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Autore: SkyDream    09/12/2013    9 recensioni
Quei puntini luminosi apparivano e scomparivano come se fossero a ritmo con il suo cuore, con le sue palpebre…e con il russare dell’uomo accanto a lei: Heiji.
Kazuha, indispettita dal russare del ragazzo che aveva rovinato quel momento così romantico, gli diede una bella botta sulla testa, ma quello continuava a dormire senza sentire il minimo rumore.
Seconda OS su Kazuhax Heiji, spero vi piaccia :3
DEDICATA A GIULIA PIERUCCI♥
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Raccolta storie su Heiji e Kazuha'
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Quella notte...

Quella era la notte più stellata che lei avesse mai visto, ne era certa.
Quei puntini luminosi apparivano e scomparivano come se fossero a ritmo con il suo cuore, con le sue palpebre…e con il russare dell’uomo accanto a lei: Heiji.
Kazuha, indispettita dal russare del ragazzo che aveva rovinato quel momento così romantico, gli diede una bella botta sulla testa, ma quello continuava a dormire senza sentire il minimo rumore.
Erano su una collina sperduta, in piena notte, con la moto fuori uso, la temperatura che scendeva radicale, erano soli…e lui dormiva! La castana sospirò godendosi un altro po’ quel panorama splendido che si presentava davanti a loro: Quella splendida luna piena rendeva il tutto più suggestivo.
E dire che erano diretti a un locale di lusso per la premiazione di alcuni detective privati, se non fosse stato per quella stupida moto.
Kazuha si strinse ancora di più nel suo copri spalle dorato e tornò a fissare l’amico che, sdraiato comodamente sull’erba e con la testa su un masso, dormiva ora più silenziosamente…era splendido.
Si passò una mano sui capelli sciolti e staccò via quella splendida molletta argentata che aveva trovato nella buca lettere la mattina, chissà chi l’aveva messa li dentro…
Guardò l’orologio che segnava le due e dieci, e ricominciò a guardare la strada sperando che Agasa arrivasse presto, avevano chiamato lui perché si trovava li vicino.
Una folata di vento costrinse la ragazza a chiudere gli occhi e a proteggersi il viso con le mani, quelle mani candide che aveva approfittato della situazione per carezzare il viso del ragazzo, si vergognava tanto si aver approfittato così spudoratamente di una situazione grave come quella.
Si fissò i piedi scalzi, i tacchi non erano per nulla comodi su quell’erba umida, si sistemò il vestito lungo e stirò meglio i pantacollant che le coprivano le gambe lunghe e snelle.
Non riusciva a stare ferma, non con Heiji che dormiva li accanto con quell’espressione beata e felice come se stesse facendo il più bello dei sogni, e proprio questo aveva intenzione di chiedergli nel caso si sarebbe svegliato.
I suoi occhioni specchiavano perfettamente le luci in lontananza della città, ma nelle sue iridi c’era ben altro in quel momento…c’era frustrazione per non aver passato una serata meravigliosa con il suo Heiji, tristezza perché anche quella situazione poteva rivelarsi ottima per passare del tempo insieme e lui dormiva…senza sapere quello che lei provava dentro.
Sbuffò più forte intenta a suonarle per bene al ragazzo, ma questi fu più veloce e la coprì con la sua giacca.
“Non è il caso che tu prenda freddo, diventi irascibile quando hai la febbre!”  disse quello sorridendo con una faccia da schiaffi.
E per l’appunto si ritrovò cinque dita sulla guancia destra, cinque splendide dita…almeno per lui.
“Non…farmi…più…spaventare…così…chiaro?” Kazuha respirava a fatica tanto si era spaventata nel ritrovarselo dietro e con la sua giacca sulle spalle tra l’altro.
Heiji la strinse da dietro senza dire una parola, le circondò la vita con le robuste braccia e poggiò il mento sulla spalla destra della castana che per poco non rischiava di morire lì per quanto era emozionata, rise pensando che per lo meno sarebbe volata in cielo tra le sue braccia.
Proprio il moretto la strinse ancora di più, probabilmente infreddolito da quella temperatura bassa che gli perforava la camicia.
“Quando ti sei svegliato?” chiese quella stendendo le gambe e poggiandosi leggermente al petto freddo del ragazzo.
“Non mi sono mai addormentato, era una prova per vedere quanto resistevi senza picchiarmi a dovere, divertente no?” Kazuha rimase con le labbra schiuse in procinto di urlare e fuggire via in paese straniero sotto falso nome.
“Qui..qui..quindi hai sentito la botta che ti ho dato prima vero?” cercava di girarci in torno, ma era palese che avesse sentito anche la carezza e quel sussurro a fior di labbra che gli aveva regalato una decina di minuti prima.
“Oh, si…ho sentito bene e mi sono dovuto trattenere. Però ho sentito qualcos’altro… un po’ prima del ceffone.” Heiji si accorse che il cuore della ragazza batteva forte, molto più forte del normale. “Hai le mani morbide Kazuha, dovresti usarle di meno per picchiarmi e un po’ di più per accarezzarmi, sai?”
“Senti, se lo faccio è solo perché te lo meriti!” il clima di battutine e pizzicotti metteva a loro agio entrambi, ma quella sera almeno erano felici di essere rimasti da soli con la loro coscienza che parlava al posto loro…ma non del tutto.
“Quindi la carezza me la meritavo, quale onore?” Le mani del ragazzo cominciarono a solleticarle i fianchi sotto quel piccolo vestito di stoffa.
Kazuha come tutta risposta diede una leggera gomitata al ragazzo ma presto si lasciò andare dalle risate cristalline e si ritrovò letteralmente con il corpo tra quelle muscolose braccia.
Arrossì violentemente e si accorse che gli occhi misteriosi di Heiji non la guardavano come sempre, sembravano bramarla più di qualunque altra cosa, sembravano pronti per rimanere li a fissarla per sempre.
Quello non era il solito Heiji, forse stava per uscire un nuovo lato che in pochi avevano avuto l’onore di conoscere.
I loro visi erano a pochissimi centimetri di distanza, potevi sentire il respiro dell’altro.
“Oltre ad avere le mani morbide hai anche una bella voce quando sussurri…”
Nella mente del ragazzo passarono in un lampo quelle splendide immagini che aveva visto poco tempo prima: La ragazza stesa per terra accanto a lui che si sorreggeva con il braccio sinistro e con la destra gli carezzava il viso per poi passare ai capelli, aveva pronunciato il suo nome con una dolcezza e un’emozione che se non fosse stato per il suo autocontrollo probabilmente l’avrebbe presa e l’avrebbe baciata, ma si era fermato ed era rimasto immobile a far finta di dormire, le labbra rosate della castana avevano sfiorato leggermente la sua fronte e l’avevano rilassato completamente, appena si era allontanata aveva schiuso le palpebre e si era beato per un attimo dei capelli al vento della ragazza.
E ora, invece, si ritrovavano praticamente incollati, lui la stringeva sempre di più a sè…l’amava tanto, sarebbe morto pure di vederla sorridere e avrebbe fatto di tutto per proteggerla.
Le loro labbra si erano sfiorate leggermente, poi lui prese l’iniziativa e cominciò ad assaporare lentamente la sua pelle chiara, lei si era totalmente lasciata andare e quel contatto le fece perdere tutto il buonsenso che aveva, portò un braccio sulla nuca del ragazzo e l’aveva spinto di più verso di se baciandolo con tutta la passione che avevano restando però casti.
Mentre si prendevano ciò che gli spettava di diritto si accorsero che entrambi sorridevano a quel contatto così profondo e tanto voluto.
Si erano fermati, lui le aveva fatto poggiare la fronte sul suo petto che chiedeva disperatamente dell’aria, erano entrambi confusi e felici, erano felici di non aver parlato ma di fare una cosa che entrambi volevano da tanto…impossessarsi almeno una volta delle labbra dell'altro.
“Sei stata brava, Kazuha…dove hai imparato?” chiese lui, non voleva che il loro rapporto cambiasse, amava prenderla in giro anche se per finta.
“Sei scemo, la prossima volta devi chiedere prima!” disse lei senza aprire gli occhi e rimanendo concentrata sul battito del cuore.
“Non mi è sembrato che ti dispiacesse più di tanto…” il suo sorriso malizioso tornò a impossessarsi del suo viso.
“Non ti smentisci mai, vero Hattori?” entrambi si voltarono e si ritrovarono Conan che sorrideva con le manine dentro le tasche e il pollice che indicava una macchina poco dietro di lui.
Entrambi arrossirono e si alzarono distaccandosi.
“Sia chiaro Shinichi, avevo freddo…la giacca se l’è presa Kazuha, sai quanto può essere capricciosa!” Il piccolo detective doveva contenere le risate ma le lacrime uscirono comunque e scoppiò a ridere davanti al povero Heiji che si vendicò con un bel pugno sulla testa mora.
Entrarono in macchina, Agasa li salutò cordialmente e si scusò per il ritardo, caricarono la moto nella base dietro la macchinina gialla e partirono alla volta della loro amata casa.
Kazuha sbadigliava sempre più e si strinse di più nella giacca nera che si ritrovava sulle spalle, Heiji la avvicinò a se e la fece sdraiare per di lungo facendole poggiare la testa contro il suo braccio sinistro in modo che lei restasse comoda.
“Dormi, o domani non ti si può sopportare proprio…”sbuffò quello stringendola di più, ma la ragazza non udì nulla perché già sprofondata tra le braccia di Morfeo.
“Lo giuro Kazuha, tu sei la cosa più bella che il mondo mi abbia mai dato, perché so che tu mi conosci…sai tutto di me. Tu mi hai salvato quel pomeriggio di tanti anni fa e mi hai beato di quella  visione paradisiaca che rimarrà in eterno nel mio cuore: Sorridevi e giocavi con quel pallone rosa, il kimono primaverile e quel trucco che ti rendeva simile a un piccolo angelo, il mio angelo. Lo giuro sul nostro atto d’amore, ti proteggerò da tutto e da tutti, anche al costo della mia vita…anche al costo di morire ma io ti proteggerò, tu sei il mio tesoro prezioso…nessuno dovrà mai torcerti un capello.”E con questo bel pensiero in mente, il nostro detective si addormentò.
Ma la cosa più brutta è che lui aveva ragione, sarebbe morto per salvarla…avrebbe visto il suo volto piangere ma sarebbe stata la sicuro, lui sarebbe morto per salvarla da quel rapinatore, ma non se ne sarebbe mai pentito.
   
 
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