Titolo : Every
breath you take.
Fandom: Glee
Personaggi/Pairing(s): Santana Lopez/Quinn
Fabray,
Avvertimenti: AU, fluff fino a
cariarsi i denti, family!life.
Note: i
personaggi hanno la sfortuna di non
essere miei. Nessuno mi paga per scrivere questa roba, molti lo
farebbero per
farmi smettere.
Nata per colpa di un gifset di tumblr. Perciò non
prendetevela con me.
“Stai
piangendo, Santana?” Quinn si volta verso sua
moglie, Susan tra le braccia che si muove scomposta, i suoi riccioli
biondi e
gli occhietti verdi spalancati a guardare la scena sul palco.
Santana
grugnisce qualcosa, si passa la mano sul viso e
si riavvia i capelli.
“No
che non sto piangendo, che cosa ti salta in mente!”
ma la voce spezzata e il naso rosso bastano a Quinn per capire che
aveva
ragione. Sorride un po’, senza farsi vedere, roteando gli
occhi divertita.
E’
così facile ormai, capire Santana. Il che può
sembrare
assurdo. Santana è sempre stata un puzzle per tutti, sin dai
tempi del liceo,
ma non per Quinn.
Sono
state, dopotutto, due facce della stessa medaglia.
Le
passa la mano sul braccio sorridendo, Susan che stende
le braccia verso di lei, stringendo le manine. Santana sorride e le
sfiora il
naso con le labbra, l’espressione che si dipinge sul volto di
sua figlia è
inquietantemente simile a quella di Quinn.
“Ammettilo,
stavi piangendo” bisbiglia Quinn, mentre sul
palco si forma la calca da fine spettacolo, un mucchio di gente che
corre alla
ricerca dei loro figli. Ma non loro, no. Diane ha chiesto a entrambe di
non
metterle in imbarazzo, e Santana l’ha guardata come se le
fosse appena spuntato
un terzo occhio sulla fronte. ‘Quale imbarazzo’ ha
esclamato subito dopo,
indicando se stessa e Quinn. ‘ Ci hai viste? Siamo le mamme
più belle del
pianeta’. Si è beccata un mezzo schiaffo sul braccio da
Quinn, un’occhiataccia
da Diane e una mezza ferita all’ego. Ma aveva sopportato, era
la sua famiglia,
dopotutto.
Così
erano rimaste immobili ai loro posti, mentre Diane
chiacchierava allegramente con i suoi amici e Santana borbottava.
“Non
stavo facendo proprio un bel niente, smettila Quinn!”
ringhia tra i denti, stringendosi al petto Susan che gioca con la sua
collana.
Una piccola Q come ciondolo. Quinn gliel’aveva regalata
tanti, forse troppi
anni prima, eppure a Santana piace portarla ancora.
Come
le piace tracciare ogni volta con la punta delle
dita quelle piccole lettere impresse sulla pelle di Quinn. La pelle
bianca del
bacino che rabbrividisce ancora, dopo anni, ad ogni suo tocco.
“Mamma?”
Entrambe
si voltano a guardare mentre Beth si trascina
nei posti accanto ai loro, schioccando un bacio sulla guancia di Quinn
e una
piccola carezza sul volto della piccola Susan. Santana borbotta un
po’ tra i
denti, scatenando l’ilarità delle altre due.
“Va
bene mami, va bene”
Beth
si sporge e le sfiora la guancia, ghignando all’espressione
soddisfatta di sua madre e approfittandone per rubarle Susan dalle
braccia.
Prima che Santana possa dire qualcosa, un colpo di tosse attira
l’attenzione.
Diane è in piedi accanto a loro, sulle labbra il broncio
tipico dei Lopez.
Santana
si tira sulla sedia e la guarda, inarcando un
sopracciglio.
“Cosa?”
La
bimba, ormai di otto anni quasi, le lancia uno sguardo
inviperito e indica il palco. “Potevate venire a
salutarmi”. Quinn spalanca la
bocca e si volta verso sua moglie, che schiocca la lingua sul palato e
grugnisce.
“Ma
se ci hai detto tu di non metterti in imbarazzo!”
butta fuori, e Quinn sa già che saranno guai. Quelle due,
insieme, significano
problemi.
“Piccola,
io e mami abbiamo pensato di aspettarti qui,
non volevamo rischiare di perderci neanche un minuto dello
spettacolo!”
Santana
si volta e sorride, l’espressione di un gatto
soddisfatto sulla faccia. La bambina annuisce un po’ e si
avvicina a Beth,
sedendosi sulle sue ginocchia, attenta a non fare male a Susan.
“Come
sono andata?” chiede, gli occhi pieni di paura e
aspettative. Beth sorride e le bacia una guancia.
“Benissimo
sorellina, li hai stesi tutti” Quinn annuisce
alle parole della sua prima figlia, e senza farsi vedere stringe la
mano di
Santana. Ne ha bisogno, sempre. Ha bisogno di sentirla vicina, anche
dopo tre
figlie e tanti anni insieme. Ha bisogno di sapere che, qualsiasi cosa
succeda,
lei sarà lì, proprio lì accanto.
Santana
la stringe a sua volta e si avvicina, sfiorandole
con le labbra la tempia sinistra.
Poi si
volta a guardare le sue ragazze e schiocca le dita.
“Allora,
pizza?”
**
Quando
Quinn arriva in soggiorno Diane è totalmente
addormentata sul divano, la bocca leggermente aperta e il braccio che
penzola
inerme. Beth sta leggendo qualcosa, ma continua a mandare messaggi al
famoso
ragazzo che Santana non deve conoscere, per evitare che lo eviri prima
di
sapere che tipo di rapporto ci sia tra loro. Per terra, i peluche di
Susan sono
sparsi sul tappeto e lì vicino, Santana è
sdraiata con sua figlia sulla pancia.
Quinn sorride, un riflesso involontario a quella visione.
Poggia
la coperta su Diane e si siede sul bracciolo del
divano, accarezzandole i capelli. Santana la sta fissando, riesce a
sentirlo.
Lo sente sempre.
“Che
c’è?” chiede, mentre Beth si alza col
cellulare all’orecchio
e scappa in camera sua. Santana la segue con gli occhi e scuote la
testa,
tornando a fissare sua moglie.
“Niente,
mi chiedevo quand’è che siamo diventate
così”
Quinn
alza il sopracciglio, in quell’espressione che
turba Santana ma la rende anche incredibilmente divertita.
“Cosi
come?”
“Così.
Noi”
Quinn
ride, una risata cristallina e bella che viene
direttamente dalla gola e provoca il sorriso sul volto di sua moglie.
Ha
ragione, lo sa. E’ strano per loro. Sono sempre state in
mezzo ai casini,
gravidanze inattese, scoperte inaspettate, problemi familiari. Eppure
si sono
trovate, per qualche ragione, e non si sono più lasciate.
Tra schiaffi, e lotte
e fidanzati rubati.
Tra
lacrime e sorrisi nascosti, parole non dette e litigi
insensati.
Tra
tutti i mille ma e perché, non hanno mai smesso un
attimo di tenersi. E non si sono ancora abituate a quella
tranquillità.
“Non
lo so, probabilmente il giorno in cui mi hai chiesto
di sposarti per telefono completamente ubriaca. O forse quando sei
entrata
senza permesso nel mio studio e hai urlato che, e cito, ‘Beth
è anche mia
figlia e non puoi decidere da sola’”
Santana
ride e si alza, Susan tra le braccia mezza
addormentata. Si avvicina a Quinn e si sporge un po’,
lasciandole un bacio a
fior di labbra che ha il sapore di casa.
Angolo
degli alcolisti anonimi.
Io
vi dico solo che il Natale mi fa brutti effetti. E
divento di un fluff spudorato. E palesemente non mi fa bene.
Se avete letto e vi sono venute le carie, non ho soldi per pagarvi i
dentisti,
MA posso donarvi tanto amore. *dona*
Buon quasiNatale o/