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Autore: Tsuki82    08/12/2013    2 recensioni
...le si era scagliato contro come un lupo affamato...e finalmente seguì l'incoscienza, l'oblio...e rimase solo il nero ignoto del nulla...
Non si può mai sapere quando il caso giocherà la sua ultima carta ma ciò che ci rende migliori alla fine sono i ricordi e se questi vengono a mancare che cosa potrà mai succedere? Si può vivere vagando tra la gente come uno sconosciuto e non capire perché tutti si voltano a guardare? E quanto è vicina la pazzia in questi casi?
Scopritelo con me, in un viaggio che sconvolge le regole di un uomo e di una donna che si cercano all'infinito. Buona lettura.
Genere: Azione, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: City Hunter
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Quando finalmente aprì gli occhi, si ritrovò sdraiato su un morbido letto. Nella stanza buia c'era un forte odore di colonia da uomo misto a sudore. Tentò di mettere a fuoco ma sembrava come se avesse perso la vista, tutto era una macchia informe di colore scuro indistinguibile.

Avrebbe voluto chiamare qualcuno ma la voce non usciva e, come se non bastasse, non c'era nessuno da chiamare, perché era solo.

Respirò a pieni polmoni, conscio del dolore fisico che gli procurava ed era un sollievo. Sentire dolore significava che l'effetto della polvere degli angeli era terminato, forse avrebbe sofferto ancora qualche giorno ma poi avrebbe ripreso il fucile e sarebbe tornato in prima linea.

Una lacrima amara scese sulla sua guancia.

Come aveva potuto fargli questo? Perché proprio a lui?

Diceva di amarlo come un figlio, lo difendeva, gli insegnava a sopravvivere, a corteggiare le donne, a divertirsi e poi, quando era quasi finita quella maledetta guerra, ecco che gli propinava la PCP.

Era davvero questo l'uomo che lui chiamava padre? Era questa la persona più importante della sua vita?

Qualcuno a cui non importava se viveva o moriva, che aveva occhi solo per il “soldato perfetto”.

Sospirò e mise un braccio sul volto, come a voler nascondere ogni emozione in quel futile e doloroso gesto.

Per un attimo strinse la mascella, poi i suoi sensi si allertarono.

Sentì una porta lontana aprirsi cigolando, avvertì due profumi diversi, uno simile al suo e l'altro sconosciuto, poi riuscì a distinguere un leggero bisbiglio. Si concentrò sulle voci.

“Secondo te starà bene?” chiese una voce femminile.

Un sospiro, “Non lo so, cara. Dobbiamo dargli il tempo necessario.”

“Ma quelle convulsioni...”

“Non ne avrà più, stai tranquilla. Adesso dobbiamo solo aspettare che si riprenda.”

“Ma i suoi muscoli, il suo stato fisico...”

Un rumore sordo lo fece sobbalzare, come se un bastone avesse colpito forte il pavimento, “Basta!” sentì dire con rabbia dalla voce maschile, “Basta. Lui è forte e tutto tornerà come prima, ma se continui a preoccuparti così lo farai solo stare peggio.”

Ci fu silenzio per qualche istante, rotto solo da piccoli singhiozzi discontinui, poi i due si mossero nuovamente, avvicinandosi alla sua stanza.

“Dobbiamo controllare anche la tua ferita dopo, va bene?” chiese l'uomo. Sentì la donna mugugnare un assenso con una voce roca e fioca, probabilmente piangente.

Tsè, le donne. Sempre pronte a fare di tutto un dramma, eppure non ricordava che ce ne fossero nel loro accampamento. Forse era un'amica di qualcuno che si aggirava tra loro per aiutarli nei momenti di solitudine. Non era una cosa rara e se così fosse stato, magari poteva sfogarsi un pochino anche lui.

Con una leggera espressione da maniaco, per un breve istante, dimenticò le sue pene, ma il ricordo non era lontano e ben presto avrebbe dovuto affrontare suo padre ancora una volta.

Si attardò così nei suoi pensieri, conscio che i due lo stavano guardando.

“Accendi la luce.” disse l'uomo alla donna, che obbedì senza attendere, “Ben svegliato, Ryo.”

“Doc!” esclamò con perplessità, “Non ti ricordavo così vecchio e curvo.”

Il dottore sorrise, “Bello vedere che sei sempre il solito idiota.”

“Ciao, Ryo.” fece la donna con tenerezza.

Lui la osservò bene. Capelli rossicci e corti, occhi nocciola, viso gentile e un bel corpo. Ammiccò con lussuria.

“Non adesso dolcezza, dammi tempo per riprendermi, poi ti farò vedere com'è bello un vero guerrigliero.”

Lo disse con una lascivia nella voce che persino Doc ne fu sconcertato.

Guardò bene Ryo, poi si voltò verso di lei, “Kaori, esci. Io e Ryo dobbiamo parlare.”

Per un attimo non si mosse, finché non vide uno strano sguardo sul volto del suo socio e comprese. Lasciò la stanza con un peso sul cuore, certa che nulla sarebbe mai più stato come prima.

  
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