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Autore: Betta3x9    11/05/2008    15 recensioni
(M come Mihael)
"Mihael"
Solo questo – Mihael – sussurra Matt, vedendolo.
Mi-ha-el. Punto.
E poi rimane lì, fermo, guardandolo come si guarda un quadro, o una statua.
[E' una cosa strana da pensare, ora che Matt – Matt – è lì davanti a lui, è strano pensare che lui, il suo nome, l'aveva quasi dimenticato]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la prima oneshort di una raccolta su Matt e Mello; i capitoli saranno in ordine alfabetico (Ah! Ci sarà da ridere quando arriverò all'H , o alla Z!).
Magari non tutti i capitoli saranno oneshort, ma potranno essere anche drabble, chissà! xD
Le lettere sono riferite tutte a degli oggetti, che saranno un pò il pretesto per rappresentare qualche scorcio di vita dei due, senza badare all'ordine temporale.
Sono gradite critiche/consigli/commenti.
Buona lettura! ^^

Attenzione: Spoiler su vero nome di Mello!

A come Armadio


Un bel giorno di qualche anno prima, Mihael Keehl tirò fuori la valigia dall'angolo delle cose dimenticate e la riempì di tutto ciò che aveva: vestiti un po' spiegazzati, libri alla rinfusa, oggetti più o meno importanti.

Ad essere sinceri, in quella valigia ci finì anche un pezzetto del cuore di Matt, che, con parole rabbiose ed occhi supplici, ci provò, ci provò veramente, a tenerlo stretto a sé ancora per un po', solo per un altro po'.

Eppure lo vide andar via, trascinando quella valigia troppo pesante per lui, tra promesse incerte e sorrisi nascosti.

Lo osservò dal vetro della finestra, mentre si faceva piccolo, sempre più piccolo, puntino nero tra migliaia d'altri, per poi scomparire.

Non poteva essere vero.
Mello non poteva essersene andato lasciandolo lì.
Era impossibile.

La giornata era galleggiata via come un sogno.

Fu una cosa stupida a far capire a Matt che, sì, Mello non era più lì accanto a lui, e che non ci sarebbe stato più per molto tempo, forse troppo.

Era la mattina seguente, anche se non ricorda più l'ora precisa, ma non è questo l'importante.

Eppure era un gesto semplice, un'azione comunissima, spalancare l'armadio.
Non ci voleva poi molto, e le ante cigolarono appena.
E Matt cercava disperatamente di trattenere le lacrime.

L'armadio, nonostante contenesse tutti i vestiti del rosso, sembrava vuoto, quasi mutilato d'una parte fondamentale.

I colori accesi dei maglioni di Matt sembravano smorti senza poter brillare a confronto con il nero dei vestiti di Mello.

I ripiani vuoti sembravano infiniti e polverosi (ma questo era impossibile! Non era neppure un giorno che il biondo si era chiuso alle spalle la porta di quella che era stata la sua casa, per non riaprila mai più!).

E Matt si rese conto che non solo non c'erano più le magliette di Mello lì dentro, ma che in bagno c'era un solo spazzolino da denti, e che il comodino accanto al suo era un comodino come migliaia d'altri, senza più le tavolette di cioccolata nascoste nei cassetti.

Matt capì che Mello l'aveva lasciato solo.



Ma è inutile pensare a queste cose, adesso.

Matt spalanca le ante di quell'armadio un po' vecchiotto, e molto diverso da quello che aveva alla Wammy's House.
Con una pila di magliette a righe tra le braccia, sorride, sorride un po' stupidamente a tutti quei vestiti neri e un po' spiegazzati che riposano lì dentro.
E nel poggiare le sue felpe accanto a quelle dell'amico, nota come i colori siano più accesi del solito.

Mello è lì con lui, e Matt l'ha capito.
Ora può tornare a respirare.


FINE
   
 
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