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Autore: eltanininfire    09/12/2013    2 recensioni
Bonnie viene chiamata urgentemente al Pensionato ed Elena rivela il motivo di tanta impellenza...
Dalla storia:
Correvo verso la Pensione, correvo più che potevo dopo quella chiamata da parte di Meredith. Non sapevo se c’era un nuovo pericolo, ma dal tono di voce della mia amica, sembrava fosse scoppiata la Terza Guerra Mondiale.
[...]
-Vi abbiamo riunito qui per annunciarvi una cosa!- esclamò Elena, con la fluente chioma bionda che ondeggiava dietro di lei mentre parlava.
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No, no, no… Non poteva essere successo veramente…
[...]
-Cosa stai facendo?- riuscii a capire dal labiale.
-I came in like a wrecking ball, yeah, I just closed my eyes and swung. Left me crouching in a blaze and fall, all you ever did was break me. Yeah, you, you wreck me. Yeah, you, you wreck me- gli risposi, usando le ultime frasi della canzone.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore, Damon Salvatore/Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I can't live a lie running for my life

Salve a tutti! Questa è la mia prima storia in questo fandom, anche se ce n’è già una in cantiere. Ascoltando “Wrecking ball” di Miley Cyrus, mi è venuta in mente questa one-shot. Fatemi sapere che ne pensate, anche se sono critiche!

 

I can’t live a lie running for my life

 

Camminavo verso casa, allontanandomi sempre di più dal Pensionato della signora Flowers, cercando di frenare i pensieri che avevano iniziato a vorticare nella mia testa da quando li avevo visti vicini…

 

Correvo verso la Pensione, correvo più che potevo dopo quella chiamata da parte di Meredith. Non sapevo se c’era un nuovo pericolo, ma dal tono di voce della mia amica, sembrava fosse scoppiata la Terza Guerra Mondiale.

Spalancai la porta senza nemmeno fermarmi e quasi capitolai a terra, inciampando nel tappeto persiano rosso che la signora Flowers si ostinava a tenere lì, malgrado avesse più volte attentato alla mia vita.

Meno male Stefan mi aveva intercettata e mi aveva sostenuta.

-Grazie- sussurrai, arrossendo per la figuraccia appena fatta.

Invece sentii una risatina di scherno provenire da un punto imprecisato del salotto. Appena mi girai, affondai in due pezzi di ossidiana nera, duri e freddi proprio come quella pietra che mi ero ritrovata ad amare perché assomigliava così tanto al colore dei suoi occhi.

Damon Salvatore era lì, seduto sul divano, avvolto nei suoi soliti vestiti neri che facevano risaltare la pelle eccezionalmente pallida, e aveva gli angoli della bocca volti all’insù, abbastanza per farmi capire che era stato lui il mittente del risolino.

-Sempre imbranata, non è vero, Streghetta?- domandò, ed io non riuscii a rispondergli. Arrossii nuovamente, senza un motivo ben preciso.

-Dai Damon, lasciala stare, dopotutto è appena arrivata dopo aver corso da casa sua!- lo riprese Stefan.

-E a me che importa? Sempre maldestra è!- esclamò il maggiore, esibendo il suo sorriso storto.

Dio, mi avrebbe mandata al manicomio!

Si, il manicomio per le innamorate perse del tizio che sbava dietro alla loro migliore amica!!

E tu chi saresti? Esci dalla mia testa!

Sono te! E me ne andrò solo se ammetti di essere cotta di quel figo tenebroso di Damon, quel vampiro che…

Ok, basta! Concentriamoci su quello che stanno dicendo.

-Vi abbiamo riunito qui per annunciarvi una cosa!- esclamò Elena, con la fluente chioma bionda che ondeggiava dietro di lei mentre parlava.

Solo in quel momento notai che sedeva accanto a Damon, e che il fratello si trovava troppo distante dalla ragazza.

No, no, no… Non poteva essere successo veramente…

-Io… ho riflettuto molto e… sono giunta ad una conclusione. Per quanto Stefan mi stia a cuore – sorrisetto beffardo del maggiore verso il minore – e gli voglia bene, quello che provo per Damon è molto più forte e…- si bloccò, ma ormai avevo capito.

Quei due stavano insieme. Colui di cui ero innamorata e la mia migliore amica che non capiva cosa provavo per lui. Non sapevo se piangere o urlare. Optai per nessuna delle due cose.

-Sapete cosa vi dico? – iniziai, mantenendo un tono freddo e pacato. Meredith, accanto a me, s’irrigidì – Spero che siate felici insieme, visto che siete fatti della stessa pasta, entrambi vuoti, entrambi freddi e senza scrupoli-

-Ma, Bonnie, cosa stai dicendo?- chiede una stralunata Elena. Mere, invece, stava sorridendo, segno che approvava.

-Sto dicendo che vi auguro il meglio perché solo due persone come voi potevano trovarsi e stare insieme, visto che per voi non esistono i sentimenti degli altri. Tu, Damon, hai calpestato bellamente Stefan, e per cosa? Per una stupida promessa fatta cinque secoli fa! Ma cosa siete, due bambini che si contendono lo stesso gioco? E tu, Elena, dici tanto di essere migliore di Katherine, ma sai una cosa? Ti stai comportando esattamente come lei, anzi, almeno quella vampira aveva la decenza di tenere nascosto l’uno all’altro il fatto che giocava con entrambi. Mi fate schifo, tutti e due- conclusi, alzandomi e dirigendomi verso la porta.

Damon mi si parò davanti, furente. –Come ti permetti di parlare così del mio Angelo?-

-Per te sarà anche un angelo, come le donne angelicate di Dante e Petrarca, ma io vedo solo un demone, egoista e superbo, che non s’interessa degli altri, ma solo di se stesso. Non so come ho fatto a starle accanto per tutto questo tempo- dissi, senza scompormi più di tanto.

Lui sibilò. –Non ti permetto di esprimere un giudizio negativo sulla mia Principessa!-

-Non è un giudizio negativo, Damon, è solo il mio parere da persona estranea ai fatti. Io vi vedo così e nulla mi impedisce di dire quello che penso- ribattei.

-La rivolta delle rosse- sussurrò Meredith, e mi scappò un sorriso. Stefan, invece, non si trattenne e scoppiò a ridere, sotto gli sguardi increduli dei presenti.

-Ben ti sta, fratello, sappi che sto dalla sua parte- gli disse il minore, indicandomi con la testa.

-Quindi, Damon, ora vorrei uscire da questo posto, che d’ora in poi frequenterò solo per prendere lezioni di magia dalla signora Flowers. Meredith, Stefan, Matt, voi siete i benvenuti a casa mia-

Detto questo, uscii dal pensionato.

L’ultima cosa che sentii fu un commento di Mere. –Io a quella ragazza le faccio un monumento-

Mentre mi avviavo verso casa, mi sentivo stranamente bene, come se mi fossi tolta un peso dallo stomaco. Eppure sentivo ancora delle catene circondarmi il cuore. Erano rosse e nere, i colori dell’amore e della morte, ed erano ricoperte di spine, che lo facevano sanguinare dolorosamente.

Damon…

Ebbene si, rivoltargli contro tutto quel fiume di parole mi era stato d’aiuto, ma non aveva cancellato il mio amore per lui.

Camminavo, ed intanto ascoltavo la musica, che riusciva sempre a calmarmi.

Quando arrivai a casa, partì proprio Wrecking ball di Miley Cyrus, una delle due che avevo di questa cantante.

Non riuscii a trattenermi dal cantarla, perché mi rispecchiava in pieno in quel momento. Ci vedevo me stessa, delusa dal comportamento di Damon ed Elena, che me ne andavo e li escludevo dalla mia vita.

Erano stati crudeli e cantare era la mia unica via d’uscita. –I can’t live a lie, running for my life, I will always want you. I came in like a wrecking ball, I never hit so hard in love. All I wanted was to break you walls, all you ever did was to wreck me-

Non li volevo più vedere, ora erano dei completi estranei per me. Se li avessi visti per strada, li avrei sorvolati con lo sguardo. Che rimangano nel fango che li aveva dati alla luce!

Mentre le parole della canzone scivolavano veloci, qualcuno bussò forte alla porta, aprendola subito dopo.

Damon Salvatore entrò furioso nel piccolo salotto della casa, costringendomi a voltarmi verso di lui.

-Cosa stai facendo?- riuscii a capire dal labiale.

-I came in like a wrecking ball, yeah, I just closed my eyes and swung. Left me crouching in a blaze and fall, all you ever did was break me. Yeah, you, you wreck me. Yeah, you, you wreck me- gli risposi, usando le ultime frasi della canzone.

Lui mi guardò confuso. O non sapeva che sapessi cantare, o è rimasto colpito dalle parole di Wrecking ball. La prima era la più probabile.

Bloccai sul nascere Roar di Katy Perry e mi tolsi le cuffie.

-Che stavi facendo?- ripetè, smorzando il tono.

-Oggigiorno non si può nemmeno cantare a casa propria? Senza contare che sei entrato qui dentro senza un permesso, questa è violazione di domicilio- replicai.

-Non m’interessa, io voglio sapere che t’è preso prima, alla Pensione-

-Io voglio sapere che vi prende a tutti, sempre attaccati alle gonne di Elena Gilbert! La bellissima, angelica, altruista Elena, la paladina dei più deboli. Che vi ha messo nel bicchiere quando vi ha conosciuto, eh? Cosa? Voglio saperlo, perché mi sembra che non vediate cosa c’è veramente dietro quella maschera di finta perfezione! È meschina ed approfittatrice. Quando mai ha combattuto una delle sue battaglie, da sola? Nessuna, perché a salvarla e a proteggerla c’erano sempre i fratelli Salvatore, così fedeli ed innamorati di lei, al punto da sacrificarsi per una che gode solo ad avere tutti ai suoi piedi- sputai, con rabbia e disprezzo tali da far indietreggiare il vampiro.

-Tu sei solo gelosa- insinuò lui. Gelosa? Certo che lo ero, ero innamorata di lui!

Sorrisi lievemente. –Dico solo la verità, ma invece di rompere una coppia, io me ne vado per non vederla più-

Damon sogghignò. –Sei gelosa di me, Uccellino?-

-Non chiamarmi così! Né Uccellino, né Streghetta, né in nessun altro modo! Il mio nome è Bonnie- dissi con enfasi.

-Ok, Bonnie, ora dimmi perché sei gelosa di me- insistette.

-No-

-E dai!-

-No, mi sembri un bambino curioso-

-Ma io sono curioso – mi prese i fianchi e mi sbattè contro la parete dietro di me, rinchiudendomi tra essa e il suo corpo. Fu talmente veloce che picchiai la testa ed emisi un piccolo gemito di dolore. Ovviamente lui fraintese tutto e mi sorrise, malizioso. –Molto curioso- alitò, vicinissimo al mio orecchio.

Non provai nemmeno a liberarmi, tanto sapevo che era tutto inutile contro di lui.

-Se mi lasci andare ti preparo qualcosa- contrattai, stupendolo.

-Cos’è questo, un ricatto? Poi mi dirai perché sei gelosa di me?-

-No-

-Allora non se ne fa niente, resteremo qui finchè non me lo dirai-

-Nemmeno sei io dovessi andare in bagno?- chiesi, innocentemente. Ero consapevole di spararle grosse, ma il mio cervello lavorava meglio del solito, anche se ero in presenza di Damon Salvatore. Infatti lui mi guardò a metà tra il divertito e il sospettoso, mentre cercava di capire dove volessi andare a parare.

Ma proprio in quel momento Elena Gilbert irruppe in casa, quasi scardinando la porta, che sbattè con forza contro la parete.

-Che stai facendo?- ringhiò. Ma stava parlando con me o con il suo ragazzo?

-Piccola… non ho parole abbastanza brutte ed offensive per descriverti, McCollough. Come ti sei permessa?-

-Hai la coda di paglia, Gilbert? Perché reagisce così solo chi ha qualcosa da nascondere- dissi, senza scompormi.

-Ma che stai dicendo?-

-Ho semplicemente detto ciò che pensavo. Non mi aspettavo che tu accettassi il mio punto di vista, anzi, mi sarei stupita del contrario. Tu non vuoi mai essere contraddetta, giusto? Non vuoi essere vista come la cattiva ragazza che fa soffrire chi le sta intorno. Invece che far star male solo uno tra Stefan e Damon, li tormenti con la tua indecisione e affliggi anche me-

-E posso sapere il motivo di questa tua afflizione?-

-Non credo proprio, mia cara. Vedi, se fossi stata veramente mia amica, avresti capito di chi mi ero innamorata, invece di prendere su di te tutta l’attenzione maschile-

-Tu sei innamorata? E da quando?- chiese Elena, stralunata.

-Visto? È proprio quello di cui stavo parlando prima sei egoista ed egocentrica, in più sei cieca verso i tuoi difetti, ma sai usare benissimo la tua bellezza per oscurare tutte noi. Sappi che d’ora in poi non ho assolutamente intenzione di farmi scavalcare da te, Gilbert. Adieu- dissi, mettendo fine al discorso.

-E adesso, se voleste essere così gentili da uscire da casa mia, ve ne sarei davvero grata- aggiunsi, fermando Stefan con lo sguardo.

Piano piano si formò una piccola processione che conduceva fino alla porta e finalmente rimanemmo soli.

-Mi dispiace Bonnie. Non era mia intenzione…- cominciò Stefan. Alzai una mano, fermandolo.

-Va bene così, Stef, va davvero bene così. Sono stanca, tanto stanca. Mi accompagneresti in camera mia?- chiesi.

-Ma certo, milady. Se vuole essere così gentile da darmi il suo braccio, l’accompagno molto volentieri- disse, scimmiottando l’antico nobile quale doveva essere stato.

Mi scappò un risolino al pensiero del mio migliore amico in abiti cinquecenteschi, con tutti quei fronzoli che piacevano tanto ad Elena e che io odiavo. A pensarci bene, facevo finta che mi piacessero per compiacerla, ora volevo solo essere quanto di più lontano c’era da lei.

Stefan mi guardò curioso, ma si trattenne dal chiedere, e lo apprezzai molto.

-Sai, prima stavo per dare uno schiaffo ad Elena- dissi, senza nemmeno pensare. Stef girò di scatto la testa, le labbra leggermente socchiuse.

-Non ho altre parole per descrivere come mi sento adesso se non “stanca” e “libera”. Anzi, aggiungerei anche “felice”-

-Sai, io lo sapevo. Di chi eri innamorata- sussurrò lui.

-L’ho capito quasi subito, ed era praticamente impossibile non vedere la tua espressione quando lo guardavi e quella luce triste quando lui fissava estasiato Elena. Sono sorpreso dal fatto che lei non se ne sia accorta- continuò.

-Non sei obbligato a sostenermi, Stefan! – gridai quasi – Nessuno lo è!-

-Ti supporto perché hai ragione, Bonnie, non per altri motivi. Ti ha così distrutta che non riesci neppure ad accettare un aiuto e dire grazie?-

-Grazie- sussurrai.

-Adesso devo andare. Domani vengo a trovarti- disse Stefan, abbracciandomi. Ma perché non mi ero innamorata di lui invece del fratello cattivo?

Rimasta sola, avvertii il bisogno quasi fisico di ascoltare di nuovo quella canzone. Con lentezza religiosa infilai di nuovo le cuffie nelle orecchie e scorsi la playlist.

“Eccola”.

Play.

-We clawed, we chained our hearts in vain, we jumped, never asking why. We kissed, I fell under your spell a love no one could deny. Don’t you ever say I just walked away, I will always want you. I can’t live a lie, running for my life. I will always want you…-

 

 

Spazietto dell’autrice:

Eccoci alla fine! Mi è piaciuto tantissimo scrivere di Bonnie e Damon, e posso dire di essere una Bamon, non proprio convintissima, ma abbastanza per shipparli in tutte le storie che scriverò su questo fandom.

Tutte le parole in corsivo che Bonnie pensa o canta sono le frasi della canzone “Wrecking Ball” di Miley Cyrus, che penso la rispecchi tantissimo in questo contesto.

Adesso vado, perché non ho più niente da dire su questa One-Shot, spero solo vi sia piaciuta.

Baci

Fire

   
 
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