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Autore: telesette    11/12/2013    2 recensioni
Da non crederci.
Shinji Ikari era riuscito, sia pure involontariamente, a strapparle la maschera dal volto. Tutta l'arroganza, l'eccessiva fiducia in sé stessa e la sicurezza da sempre ostentata...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Shinji Ikari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non sono forte
( immagini tratte da internet )

 

- Ehi, Stupi-Shinji, hai finito di là in cucina?
- Sì, ho quasi finito - rispose il ragazzo. - Metto a posto i piatti e arrivo...
- Bah, da non crederci - commentò Asuka sprezzante. - Mai una volta che punti i piedi, o faccia storie per farli lavare a me i piatti... A parte il fatto che NON li laverei comunque ma, insomma che diamine, è incredibile che Stupi-Shinji non abbia nemmeno un briciolo di amor proprio!

Asuka prese a sfogliare il giornale con noncuranza, borbottando tra sé ad alta voce, senza minimamente preccuparsi del fatto che Shinji potesse sentirla o meno.

- A volte mi chiedo se sia davvero possibile classificarlo come "maschio", non ha il minimo carattere - mormorò. - Fa tutto quello che gli si dice, obbedisce senza fiatare, mai una volta che alzi la testa o che risponda a tono... Accidenti, se è deprimente!

In quella Shinji entrò in salotto, slacciandosi di dosso il grembiule da lavapiatti per appenderlo sull'apposito gancio, e salutò Asuka con un lieve cenno della mano. La ragazza fece finta di ignorarlo, facendo palesemente finta di leggere, allorché lui andò a sedersi zitto zitto sul divano e si limitò ad accendere la TV al minimo del volume.
Per circa un paio di minuti, nessuno disse nulla.
Asuka continuò a sfogliare annoiata le foto e gli articoli sulla rivista, mentre Shinji se ne stava fermo e immobile davanti ai titoli del notiziario locale. Ad un tratto però, incapace di sopportare l'indolenza così irritante dell'altro, Asuka gli ordinò di cambiare canale col solito tono di voce calmo ma che non ammetteva repliche.

- Metti sul terzo canale - disse. - E alza il volume che non sento niente!

Shinji obbedì senza fare una piega, semplicemente premendo appena i tasti del telecomando, e il suo sguardo lasciava intendere che l'atteggiamento provocatorio e sfacciato di Asuka non gli faceva né caldo né freddo. Costei aggrottò le sopracciglia, provando un disprezzo indescrivibile verso quel suo modo di fare passivo e rassegnato, allorché provò ad avanzare un'altra pretesa... nella speranza di suscitargli almeno una qualche reazione.

- Ehi, Stupi-Shinji - esclamò. - Piantala di stare lì seduto, ho sete, vammi a prendere qualcosa da bere!

Era veramente il colmo da vedersi.
Non solo Shinji si guardò dal mandarla a quel paese, come chiunque altro avrebbe sicuramente fatto al suo posto, ma addirittura si alzò dal divano con l'evidente intenzione di andare in cucina per eseguire l'ordine.
Perfino Asuka si vergonava per lui, davanti ad una così chiara mancanza di orgoglio, e fu così che scoppiò letteralmente in una delle sue violente crisi isteriche.

- Ma non ti fai schifo da solo, insomma ?!?

Shinji si fermò a guardarla, più inebetito che altro; mentre lei gli si parò di scatto davanti, con il pugno minaccioso all'altezza del mento e gli occhi carichi di rabbia.

- Che razza di uomo sei - sentenziò. - Basta che qualcuno ti dica di fare qualcosa e tu... Santo cielo, possibile che tu non abbia neppure un minimo di dignità?
- Scusami - gemette l'altro con un filo di voce. - Mi dispiace, non credevo di offenderti...
- MA ALLORA LO FAI APPOSTA - ruggì Asuka, stringendolo per il bavero con entrambe le mani. - I casi sono due: o sei scemo dalla nascita, oppure lo fai perché ti piace prendermi in giro; beh, in entrambi i casi, posso sempre farti entrare un po' di buon senso in quella testaccia... a suon di sberle, se necessario!

Shinji si limitò a chinare il capo, con un mesto sorriso di rassegnazione sul volto.

- Non ce n'è bisogno - disse lui calmissimo. - Tu sei molto più forte di me, lo sei praticamente in tutto...
- Eh?
- Lo so che non posso competere con te, me ne rendo conto, per questo non voglio che ti arrabbi - provò a spiegare Shinji, evitando accuratamente di guardarla negli occhi e tenendo il capo chino da un lato. - Lo sai, ti ammiro molto, Asuka: sei forte, intelligente, sai sempre quello che vuoi e come ottenerlo; potessi essere io la metà di come sei tu, forse riuscirei davvero a farmi valere e...
- Smettila, stupido - lo interruppe lei sottovoce.

Di colpo tutta la rabbia e il desiderio di picchiarlo scomparvero, dagli occhi della ragazza. Asuka cambiò completamente espressione, assumendo un'aria triste ed affranta come non mai, tanto che lo stesso Shinji si meravigliò nel vederla così abbattuta.

- Io non sono forte - mormorò lei con un filo di voce. - Posso forse vantarmi di essere abile, una persona con un'intelligenza sopra la media, e che per questo mi hanno consentito di pilotare gli EVA ma...
- Ma... cosa?
- Niente - concluse semplicemente. - Solo non sono "forte" come credi, chiunque lo capirebbe al tuo posto, e questo la dice lunga sulla tua idiozìa!

Da non crederci.
Shinji Ikari era riuscito, sia pure involontariamente, a strapparle la maschera dal volto. Tutta l'arroganza, l'eccessiva fiducia in sé stessa e la sicurezza da sempre ostentata... Tutto era sparito, nel momento in cui Shinji si era messo a lodare qualcosa che Asuka sapeva benissimo di non possedere.
Sin dalla sua inconfessata tragedia personale, Asuka si era sempre rifiutata di "mostrarsi" sia debole che vulnerabile, o anche solo di ammettere di aver davvero bisogno di qualcuno su cui contare.
Col signor Kaji, per quanto lei stessa arrivava facilmente a comprendere di non potergli interessare in quel senso, poteva quantomeno illudersi di avere con lui una storia ( anziché di suscitargli solo pietà e comprensione, come una fragile ragazzina sola da proteggere )... Ma Kaji era senza dubbio più sveglio di Shinji.
Solo ora Asuka pareva comprendere l'inutilità del suo atteggiamento.
Fingersi forte, onde convincere sé stessa e altri di esserlo, non la rendeva forte sul serio. Dentro era ancora la piccola bambina sola, che aveva assistito impotente alla follìa di una madre morta suicìda, costretta a convivere con tutte le tracce e i segni orribili di quella drammatica esperienza. Sinora era riuscita a recitare quella parte, con incredibile disinvoltura, ma arriva sempre un punto oltre il quale è impossibile continuare con la finzione.
Nella sua ingenuità, sincero fino alla nausea, era assai probabile che Shinji apprezzasse davvero la "forte" ed "aggressiva" Asuka. Purtroppo quella ragazza non esisteva: era tutta una scena, usata come scudo per mettere da parte il dolore e costringersi a ricominciare, ma non serviva a cancellare la vulnerabilità e il forte bisogno di affetto che Asuka avvertiva come pesi insostenibili sul cuore.

- Asuka, io... io non capisco...
- Non c'è proprio niente da capire - fece Asuka, lo sguardo nascosto dai lunghi capelli rossi che le ricadevano sugli occhi. - Tu fai così perché non vuoi problemi, o forse perché le umiliazioni ti scivolano addosso, ma io... io non riuscirei mai a vivere come fai tu, e sono troppo orgogliosa per farmi mettere i piedi in testa!

Shinji continuava a non capire.
Mai aveva visto Asuka con quel velo di tristezza nello sguardo, specchio di una grande sofferenza interiore, ed era anzi convinto che la grande forza di lei avesse ragione di tutto: ansia, dolore,disperazione... Per lui, Asuka era semplicemente superiore a tutto questo.
Che avesse sbagliato nel giudicarla?
Prima che potesse fare o dire quacosa, Asuka prese ad abbracciarlo per un riflesso istintivo.
Shinji non disse nulla.
Non osò nemmeno fiatare, malgrado i lievi singhiozzi dell'altra sembrassero chiedergli almeno una parola o un gesto di conforto. Entrambi rimasero così, immobili, prima che la naturale sensibilità di Shinji prendesse ad un tratto il sopravvento sul suo atteggiamento distaccato.

- Asuka - mormorò. - Io non... non voglio metterti i piedi in testa!
- Possibile che non mi detesti neanche un po' - domandò la ragazza, con voce rotta dal pianto. - Mi sono resa insopportabile in tutti i modi, dovresti odiarmi per questo, e invece non fai che obbedire a tutto come un cagnolino!
- Guarda che c'è un equivoco - osservò dunque Shinji. - Se lo faccio è solo perché... perché ti voglio bene!

Asuka sbarrò gli occhi.
Senza accorgersene, si era addirittura ridotta a piangere e ad abbracciare quello stupido. Oltretutto non provava neppure il desiderio di staccarsi da lui, tanto il suo corpo le dava calore e conforto assieme.
Che cosa poteva mai avere uno stupido come Shinji, tanto da trasmetterle addosso quella sensazione di affetto e di tenerezza che nessuno aveva più inteso provare per lei allo stesso identico modo?
Eppure era così.
Shinji le voleva bene sul serio, su questo non vi era dubbio, e anche lei sentiva di provare qualcosa di non meglio definito per lui. Mettendo da parte l'orgoglio e la solita durezza, Asuka mormorò qualcosa di impercettibile all'orecchio dell'altro. Shinji non era sicuro di aver capito bene ma, come lei prese ad appoggiargli dolcemente la testa sul petto, non poté far altro che arrossire in modo evidente.
Asuka era sempre Asuka, a prescindere dai modi o dall'atteggiamento, e Shinji adesso poteva vederla per come era realmente: una ragazza bisognosa di affetto e di comprensione, come lui del resto... e per di più anche dannatamente carina!

FINE

   
 
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