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Autore: Infinity19    09/05/2008    21 recensioni
Draco riesce a fare chiarezza nei sentimenti che cela nel cuore grazie ad Harry, che tornato bambino, lo considera il suo Principe dei sogni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il piccolo Harry e il principe Draco Titolo: Il piccolo Harry e il principe Draco
Autrice: infinity19
Rating: Pg13
Pairing: Draco/Harry
Trama: Draco riesce a fare chiarezza nei sentimenti che cela nel cuore grazie ad Harry, che tornato bambino, lo considera il suo Principe dei sogni.
Nota dell’ autrice: Una storia per dire grazie: a Harry e Draco che amo alla follia, a quanti hanno letto e commentato la mia prima storia, convincendomi a scrivere ancora…
Spero che vi piaccia e attendo davvero con piacere di sapere cosa ne pensiate.


Il piccolo Harry e il principe Draco

1  CAPITOLO

Harry non capiva dove si trovasse, aveva come la sensazione di essere appena uscito da un brutto incubo, anche se ancora non riusciva ad aprire gli occhi.
Provò allora a percepire attraverso gli altri sensi quello che gli era intorno per farsene un’idea.
Sentiva di trovarsi steso su qualcosa di morbido e di essere avvolto da una calda coperta. Sembrava quasi il letto di Dudley, sul quale una volta si era sdraiato per qualche minuto, vinto dalla tentazione di scoprire cosa si provasse a stare su un letto vero e non su quel misero e duro materasso su cui lo zio lo costringeva a dormire ogni notte.
L’ aria non puzzava di chiuso, come accadeva ogni mattina che si svegliava nel suo angusto stanzino, ma era fresca e sul suo viso sentiva il tiepido calore del sole, quindi probabilmente doveva trovarsi in una stanza più grande della sua e con addirittura una finestra!
Un altro odore però percepì distintamente, era un lieve e delicato profumo di Gardenia: il suo fiore preferito.
Non era solo, constatò. Udiva infatti che intorno a sé qualcuno stava bisbigliando, forse per timore di svegliarlo, ma con stupore si accorse di non riconoscere nessuna di quelle voci, tra le quali, una in particolare anche se strascicata, trovò molto bella e simpatica.
L’ultima cosa che ricordava era che zia Petunia l’aveva mandato a fare la spesa, che poi si era rivelata pesare più di lui, senza dargli l’ombrello nonostante il cielo promettesse tempesta. E come aveva previsto, una volta uscito dal supermercato caricato con le pesanti buste, aveva cominciato letteralmente a diluviare tra terrificanti lampi e tremendi tuoni di cui il piccolo Harry aveva un’ immensa paura. Bagnato come un pulcino e tremante sia per il freddo che per lo spavento, dopo un tempo che gli sembrò infinito, finalmente era giunto a casa, ma suonato il campanello, sfinito si era accasciato a terra e da lì in poi non ricordava più niente.  
Sapeva solo che adesso si sentiva bene, come forse non era mai stato in tutta la sua vita, ed era una sensazione così meravigliosa che ovunque si trovasse, avrebbe fatto carte false per rimanerci.
Si rammentò all’improvviso di una bella storia che gli aveva raccontato la maestra e gli venne un leggero dubbio. Che forse si trovava proprio in…?
Finalmente trovò l’ energia per uscire da quello stato di torpore e lentamente aprì gli occhi.
Ciò che vide fu un intenso biancore che lo circondava tutto e un bellissimo ragazzo al suo fianco con biondi capelli e occhi argentati.
Il piccolo Harry sorrise di gioia e gratitudine. Aveva ragione: era davvero in Paradiso!

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“Draco, ma come diamine hai fatto a ridurlo così?” Chiese Pansy guardando incredula un bambino dormire placidamente in uno dei letti dell’infermeria della scuola. “Guarda sembra così carino!” Sospirò soprappensiero. Poi resasi conto di quanto affermato, gridò: “Ahh!!! Ho detto che Harry Potter è carino! Che Salasar mi perdoni!”
Ma Blaise provvide subito a zittirla con una mano avanti alla bocca. “Sta zitta, Parkinson! Che se il marmocchio si sveglia e Madama Chips ci sgama qui, finiremo in guai ancora più grossi di quanto già non siamo.”  
“Uffa, Blaise, lo so anch’io. Ma ti rendi conto che forse Draco ha scoperto l’incantesimo per far tornare giovani? Voglio solo sapere come ci è riuscito.” Disse eccitata la ragazza, già immaginandosi i vantaggi di quella meravigliosa scoperta.
Ma Malfoy non stava prestando loro la benché minima attenzione, troppo concentrato a fissare quel bimbo, di sì e no sei anni, che sole due ore prima era stato invece un ragazzo di diciassette.
Non sapeva neanche lui cos’era accaduto di preciso o come fosse riuscito a fare tutto quel casino. Ricordava solamente che mentre stava camminando per i fatti suoi sotto il porticato della scuola, aveva notato Potter e la sorella del Pezzente che tornavano correndo dal campo di Quidditch a causa della pioggia battente. Niente di strano se non per il fatto che i due si tenevano per mano e il moro non faceva che girarsi verso la compagna di Casa con, stampato sul volto, sempre quel maledetto sorriso che Draco odiava più dello stesso Grifondoro.
Una strana rabbia si era impadronita di lui e, spinto dall’insano desiderio di fargli del male, gli aveva scagliato il primo incantesimo che gli era passato per la testa, il Reducto, che però aveva fatto da catalizzatore per un fulmine scoppiato nello stesso istante nel cielo.
Il moretto era stato colpito da un potente fascio li luce bianca e un forte boato era risuonato lungo le mura del cortile.
Il giovane Draco aveva sentito un dolore forte al petto, una sensazione straziante che mai prima aveva provato nella sua vita, e convinto di averlo ucciso gli era corso immediatamente accanto con gli occhi vacui e privi di espressione. Ma al posto dell’Harry Potter che conosceva, aveva trovato quel bambino con gli stessi inconfondibili capelli neri e la cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
Anche la professoressa McGranitt, che aveva assistito all’incidente, era subito accorsa per prestare i primi soccorsi al Salvatore del Mondo Magico e lo aveva malamente allontanato, comunicandogli l’immediata espulsione. Ma a Draco non importava, mentre restava in ginocchio sulla terra bagnata e lasciava che la pioggia gli scrollasse di dosso quell’ angoscia struggente che gli aveva pervaso il cuore e aggrovigliato le viscere.
Perché quel bambino respirava: Potter era ancora vivo!
E adesso era nella stanza dell’infermeria insieme a Blaise e a Pansy, perché non aveva resistito a vederlo di nuovo, probabilmente per l’ultima volta.
“Sembra così magro e piccolo.” Sussurrò mentre con una mano gli scostava di poco il colletto del pigiama che Madama Chips gli aveva messo, constatando più ossa che pelle.
“Mi hanno detto che Potter non ha avuto una bella infanzia, ma per quale motivo non l’ ho mai saputo, né sinceramente me ne sono interessato.” Fece il moro Serpeverde.
“Questo lo sapevo anch’io!” Strascicò il biondino. “Ma pensavo cose tipo, che non gli dessero tutti i giocattoli che voleva, o che magari fosse capriccioso e qualche volta gli facevano saltare la cena, o stupidaggini simili. Ma qui sembra che addirittura Potter facesse la fame da piccolo. Come è possibile?” Domandò Malfoy infuriato stringendo le mani a pugno per la stizza. “Come ha potuto Silente permettere tanta crudeltà nei confronti di un bambino, che aveva appena liberato il mondo magico dal mago più spietato e crudele dell’ultimo secolo? E poi guarda gli occhiali sul comodino, Blaise, hanno i vetri rotti e sono tenuti insieme con lo scotch! Potter da piccolo veniva maltrattato dalla sua famiglia babbana!!!” Esclamò, fuori di sé. “E poi ci si scandalizza se il Signore Oscuro voleva farli tutti fuori!”
“Draco, calmati! Sicuramente c’è una spiegazione e comunque non è detto che Potter fosse proprio così da piccolo, magari è una conseguenza del tuo incantesimo.” Cercò di rassicurarlo l’amica, ma alla prospettiva di essere lui la causa delle condizioni emaciate di quel piccoletto, Draco sentì la nausea salirgli alla gola.
Stavano ancora discutendo, cercando di mantenere i toni bassi, quando all’improvviso si accorsero che il bambino stava per aprire gli occhi. Blaise e Pansy preferirono nascondersi dietro un paravento, per paura che Potter una volta risvegliato denunciasse anche loro magari per tentato omicidio, ma Draco non si mosse, perché doveva assolutamente vedere il colore dei suoi occhi.
Quando Harry finalmente si svegliò e vide il biondino accanto a sé, la prima cosa che fece fu donargli un magnifico sorriso di fronte al quale il cuore di Draco cominciò a battergli furioso nel petto.
“Sei un angelo?” Domandò il bimbo con sguardo innocente e pieno di gioia.
“Un angelo?” Draco cercò di ghignare, ma contro la sua volontà gli uscì un tenue sorriso. “Ti sembro un angelo, Potter?”
Il bambino fece una faccina stupita. “Ma certo! Sei bellissimo e poi conosci anche il mio nome!” Sorrise dolcemente.
Draco arrossì furiosamente e fu costretto a distogliere lo sguardo da quegli occhi di smeraldo, i suoi occhi, per non permettere loro di leggergli l’anima.
“No, lui non è un angelo, ma un principe. Il principe dei Serpeverde!” Esclamò ghignando Pansy che, insieme al moro Serpeverde, era uscita dal suo nascondiglio intuendo che non c’era pericolo.
“Ohh!!!” Fece un po’ deluso il bimbo continuando a guardare quel ragazzo stupendo. Ma allora chi erano quelle persone e dove si trovava veramente?
“Allora questo non è il Paradiso, Principe?”
“No, Potter. È l’infermeria della scuola. Ma non ti ricordi nulla? Non mi riconosci?” Chiese spaventato il biondino, sperando di non avergli danneggiato irreversibilmente il cervello con quel maledetto incantesimo.
“No, signor Malfoy. Harry non la riconosce, perché non la conosce affatto.” Affermò il Preside, che aveva assistito a quello scambio di battute con sguardo sereno, senza che nessuno di loro se ne fosse accorto.
Con passo lento si avvicinò al bambino, che incosciamente si era spostato sul lettino per stare il più vicino possibile al biondo Serpeverde, quasi a richiederne la protezione.
“Signor Harry Potter, piacere di conoscerla. Sono Albus Silente e sono il preside di una scuola molto speciale di cui lei sarà ospite per qualche giorno, finché non si rimetterà completamente.”
Il moretto sembrava un po’ spaventato, ripensando a cosa intendesse suo zio per scuola speciale, e allungò una manina per afferrare quella grande e sicura del bellissimo Principe biondo.
Draco a quel contatto sentì che presto gli sarebbero scoppiate le coronarie se non scioglieva immediatamente quella stretta, ma lo sguardo del preside, che chiaro gli intimava di non provarci nemmeno, lo persuase a desistere e anzi involontariamente la rese ancora più salda.
In cambio Potter gli sorrise ancora.
Chissà perché ma adesso non trovava più tanto odiosi quei sorrisi.
Silente continuò la sua spiegazione: “Vede a causa del temporale e della troppa acqua presa, lei è svenuto e i suoi zii l’hanno portata da me, perché qui c’è la miglior infermiera di tutta la Gran Bretagna: Madama Chips, che tra poco conoscerà. Oh, eccola. Adesso che è arrivata però devo lasciarla per qualche minuto da solo con lei, perché devo parlare con questi miei tre studenti di una cosa molto importante.”
Harry afferrò il braccio di Draco con anche l’altra mano e lo trascinò più vicino a sé.
“No, ti prego Principe, non te ne andare!” Supplicò con le lacrime agli occhi.
“Potter… io…” Malfoy non sapeva che dire né tanto meno come comportarsi, poi non sopportando oltre di vederlo tutto rosso per lo sforzo di non piangere, si mise seduto sul lettino e con la mano libera gli alzò il mento per guardarlo negli occhi.
“Devo andare però torno di nuovo, ma solo se fai tutto quello che ti dice Madama Chips. D’accordo?”
Il bambino sembrava esitante e la sua morsa non si era ancora allentata, spaventato che quel bel Principe avesse preferito invece lasciarlo lì in quel posto sconosciuto tutto da solo.
“Ti fidi di me, Potter?” Chiese titubante il biondino. Aveva compreso che quello che aveva davanti non era propriamente il ragazzo con cui aveva litigato per quasi sette anni, ma ugualmente la risposta a quella domanda aveva in quel momento un importanza vitale, perché non sapeva se avrebbe retto all’ennesimo rifiuto che era la costante nel suo rapporto col Grifondoro.
“Sì!” Rispose invece senza esitazione il moretto.
Draco si sentì più leggero e una dolce euforia si impadronì di lui.
Non si accorse comunque che alle sue spalle Pansy e Blaise avevano trattenuto il respiro, scioccati per il suo anomalo comportamento così dolce e gentile nei confronti di quel bambino che, fino a qualche ora prima, era stato il suo nemico giurato. Il preside invece aveva osservato il tutto con un benevolo sorriso.
“Mmm? Allora vuoi lasciarmi andare?”
Il piccolo Harry abbatté la testa di lato e continuò a fissarlo in quegli stupendi occhi argentati e, senza che alcun suono uscisse dalla sua bocca, le sue labbra mimarono un ‘No’, ma poi sorridendo sciolse comunque la presa.
Draco allora si alzò immediatamente da quel letto e quasi scappò dall’infermeria, per impedire che qualcuno vedesse il suo viso in fiamme.      



Disclaimer: Harry Potter e tutti i suoi personaggi sono proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa non è una storia scritta al fine di lucro, né intende infrangere la legge sui diritti di autore o di copyright.


  
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