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Autore: f9v5    10/12/2013    5 recensioni
[Gijinka no furry] [AU] [Shadow/Galaxina]
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-Hai centrato perfettamente il punto. Ho pensato di chiedere a te perchè l’insicurezza mi sta uccidendo, non so più che pensare.- annunciò mettendosi le mani nei capelli.
Rouge sembrava assorta nella sua attività, ma un occhio attento avrebbe notato che aveva prestato una precisa attenzione a tutte le parole della ragazza più giovane.
-Toglimi una curiosità: cosa sai di lui?- chiese ad un certo punto.
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So che è una crack pairing bestiale, ma a me piace.
La citazione ad inizio capitolo è per ciò che succederà alla fine, ammetto che questa storia doveva essere più corta, ma poi ha finito per diventare così'.
Spero vi piaccia, arrivederci.
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Rouge the Bat, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Mobius High School'
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Chi non è geloso anche delle mutandine della sua bella, non è innamorato.

                                                      (Cesare Pavese)

 

 

Galaxina aveva moltissime certezze e convinzioni: era certa che sua sorella si perdesse completamente nel suo mondo alla minima distrazione, o se c’era Tails di mezzo; era certa che, per quanto potesse provarci, non sarebbe mai riuscita a cucinare dei dolci che potessero, anche solo lontanamente, ritenersi commestibili, la settimana che Espio passò in ospedale dopo averne assaggiato uno era più che sufficiente come prova; era certa anche che, come diretta conseguenza della convinzione precedente, Espio, da quel momento, sarebbe sempre stato guardingo nei suoi confronti.

Era una lista molto lunga, ad ogni modo.

Ma c’era un’incertezza, un punto interrogativo che stazionava fisso nella sua mente e la tormentava senza sosta: Shadow!

Da quando si erano fidanzati aveva sempre avuto paura che per lui lei non fosse altro che una distrazione, una storia temporanea e che dopo un po’ di tempo si sarebbe stancato di lei e che l’avrebbe lasciata freddamente, spezzandole il cuore.

Aveva imparato a conoscere il suo ragazzo in quei tre mesi da cui era cominciata la loro storia e pensava di sapere abbastanza di lui per credere che non l’avrebbe mai usata.

Ma c’era una fastidiosa pulce che rimaneva nel suo orecchio, a tenere viva la paura che l’ipotesi negativa fosse quella giusta e non solo una sua paranoia.

A rigor di logica, era convinta anche che la causa della sua incertezza fosse sempre lui: così chiuso, così freddo, ma così, non riusciva a negarlo, dannatamente affascinante. Ma restava il fatto che, per quanto bello e misterioso, non avrebbe avuto alcuna remora a dirgliene quattro (e a mollargliene cinque) in faccia se avesse davvero scoperto che con lei si stava solo divertendo.

Sperava solo che quest’eventualità non dovesse verificarsi.

Ma come capire i pensieri e lo stato d’animo di una persona imperscrutabile? E, soprattutto, come fare perché lui non sospettasse che lei sospettasse di lui (l’aveva capito, lei, che Shadow prestava la massima attenzione ad ogni cosa e non si faceva fregare facilmente)?

“Pensa, Galaxina, pensa: come fare a capire i suoi sentimenti senza fargli sospettare nulla? Accidenti deve esserci un modo per…”

-Signorina Galaxina, se non è troppo impegnata a fantasticare, sarebbe così gentile da venire a risolvere il problema?- rapida e fastidiosa, come lo sgommare violento di un’auto da corsa, giunse alle sue orecchie la voce del professore, che la invitava con sguardo sadico ad andare alla lavagna a risolvere quello che sembrava un’accozzaglia di numeri, incognite e figure non ben identificate.

“…Porca vacca!”

 

 

-In pratica mi stai dicendo che ti stai facendo un numero abnorme di seghe mentali perché non sei sicura che il tuo ragazzo ti ami, ho capito bene?- commentò svogliatamente Rouge, continuando a limarsi le unghie, apparentemente disinteressata.

Considerando che era la migliore amica di Shadow, Galaxina aveva pensato che fosse una buona idea chiedere all’albina e le aveva dato appuntamento nel giardino della scuola (i fiori l’avevano sempre aiutata a rilassarsi… quasi sempre).

Lo conosceva da più tempo è sicuramente meglio di lei, voci di corridoio (mai confutate) sostenevano addirittura che lei e Shadow avessero avuto una storia in passato.

Indipendentemente che fosse vero o meno, Rouge era sicuramente la persona più adatta a cui chiedere.

-Hai centrato perfettamente il punto. Ho pensato di chiedere a te perchè l’insicurezza mi sta uccidendo, non so più che pensare.- annunciò mettendosi le mani nei capelli.

Rouge sembrava assorta nella sua attività, ma un occhio attento avrebbe notato che aveva prestato una precisa attenzione a tutte le parole della ragazza più giovane.

-Toglimi una curiosità: cosa sai di lui?- chiese ad un certo punto.

-In che senso, non capisco.-

-Cosa sai del suo passato? Dimmi tutto quello che sai di lui, cerca di non tralasciare nulla.- la esortò Rouge, continuando a limarsi le unghie, ma il suo tono di voce e il suo sguardo erano estremamente seri, chiaro che non stava sottovalutando l’argomento.

Galaxina deglutì nervosamente, non aveva mai parlato con nessuno di ciò che Shadow le confidava, ma, considerando che si trattava di Rouge, avrebbe anche potuto fare un’eccezione.

-Beh, mi ha parlato del fatto che non ha avuto un’infanzia molto felice, anzi, tanto vale dire traumatica: sua madre era morta molto presto, suo padre ere un pazzo che non faceva che ubriacarsi e picchiarlo ogni giorno senza ragione. Sai, quando me ne ha parlato, ho visto il suo sguardo spegnersi, era come se rievocare quei ricordi lo facesse sentire come privo dell’alito vitale.-

Aveva gli occhi lucidi, Rouge lo aveva notato.

-Poi sembrò che le cose fossero destinate a migliorare: ha conosciuto Maria. Mi disse che in lei aveva trovato qualcosa in più di un’amica, una sorella. C’era una luce che brillava nei suoi occhi in quei momenti, la vita che aveva perso durante l’infanzia l’aveva ritrovata grazie a lei. Certo, non divenne un allegrone, dopo tutto non lo è mai stato, però Maria aveva fatto in modo che lui non si arrendesse, lo incoraggiò ad andare avanti, ad affrontare tutti gli imprevisti che la vita gli avrebbe posto davanti. Più che una sorella, era il suo angelo custode.-

Si fermò qualche attimo per riorganizzare le idee, la parte seguente era quella che più la rattristava.

-E poi… e poi lei se n’è andata, un incidente stradale. Non c’è stato niente da fare, quando la portarono all’ospedale era già troppo tardi.- le stava tremando la voce, come se stesse vedendo la scena davanti ai suoi occhi in quel momento.

-Ok, puoi… puoi fermarti, non voglio costringerti a continuare.-

Rouge capì che per Galaxina era come un supplizio parlare di quelle cose, e pensare che lei Maria non aveva avuto neanche modo di conoscerla, se sapeva quelle cose era solo perché Shadow si era confidato con lei.

Si ricordava benissimo quali furono le conseguenze sulla psiche di Shadow: non parlava, non usciva di casa, si rifiutava di mangiare.

Aveva cercato di parlare con lui in ogni modo, ma l’aveva sempre ignorata, non andava neanche ad aprirle alla porta quando passava da casa sua e, se lo faceva, restava in silenzio totale.

Quando ritornò a scuola era schivo (più del solito) ed evitava tutti.

Si dovette aspettare che Sonic perdesse la pazienza per intravedere qualche sprazzo di cambiamento: il blu, stufo del fatto che l’amico (perché poco gli importava se Shadow continuava a negarlo, era suo amico!) si fosse chiuso a riccio (neanche a dirlo apposta ^_^), gli andò davanti e, senza dire una parola, lo colpì con un destro ben calibrato sul volto.

Ne scaturì una rissa che entrò negli annali come “La più grande catastrofe nella storia della Mobius High School!”.

Sonic e Shadow distrussero ventidue armadietti, tre muri, una rampa di scale antincendio, tutti gli attrezzi della palestra, metà delle finestre, l’aula d’informatica e mandarono a fuoco l’ufficio del preside (il preside però non era li dentro al momento del fatto, con sommo dispiacere degli studenti), senza contare i cinque bidelli e i tre insegnanti che, cercando di mettersi in mezzo per placare la furia dei due contendenti, finirono all’ospedale.

Nessuno era ancora riuscito a capire come fecero a non farsi espellere, nemmeno il trio Chaotix (come facevano Vector, che le superiori le aveva terminate da parecchio e Charmy, che era ancora un bambino, ad entrare senza problemi lo sapevano solo loro.) riuscì a venire a galla di quel mistero.

Alcuni dicono mazzette, ma Sonic e Shadow non erano così facoltosi da corrompere il preside affinché chiudesse un occhio.

Conoscendo Shadow, pensò Rouge, era più probabile che gli avesse puntato un mitra alla testa intimandogli il silenzio.

L’albina interruppe quel lungo flusso di pensieri e si voltò verso l’azzurra.

Le sembrava incredibile che Shadow si fosse confidato con lei senza esitazione.

Quando era l’albina a voler sapere qualcosa doveva estorcergliela a forza, e non sempre riusciva.

Invece con quella ragazzina non c’era stato bisogno, il moro si era confidato con lei liberamente e senza nasconderle nulla.

Non poteva essere che Shadow la stesse solo usando come passatempo, non avrebbe mai rivelato gli avvenimenti della sua vita ad una persona di cui non gli importava.

Rouge pensò di aver capito qual’era il problema reale.

-Tu hai paura… di vedere Shadow in quello stato? Se per caso dovesse ancora estraniarsi dal mondo, tu che faresti?-

La risposta dell’azzurra fu rapida e decisa.

-Non è ovvio, certo che ho paura di vederlo in quello stato! Per questo vorrei stargli vicino, farei il possibile per impedire che Shadow sia triste, non dico che deve dimenticare, solo di non lasciare che i ricordi gli impediscano di vivere, rendendolo un guscio vuoto. Non sopporterei di vederlo in quel modo.- non aveva più gli occhi lucidi, in essi Rouge leggeva solo un amore immenso.

Lei non temeva che Shadow non l’amasse, ma di non essere in grado di stargli accanto.

Ma Shadow non era mai stato uno sprovveduto, parlando con  Galaxina a cuore aperto lui si era affidato a lei, perché sapeva che era lei quella giusta.

Non c’era più niente da dire.

Rouge si alzo in silenzio, si lisciò i vestiti e andò per la sua strada, prima che l’altra ragazza la richiamasse.

-Aspetta, Rouge, quindi che dovrei fare?-

Rouge, ancora girata, si lasciò andare ad un sorriso sincero: quella ragazzina era troppo buona (era la sorella maggiore di Cosmo del resto), avrebbe potuto anche ispirarle tenerezza, ma non era mai stata il tipo.

Shadow non poteva innamorarsi di una persona migliore, era sicura che sarebbero stati bene insieme.

Poi però le venne in mente un’idea ed un sorrisetto maligno prese presto il posto di quello lieve e onesto.

Lei voleva una prova della fedeltà di Shadow?! Gliel’avrebbe data, e ci avrebbe ricavato quattro risate.

-Galaxina…- la voce mielosa e il sorrisetto tirato dell’albina le fecero venire i brividi; perché tutto ad un tratto le sembrava la persona più pericolosa dell’universo?

-Solo per sapere, tu e Shadow l’avete già fatto?- chiese senza vergogna.

Divenne tutta rossa e cominciò a torturarsi gli indici.

Non le piaceva parlare di questioni intime, la cosa la imbarazzava troppo.

-P-perché vuoi saperlo?-

-Vuoi che ti aiuti con Shadow?! Mi serve che tu mi risponda.- eppure continuava a pensare che quel sorriso falso nascondesse qualcosa di perverso dietro.

Eppure annuì velocemente.

-E… per caso ti ricordi che mutandine indossavi l’ultima volta?- chiese in seguito senza vergogna.

Se prima Galaxina era bollente, ora lo era a tal punto che un’eruzione vulcanica sarebbe sembrata un refrigerio per poveri disgraziati che avevano viaggiato sotto il sole per giorni.

-LO ABBIAMO FATTO SOLO UNA VOLTA… e c-comunque non capisco c-che c’entri adesso?- riuscì a vincere il disagio solo per qualche istante, poi riprese a balbettare.

Il sorriso malizioso di Rouge si allargò -Oh… portale domani e vedrai.-

 

 

-Ehilà Shadow, come va amico?-

Il moro sbuffò contrariato quando sentì quella voce arrivargli alle orecchie.

Che diavolo ci faceva quell’idiota lì a quell’ora presto? Di solito arrivava sempre all’ultimo secondo, poco prima che la campanella suonasse (per il gusto di sfidare il tempo, diceva lui.), quella mattina era (dannatamente) lì in anticipo.

-Fino ad un attimo fa andava bene. Che cavolo vuoi Sonic?- replicò prontamente.

-Allegro come al solito, eh? Niente comunque, volevo solo salutarti e sapere come stavi amico.-

-Io non sono tuo amico!- dichiarò seccamente.

Sonic, per tutta risposta, gli mise amichevolmente un braccio intorno alle spalle e riprese col suo solito tono gioviale e allegro.

-Si certo, tanto lo so che mi vuoi bene anche tu, amico mio.-

Altro sbuffo da parte del moro.

Tolse il braccio del blu dalla sua spalla e si incamminò per il corridoio.

Si fermarono (plurale perché quel dannato faker continuava a seguirlo) un attimo ad osservare un muro in stato di riparazione.

Sonic fece un fischio -Però, c’è ancora qualche rimasuglio della nostra “piccola disputa”… e sono passati due anni.-

Sempre rimanendo in silenzio, Shadow riprese a camminare, con il blu sempre alle costole.

Non lo avrebbe mai ammesso, ma gli era profondamente grato per avergli fatto aprire gli occhi a suo tempo, ma poteva sognarselo che glielo avrebbe detto.

C’era anche la questione di Galaxina e con lei era tutta un’altra storia, sperava solo che con lei le cose andassero meglio.

Non avrebbe mai pensato di trovare una persona che potesse fargli provare quella strana sensazione chiamata “Amore”, eppure era accaduto.

Preferì non pensarci, non perché si vergognasse di tale sentimento, piuttosto perché se Sonic avesse notato la sua espressione assorta avrebbe cominciato a fare domande maliziose e provocatorie.

Arrivarono ai rispettivi armadietti (erano vicini, Shadow malediva quel fatto ogni giorno) e li aprirono per prendere i libri che gli occorrevano (come se Sonic c’avesse mai avuto voglia di studiare, si sarebbe sicuramente addormentato sul banco come al solito).

Fu a quel punto che notò qualcosa, un indumento di pizzo di colore azzurrino che spuntava da sotto i libri.

Sonic lo vide imbambolarsi a fissare l’interno del suo armadietto, chiedendosi cosa avesse attirato la sua attenzione.

A Shadow venne un dubbio, possibile che fossero davvero…?

Allungò una mano e lo tirò fuori.

“Cazzo!” fu la prima e unica cosa che pensò, quando vide che sul davanti di quel piccolo indumento c’era stampata una margherita.

Era davvero la sua, perché era nell’armadietto di Sonic?

-Delle mutandine?! Ma di chi…- il blu non ebbe il tempo di finire la domanda che si ritrovò la mano del moro stretta attorno al collo.

Ignorando l’esigenze d’aria, Shadow gli rivolse lo sguardo più incazzato del suo repertorio.

-BRUTTO BASTARDO!-

 

Nascoste dietro ad un muro, una ragazza con i capelli azzurri e un’albina osservavano la scena (come del resto tutti gli studenti che già erano arrivati.)

-A quanto pare, stiamo per vedere il remake di due anni fa.- dichiarò sottovoce, pregustandosi una rissa come si deve.

Galaxina, dal canto suo, era commossa.

Alla fine Shadow ci teneva a lei, se aveva avuto quella reazione.

In quel momento le sembrava il ragazzo più dolce del mondo. (certo, stava sbattendo ripetutamente la testa di Sonic su un muro con uno sguardo da pazzo assatanato, ma è una questione relativa)

Poi le venne un dubbio.

-Ma scusa Rouge, se bastava mettere le mie mutandine nell’armadietto di Sonic per vedere la reazione di Shadow, allora perché prima mi hai chiesto cosa sapevo di lui?-

“Perché volevo essere certa che tu amassi davvero il mio amico.” Pensò.

-Perché mi serviva del tempo per farmi venire l’idea.- rispose così.

In quel momento si sentì un botto.

-Però, tempo due minuti e hanno già abbattuto un muro, mi sta che stavolta li espellono davvero.- Rouge se la rise di gusto.

-E pensa cosa accadrà a Sonic quando lo saprà Amy.-

 

  
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