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Autore: incantofidelius    08/12/2013    0 recensioni
La storia è ambientata nel 1997, tra il due e il tre maggio. Gli stessi giorni in cui si consuma la Battaglia di Hogwarts, avete mai pensato come dovesse essere il regime dei Carrow ad Hogwarts? E come possa essere stata vissuta la guerra dal punto di vista di altri personaggi? (Ancora meglio se Inventati.)
Buona Lettura e recensite!
Genere: Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Sala Comune Corvonero

I deboli raggi di sole iniziarono a trapelare nella seta blu-nera della tenda del Dormitorio Femminile Corvonero, Maggio era arrivato inesorabilmente portando via i ghiacci dei mesi invernali facendo spazio all’erba verde.
Anche se non c’era quasi nulla di verde, o meglio, quasi nulla di colorato. Da quando i mangiamorte avevano fatto irruzione l’anno scorso, i tempi erano cambiati. L’assenza di Silente incombeva sulla scuola, e invece la presenza dei Fratelli Carrow continuava a darci tormento. Alecto e Amycus, rispettivamente insegnanti di Difesa Contro le Arti Oscure e di Babbanologia non attingevano ad attenersi alle regole scolastiche.
Oltre i professori ordinari, a dire il vero, nessuno rispettava le regole. Iniziai a svegliarmi lentamente, cercando di non provocare rumore. Mi stiracchiai e sentii caldo sulle ginocchia, alzai flebilmente lo sguardo.

- Estia, buongiorno.. –

Sembrava quasi che fossi diventata pazza, ormai i miei unici momenti di gioia erano quando potevo salutare il mio gatto. Marrone, con qualche macchia color caramello.
Forse è stato il destino, forse è stato semplicemente il mio atteggiamento menefreghista che mi fece inciampare in questo gatto. Da allora non mi sono più separata da Estia. Mi alzai e corsi subito davanti al fuoco. Nonostante fosse Maggio, io sentivo ancora freddo. Forse era l’atmosfera che mi circondava. Guardai l’orologio in pietra che giaceva pigro sul tavolo. Erano le sei del mattino, alle sette e mezzo avrei avuto Difesa. La Feci saltare in grembo  e la accarezzai per una buona mezz’ora.
Non mi dava fastidio essere in pigiama e da sola nella sala comune. Il soffitto era adornato da un cielo dipinto, sembrava quasi vero. La prima volta che misi piede qui dentro rimasi estasiata, ma la cosa che colpì di più la mia curiosità era la statua di Helena Corvonero. Senza pensarci mi alzai (facendomi nemica Estia, che continuo’ a guardarmi con sguardo occulto) e mi diressi verso la grande statua di marmo.

‘Un ingegno smisurato per un mago è dono grato.’

Rilessi molte volte quella frase, ma lasciai perdere. Non avevo mai capito il vero significato di quella frase.
Accarezzai i miei lunghi capelli neri, mi resi conto che stavo facendo tardi. Corsi nel dormitorio e mi cambiai, golfino, cravatta, camicia e gonna. Tutto rigorosamente ricamato con le mie iniziali: D.E, ovvero Dianna Erdust.
Oltrepassai il quadro a forma di Corvo, oltrepassai il quarto piano ed attesi al settimo. Aspettavo come sempre Vera, la mia amica dal primo anno.
Purtroppo lei era stata smistata in Grifondoro, ma nonostante questo riuscivamo a strapparci una risata assieme. Anche se da qualche mese era impossibile. Appena la vidi le corsi incontro, abbracciandola.
- Abbiamo Difesa, se non ci sbrighiamo Amycus ci metterà in punizione. –
E tutti sapevamo cosa si intendeva per punizione.
Rinchiusi nei sotterranei con qualche Serpeverde NeoDiplomato a cruciarci. In effetti, sembrava quasi che la sofferenza fosse all’ordine del giorno visto che ogni giorno ci allenavamo con le Maledizioni Senza Perdono.
Camminavamo velocemente per il Castello, evitando lo sguardo di qualsiasi studente che potesse farci del male. Arrivammo al terzo piano, spalancammo la fredda porta in ciliegio dell’aula di Difesa ed entrammo prendendo i posti più lontani.
Quel giorno l’aula sembrava diversa, come se anche l’ombra avesse perso il solito impeto. Dopo circa cinque minuti, con passo calzante il Professor Carrow oltrepassò tutti noi andando a sedere sulla cattedra. Ci alzammo tutti, meno io. Io non provavo rispetto.
 E non volevo essere l’anello debole. Io non rispettavo il Regime di Lord Voldemort. Non potevano spegnere la mia scintilla.  Si scrocchiò per un attimo il collo, cosa che mi fece rabbrividire, guardai Ernie dei Tassorosso che sedeva affianco a me. 

 - Come abbiamo studiato, ci sono tre maledizioni Senza Perdono. Imperius, Avada Kedavra e Cruciatus. –
 

Sapevo cosa voleva dire. Aveva provato la maledizione Imperius su uno di noi. Questo voleva dire che avrebbe provato anche la Maledizione Cruciatus. Avrebbe provato anche l’anatema che uccide? Guardai fisso il cilindro dove c’erano tutti i nostri nomi scritti su un pezzo di pergamena. -Quindi.. adesso pesco.- E posò la sua mano nel grande cilindro, cercando’ un po’ per poi tirare fuori un piccolo pezzo di pergamena.

- Nightshade –

Vera.. spalancai gli occhi. La mia amica? Avrebbe esercitato la maledizione cruciatus su Vera?! Mi girai di scatto facendo cadere il libro di Difesa Contro Le Arti Oscure sul pavimento in pietra. -Vera..- Ma lei era già alla cattedra, era visibilmente spaventata, i suoi capelli color oro erano diventati color geranio.
Successe tutto in una frazione di secondo. Mentre mi abbassavo per prendere il libro sfoderai la bacchetta, mi alzai e la puntai prontamente verso Carrow.

-Expelliarmus!-

Un getto rosso si scagliò dove avevo ordinato. La bacchetta di Amycus Carrow volò via. Lui si girò, sorridendomi senza felicità. Come se mi fossi condannata.
  
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