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Autore: iaia97    11/12/2013    1 recensioni
Enea ha ucciso Turno, lo ha fatto con rabbia e disgusto, lo ha fatto per vendetta, rivincita, esempio. Enea ha ucciso Turno e in lui ci rivede chiunque. Enea ha ucciso tanti uomini valorosi e adesso, anche se non lo ammette nemmeno con se stesso, se ne pente. Enea è deluso da se stesso, Enea è triste, Enea è solo e si sente morire.
Genere: Guerra, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Pentirsi

~Rivedo ancora il  volto di Turno, la sua espressione, la sua vita che ho donato ad Ade, e insieme al suo vedo quello degli altri, perché non c’è differenza nelle smorfie, nel dolore. I lineamenti del mio nemico cambiano e si trasformano, diventano quelli di altri, di giovani, di donne, di mio padre, della mia sposa. Sono rimasto io, solo, e mi chiedo se ne sia valsa la pena. Davvero le vite di così tante persone sono meno importanti di un nuovo regno? Di sicuro non per tutte quelle mogli, per tutti quei padri, dei  ragazzi mandati a combattere, per difendere o per attaccare non importa.
Oh Giove, davvero il loro sorriso doveva essere trasformato in quella smorfia che accomuna tutti, i Greci e i  Troiani, i Cartaginesi e gli uomini di Turno?
Io sogno ancora, nella notte, Didone, le sue urla, e con lei urlo anch’io. Perché questo viaggio sembra aver portato solo dolore? Sin dal principio sapevo che sarei dovuto restare e combattere per Troia, perché non importa se e come fonderò questa nuova città, la mia casa, e quella di tutti i troiani, sarà lì, al di là del mare, sarà Troia, sarà sempre con chi abbiamo amato e abbandonato, che ho abbandonato.
Oh Creusa, mi promettesti lieti eventi, ma non vedo altro che morte, non provoco altro che morte, e ancora oggi, a volte, provo a  cingerti il collo come durante la caduta di Troia e, come allora, quando tu sparisci dai miei sogni mi sento morire dentro. La morte è ovunque.
Oh Didone, mi maledicesti, quel giorno, quando partii, mi maledicesti, e mentre provavo a convincermi che non avevo scelta, che dovevo partire, mi rendevo conto che, in fondo, era una mia decisione, e che mi meritavo quella maledizione, come mi meriterò la lama che mi trafiggerà un giorno di questi. Succederà. Spero presto.
Oh padre, mi mostrasti, con orgoglio, la mia, e la tua, discendenza, ma non c’è da essere fieri di un popolo formatosi dalla guerra, dalla morte, dall’inganno. Mi hai mostrato i figli di Iulo, ma perché lui dovrebbe sopravvivere a questo dolore, cosa lo farà andare avanti quando sarò morto anch’io? Cosa gli impedirà di essere ucciso anche lui da questi nemici così simili a noi?
E cosa permetterà a me di continuare a combattere per la mia vita? Cosa mi impedirà, una volta in battaglia, di mollare scudo e spada, per andare incontro a un destino da cui sento di non avere scampo? 
Oh dei, mi darete voi la forza di andare avanti, perché io sento di non averne più, o di non averne mai avuta, di essermi trascinato, fino a qui, come se fosse l’unica acqua presente al mondo, quella della foce del Tevere, e adesso scopro che è solo un mare di morte,  dolore e sangue e io non credo di poter superare la delusione.

Angolo autrice: la soria nasce da un tema, che, in sostanza, consisteva nel descrivere i pensieri di Enea dopo la morte di Turno. E' un tema che mi ha insegnato la mia professoressa di 2 liceo a cui devo un enorme ringraziamento: se amo così tanto la lettura e la scrittura è sicuramente anche grazie a lei.
   
  
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