Fanfic su artisti musicali > Beatles
Ricorda la storia  |      
Autore: ringostarrismybeatle    08/12/2013    3 recensioni
Paul era solo. Solo in casa. Solo nella sua vita. Solo nel mondo. Un unico pensiero attraversava la sua mente. John.
Si sedette sul proprio letto matrimoniale. Quel letto che ormai era troppo grande per lui. Quello che per anni aveva condiviso con il suo migliore amico, con il suo compagno di vita, con la sua migliore metà.
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Paul McCartney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
8 dicembre 1985

“Ti manca?”
“Non vivo più senza di lui.”

Ringo lo guardò con occhi tristi. Posò delicatamente una mano sulla sua spalla per salutarlo, girando poi il proprio sguardo verso George, che aveva appena finito di asciugarsi le lacrime. Era l’ennesimo pomeriggio passato insieme, per cercare di farsi forza a vicenda. Ringo si allontanò, dando un bacio delicato alla guancia di George e prendendolo per mano, avviandosi verso la porta.
Paul era solo. Solo in casa. Solo nella sua vita. Solo nel mondo. Un unico pensiero attraversava la sua mente. John.
E a cos’altro avrebbe dovuto pensare? Era solo da cinque anni. Da quando John non c’era più. Anche se, in realtà, era molto più lungo il periodo che aveva passato senza di lui. Era dal lontano 1970 che John aveva deciso di abbandonarlo al suo destino, seguendo un’ombra che sussurrava con implicite parole di amarlo.
Paul si alzò con uno sguardo stanco dal divano bianco del proprio salotto. Andò verso la camera da letto, guardando svogliatamente verso la finestra. La neve cadeva da ore sulla piccola Liverpool, ricoprendola con il proprio candido mantello, timidamente rischiarato dai delicati raggi che di tanto in tanto facevano capolino dietro le nuvole.
Si sedette sul proprio letto matrimoniale. Quel letto che ormai era troppo grande per lui. Quello che per anni aveva condiviso con il suo migliore amico, con il suo compagno di vita, con la sua migliore metà. Aprì il cassetto del comodino, tirando fuori una serie di foto. Le analizzò una per una.
John sorrideva, felice tra le braccia del compagno. Ricordava quello scatto. Risaliva al giorno dopo il concerto dello Shea Stadium. Sembrava un miracolo. Non avrebbero mai pensato di riuscire in un’impresa così grande. Appoggiò delicatamente la foto sul letto, scorgendone un’altra che fece perdere un battito al suo cuore. Il loro bacio. Il loro incantevole bacio. Lo ricordava perfettamente. Era una foto del 1965, ed era stata scattata da George subito dopo una dura giornata di prove. Quell’immagine era perfetta, troppo perfetta per non essere immortalata.
E Paul ricordò il sapore di quel bacio. La dolcezza delle labbra di John la prima volta che si erano posate sulle sue. La rapidità con cui la bocca del compagno cercava la sua quando erano stanchi delle parole a fine giornata. La sensualità con cui quella stessa bocca scendeva sul suo corpo, quando la passione prendeva il sopravvento e tutto ciò che restava da fare era spegnere la luce e abbandonarsi a quel folle desiderio.
Guardò verso il grande specchio attaccato al muro di fronte al proprio letto. Quello specchio che per anni aveva visto le loro dolci lotte tra le coperte, quando i due divenivano un’unica realtà, dalla notte fino all’alba. Quello specchio che aveva riflesso le loro lacrime, quando cercavano di tenersi stretti e di promettersi amore eterno, nonostante le avversità; aveva udito le loro risate, quando tutto ciò che contava era essere lì, l’uno tra le braccia dell’altro. Quello specchio era testimone di ogni “ti amo” sussurrato nelle notti d’amore, di ogni “ti odio” strillato sul viso quando scappare sembrava l’unica strada.
Osservò il proprio basso, poggiato delicatamente al muro accanto al comodino. L’unico che era sempre rimasto accanto a lui, quando ogni altra certezza sembrava essere svanita nel nulla.
Vicino ad esso, la chitarra che John gli aveva regalato anni prima, per il suo ventitreesimo compleanno. La imbracciò delicatamente, come se anche lei, da un momento all’altro, potesse sgretolarsi e abbandonarlo. Estrasse dalla tasca dei propri pantaloni un foglio di carta, piegato in più parti. Lisciò la sua superficie con una mano, aprendolo del tutto e osservandolo con attenzione.

And if I say I really knew you well what would your answer be? If you were here today.

Iniziò a cantare, muovendo le dita sulle corde della chitarra, componendo un accordo dopo l’altro. Era l’unico che conosceva davvero John. L’unico che aveva conosciuto ogni parte del suo carattere, ogni angolo della sua anima.

Well, knowing you, you’d probably laugh and say that we were worlds apart. If you were here today.

Erano uno l’opposto dell’altro. Erano John e Paul, Paul e John. Erano realtà opposte, mondi agli antipodi. Ma nonostante fossero così distanti, i loro cuori erano sempre così vicini. Battevano all’unisono, tenevano il tempo infinito del loro amore.

But as for me, I still remember how it was before, and I’m holding back the tears no more.

No. Basta trattenersi. Basta vivere una vita in cui ogni ricordo rimane nel cuore, divorandolo dall’interno. Basta sentire il dolore scorrere nelle vene, insieme all’alcool che aveva tenuto compagnia a Paul nella solitudine delle notti d’inverno.

I love you.

Quanto lo amava. Quanto provava ancora per lui, nonostante il tempo, nonostante la solitudine e nonostante quell’ultimo, dannato giorno di luglio. Nonostante le parole di odio tra i due, quando la magia era svanita e John era andato via, per sempre. Lo amava. Lo amava con tutto il cuore.

What about the time we met? Well, I suppose that you could say that we were playing hard to get. 

Lo aveva amato dal primo istante. Da quando lo aveva osservato con adorazione, mentre suonava con i suoi amici. Lo aveva amato mentre gli aveva permesso di entrare nel gruppo, quando aveva affermato dopo mesi che era il suo migliore amico. Lo aveva amato quando entrambi si erano resi conto che c’era qualcosa in più. Quando si erano stretti l’uno al corpo dell’altro, incontrandosi avidamente in un bacio.

Didn’t understand a thing, but we could always sing.

Cantavano. E quando iniziavano a cantare insieme era come vedere il primo dei fuochi d’artificio che dà il via alla festa. Cantavano in ogni situazione, l’uno per l’altro, dedicandosi quelle parole tra le calde coperte, accompagnandole con soffici baci.

What about the night we cried? Because there wasn’t any reason left to keep it all inside.

Lacrime versate, quando ogni cosa sembrava andare per il peggio. Quando la forza per andare avanti non era abbastanza. Ogni impegno come un ostacolo, ogni grido come un aiuto cercato disperatamente.

Never understood a word, but you were always there with a smile.

Quel sorriso. Il suo sorriso. Che dopo ogni lacrima, dopo la disperazione e la voglia di scappare, riusciva a rimettere ogni cosa al suo posto. Quel sorriso che accompagnava una parola intrisa di dolcezza, pronunciata per calmare Paul quando stringere la sua mano non era abbastanza.

And if I say I really loved you and was glad you came along, when  you were here today, for you were in my song.

Se solo John fosse stato di nuovo lì. Se fosse tornato per lui, per stringerlo ancora, per baciare le sue labbra come amava fare. Per tenerlo tra le sue braccia sulle coperte bianche, per dirgli che sarebbe andato tutto bene.

Here today.

Paul strinse forte la chitarra, stringendola al suo corpo e immaginando che tra le sue mani ci fossero quelle di John. Ma non c’erano, non ci sarebbero più state. C’erano solo fredde corde che ancora vibravano per le ultime note della canzone.
Le lacrime versate tra una parola e l’altra avevano bagnato il foglio con il testo, scritto non con la sottile calligrafia che aveva contraddistinto il ragazzo nei tranquilli anni dei Beatles, ma con una serie di scarabocchi, di frasi cancellate e riscritte in maniera confusa e furiosa.
Era arrabbiato. Avrebbe voluto John lì con sé. Avrebbe voluto parlare con lui, spiegargli che tutte le cose negative che gli aveva urlato sul viso l’ultima volta che si erano visti non avevano senso. L’unica cosa che contava era che lui lo amava ancora. Che voleva vivere ogni giorno della sua vita con lui, fino in fondo, tenendolo per mano e sentendo il suo profumo riempire ogni stanza. Ma non poteva. John non c’era più.
Le parole sul foglio stavano lentamente scomparendo, l’inchiostro si stava espandendo a causa delle lacrime di Paul. Le strappò dalle proprie guance con violenza, imprecando una, due, cento volte. Posò la chitarra sul letto, allungandosi sul posto di John e accendendosi una sigaretta. Strinse il cuscino del suo compagno, affondando la testa in quel profumo che tanto aveva amato ed odiato. Si morse il labbro per non piangere ancora.
D’improvviso, un raggio di sole spuntò dalle nuvole ancora cariche di neve, entrando dalla finestra e posandosi sul suo viso. Paul chiuse lentamente gli occhi, sentendo le lacrime continuare a scendere pesanti sulle guance. Ma il suo cuore si calmò leggermente. La mano che teneva la sigaretta smise di tremare, e sul suo viso si andò a disegnare un dolce sorriso, ancora illuminato da quel raggio.

“Ciao, John.”



Questa è la mia prima pubblicazione. L'anniversario della morte di John mi ha sempre dato l'ispirazione per scrivere, ma solo quest'anno ho pensato di pubblicare questa oneshot. Spero che vi piaccia e vi ringrazio in anticipo :) Sto preparando una long (very long) da mesi, spero di poterla pubblicare al più presto, oltre a qualche altra piccola storia venuta dalla mia mente un giorno sì e uno no :D

Ringrazio di cuore Kia85 per le correzioni e soprattutto per l'incoraggiamento :)

E grazie al mio compagno di vita, che riesce sempre ad ispirarmi. "You have always been my inspiration".

Peace&Love,

Ringostarrismybeatle
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: ringostarrismybeatle