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Autore: blacknroll    08/12/2013    1 recensioni
Ma a cosa le serviva leggere così tanto?
Nessuno lo immaginava.
O meglio, nessuno lo capiva.
Non conoscevano la voglia che lei aveva di scappare via e come i libri glielo permettessero.
Forse solo uno lo capiva.
Quel ragazzino con cui lei non aveva mai parlato, forse si sentiva esattamente come lei.
Natale.
Una libreria.
Due anime che finalmente si incontrano.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Miracolo a Natale.

Fissava il soffitto nella speranza di trovare qualcosa in più. 
Un segno particolare.  
Una immancabile pila di libri si distingueva sulla scrivania. Ne aveva letti perlomeno 10 in soli tre giorni. 
“Tu li divori i libri.” le ripetevano sempre, ma non sapevano quanto lei amasse l'odore della carta consumata, lo sfogliare le pagine nel bel mezzo della notte. 
Non conoscevano quella sensazione di vuoto dentro che si prova quando finisci un libro, non lo sapevano. 
Però parlavano, continuavano a farlo, e questo non piaceva alle persone come lei. 
Non sapeva cosa fare, così cominciò a scrivere, lo faceva sempre quando era in ansia per qualcosa o quando l'ispirazione la prendeva così, erano quelli i momenti che preferiva, quelli in cui poteva liberarsi di tutto, perché sapeva che sarebbe rimasto li, lei scriveva e la carta ascoltava silenziosa senza sentenziare come avrebbe fatto un'adulto, o senza considerarla una pazza come avrebbe fatto una qualsiasi altra persona.
Aveva avuto mille vite, ma la sua, quella vera ancora doveva trovarla.
Lo avrebbe trovato anche lei il ragazzo perfetto? O sarebbe morta vecchia che con 44 gatti?
Non che le dispiacesse il pensiero di avere dei gatti in casa.
Ma uno, per compagnia, perché un gatto quando si legge ci vuole sempre. 
Ma non per postare la foto truzza su Tumbrl e fare le fighe.
Era da giorni che si era accorta che continuava a rileggere gli stessi libri, la madre le aveva proibito di prenderne altri.
“Studia piuttosto.” le diceva.
Come se non lo facesse già, si sforzava di avere la media più alta, ma questo a lei ovviamente non interessava. 
Era troppo occupata a litigare con il padre per pensare alla figlia.
Sapeva solo farlo nei momenti meno opportuni, quando sapeva che se la sarebbe potuta cavare benissimo da sola.
Sembrava quasi che lo facesse apposta.
Ma ormai Elisabeth non ci faceva neanche più caso.
Il suo pensiero fisso era fermarsi in libreria e quello avrebbe fatto.
Erano le quattro e mezza e un signore grassottello si sbrigava ad aprire il suo negozio, non era solo, un ragazzino magrissimo che poteva avere si e no 16 anni lo accompagnava timidamente.
Elisabeth lo conosceva, avevano fatto asilo, scuole medie e ora frequentavano il secondo anno di liceo insieme, ma non si erano mai rivolti la parola. 
Lui era troppo timido, e nemmeno lei scherzava da questo punto di vista.
Raggiunse in fretta l'entrata del negozio, le mani gelate dal freddo, non vedeva l'ora di scegliere qualche bel libro e accoccolarsi nella poltrona davanti al camino.
Era davvero un bel posto, decorato da enormi festoni natalizi, con un enorme albero di natale vicino al camino.
Una felice atmosfera di natale si respirava tutt'intorno e un lieve calore cominciò a diffondersi nel corpo di Elisabeth. 
Salutò l'allegro signore, lasciò il suo capotto su un grazioso attaccapanni e cominciò a girovagare tra le file di libri.
Sembravano tutti bellissimi, tutte con le storie più affascinanti che potesse mai aver visto, ne prese un paio a caso e cominciò a sfogliarli.
Il tempo passava ma lei non voleva proprio andarsene, non si era accorta che nel frattempo un altro ragazzino occupava la poltrona al suo fianco.
“Cosa leggi di bello?” disse lei, ignorando il rossore che cominciava a formarsi sulle sue guancie.
“Canto di Natale.” rispose lui ancor più timidamente.
“È il mio libro preferito.” squittì lei entusiasta.
Trascorsero l'intero pomeriggio a parlare dei loro libri preferiti, passavano da autore a autore senza accorgersene, ora sembrava davvero che si conoscessero da una vita.
Liam era il ragazzino più tenero che Elisabeth avesse mai visto, ma era anche molto maturo per la sua età, conosceva a memoria tutti i nomi dei libri che erano presenti nel negozio e aveva gli occhi che sprizzavano felicità da tutti i pori.
Il giorno dopo era la vigilia di natale e Elisabeth non sapeva se la madre le avrebbe permesso di venire qui, invece di rimanere a casa ad accogliere i parenti, così aveva inviato Liam e la sua famiglia a cenare da loro.
La madre infondo non vedeva l'ora che accadesse questo e glielo ripeteva ogni anno.
“Potresti portare qualcuno a cenare da noi, invece di stare solo noi tre.” Diceva con la sua aria di superiorità.
“Non verrebbero perché ci sei tu.” Rispondeva lei.
La sera della vigilia arrivò in fretta.
Elisabeth aveva un vestitino con dei ricami in rosso per l'occasione e con quel fiocco che la madre le aveva costretto a mettere sembrava proprio un albero di natale. 
Quando arrivò anche Liam, Elisabeth ebbe una stretta allo stomaco.
Era molto più bello delle atre volte, con i capelli pettinati per bene, e il vestitino elegante, anche se lei lo preferiva con quell'aria bizzarra che aveva di sicuro preso dal padre.
La cena trascorse serenamente, tra le chiacchere della madre che continuava ad elogiare la sua cucina, e Liam che continuava a prenderla in giro alla spalle e Elisabeth non la smetteva di ridere
“Elisabeth insomma, vuoi smetterla di ridere.” disse ad un tratto fuori di se.
Elisabeth assunse un espressione mortificata, ma quasi cadde dalla sedia quando Liam ripetè la scena nel suo orecchio.
La madre la guardò furiosa e corse in cucina a prendere il suo splendido tacchino che minacciava di morire carbonizzato.
La serata trascorse allegra ta tombolate natalizie e canti.
Il padre di Liam sapeva suonare il pianoforte e lei e il ragazzo formavano proprio un bel coretto.
“Potreste cantare nel coro della chiesa con quelle voci.” Disse il signore, mentre la madre annuiva convinta.
Ma i due ragazzi avevano altro per la mente.
Progettavano infatti di andare casa casa  a cantare cori di natale fuori alle porte, per portare l'atmosfera di natale ovunque.
Furono i venti giorni più belli della sua vita, la mattina la trascorrevano giocando per le strade, mentre il pomeriggio si ritiravano in libreria dal padre, che li accoglieva con una tazza di cioccolata calda.
Da quel momento Elisabeth decise di trascorrere così ogni suo natale.
E così fu, quando furono troppo anziani per continuare a girovagare per le strade, i loro figli presero il loro posto, mentre loro li aspettavano in libreria con una bella tazza di cioccolata calda e qualche biscotto che offrivano ai clienti.
La libreria era diventata una delle più conosciute a Londra e i due non speravano altro.
Anche dopo molti anni quella libreria era il simbolo del loro amore e ogni pomeriggio alle quattro e mezza in punto, i due si sedevano sulle poltrone e sembravano tornare ragazzini.
La loro storia fu scritta sulla carta, e li rimarrà per sempre.
  
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