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Autore: mysoulsbones    10/12/2013    2 recensioni
"Rimasi i dieci minuti che rimanevano prima del mio arrivo a contemplare il silenzio, che non era solo il mio, non più. Ci partecipava uno sconosciuto che non voleva saperne di scuotere i capelli che cascavano sui suoi occhi. Scesi dal treno con la consapevolezza di aver appena condiviso con un ragazzo senza identità, l’idea di unione."
Louis Tomlinson ,giornalista in erba, aspettava che il tuo tempo arrivasse. Che la sua voglia di sbocciare si concretizzasse. Che qualcuno ponesse fiducia nelle sue parole.
L'incontro-scontro con uno straniero ne farà aumentare il desiderio.
-Louis/Harry.
Genere: Fluff, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il fruscio del vento proveniente dal finestrino superiore e il frastuono dell’ inseguimento tra ruote e rotaie, mi risvegliò dal torpore nel quale mi ero concesso di sostare per i primi minuti del mio quotidiano viaggio in treno. La mia attenzione fu subito attratta dal quotidiano che, come un qualsiasi pendolare, prendeva posto nel sedile adiacente al mio. Lo presi in mano e l’odore di petrolio mi investì come faceva ogni giorno da anni, da quando il giornalismo era diventato la mia ancora e il mio albero maestro. Lo sfogliai prestando attenzione alle poche novità non citate dal notiziario della mattina presto e mi soffermai in modo particolare sui nomi degli autori di quegli articoli. Sulla pagina degli annunci, dimenticata dai lettori e dalla loro fretta, Louis Tomlinson non appariva ancora, ma un flusso di orgoglio si intromise nella mia vene quando mi resi conto che ero stato io a scegliere quali annunci pubblicare, a redarli e condurgli ad una vita nuova sul quel giornale. Non che fosse niente di realmente consistente. Probabilmente il mia angolo poteva essere perfettamente oscurato dalla pubblicità d’igiene orale e prevenzione in ultima pagina, ma poco importava se gli altri potevano leggermi.
Magari un giorno sarei diventato qualcosa di più, mi avrebbero data più credito, ma per tempo mi bastava, mi faceva sentire bene e non mi serviva altro, o perlomeno mi convincevo che fosse così. È sempre l’attesa a rendere tutto più stimolante, perciò in silenzio bramavo l’inaspettato. La svolta di quella nuvolosa mattina di inizio Novembre si concretizzò con la sua entrata nel vagone, nel quale viaggiavo ormai da venti minuti.
Generalmente, inventato aneddoti sulle persone che incontravo e che avevo tempo di osservare, scrutando i loro volti, cercando di immaginare le loro ultime sensazioni e criptando le loro espressioni. Cercavo di entrare nella vita degli altri perché è così che un giornalista agisce: fa conoscere la sua vera personalità tramite le decisioni di altre persone, legate alla loro follia e ingenuità.
Ma su di lui non riuscivo a concepire un pensiero razionale, troppo preso dall’ inespressività di quegli occhi verdi, che come un tornado, mi risucchiarono.. Come se quel colore portasse il nome di chi li possedeva. Come se avesse una certa forza attrattiva. Un lungo trench nero gli fasciava il corpo e una sciarpa di lana blu impediva agli spifferi d’aria di intorpidire il suo collo. Si sedette due poltrone davanti, in mia direzione.
Sembrava che avesse voglia di far continuare il mio cervello a far congetture su chi fosse. Sembrava che avesse voglia di farsi osservare.  Ma non fu così.
Subito dopo essersi seduto abbassò la testa ed io perso di vista quei colori che inghiottivano, che di umano avevano ben poco. Allora decisi che non avrei continuato a mandare avanti i miei film mentali, poiché i protagonisti avevano lasciato la scena. Di rimando, anche io chinai il capo. Rimasi i dieci minuti che rimanevano prima del mio arrivo, a contemplare il silenzio, che non era solo il mio, non più.
Ci partecipava uno sconosciuto che non voleva saperne di scuotere i capelli che cascavano sui suoi occhi.
Scesi dal treno con la consapevolezza con la consapevolezza di aver appena condiviso con un ragazzo senza identità, l’idea di unione.

Un salto al bar dove Zayn lavorava e di filato nel mio angolo composto essenzialmente da una scrivania e una serie di cassetti di compensato. Separato dagli altri nuovi assunti da una lastra di plastica alta un metro. Come se nella sede della Big Daily News fosse una parete a differenziarci. Tuttavia, quel giorno per me, fu esattamente uguale ai precedenti: annunci cartacei, sul sito internet, posta elettronica. Mi sembrava che la gente comprasse soltanto per poi rivendere e cercare fortuna nei piccoli spazi dedicati alle loro offerte. Per non parlare delle richieste di lavoro. Gli uffici di collocamento sembravano aver chiuso i battenti. Decisi di rimandare a più tardi la ricerca  di speranze altrui, per dedicarmi alla mia.

Non avevo mai disdegnato il conforto che mi dedicavano i lettori del mio blog.  L’avevo anche se non li vedevo e questo, paradossalmente, rendeva tutto più semplice. Nessuna storia da scrivere  o etichetta da mettere, nessuna mia o loro foto, solo le nostre parole a compensare la mancanza degli sguardi.
Non trovai nessun messaggio privato quel giorno. Quindi, decisi di aggiornare con il pensiero del giorno.
Era per lui.

“ Treno proveniente da Sheffield diretto a Chapletown. Ore 07:50
Viaggiatore, pendolare, studente o chiunque tu sia. Non degnandomi di uno sguardo, hai fatto la peggiore delle tue mosse. Non ti hanno mai detto che anche agli sconosciuti un cenno con la testa è sempre gradito?
Se non altro è questione di buona educazione. Rispetto se vuoi prendere la questione alla larga.
Avevi lo sguardo spento. Le lampadine potrebbero essersi spente. Riaccendile prima che si fulminino o sarei costretto a sostituirle. Sarebbe davvero un peccato. Ti tolgo altri punti perché non hai notato che ho scritto il mio numero sul bordo superiore destro del quotidiano che avevo accanto. Sono quasi le due di pomeriggio e nessuna chiamata. Anche abbastanza spilorcio, a quanto vedo. Tuttavia, la tua sciarpa blu che avevi questa mattina mi piaceva molto e lo stesso vale per lo zaino che ti portavi al seguito. Magari non c’erano pezzi di cadaveri come pensavo contenesse. È anche vero che non si può fare affidamento sempre e solo sulla propria coscienza per conoscere la verità. Perciò, sconosciuto del regionale delle sette e cinquanta, ti invito a farti un esame di coscienza ed a pentirti di avermi trasformato momentaneamente in una ragazzina annoiata e frustrata.
Ottimo lavoro.”

Pubblicai quel post con quanta più determinazione e fermezza avessi mai creduto di possedere. Non chiusi la pagina, ma la ridussi ad icona. Aspettai qualche risposta, magari un messaggio di conforto, la conferma che qualcuno avesse vissuto qualcosa di simile. Speranze vane poiché per le prime ore, la casella di posta non lampeggiò. La mia quasi-lettera, così come la mia ricerca di attenzioni da parte del riccio, rimase inascoltata.
Poi la svolta.

In risposta al post – Treno proveniente da Sheffield diretto a Chapletown. Ore 07:50 -
“ Non pensi che tu parta prevenuto dando del taccagno, con manie depressive e con occhi da entità aliena, ad una persona di cui conosci appena il colore dei capelli?
Penso che la peggiore delle mosse l’abbia fatta tu, lasciando il tuo numero di cellulare su un giornale, reperibile a qualsiasi maniaco adescatore di giovani lettori.
Ho quasi riso leggendo la parte del serial-killer che porta i cadaveri nello zaino, tanti per farli prendere un po’ aria. Poi ho ripensato al fatto che non sai chi io sia e già mi hai messo un cartellino al collo, con tanto di prezzo. Non pensavo di poter conoscere mai un lettore di codici a barre vivente. Ma nella vita non si finisce mai di imparare. Ed è proprio con questo messaggio che voglio chiudere la mia risposta. Impara a giudicare di meno e matura. Non sono un paio di spessi occhiali da vista a renderti un uomo.

Serial-killer con manie di egocentrismo, depresso e spilorcio, dalla sciarpa blu”

PS. Quante watt ci vogliano per riaccendere uno sguardo?









Spazio autrice! 
Salve lettori, se state leggendo queste poche righe, significa che siete arrivati incolumi alla fine di questo scadente capitolo, della prima FF che io abbia mai pubblicato. Avevo in testa da un po' di rendere pubblico qualcosa di mio e prima di cambiare idea, ho deciso di farlo. 
Anche se questo primo cap è incentrato sul personaggio di Louis e sulla sua visione, in maniera molto generale e dispersiva, della realtà che lo circonda, non è da escludere
che la storia possa essere descritta e analizzata dal punto di vista di Harry. Quest'ultimo è  solo accennato nelle fattezze ed è praticamente descritto da Louis. Una visione puramente soggettiva che molto probabilmente non si rivelerà come una verità incontestabile, in futuro. Sempre che piaccia e che quindi la storia vada avanti,
Fatemi sapere cosa ne pensate, significherebbe molto per me!

Marianna. 
  
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