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Autore: Fuocqua    10/05/2008    4 recensioni
Dopo "Ai confini del mondo" ecco quel che, secondo me, è capitato. Ecco a voi Alex e Myx, i due figli di Jack e Tia Dalma
Genere: Parodia, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hector Barbossa, Jack Sparrow, Joshamee Gibbs, Lord Cutler Beckett, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due giovani figure si stagliavano sopra al tetto del teatro, erano due ragazzi, due gemelli, di circa diciassette anni, un maschio e una femmina. Il primo si chiamava Alex, aveva lunghi capelli neri assai increspati, una fascia rossa gli cingeva la fronte, lo sguardo era stralunato, la carnagione mulatta, indossava una camicia blu, dei pantaloni di lino più o meno bianchi e scarponi di cuoio. Il nome della sorella era Myx, d’aspetto simile al fratello, braghe e stivali erano uguali, la bandana e la camicia, alquanto scollata, avevano colori invertiti rispetto a quelli di Alex. Entrambi scrutavano la piazza sottostante, ad un tratto la ragazza indicò un uomo ben vestito che era appena uscito dalla banca della città e disse: “Guarda! È lui, se vogliamo una nave è l’unico che ce la potrà procurare. Ricordi quello che devi dire, vero?”
“Ovvio. Non ti preoccupare, so benissimo quel che ho da fare.”
“Allora andiamo.” Con un salto i due fratelli si lanciarono e atterrarono sulla piazza senza farsi notare da alcuno, poi s’avvicinarono velocemente all’uomo e Alex iniziò a parlare: “Governatore Lord Beckett.”
“Sì?” disse l’uomo con aria di sufficienza, il ragazzo proseguì: “Vorremmo parlarle in privato, d’un nemico che abbiamo in comune.”
“Giovanotto, sono il governatore di Port Royal, non ho tempo da perdere con stupidaggini…. Quale sarebbe questo fantomatico nemico comune?”
“Jack Sparrow, il Capitano.” rispose Myx. Gli occhi di Beckett s’illuminarono stupiti e disse: “Parliamone in privato, venite con me nel mio ufficio, se quel che dite è vero, allora potremmo fare affari, io e voi.” Tutti e tre si diressero nel palazzo del governatore, entrarono poi in un grande studio, il Lord si mise a sedere dietro alla propria scrivania e cominciò dicendo: “Dunque, voi conoscete Sparrow, dunque?” Mix gli rispose: “Sì, le offese che ha lanciato contro la nostra famiglia sono innumerevoli e io ed il mio gemello vogliamo ucciderlo. Vi basti sapere questo.” Poi Alex aggiunse: “Sappiamo dove si trova, in Canada, ma non sappiamo come arrivarci, per cui vi chiediamo di offrirci una nave.” Beckett li scrutò un attimo, poi dichiarò: “Avete l’aria di essere dei pirati, come vi chiamate?” i due giovani si guardarono un attimo, poi il ragazzo gli rispose: “Io mi chiamo Alex, lei è Myx. Potete controllare finché vi pare, ma non troverete nulla di male sul nostro conto, la nostra fedina penale è pulita. Vogliamo solo vendicare l’onore tradito della nostra famiglia……. Se il nostro aspetto non risulta come quello borghese è solo perché siamo caduti da anni in disgrazia per colpa del suddetto nemico.”
“Voglio esser buono e credervi. Vi darò una nave, ma il mio fido Mercer verrà con voi.” I due fratelli parvero esitare, poi annuirono. “Bene, allora presentatevi domattina al porto.” Myx e Alex si congedarono, andarono poi nella locanda in cui alloggiavano, si sedettero ad un tavolo e iniziarono a parlare. “Ottimo! Abbiamo, finalmente, una nave…… Sai che cosa significa questo, fratello?”
“Certo: che presto troveremo Jack, quasi non ci credo, dopo tanto tempo possiamo finalmente rintracciarlo.”
“Già, la mamma ci ha proibito di cercarlo, ma ora che lei s’è liberata dal suo corpo, possiamo fare ciò che ci pare……… Finalmente conosceremo nostro padre.”
“Shhh, zitta!” l’ammonì Alex “Se qualcuno scopre che siamo i figli di Sparrow, qui rischiamo seriamente.”
“Sei un idiota! M’hai appena detto di non dire una cosa che poi hai subito sbandierato.”
“Ma non l’ha sentito nessuno.”
“Ne sei certo? Leggi nella mente di quell’uomo, quello solo, due tavoli più in là rispetto a noi. È Mercer, quello di cui parlava Beckett.” Alex fissò l’uomo, si concentrò un attimo, poi, parlando non più in inglese ma in una lingua caraibica, esclamò: “Per il Mar Caspio e lo Ionio! Non ci credo, ha sentito! Ora lo andrà a dire a…”
“Sì, ma non credo ci faranno arrestare, quell’idiota di Beckett desidera più di ogni altra cosa far fuori nostro padre, per cui ci permetterà di trovarlo per poi arrestarlo e ucciderlo. Fingiamo di non saperne nulla, li semineremo al momento più opportuno.”
“D’accordo. Il problema è che non sappiamo quali siano i nostri reali poteri nel mare…… Nostra madre poteva far di tutto, ma noi? Ci ha insegnato la magia di qualsiasi tipo, tranne quella che più ci apparteneva.”
“Probabilmente proprio perché è intrinseca nella nostra natura non abbiamo bisogno di impararla.”
“Va bhe, oramai quel che sarà, sarà. Andiamo a dormire, che è meglio, domattina ci attendo un duro viaggio.” concluse Alex, dopo di che andarono a dormire.
“Sei certo d’aver sentito bene, Mercer?” Chiese freddo Lord Beckett al suo fedele amico che gli rispose: “Più che sicuro, le mie orecchie hanno esattamente sentito quel che vi ho detto. Quei due sono i figli di Sparrow! Quali sono i vostri ordini? Li faccio arrestare?”
“No, non ancora almeno. Loro ci guideranno da Jack e sarà allora che arresterai il padre e i figli…….. sarà una bella impiccagione di famiglia.” ordinò Beckett mentre un sorriso gli si allargava lungo le labbra.
Il giorno dopo il veliero con a bordo Alex e Myx, capitanato da Mercer, partì da Port Royal e navigò per qualche giorno prima di giungere alla vista di Tortuga. Myx era appoggiata sul parapetto della nave e fissava l’isola, quasi ne fosse stata incantata, infatti arrivò il fratello che la chiamò, ma lei non gli rispose, allora la scosse bruscamente chiedendole: “Oh, ci sei?”
“Ci sette.”
“Ci otto.”
“Affondata!” scoppiarono a ridere; improvvisamente un marinaio iniziò a gridare: “Aiuto! Aiuto! Facciamo acqua! Presto alle scialuppe!” I due gemelli si fissarono stupiti, poi Alex propose: “La Tortue non è molto lontana, la raggiungiamo a nuoto?”
“Ma sì, dai, vediamo se un chilometro a nuoto la riusciamo a fare tranquillamente oppure no.” Detto ciò si gettarono in acqua e, tranquillamente, quasi portati dalla corrente, giunsero sulla spiaggia senza alcuna difficoltà. Si misero poi in cammino e attraversarono una lunga spiaggia prima di arrivare al porto e alla città, una volta lì si ritrovarono in mezzo a centinaia e centinaia di pirati, erano tutti ubriachi o allegri o tristi, soddisfatti o col morale a terra, ad ogni modo erano filibustieri e quello era il loro regno. “Alex, che facciamo? Siamo da capo: senza una nave.”
“Non ti preoccupare Myx, qui a Tortuga ci dovrebbe essere un vecchio amico di papà: Gibbs, vero?”
“Hai ragione!” pensò un attimo “E credo di sapere dove si trovi…… Seguimi, ho percepito la sua presenza.” I gemelli attraversarono varie vie, evitando le diverse risse, infine trovarono quella vecchia sagoma di Gibbs seduto su di un tronco intento a tracannare rhum. Il vecchio lupo di mare guardò un attimo i due giovani che gli stavano venendo in contro, quasi si strozzo con la bevanda ed esclamò: “Numi del cielo! Ho bevuto troppo! Mi par di vedere il buon Jack quand’era giovane!”
“Calmati Gibbs, non hai le traveggole.” Lo rassicurò Alex, ma incredulo Johasmee riprese: “Se non altro ci vedo doppio! Jack, hai trovato la fonte della giovinezza?”
“Non sono Jack!” esclamò l’altro, la sorella furiosa: “E io sono una femmina!” Poi Alex si prese la briga di spiegare chi erano e che cosa volevano, dopo qualche attimo di perplessità Gibbs domandò: “Ma…ma vostre madre è lei? La stregonessa voodu? Tia Dalma?”
“Sì, come lo sai?” chiese stupita Myx, “Eh, Jack ma l’aveva raccontato d’aver fatto conoscenze profonde di Tia…… Avete dunque deciso di congiungervi con vostro padre? Bene, solo che una nave vera e propria io non ve la posso offrire, se v’accontenterete d’una barcaccia, potremmo partire domattina stessa.” E così la mattina seguente il trio partì alla volta del Canada. Viaggiavano da diversi giorni, corrente sempre favorevole, quando avvistarono la Perla Nera “Lì, ora, c’è Barbosa, ah quanta fatica ha fatto vostro padre per riprendere quella nave, e dopo poco tempo l’ha persa nuovamente.” I due gemelli si guardarono pensando al nome di Barbossa, poi esclamarono: “Lo zio Ector!” Gibbs si stupì, allora Myx spiegò: “Quando mamma lo riportò in vita, Ector passò molto tempo nella nostra capanna e, non sapendo come definirlo, lo iniziammo a chiamare zio.”
“Dai, andiamolo a trovare! Magari ci facciamo dare un bel passaggio.” La zattera in un baleno fu al fianco della Perla Nera e i due gemelli, levitando, salirono a bordo della nave pirata. Capitan Barbossa, nel vedere i due giovani impallidì e con un fiato di voce disse: “No! Loro, no!” Poi lasciò il timone a Cotton e con grandi passi attraversò il ponte urlando: “Non ho intenzione di avere degli Sparrow a bordo della mia nave!”
“Zio Ector!” esclamarono entusiasti i ragazzi. “Non vi voglio a bordo! Se vostro padre è una spina nel fianco, voi siete molto peggio!”
“Ma dai, cosa abbiamo mai fatto di male?” chiese Alex “Voi, voi…… voi avete esattamente lo stesso atteggiamento che ha Jack, ma siete ancor più fastidiosi per via dei poteri di vostra madre!”
“Appunto, se non vuoi i poteri di Calipso rivoltati contro di te, tienici a bordo! Infondo dobbiamo solo andare in Canada.” gli disse Myx. “Cosa? In Canada? Io non ci vado di certo!”
“Suvvia, una piccola deviazione non sarà nulla. Dai fai salire pure Gibbs e partiamo.” Alex aveva ereditato tutto il carisma del padre e già la ciurma gli stava dando retta. Barbossa si rassegnò e sbuffando disse fra sé e sé: “Ma pensa un po’ se Sparrow doveva avere dei figli. Non bastava lui, ora pure questi…… Ma cos’ho fatto di male per meritarmi tutto questo?”


Nel frattempo, su una piccola isola del Pacifico, il Capitano Teague finì la canna che si stava fumando, poi richiamò i capitani della sua flotta e disse: “Gli equilibri stanno mutando. È ora di metterci in marcia per fare il nostro dovere.”

[NdA scusate il mio insulso francese, molto maccheronico.] Contemporaneamente, in Canada, nella penisola di Terranova, Jack avanzava tranquillo attraverso una foresta, lo seguivano due pirati Francesi che continuavano a spaventarsi per ogni nonnulla, il primo diceva: “Messieur Jake Sparròw….”
“Capitan Jack Sparrow! Insomma piantatela di pronunciarlo alla francese.”
“Ma noi siamo Franscesì.”
“E questo postò è terrificantò. Porquà dovom venir di qua? È pienò di pericolì.” aggiunse l’altro. Jack li guardò compatendoli e disse: “Ora inizio a capire perché Capitan Chevalle vi abbia epurati dal suo esercito e gettati a mare…… proseguite e abbiate fede nel Capitan Jack Sparrow, vi porterò al tesoro più grande del mondo, a cui soltanto una persona, che io sappia, è arrivata: la fonte della giovinezza.” Queste parole misero un pizzico di coraggio nei due pirati, si chiamavano Luis e Fransis, erano stati trovati da Jack su una piccola isola, dov’erano stati abbandonati dal loro precedente capitano. Sparrow, inizialmente, era stato titubante, non voleva portarsi appresso degli imbranati del genere, ma d’altra parte lo stare solo con se stesso aveva iniziato a scocciarlo (sempre circondato da tante copie di sé!) e poi un paio di lame o carabine in più non gli dispiacevano di certo. Il trio era così giunto in Canada dove aveva iniziato la faticosa ricerca, avevano attraversato vari luoghi, non molto pericolosi, ma che avevano ugualmente spaventato i due Francesi, Jack iniziava a pensare che sarebbero solo stati delle palle al piede.

Intanto le giornate a bordo della Perla Nera trascorrevano monotone e i due giovani Saprrow si annoiavano terribilmente; infatti Barbossa era da un po’ di tempo che aveva iniziato a limitare gli abbordaggi e i saccheggi, da quando non era più immortale aveva cominciato a badare di più alla propria vita. Una notte Capitan Barbossa stava dormendo tranquillamente, stava facendo uno splendido sogno, quando il rombo di una bordata lo fece svegliare di soprassalto. Scese subito dal letto, s’infilò in fretta e furia stivali e cappello, poi salì sul ponte, gettò un’occhiata sull’albero maestro e vide la bandiera inchiodata, scrutò un attimo l’orizzonte e capì che il nemico era una nave della compagnia delle indie occidentali. Ma chi diavolo aveva dato inizio all’attacco? Si domandava Barbossa, la risposta giunse poco dopo, infatti Alex stava urlando: “Fuoco, fuoco! Fate tuonare i cannoni, mostrate loro chi sono i pirati!” il Capitano s’irritò: come si permetteva quel ragazzino di dare ordini sulla sua nave? E soprattutto come osava attaccare un veliero senza il suo permesso? Avventato ed irriverente proprio come suo padre! Poi Barbossa guardò chi ci fosse al timone e, come d’altra parte s’aspettava, ci trovò Myx che puntava ad affiancare la nave inglese. “Fermi! Fermi tutti! Che diamine vi prende? Io sono il Capitano, dovete obbedire a me soltanto! Perché state dando retta a questi ragazzetti?” La sua voce venne sovrastata da quella di Myx che, affidato il timone a Cotton, aveva preso in mano un rampino e gridava: “Presto, presto, all’arrembaggio!” e già i pirati si slanciavano sulla tolda nemica, mentre Barbossa sconsolato si diceva: “Stupidi e avventati!” Nel frattempo Myx e Alex erano già piombati sul ponte del vascello e coi fioretti alla mano avevano già iniziato a infilzare i soldati dell’equipaggio avversario. Myx stava duellando con il tenente, le lame si incrociavano con maestria ma, ad un tratto, il fioretto della giovane volò via e lei si ritrovò il ferro nemico puntato al collo. Un colpo di pistola. Il tenente cadde a terra con la tempia che zampillava sangue. Myx si voltò verso la Perla Nera e vide Barbossa che soffiava sulla carabina fumante.
Alla fine dell’attacco tutti i tesori presenti nella stiva del veliero inglese erano stati trasferiti in quella della Perla Nera. La ciurma era sul ponte, mentre Capitan Barbossa stava violentemente rimproverando i due giovani “Dunque, voi siete solo passeggeri sulla mia nave. Io sono il Capitano, per cui con quale autorità avete dato il via ad un attacco?”
“Ma Ector, abbiamo vinto.” Mugugnarono i due gemelli. “Non m’importa il risultato! E poi, smettetela di chiamarmi Ector! Io per voi, come per qualsiasi altra persona, sono il Capitan Barbossa! M’avete stufato fin troppo per un po’ starete consegnati nelle prigioni. Pintel, Raggetti, portateli nella stiva, subito!” i due pirati afferrarono i ragazzi e li trascinarono sotto coperta. Gibbs iniziò a protestare: “Ma….ma…. Capitano, sono i figli di Jack!”
“Proprio per questo è meglio limitare le loro azioni.”
“Però……”
“Mastro Gibbs, se ci tenete ad essere il nostromo di questa nave, cessate immediatamente di contestare gli ordini del Capitano, non andate contro il codice.”

Capitan Jack Sparrow, intanto, dopo aver attraversato sterminate foreste, giunge finalmente alla tanto sospirata Fonte della Giovinezza. Appena vide le agognate limpide acqua si voltò verso i suoi due compagni di viaggio e annunciò: “Luis, Fransis, eccoci!” poi notò che i due Francesi stavano puntando le proprie carabine contro di lui “Fransis, Luis! Ma che fate? D’acqua ce n’è abbastanza per tutti. Mettete vie quelle armi.”
“Spiasont Jake, noi lavoriamò ancora per messieur Capitan Chevalle.” disse Fransis, poi Luis spiegò: “Il nosterò Capitanò sapeva che eri sulle traccè del la Font de la Jiovinezz, per cui ha incaricato nos de segiurtì pro trovar la Font e far strdà a lui.” Subito dopo Fransis colpì con forza Jack, che non ebbe il tempo di reagire, con una pietra, poi lo legarono. Qualche giorno più tardi arrivò, con tutto il proprio seguito e l’accampamento mobile, con tanto di bestiame, il Capitan Chevalle che, tutto contento, andò incontro ai propri pirati, spie, e disse loro: “Complimont, complimont! Finalmont eccoscì junti a questo gran tesor. E vedò che avete catturatò Jake Sparròw.”
“Capitan Jack Sparrow!” protestò lui, anche se legato, con la solito veemenza. “Capitanò? Capitanò di cosa? Riconoscilò, sei sempre e solo statò un incampasce approfittator! Ma non ho voglià di perdere tempò con te e rovinarmi la joia d’aver trovatò la Font per cui….. Uomini jettatelo nel recintò dei porci, assieme ai suoi simili.”
pensava Jack

La Perla Nera correva lungo la distesa salata quando si vide circondata da non poche navi della Marina Militare, una di queste segnalò di voler parlamentare, Barbossa lasciò che s’avvicinasse, poi sul ponte di questa si fece largo Lord Beckett che a gran voce chiese: “Chi è l’attuale Capitano della Perla Nera?”
“Io.” Affermò con decisione Barbossa, ultimamente la sua autorità veniva discussa troppo spesso. “Che cosa volete da noi, Lord Beckett? Se è la battaglia che cercate, sarete accontentati.”
“Se è possibile preferirei non arrivare ad usare i cannoni.”
“Che cosa volete, dunque?”
“Abbiamo recuperati alcuni superstiti della nave che avete catturato giorni orsono, ci hanno riferito che trai tuoi pirati vi erano anche i due figli di Jack Sparrow. Voi confermate?”
“Sì, purtroppo. Dunque che cosa vuoi?”
“Per oggi non affonderò la vostra nave, se voi mi consegnerete i figli di quell’avanzo di galera. Quindi qual è la vostra risposta?”
“Consegnarvi i figli di Sparrow? Metterli nelle mani del peggior nemico di loro padre? Liberarmi di loro pur di salvare la mia nave? Ci sto, molto volentieri. Pintel, Raggetti, consegnate Myx e Alex a Beckett, Cotton, inverti la rotta.”
I due gemelli si trovavano nell’ufficio-cabina di Lord Beckett che diceva loro: “Avete idea di quanto io odi vostro padre? Quel degenerato me ne ha combinate tante, troppe. Ha mandato a monte gran parte dei miei piani…… non c’è cos ch’io desideri di più che vederlo pendere da un pennone, con un metro di orda al collo. Ma mi è sempre riuscito a scappare! Ora, però, confido di riuscirlo a catturare, avendo voi prigionieri.” Li scrutò un attimo poi aggiunse: “Siete così simili a lui…… probabilmente farò uccidere anche voi, infondo siete pirati. Avete qualcosa da dire?” Alex, sprezzante, gli disse: “Dimentichi che noi siamo Sparrow, nessuno della nostra famiglia è mai stato ucciso e non sarai di certo tu a riuscirci.” Myx continuò: “Per quanto il tuo rancore verso nostro padre sia grande, c’è qualcosa che desideri maggiormente, non è vero? La brama di potere ti consuma dall’interno.”
“E con ciò? Il fatto che voi sappiate che cosa io voglia, non vi salverà.”
“Ma noi possiamo aiutarti ad ottenere ciò che agogni, vero Alex?”
“Già. Lord Beckett, garantiscici la libertà e noi ti daremo aiuto per il dominio dei mari.”
“Voi riuscireste a far questo?” Alex, senza saperlo, pronunciò le stesse parole che il padre aveva utilizzato diverso tempo addietro: “Ti permetto d’ucciderci, ma non d’insultarci! Chi siamo noi?” Beckett li guardò come per dire: “I gemelli Sparrow!”
“Ah…. Pieni di sé proprio come Jack…… Ma ditemi, come potreste, voi, avere potere sull’oceano?”
“Nostra madre” spiegò Myx “ è la grande dea Calipso.” Beckett rimase sbigottito: “in questo caso, sarete tenuti ancor più sotto controllo. Mercer! Vieni dentro e fa condurre questa feccia nelle prigioni. Sorvegliati a vista notte e giorno.” E così fu.

Qualche giorno dopo, la vedetta avvistò una barcaccia in mezzo alle onde, immediatamente l’affiancarono e, a forza, trascinarono il passeggero a bordo del veliero di Beckett, infatti l’uomo sulla baleniera altri non era che il Capitan Jack Sparrow. Appena lo vide il Lord esclamò: “Guarda che cosa hanno raccattato i miei uomini: un relitto, uno scarto della società. Andavi di nuovo per mare su una zattera, proprio come la prima volta che ti incontrai, eh Jack?”
“Capitan Jack Sparrow! Quante volte lo dovrò ripetere, prima che mi sia data retta?”
“Capitano di che cosa? Quanto sei patetico, Jack.”
“Chi lo dice lo è cento volte più di me, vero Cuttler?”
“Specchio riflesso!”
“Rosso, blu, non vale più!”
“Patetico e infantile, ecco come sei.”
“Dimentichi di dire: intelligente, astuto, coraggioso….”
“Privo del senso della misura, non capisci mai quando è il momento di tacere. Uomini, perquisitelo e portatemi i suoi effetti personali.” A Lord Beckett furono consegnate la spada e la carabina di Jack (e fin qui nulla di pericoloso), una borraccia, la bussola e la mappa dello zio di Sao Feng. Il capo della Compagnia delle Indie bevve un sorso da quella borraccia, poi esclamò: “Strano, è acqua, credevo che tu bevesi solo rhum.” Jack era impallidito quella era l’acqua presa alla fonte dell’eterna giovinezza! Poi Beckett prese la mappa, l’osservò e subito intuì di che cosa si trattasse…… sorrise intensamente, pieno di gioia, finalmente aveva in mano tutto ciò che gli occorreva per realizzare il proprio sogno d’ottenere il potere assoluto ed incontrastato…… “Gettatelo nella stessa cella degli altri due prigionieri. Sarà felice di conoscere i propri figli.”
“Fi-figli? Che cosa stai dicendo, Beckett? Io non ho figli…”
“Dovevo immaginare che tu non ne sapessi niente, ma sono certo che loro ti sapranno spiegare.”
I tre Sparrow si ritrovarono, dunque, prigionieri di Lord Beckett. “Tu sei il Capitan Jack Sparrow?” domandò incredulo e felice Alex non appena vide il padre “Certo che è lui!” ribadì Myx ed entrambi si gettarono al collo di Jack esclamando: “Papà!”

  
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