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Autore: egotchan    11/11/2004    11 recensioni
Ne’ “Il Mosaico dei Ricordi” abbiamo assistito al risveglio di Nataku ed al recupero completo della memoria da parte di Goku. Ed adesso cosa accadrà? Cos'è che in realtà voleva Nataku da Goku? E chi è l'uomo che ha portato via il sutra a Sanzo? Mentre vecchie domande troveranno risposta altre ne sorgeranno, verità celate verranno al pettine, antichi nemici torneranno… e poi? E poi via, tutti assieme, come sempre, verso la battaglia finale... (Angst - Deathfic).
"E così tu vorresti essere il genio che cambierà le sorti degli esseri viventi di questo mondo? Per cosa? Per portare pace a tutti?" chiese sarcastico il bonzo.
"Il genio?", rise l'altro, "No, a me piacerebbe essere semplicemente la mente perversa che farà sparire tutti per pura soddisfazione personale."
Genere: Avventura, Azione, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Ora
Chiudi gli occhi
E dimentica ogni cosa,
Anche il fatto di essere solo il nulla.
Svuota la mente
E cancella la rabbia
Che annebbia la tua vista,
Che attenua il tuo udito,
Che logora il tuo giudizio...
Fai cadere l’intonaco nero
Che soffoca il tuo io,
E torna impuro spirito...
Ricorda le sfumature,
I sentimenti che hai conosciuto all'inizio,

E ritorna al principio...

Ecco, lo percepisci?
Il nulla è nel tutto, ogni cosa termina nel vuoto.

Ora acuisci i tuoi sensi e riscopri te stesso.

Ascolta il fiume e la sua candida voce...
Ricorda il canto che ti portò alla vita...
Li senti?
Solleva le palpebre ed annegati alla luce della luna e del cielo stellato...
Li vedi?
Apri le palme attendendo di venir abbagliato dalla forza che ti trasmetterà il sole...
La percepisci?
Ma non credere ciecamente in loro,
Non appoggiarti a loro,
Tutto quello che ti circonda può essere corrotto...
Ridai vigore a quella luce splendente che scaturisce da te,
Che vive in te!
Cerca di ricordare la tua vera essenza,
Ed il motivo della tua esistenza...

L’equilibrio può essere infranto...

Ma non lasciare che succeda anche a te lo stesso!
Non farti risucchiare in quel campo di sentimenti che non ti compete!
Non lasciarti sporcare di nuovo!
Non lasciar intaccar di nuovo l'oro...

Giacché tu sei del tutto ed assieme di nessuna cosa l'incontro.




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KU

IL VUOTO

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PROLOGO


L'uomo si chinò e raccolse il pupazzo di pezza da terra.
Il vento aveva ripreso a soffiare, cullando i teneri cristalli di ghiaccio che, scendendo dal cielo, erano stati risparmiati dalla vista di quanto era successo poco prima. I loro fratelli, che erano scesi in precedenza, si trovavano mescolati ai liquidi rossi e violetti che si erano raggrumati in poco tempo a quella bassa temperatura. Vicino alla parete di roccia che sorgeva sulla sinistra, che chiudeva la cornice di alberi che delimitava la radura, giaceva la creatura, o meglio quel che ne restava; era stata ricoperta da un leggero strato di ghiaccio e neve, che impedivano al lezzo della carne in putrefazione di spargersi tutt' attorno.
L'uomo si sistemò gli occhiali e quindi si diresse nuovamente verso il veicolo che doveva riportarlo a destinazione. Avviò il mezzo quasi meccanicamente. Le sue labbra erano serrate. Il vento cominciò a soffiare più insistentemente.
E così era sopravvissuto. Il biondino era sopravvissuto. O, almeno, era probabile che lo fosse, visto che i suoi amici si erano precipitati a salvarlo, portandolo sicuramente al villaggio più vicino per fargli avere cure immediate. Peccato. Se fosse morto avrebbe almeno potuto riderne, il fatto che si salvasse lo lasciava in parte indifferente. Anche se, in realtà, non gli sarebbe dispiaciuto affatto vedere uno dei giocattoli di Komyo rompersi... e l'idea che quel bonzo vedesse un proprio compagno tentare di ucciderlo come ultima immagine prima del trapasso gli aveva fatto passare una scarica di adrenalina lungo la spina dorsale, e si era compiaciuto di quell'idea. Chissà dove quel Sanzo dai capelli color della sabbia avesse mai notato una qualche somiglianza tra loro due... ma quelli dopotutto erano altri tempi, e Komyo era un tipo abbastanza stravagante, visto che lo aveva paragonato ad un moccioso che a quel tempo non era ancora in grado di parlare…
Tornò improvvisamente con la mente a quanto era successo poco prima in quella radura. Alla fine aveva lasciato fosse quel ragazzino a porre fine al tutto. Lui, per sicurezza, si era spostato tanto da non riuscire purtroppo a vedere tutto nel dettaglio. Però, quel moccioso... se c'era invece una cosa della quale era rimasto sorpreso, per non dire che proprio non se l'era aspettato, era stata la forza che aveva visto scaturire da quel ragazzino dai capelli castani e gli occhi dorati, una volta trasformato. Favoloso! Gli sarebbe piaciuto studiarlo, un giorno o l'altro. Per non dire che gli avrebbe fatto incredibilmente comodo catturarlo per poter sfruttare quell'incredibile potenza, solo che farlo prigioniero avrebbe comportato un rischio troppo grande, c’era sempre il pericolo che tutto quel potere si potesse rivoltare contro di lui, e non poteva esporsi così tanto. E poi ora non si vedeva neppure la necessità di utilizzarlo.
L'ultimo sutra era nelle sue mani. Chissà che faccia avrebbe fatto la sua amante quando glielo avrebbe portato? Certo lei, che credeva di essere il ragno, non sospettava minimamente di essere in realtà la farfalla caduta nella sua ragnatela. Presto sarebbe arrivato il momento di dimostrare a tutti che chi stava muovendo le fila era lui, e quindi l'avrebbe morsa lasciando che il suo veleno le penetrasse in corpo. Ma era ancora presto per ridere a questa prospettiva, doveva essere cauto, pazientare ancora un poco. Non c'era bisogno di mettere tutto in discussione per la fretta: aveva atteso per anni questo momento, ed adesso lo avrebbe assaporato del tutto, come un liquore pregiato sorseggiato lentamente.

Il paesaggio circostante cominciò pian piano a modificarsi: la neve delle montagne lasciò il proprio posto agli alberi spogli delle colline e quindi ad una pianura sterminata che si estendeva a vista d'occhio presentando raramente qualche arbusto, che dopo un po' divenne una distesa di sabbia e roccia che appariva ancora più sterminata. Ma il veicolo progettato e costruito da quell’uomo sfrecciava su qualsiasi conformazione di terreno senza difficoltà alcuna.
Dopo alcuni giorni di viaggio, il principio dell'altopiano all'interno del quale sorgeva la loro base apparve immenso all'orizzonte. Il terreno bruno-rossastro era una perfetta continuazione di quello su cui viaggiava il mezzo, all'interno del quale il suo occupante consumava l'ennesima sigaretta, perso nei propri loschi piani. Fu solo quando il sole tramontò per la terza volta che il veicolo si trovò ormai nel cuore dell'altopiano, dove la nera torre sorgeva circondata da spuntoni di roccia le cui forme potevano sembrare dei vigili falchi posti a guardia dell'entrata. Un'osservazione che forse anche quell'uomo aveva fatto quando vi era giunto per la prima volta, ma che se anche così era stato ormai aveva di certo dimenticato da tempo.
Entrando attraverso un'apertura che solo lui e pochi altri conoscevano, scomparve inghiottito dal buio corridoio che da tempo lo vedeva di ritorno dalle missioni più strane e bislacche. Ed anche questa volta, ne era certo, appena si fosse cambiato e avesse posto piede nel laboratorio vi avrebbe trovato quella noiosa donna in quel suo camice bianco, forse unica cosa che ancora si salvava in lei. Appena fosse arrivato di fronte a lei, costei gli avrebbe rivolto le più ovvie domande che avrebbe potuto formulare la sua mente da zitella, che aveva finito per dedicare la propria vita ai computer ed alla scienza.
Così pensando, scese e si diresse verso un camerino dotato di armadio, dal quale tolse il proprio camice e, indossandolo, si avviò verso lo studio. Proprio come aveva immaginato la donna era lì, con i suoi capelli castani che le arrivavano al collo e gli occhiali che nascondevano i suoi occhi... a ben pensarci non aveva mai notato di che colore fossero gli occhi della dottoressa...
"Oh, bentornato. Allora, com'è andata la missione?" chiese lei senza voltarsi nemmeno dal file che stava analizzando.
"Oh, bene, mi sembra ovvio... " rispose lui tranquillamente sistemandosi il colletto del camice.
"Davvero?" esclamò lei girandosi di scatto fissandolo stupita: "Allora cosa fai qui!? Vai dalla padrona, ti sta attendendo appunto per sapere questo..." disse incalzandolo falsamente, morsicandosi quindi il labbro inferiore e tornando ad analizzare il file.
Da tempo ormai lui si era accorto della passione che segretamente la consumava nei suoi confronti, ma poco gli importava. L'unica donna che al momento gli serviva era la stessa che gli aveva commissionato di rubare il sutra, e avrebbe continuato ad essere bendisposto nei suoi confronti finché non gli sarebbe servita più. Allora anche la sua padrona sarebbe stata niente più di un mero foglio usato, e se i suoi calcoli erano esatti mancava decisamente poco a quel momento.
Doveva però ammettere che per quanto si divertisse a stuzzicare la dottoressa, questa era stata un decisivo aiuto per i suoi esperimenti. Forse un giorno l’avrebbe dovuta ringraziare. A modo suo.
"No" continuò lui, come nulla fosse, "Prima di andare dalla padrona c'è una cosa di cui devo sincerarmi..." si diresse verso una delle piccole porte con un freddo sorriso stampato in viso.
"Serve che venga anch'io?" chiese lei.
"Si, vieni anche tu, potresti assistere a qualcosa che non dimenticherai facilmente neppure con la scarsa memoria che ti ritrovi in quel tuo cervellino..."
"Cos..." fece lei indispettita, ma lui non le diede il tempo di replicare. Le pose un dito sulle labbra e le parlò con voce suadente: "Nessun ma... se vuoi seguirmi fallo, ma resta zitta."
Lei sbuffò lievemente, soprattutto perché quel suo gesto le aveva fatto arrossare le guance come una sciocca mocciosa. Tacque e lo seguì. La porta li condusse ad un intricato labirinto di corridoi e da lì, attraverso un ultimo passaggio, arrivarono in un'altra stanza, tappezzata anch'essa di macchinari. L'unica cosa che aveva di diverso da quella precedente era una vetrina collegata da cavi, dietro alla quale facevano mostra di sé gli altri quattro sutra, conservati lì dove nessuno, eccetto loro due e la loro Padrona, erano capaci di arrivare.
"Sicuro che non dovremmo prima avvertirla?"
"Santo cielo, chiedere a te di stare zitta è inutile, vero?” Fece lui con fare stizzito: “E per cosa dovremmo avvertirla? A me sembra che le faremmo ancor più gradita sorpresa se le facessimo trovare definitivamente ultimato l'esperimento..." proferì quasi ridendo, estremamente compiaciuto di come ormai le menzogne uscissero dalla sua bocca senza che dovesse pensarci su troppo per formularle.
Mentre ancora la sua accompagnatrice cercava le parole adatte per replicare, estrasse da una tasca il sutra mancante e lo pose di fianco agli altri. Si diresse quindi verso una delle tastiere, dove prese a lavorare su alcuni codici, completamente assorto in quanto appariva di volta in volta sul monitor che aveva di fronte, incurante del resto. All'improvviso le macchine cominciarono a lavorare rumorosamente, come mai prima di allora. La luce elettrica sparì di colpo e si trovarono nella tenebra più assoluta. La dottoressa non ebbe tempo di fiatare, che la stanza venne nuovamente illuminata a giorno dalla luminosità abbagliante che cominciò a scaturire pian piano dai sutra, sempre di più, ancora più intensamente.... finché sentirono un rumore simile a quello di un interruttore che si spegne e la luce elettrica tornò, mentre il bagliore proveniente dai sutra parve solo una mera illusione. Nessuno dei due fiatò, finché lui imprecò e batté un pugno sul tavolo con quanta forza aveva in corpo.
"Maledizione!", aggiunse quasi in un soffio.
La stanza era satura di elettricità statica.
Era veramente incredibile... tutti i suoi calcoli erano risultati fin troppo ottimisti! Con le risorse attuali si trovava ben lontano da quello che era il suo obiettivo finale, che solo pochi minuti prima gli era apparso così vicino, quasi palpabile! Certo c'era di che mettersi a ridere... o piangere, a seconda dei punti di vista. L'idea che ora gli era sorta in mente era sicuramente l'unica scappatoia, ma ciò dimostrava ancora una volta che il destino beffardo si divertiva a giocare muovendo a sorpresa pezzi di una scacchiera rimasti celati in un angolo. Non era possibile! L'unica cosa che ora poteva servirgli era anche l'unica della cui scomparsa avrebbe riso solo poche ore prima. Le sue labbra si dischiusero in un sorriso sardonico, per poi tramutarsi nella risata di un pazzo.
La dottoressa Fan continuò a fissarlo alcuni istanti senza capire:
"Cosa... cosa succede?"
Nii Je Nii smise di ridere e le sorrise fissandola negli occhi:
"Succede che sto sperando che la bambina dagli occhi viola si sia salvata..."


Continua…
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Desclaimer

I personaggi di questa fiction, non sono miei ma appartengono a Kazuya Minekura.
Quest'opera non è a scopo di lucro e quindi non viene inteso violato alcun copyright.



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Benvenuti a tutti voi che avete deciso di imbarcarvi nel secondo capitolo della mia avventura! ^____^ Do innanzitutto il ‘ben ritrovati’ a tutti coloro che, nonostante tutto, continuano a seguire i parti di questa mente contorta, aiutata anche questa volta dalla solita Lalla (aiuto sceneggiatrice – beta reader), oltre dal new-entry Echant (aiuto sceneggiatore – beta reader), fate loro un applauso!!!
Beh, inutile che vi dica a cosa andate incontro, vero? ^_-
Auguro anche il benvenuto a chi si fosse cimentato direttamente con la seconda parte della mia storia (MESSAGGIO PROMOZIONALE: “Attenzione, attenzione! Se non avete ancora letto “Il Mosaico dei Ricordi”, siete pregati di farlo, soprattutto perché è una storia stupenda e l’ho scritta iooooo ^______^ //// è_é Buuu, vatti a nascondere! N.d.Tutti//// Vabbè, insomma, se proprio vi capita di leggerla per una strana congiunzione astrale, lasciatemi qualche commentino, mi fareste molto felice ç_ç…n.d.Egot – Fine del Messaggio Promozionale ^____^).
Non ho molto altro cosa aggiungere, a parte che anche questa, come il mosaico, non sarà yaoi.

Dedico questo prologo a Isil! Buon compleanno Onee-chan!^_-

Mando a tutti un bacione, ed attendo tanti commenti!!! ^_______^

Egotchan



  
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