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Autore: happley    09/12/2013    4 recensioni
Sakura-centric, con accenni di Tetsukado/Sakura.
“Prima, stavi cantando?” chiese ancora il ragazzo. (...)
“Era solo una stupida canzoncina per bambini” rispose, imitando ciò che avevano detto i suoi genitori. (...) “Davvero? A me sembrava carina. Hai una bella voce, Nozaki” disse, ghignò “quando non la usi per strillare come un’oca.”
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nozaki Sakura, Tetsukado Shin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ame fuuri
 
Era uscita solo un attimo per andare al konbini vicino alla stazione –si era accorta di aver praticamente finito lo smalto rosa, il suo preferito- e al ritorno era stata sorpresa da una forte caduta d’acqua, che l’aveva costretta a fermarsi davanti al konbini, in attesa che smettesse. Si sporse un attimo e si ritirò un secondo dopo, di scatto, per evitare l’acqua che gocciolava dalla tettoia. Arricciò le labbra in un broncio. La pioggia aveva smesso di cadere forte, ma Sakura non osava lasciare il proprio riparo. Quel cielo grigio prometteva ancora acqua, e lei non aveva certo intenzione di inzupparsi…
Il suo sguardo cadde sulle piccole pozzanghere che si erano formate a causa del gocciolare della tettoia.
Pichi pichi chapu chapu ran ran ran.
Sakura non si accorse di star sorridendo mentre quelle parole le venivano in mente. Ritornò con la memoria al momento in cui la campanella delle elementari suonava e tutti i bambini correvano fuori: se pioveva, le loro mamme venivano a prenderli, portando loro gli ombrelli. Sakura, invece, era solita sedersi sulle scale del portone e aspettare che spiovesse. A sua madre non era mai interessato nulla che non fosse la danza, di tutto il resto si dimenticava spesso. Sakura aspettava, ma lei non arrivava mai. Credeva che fosse già abbastanza grande per tornare da sola. Allora la bambina si sedeva sulle scale e osservava gli altri bambini che giocavano nelle pozzanghere e, sotto voce, cantava.
Ame ame fure fure kaasan ga.” Le parole le tornarono in mente, naturali, sebbene avesse smesso di recitarla una volta finite le elementari. “Ame ame fure fure kaasan ga, janome de omukae ureshiina” canticchiò, finché qualcuno non le toccò una spalla facendola sussultare.
“Nozaki? Che ci fai qui?”
Sakura si voltò e riconobbe con stupore uno dei suoi compagni di squadra, Tetsukado Shin: indossava una tuta ed era appena uscito dal konbini.
“P-potrei farti la stessa domanda” borbottò, altezzosa. Tetsukado scrollò le spalle.
“Ho fatto un po’ di jogging, poi mi sono fermato qui a prendere qualcosa bere…  Vedo che si è messo a piovere. Che seccatura.” Si sporse un attimo per guardare il cielo, quando si ritrasse la squadrò da capo a piedi. “Tu non hai l’ombrello?”
“Se ce l’avessi, credi che starei qui in piedi con te?” ribatté Sakura, fredda. Di solito non le era difficile trattare con simpatia anche chi non le piaceva -sapeva sempre mantenere una sorta di maschera per restare la ragazza graziosa di sempre- ma con Tetsukado perdeva spesso il controllo: lui la irritava a non finire.
“Prima, stavi cantando?” chiese ancora il ragazzo. Sakura incrociò le braccia al petto, un po’ perché aveva freddo e un po’perché si stava spazientendo. Non era mai stata particolarmente tollerante. “Era solo una stupida canzoncina per bambini” rispose, imitando ciò che avevano detto i suoi genitori. Non si addiceva ad una signorina già cresciuta… Si morse il labbro e Tetsukado sbatté le palpebre, perplesso.
“Davvero? A me sembrava carina. Hai una bella voce, Nozaki” disse, ghignò, “quando non la usi per strillare come un’oca.”
Sakura avvampò e stava per augurargli le peggiori pene dell’Inferno, ma lui la stroncò sul nascere lanciandole la propria giacca di tuta addosso. “Beh, è inutile che ci bagniamo entrambi. Se usi questa per coprirti ti risparmierai un po’ d’acqua. Io corro, ma anche tu sbrigati a tornare” esclamò. La ragazza lo fissò, incredula, mentre usciva dalla tettoia e si avviava verso il campus della squadra correndo di gran carriera. Le sue mani da poco smaltate si strinsero quasi istintivamente sul tessuto della sua giacca, se la tirò sul capo e sulle spalle per coprirsi e l’odore forte della sua pelle le arrivò al naso. Almeno non ci aveva sudato. “Stupida pioggia, stupida canzone” mormorò Sakura, osservandosi riflessa nella vetrina del konbini scoprì due guance rosse d’imbarazzo. “E stupido Tetsukado” aggiunse.
Poi si rimise a cantare.
 
Ame ame fure fure kaasan ga
janome de omukae ureshiina…
Pichi pichi chapu chapu ran ran ran…
[1]

**C'era una volta una melaH...**
Buongiorno ♥
Era da un po' di tempo che volevo scrivere su Tetsukado e Sakura, visto che li shippo tantissimo (è otp, yay). C'è poco materiale su di loro... le fanart sono così rare da raentare la specie protetta e le fic sono praticamente inesistenti -da fan della coppia, sono triste di queste circostanze :((
L'ispirazione per questa shot mi è venuta dopo aver trovato "Ame fuuri". Come detto nel testo, è solo una canzoncina per bambini, giapponese naturalmente, ed evoca un momento quotidiano, le mamme che vanno a prendere a scuola i propri figli con l'ombrello e i bambini che giocano con le pozzanghere.
Se volete ascoltarla, si trova anche su youtube, ma è cantata in modo tremendo ahahaha... Quanto a me, non riesco a smettere di dire "pichi pichi chapu chapu ran ran ran" XD 
Aaaargh, la TetsuSaku è così carina çuç I NEED MOREEE
Baci ♥
     Roby

[1] Pioggia pioggia, cadi cadi, mamma
mi incontrerà con un ombrello, sarà divertente…
(suoni che evocano un allegro sguazzare nelle pozzanghere)...
  
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