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Autore: Erica_2447    09/12/2013    0 recensioni
Poche frasi per descrivere una sensazione.
Una sensazione di soffocamento dovuto alla comunità e alle persone che ci stanno affianco.
Il non essere capiti, la ricerca del posto giusto per noi, la solitudine..
La ragazza in maglietta verde da sopra un ponte osserva le macchine sfrecciare e riflette sulla sua natura. Su come gli altri la vedono e su come la influenzino.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se ne stava l lei.
Ferma.
Per un po’.
Dopo di che capì che quello non era il suo posto segreto:  non avrebbe guardato le macchine passare sotto ai suoi piedi un secondo di più; non era per niente il suo posto quello, tanto meno il suo posto segreto.
 
La ragazza in maglietta verde era una personcina strana: doppia personalità.
Un gentile predatore annoiato.
Lei era fedele e disponibile nonostante la sua aria inquietante.
Tuttavia quel tale che diceva che gli occhi sono lo specchio dell’anima non aveva tutti i torti: a volte si trovava ad aver paura di se stessa.
Le persone erano spesso intimorite dal suo sguardo.
E qualcuno di loro aveva detto anche che era solitaria, a modo suo, indipendente, ma circondata, forse per convenienza, dal suo piccolo gruppo.. dal suo piccolo branco.
Il gentile predatore annoiato.
La ragazza in maglietta verde era fatta così: era vero.. lei.. era un lupo solitario.
Non era un alfa, non le piaceva stare al centro dell’attenzione; non era un omega, aveva l’animo orgoglioso lei.
Lei che era un beta, un beta per scelta, capace di sottomettere ogni alfa quando il suo lato selvaggio prevaleva.
Non voleva rogne solo per quello.
Ma era sola lei, sola in mezzo a tutti, costretta a mentire a tutti, compresa se stessa, per un qualche motivo assurdo.
Orgogliosa.
Orgogliosa... determinata e impaurita, come un uccello in una gabbia di vetro: voleva uscire da quel girone infernale della grande città. Ci sarebbe mai riuscita?
Sensibile e disponibile sognava la libertà.
 
Era rimasta li su quel ponte a pensare a quante cose non andavano nella sua vita: “Non troppe, non poche.” Aveva pensato infine.
Ma ora non poteva più stare lì, così scese giù, veloce: quello non era il suo posto e non ci sarebbe stata un secondo di più.
  
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