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Autore: NapalmNoir    10/12/2013    1 recensioni
Solamente uno sfogo viscerale.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensavi di avercela fatta? Lo pensavi veramente? Stupido! Anzi, patetico! Adesso strisci come un verme allontanandoti dai tuoi problemi. Sei sempre stato bravo a scappare quando non ce l'hai più fatta, non è vero? Volevi ricominciare da capo. Accontentato. Adesso? Che problema c'è? Non stai facendo quello che avevi sempre voluto? E allora?
Stupido!
Volevi quello che avevano tutti gli altri. Quello che gli altri riuscivano ad avere senza il minimo sforzo. Ma tu non sei come gli altri. Non lo sei mai stato e mai lo sarai. Solo che te lo eri scordato. E ti sei spaccato di nuovo la testa.
E inizi a sentirlo. Senti che si stanno incrinando le sbarre della gabbia che hai costruito nella tua testa. E loro non aspettano altro che uscire. Lo senti! Senti le loro braccia allungarsi verso di te; senti le loro dita sfiorare il tuo volto. Iniziano già a lasciarti dei tagli con le loro unghie...
Loro sono avidi e insaziabili! Sanno aspettare in silenzio per anni, prima che escano di nuovo e vengano a prenderti dietro tutti i muri che hai costruito per difenderti.
L'ultima volta lo sai cosa è successo. Per digerire tutto il dolore hai perso metà fegato. Ma adesso hanno ricominciato a fottere con i tuoi pensieri. Segnali di fumo troppo difficili da cogliere. Sciarade con incognite mancanti.
Inizi a sentire il veleno che vomitano nella tua anima scorrerti nei ventricoli. Respirando deglutisci incubi che per poco ti spezzano il costato.
Le schegge della vergogna ce le hai ancora conficcate nella pelle.
Vieni divorato di nuovo dagli stessi ghigni.
Lo sai a cosa vai incontro. Tu non sei Maciste. Non lo sei mai stato. Quel peso ti ha sempre schiacciato, come un insetto. E hai dovuto fare scelte al limite e accettare dei compromessi vili solo per sopravvivere. Eri convinto di aver lasciato tutto alle spalle. Ma vedi? Bastava solo che tu abbassassi la guardia. Eppure lo avresti dovuto sapere che loro stanno sempre in silenzio aspettando un tuo momento di difficoltà.
Non serviranno più le tue parabole infinite; i tuoi voli pindarici sopra mari di metafore; schematizzare emozioni in sintassi e punteggiatura. Sei da solo: tu... nudo, spoglio... davanti la gabbia.
Gli stessi coltelli nelle stesse ferite. Le stesse cicatrici riaperte. Pensavi che non sarebbe successo più. In fondo, appartenevano a due estremi diversi i tipi che avevi avuto di fronte. Ma la storia è circolare, e nel cerchio gli estremi si toccano.
Non potendo fare altro ricopri la tua nuda debolezza con articolate espressioni a te estranee rubate agli scrittori e sembri un genio quando fai la parte dell'inetto.
Adesso ti guardi allo specchio, ma non riesci a cogliere più niente oltre le tue pupille... Sei diventato il carnefice di te stesso...
Non ti resta che la rabbia.
La rabbia è l'unico palliativo.



"Non soltanto non sono stato capace di diventare cattivo, ma non sono riuscito a diventare niente di niente: né cattivo né buono, né un mascalzone né una persona perbene, né un eroe, né un insetto. Adesso tiro a campare nel mio angoletto, rodendomi e cercando consolazione nell'idea maligna e perfettamente inutile che una persona intelligente non può mai diventare sul serio qualcosa, e che soltanto gli sciocchi ci riescono."  
  
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