Mani che trasformavano lacrime in fiori







Sapete cos'è la mnemofobia? E' la semplice paura dei ricordi, ma la gente non riesce a capire il perchè di questa fobia. La gente intorno a me bisbiglia dicendo: " Ma come possono le persone avere paura del proprio passato? E' stato il loro viaggio che hanno percorso fino ad ora, non si può avere paura di quello che si ha vissuto". 
Anche io all'inizio la pensavo in questo modo, ma sono giunto alla conclusione che se il tuo passato è stato segnato da parole che non avresti mai voluto sentire, se è stato segnato da treni che passano e non ritornano, allora la paura è quotidiana e ti accompegnerà probabilmente fino alla fine dei tuoi giorni, poichè, purtroppo, non si può cambiare il passato a proprio piacimento. Se nel grande libro del destino è stato scritto che avresti vissuto quel passato, allora non te ne puoi liberare come fosse carta straccia. 
I miei ricordi hanno due nomi: Park Chanyeol e Leucemia. Un brivido mi attraversa la spina dorsale al solo pensare a quelle parole, così facili da pronunciare con la bocca, ma così difficili da pronunciare con il cuore. 
Ho paura di due nomi, uno più dell'altro. 





Corro con il vento che mi schiaffeggia il viso e la pioggia che mi picchia il corpo freddo. Non mi preoccupo dei vestiti bagnati, della stanchezza delle mie gambe e del mio cuore, delle lacrime che mi rigano il viso e annebbiano la mia vista. 
Più la stazione si fa vicina più il tempo passa, una relazione inversamente proporzionale che può essere intrepetata come una corsa contro il tempo. Salgo gli scalini e raggiungo il binario 3. Faccio in tempo a scorgere Chanyeol che mi guarda, sorpreso, poi le porte si chiudono e il treno parte, diretto chissà dove. 
Non piango, ma mi accuccio con le ginocchia al petto in mezzo al binario. Dondolo un pochino, cullandomi. L'unica domanda a cui vorrei trovare risposta è questa: "Come può una difficoltà allontanare due corpi dotati di mente e anima?". Chanyeol non sentiva quello che cercavo di spiegarli io e per le troppe incompresioni è volato via e questa volta probabilmente non volerà più in basso e non conoscerà mai un ragazzo così troppo emotivo, così troppo timido, proprio come me. E proprio come l'incontrario di lui. 

Chiudo piano la porta di casa, senza fare rumore. I pensieri si affollano nella mia testa e l'unico modo in cui riescono ad esprimersi all'esterno è con lacrime calde che un tempo una mano un po' goffa avrebbe raccolto e ne avrebbe fatto un fiore. Ora l'unica cosa che le ferma sono mani ossute che le fanno diventare grandine. 
Lo stereo riproduce al massimo volume alcune canzoni natalizie. A volte il volume della musica deve superare quello dei pensieri. Non voglio sentire i miei singhiozzi strozzati, i miei "perchè?" gettati in pasto alla musica che mi circonda. 
Doveva solo avere la forza di non cadere nella mia stessa fobia. Ma sul ciglio del burrone, in un nano secondo, è precipitato nel vuoto. 





Bip. Bip. 
Conto quanti altri "bip" la macchina a cui sono attaccato dovrà fare prima che la vita abbandoni del tutto il mio corpo. 
Uno...Due...Tre... e quel fastidioso rumore, che non fa altro che alimentare i miei pensieri, continua. Sembra musica, ma musica velenosa. 
Guardo sulla finestrella che sporge sul corridoio dell'ospedale e ricordo la prima volta che l'ho percorso per fare la visita che non avrei mai voluto fare. E lì osservo qualcuno che conosco e che ricambia il mio sguardo. Il mio è freddo, il suo è sorpreso. 
Boom...Boom...Bo... 
L'unica cosa che ho lasciato sulla terra è stata una lacrima, che non volevo dimenticare. Probabilmente Chanyeol l'avrà presa, chiusa in una mano e l'avrà trasformata in un fiore.

Angolo dell'autrice occhialuta