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Autore: Isaka chan    10/12/2013    1 recensioni
Dal testo: "Facebook era diventato il suo piccolo rifiugio, perché le amicizie che aveva lì non potevano ferirla troppo, erano superficiali e fredde, distaccate. Lo schermo, aveva capito, rendeva tutto più facile, perché così non poteva vedere i volti e le espressioni della gente nel momento in cui quelle troncavano i rapporti con lei."
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alina era sempre stata una ragazza introversa, sin da quando aveva memoria.
Non amava le chiacchiere e se nessuno iniziava la conversazione raramente parlava, perché temeva di non essere ascoltata, di essere fonte di fastidio per chi la stava a sentire. Era una persona molto timida e si rapportava difficilmente con gli altri, ma quelli che riuscivano a vedere oltre il suo aspetto e oltre il suo silenzio restavano radicati lì, nel suo cuore.
Aveva donato molte volte il suo affetto alle persone sbagliate, sperando sempre che fossero le migliori, quelle giuste, quelle che sarebbero rimaste per sempre in qualsiasi momento. E per un momento lo erano state, salvo poi rivelarsi doppiogiochiste, maligne e bugiarde. Esattamente il tipo di persone con cui Alina non voleva stare, perché troppo fragile per sopportare un abbandono, troppo sensibile per dire addio alle persone che tanto aveva amato.
Ma lo aveva fatto.
Una, due, dieci volte, però lo aveva fatto, aveva detto addio soffrendo terribilmente e chiudendosi sempre di più per evitare che quel briciolo di voglia di amare e essere ricambiata svanisse insieme al suo sorriso.
Alina non odiava le persone, però le temeva. A diciannove anni aveva sperimentato l'orribile incubo di ritrovarsi contro più di una persona, qualcuna delle quali aveva fatto parte del suo cuore per anni.
Dalla fine del liceo il suo cuore aveva cominciato a inaridirsi e la speranza a spegnersi: la presenza della gente intorno a lei si era fatta sempre più opprimente, non sentiva neanche più il desiderio di condividere il suo sorriso con altri, perché la paura del rifiuto superava il bisogno di essere accettata per quello che era.
Facebook era diventato il suo piccolo rifiugio, perché le amicizie che aveva lì non potevano ferirla troppo, erano superficiali e fredde, distaccate. Lo schermo, aveva capito, rendeva tutto più facile, perché così non poteva vedere i volti e le espressioni della gente nel momento in cui quelle troncavano i rapporti con lei.
Era davvero più semplice, così. Il numero di relazioni era salito, anche se nessuno aveva mai sfiorato quella parte del cuore che lei teneva ben nascosta. Si divertiva, pur conservando sempre quel senso di solitudine che tanto la opprimeva, ma che ora riusciva a controllare grazie a quelle conversazioni allegre e leggere.
Alina, dopo anni di ricerca, aveva smesso di provare a trovare l'amico giusto, sicura che  nessun altro avrebbe più avuto l'onore (così lo chiamava lei) di far parte del suo io più intimo e profondo.
Non avrebbe mai sospettato che un giorno di un freddo dicembre, una semplice chat con una sconosciuta avrebbe totalmente stravolto i suoi piani.
Conosceva di nome la ragazza, Elena, perché faceva parte di una pagina che lei adorava e che seguiva da tempo, una pagina di cui avrebbe presto fatto parte.
Come ogni volta era partita con un pregiudizio, ritenendola antipatica, ma scoprì ben presto che in realtà era tutto il contrario, rimanendone piacevolmente colpita.
Avevano iniziato a chiacchierare così, solo per cose riguardanti la pagina: cosa fare, cosa postare, quale lettura suggerire e altre sciocchezze di poco conto.
Non conversavano quasi mai da sole, nella chat era inserita anche la proprietaria della pagina, ma dopo poche settimane iniziarono a sentirsi privatamente, perché si sentivano meglio a parlare di certe cose da sole.
Alina non s'illuse, però. Continuò a chattare con la ragazza, sempre più spesso e sempre più volentieri, cosa che raramente le era capitata da quando era entrata nel mondo di Facebook.
Fu così che si accorse che adorava parlare con Elena. Cominciarono a cercarsi a quasi tutte le ore del giorno, che fosse per un semplice buongiorno o per qualcosa di più serio non importava, a loro bastava sentirsi.
Elena cominciò a confidarsi e lei ricambiò quasi senza rendersene conto. L'empatia tra loro era evidente, alcune volte finivano per pensare e scrivere le stesse cose nello stesso momento. Era spaventoso, ma bellissimo.
Alina scoprì di nuovo cosa volesse dire avere una migliore amica. I timori non erano svaniti del tutto, perché l'esperienza le aveva insegnato a non fidarsi troppo, ma dopo mesi venne a sapere che anche Elena condivideva le sue stesse paure e in fondo lei lo aveva sempre sospettato. Non era facile, si erano dette, tornare a fidarsi di qualcuno dopo tante delusioni, soprattutto in amicizia.
Elena era una ragazza sveglia, sapeva disegnare e usare quei programmi di fotomontaggio che lei tanto odiava, ma di cui aveva spesso e volentieri bisogno. Sapeva scrivere e quella era una qualità che Alina aveva sempre apprezzato nelle persone, perché si era resa conto che quasi più nessuno prestava attenzione alla grammatica e all'italiano, lingua bellissima che lei amava profondamente.
Più il tempo passava, più l'affetto nei confronti dell'amica cresceva, così come l'empatia sulla quale ormai ridevano su, perché era buffo vedere l'una che perdeva le staffe per una cosa che aveva pensato ed era stata anticipata dall'altra.
Ridevano anche quando c'era da piangere. Piangevano sapendo che l'altra avrebbe offerto la spalla come appoggio e il cuore come contenitore della tristezza.
Erano passate in otto mesi da perfette sconosciute a migliori amiche.
Ora, dopo un anno, Alina non riesce a reprimere il desiderio di chiamarla sorella, perché la sua presenza è diventata parte integrante della sua vita.
Dopo un anno trovano ancora argomenti nuovi e parlano, ridono, imprecano e ridono di nuovo. Non vogliono lasciarsi, perché sono state separate per qualche settimana ed entrambe si sono sentite sole, perse, vuote.
Si sono scambiate il numero di telefono e quando internet non c'è ci sono i messaggi, perché Alina e Elena vivono lontane e non possono vedersi, altrimenti passerebbero le giornate insieme a ridere, scrivere e guardare le vetrine dei negozi imitando le modelle che se la tirano per i loro vestiti super costosi e super orrendi.
Alina, ora, è immensamente felice.
Ha lasciato dietro di sé un cuore colmo di cicatrici e ne ha trovato uno nuovo di zecca, pieno di affetto tutto per lei. Sa che le cose non sono eterne, ma spera che Elena lo sia, perché la adora e la vorrebbe vicino per fare quelle cose che ha sempre sognato di fare con le amiche, tipo i pigiama party o le serate in giro per la città a mangiare gelato e spettegolare sui ragazzi.
E anche Elena è felice, lo sa, perché ogni parola che legge sa essere intrisa di sentimento. Quelle fredde chat si sono improvvisamente intiempidite e le parole hanno acquistato un significato diverso. 
Grazie ad Elena, Alina è tornata a sorridere e a sperare, è stata salvata da un baratro buio e profondo che difficilmente sarebbe riuscita a scalare se ci fosse finita dentro completamente.
Alina e Elena, semplicemente due sorelle lontane.

Semplicemente loro.






Angolo della romanticona gne gne:
Questa è una dedica. È una fic che racconta in brevissimo tutto quello che un'amicizia può portare, che sia gioia o disperazione.
La dedico alla mia migliore amica, perché questo mese facciamo un anno di amicizia, uno dei più belli che io abbia mai passato. E sono felice come raramente mi capita di essere.
A te, Eleonora, a te che mi sei sempre stata accanto, anche quando non lo desideravo perché ero troppo depressa per parlare con qualcuno.
Non sapevo come rendere bene questo anniversario, perciò mi sono buttata sull'unica cosa che so fare discretamente, cioè scrivere.
Spero che tu abbia apprezzato, così come spero abbiano apprezzato gli altri.
Un enorme abbraccio,

Isaka chan
   
 
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