecco perché vi ucciderò per primi! Non vi permetterò di prendermi in giro anche voi! Questa apocalisse zombie è la cosa più bella che mi sia mai successa!” Così dicendo, prende del wisky che beve in un sol sorso.
E’ chiaro che non è il primo Wisky che tracanna,  Michael alle mie spalle gli spara contro tutti i proiettili della pistola, i colpi vanno a segno, indietreggia un pochino, ma si riprende subito anche grondando di sangue.
Agita il motosega per colpirmi, e lo schivo con molta fortuna lanciandomi all’indietro. Il Difensore mi cade, e resta dietro babbo  psicopatico. Mi rialzo subito, andando alle spalle di Michael, strappo l’altra  manica per fasciarmi la ferita, vedo Michael lanciare con precisione la mazza chiodata, e prendere in faccia, sfigurandolo. Babbo scappa entrando in una delle porte, così dandomi il tempo di andare a raccogliere il mio Difensore, Michael perplesso dice: “Dove diavolo è finito?!” Prima di scappare dalla parte opposta e prendere una svolta.
Noto solo ora una ragazza legata nella stanza da cui Babbo psicopatico è uscito, subito la raggiungo e la slego. Una volta fatto mi dice: “Grazie, grazie mille! Quel pazzoide mi teneva legata qui da ore, voleva uccidermi” Per farla calmare gli dico: “Non preoccuparti. Ora sei al sicuro, vai all’entrata di questo rifugio, troverai un uomo con un cagnolino in braccio, si chiama Trevor” Detto, lei scappa infondo al corridoio verso l’entrata principale.
Ricominciando a sentire la moto-sega in azione, e gli oh oh oh urlati, scappo stringendo con forza tra le mani il Difensore. Prendo la svolta, e vedo nel fondo Babbo psicopatico che ha messo spalle al muro Michael, raggiungendolo gli urlo alle spalle: “Ehi! Schifoso grassone!” Come previsto, babbo si gira infuriato urlando ed agitando il moto-sega: “Piccolo insolente! Come ti permetti!” E scatta verso di me, agito il Difensore per colpirlo, e ci riesco. Ma sembra non fargli nulla anche se sanguina.
Mi attacca con la motosega dall’alto verso il basso, sembro essere spacciato, ma metto davanti il difensore verticalmente. Il motosega lo colpisce, il legno è spesso, ma comincia a cedere..
Questa situazione è così pazza.. Come ci sono finito qui..

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Giorno 7:Finalmente al sicuro.. Per ora

 11:33 am -  2 giorno dopo l’arrivo dei militari
  Michael Jones
 
“E’ da pazzi, pensare che ovunque si vada, ci sia sempre qualcuno che perde il nume della ragione. Sembra che io non riesca proprio a sfuggire a queste orribili cose. La morte mi perseguita da anni”
“Luca è di fronte a me, in pericolo..”
“Non è il momento di fermarsi”
 
Noto delle tubature sul muro, mi ci avvicino immediatamente e comincio a tirar con forza via il primo tubo che mi capita a caso. Subito ne stacco uno, e facendolo dal muro esce del vapore bollente che mi colpisce sul viso bruciandomi parzialmente.

Il dolore è immenso, mi tocco la mia guancia sinistra e noto del sangue. Ma non ha importanza, raggiungo babbo psicopatico, e lo colpisco alle spalle. Il primo colpo gli fa male, ma riesce comunque con successo a tagliare il Difensore di Luca e a ferirlo sul petto.

Luca cade a terra, in un mare di sangue. Mi viene spontaneo urlare il suo nome in panico.. Non ancora.. Non voglio perdere un altro amico davanti i miei occhi..
Stringo con forza il tubo in mano, il dolore, l’adrenalina.. Mi  trasforma..

Babbo psicopatico, convinto di potermi battere senza problema, si gira e si prepara a colpirmi. Nello stesso momento che attacca, schivo il suo colpo, ed io faccio la mia mossa, tirandogli un calcio al ginocchio, spezzandoglielo, e guardandolo cadere a terra in preda al dolore, non fa altro che farmi gioire.
Lo vedo a terra, strisciare verso la moto-sega che gli è caduta di mano, singhiozzando: “Oh oh oh”. Ma è troppo tardi, raggiungo per prima il moto-sega, e senza esitare lo impalo a terra con esso.
“Prendi questo. Grosso figlio di puttana!”
 
Prendo Luca, trascinandolo via da quella scena orribile. Lo stomaco di babbo psicopatico viene continuamente lacerato, e tra le sue urla, e i suo sangue, porta indietro buone memorie.

Luca sembra essere ancora in vita, lo porto nell’infermeria dove tutti gli oggetti medici non sembrano essere stati toccati. Perde molto sangue dal petto, non perdo un attimo a prendere qualcosa per fermare l’emorragia, ma sembra essere tutto inutile.

Dalla porta poi entrano Trevor, ed una ragazza che non avevo mai visto. Lei urla: “Spostati! Lascia fare a me! Sono un’infermiera!” Mi sposta, chiedendo a Trevor di fare pressione sulla ferita, mentre lei prepara delle fasce che prende da uno degli scaffali.

Fa spostare Trevor, e togliendogli i pezzi di maglia rimasti, comincia a fasciargli il petto con delle garze, e riesce con successo a fermare l’emorragia.
 
“Lo ha salvato, sono felice.. Ma non riesco a trovare le parole per ringraziarla..”
 
Passano un paio di minuti, e Luca sembra stabilizzarsi anche se ha perso molto sangue. La ragazza, che subito dopo mi dice di chiamarsi Doris, si prende cura della scottatura sul mio viso. Non rimpiango di avere questo segno permanente sul mio viso, ho salvato Luca.. Mi basta questo.

Fa male, ma son felice. E’ solo grazie a Luca se abbiamo raggiunto il rifugio, mi ha portato sano e salvo qui. Questo posto avrà bisogno di essere pulito dal sangue e i cadaveri prima di poter accogliere altri sopravvissuti..

Posso finalmente dire, che per ora, la mia avventura finisce qui.
Fine.

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Con Luca fuori gioco, farò meglio io a prendere il controllo.
Questo rifugio può diventare una grande comunità un giorno, lì fuori ci sono tante persone ancora in vita, me lo sento. Mio padre verrà sicuramente a cercarmi, passerà per primo a casa di Luca, ho lasciato lì un biglietto per digli che mi trovo qui.
Spero lo veda, spero mi raggiunga.. Spero che un giorno smetteremo di fuggire e troveremo la pace.
Sono al sicuro.. Per ora.
  
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