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Autore: Kere_Krawl    11/12/2013    0 recensioni
Kate e la sua famiglia si sono appena trasferiti nella ridente cittadina di Hiddenville, nell'imponente Eglantyne Manor. La casa, cirocondata dal verde, sembra un paradiso. Solo poi Kate scoprirà che c'è qualcosa, qualcosa di non umano, che intende fare del male a lei ed alla sua famiglia, e starà a lei a fermarlo.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Benvenuti ad Hiddenville

“ BENVENUTI AD HIDDENVILLE” recitava il colorato cartello a cui passò accanto il pick-up nero. Sfrecciando per le case della ridente cittadina, la macchina imboccò il viale lungo e sterrato per raggiungere Eglantyne Manor. La casa si ergeva imponente sul laghetto adiacente all’abitazione, spiccando con il suo biancore nel verde paesaggio che la circondava. Non è male, pensò Kate Stoven, scendendo dalla macchina e sistemandosi i lunghi capelli biondi. Come casa non le dispiaceva affettivamente. Forse sarebbero riusciti a trovarsi bene lì, dopo tutto quello che era successo. Guardò suo fratello Jason mentre correva su e giù per l’enorme prato, lanciando strilli di gioia. I due fratelli si volevano molto più bene di quanto mai avrebbero voluto ammettere : nonostante fossero sempre a lanciarsi occhiatacce e insulti, erano inseparabili. E, soprattutto, si conoscevano l’un l’altra come le proprie tasche. E Kate era certa che vivere in quella grande casa sarebbe stato molto meglio per lui di quel minuscolo appartamento a Norfolk. << Beh, che ne pensi? >> le chiese una voce, che Kate identificò come quella di sua madre. Johanna Stoven si avvicinava alla figlia, i lunghi capelli biondi, passati in eredità a entrambi i figli, legati a coda di cavallo dietro la testa. << Non è male. Fa molto ‘’La Signora del West’’ >> commentò Kate, sorridendo. Johanna rise, abbracciandola. << Sono contenta che ti piaccia. Kate, questo è un nuovo inizio per noi. Dobbiamo concentrarci sul presente e cercare di dimenticare il passato, ok? >> Kate annuì, stringendo la madre in risposta al suo abbraccio. << E voi signore, cosa complottate? >> chiese suo padre Robert, carico di valigie. << Cose tra ragazze mio caro, vedi di restarne fuori. >> rispose Johanna con un sorriso impertinente. << Questo è strano. Ed inquietante >> la prese in giro Robert, andando a posare le valigie sul porticato in legno della grande casa vittoriana. << Quando entriamo a vedere la casa? >> chiese Jason tornando dalla corsa, il viso rosso e sudato e la voce rotta dalla fatica. << Direi di avviarci, così potrai fare una doccia. >> decise Johanna. << Mio dio Jason, puzzi come un cane bagnato! >> osservò disgustata Kate, tappandosi il naso e scuotendo l’aria in direzione del fratello. << Questo è odore di virilità, mia cara. >> le rispose Jason, avviandosi verso la casa con aria baldanzosa. Kate raggiunse la madre e il fratello, salendo gli scalini in legno ed arrivando al porticato in legno. << Ma solo io sento un freddo cane? >> chiese Robert, cercando una felpa in una valigia. << Effettivamente ha rinfrescato… Faceva così freddo anche prima? >> domandò Johanna, prendendo due felpe e dandole a Kate e Jason. << Non credo… Almeno, non mi sembra. >> constatò Kate, prendendo una felpa rossa dalla mano della madre. << Viene dalla casa. >> Jason parlò con una vocina sommessa, quasi spaventato. << Cosa viene dalla casa? >> gli chiese con sarcasmo Kate. << Il freddo. >> rispose Jason, abbassando gli occhi. << Piantala Jason. È una casa, non un frigorifero >> concluse Robert, avvicinandosi alla porta di casa con le chiavi. << Strano… Sembra già aper… >> L’entrata si aprì, rivelando una donna sulla trentina, con lunghi capelli biondi. Vestiva completamente di nero, con una sciarpa rossa che portava al collo che spiccava sulla pelle diafana. << Ah, la famiglia Stoven ritengo. Benvenuti ad Hiddenville. >> li accolse la donna, sorridendogli. << La ringrazio >> le rispose Johanna, sorpresa dalla gentilezza della sconosciuta. << Mi scusi, posso chiederle lei chi è? >> chiese Robert. << Oh, che sciocca non mi sono presentata. >> si scusò la donna, sorridendo calorosamente. << Cordelia Eglantyne. La mia famiglia ha costruito questa casa nel 1863. >>



<< L’abitazione fu costruita in piena guerra di secessione dal mio tris-nonno, Matthew Eglantyne. In questa casa vivevano lui, mia nonna e le loro due figlie, Sarah e Fiona. Se vi girate a destra potete vedere la sala della musica, dove solitamente si esibiva la mia tris-nonna Margareth. Dicono fosse molto brava nel violino…>> Kate diede un’occhiata distratta alla stanza. L’improvvisata visita guidata della signorina Eglantyne si stava rivelando molto più noiosa del previsto: per ora non avevano visto che vecchie stanze, permeate da un odore chiuso e stantio. Suo fratello Jason le camminava accanto, intento a giocare con un game-boy argentato. << Se volete seguirmi, vi vorrei mostrare la cucina > disse, entrando in un piccolo corridoio tappezzato di quadri. Cordelia lo percorse fino a raggiungere una vecchia porta di legno. Afferrò la maniglia, ma la porta non si mosse di un millimetro. << Scusatemi ma queste vecchie porte sono così complicate da aprire… >> sbottò, tirando ancora più forte. << Faccia provare a me signora… >> disse Robert, facendosi avanti. << Ina, prego…>> << Oh, si certo scusi... >> Robert afferrò la maniglia e cominciò a spingere. La porta si aprì di scatto, ed una zaffata d’aria calda colpì in faccia gli Stoven. Kate, vicina alla porta, si ritrovò a tossire per la polvere che si era alzata nell’aria. Si chinò a cercare una bottiglietta d’acqua quando uno spiffero la colpì alla fronte e , per un momento, Kate udì nitidamente una voce che le diceva << Vattene. >> Kate si guardò attorno, non vedendo nessun altro che suo fratello. << Che hai detto? >> gli chiese. << Cosa ho fatto stavolta? >> gli chiese Jason sbuffando, non alzando gli occhi dalla console. << Mi hai appena detto di andare via. >> << Te sei suonata. Non ti ho praticamente mai parlato in tutto il giorno! >>. << Jason, non farmi innervosire. Se è un altro dei tuoi stupidi scherzi, falla finita ora, chiaro? >> << Molto bene. La farò finita di non fare niente. >> I due fratelli si guardavano in cagnesco, i volti a pochi centimetri l’uno dall’altro. << Molto bene. Forse io sarò anche suonata, ma sappi che la suonata sa dove tieni i giochi del Nintendo. Farai bene a stare attento. >> Ignorò il fratello che le faceva una linguaccia e si voltò a guardare la porta della cucina, aspettando di vederne uscire i genitori. Non poteva non pensare a quella voce. Qualcosa le aveva parlato, ne era certa. Ma chi? Sarà stata un’ allucinazione? Sarà diventata veramente suonata come diceva Jason, dopo quello che era successo? << Una cucina veramente deliziosa signorina Eglantyne. >> esclamò Johanna, voltandosi verso Robert sottolineando la parola ‘’signorina’’. << Oh grazie, mi fa piacere che l’abbia notato. Ci tengo a mantenere invariato lo stile originario dell’abitazione, soprattutto nei confronti della città e dell’importanza che questa casa ha significato in passato per gli abitanti di Hidd…>> << Ehi, questi le assomiglia! >> la interruppe Jason ad alta voce. << Cosa caro? >> chiese la signorina Eglantyne con voce delicata, avvicinandosi al bambino per carezzargli la testa. << Questa qui nel quadro. Vi assomiglia tanto! >> le rispose educatamente Jason. << Effettivamente è vero, signorina Eglantyne >> confermò Johanna. << Uguali, come due gocce d’acqua. >> aggiunse Robert. << Oh beh, me lo dicono in tanti. Quella è la mia pro-prozia, Fiona. C’è una storia un po’ particolare a suo proposito, se vi interessa potrei raccontarvela.>> << Perché no? Fino ad ora è stato un mortorio…>> commentò Jason, suscitando uno sguardo di rimprovero imbarazzato da parte di Johanna e un risolino da parte di Kate e Robert. << Beh >> fece la signorina Eglantyne, ignorando il commento di Jason << dovete sapere che la mia era una famiglia sudista. I grandi campi dietro la casa un tempo erano utilizzati per la coltivazione del cotone. Gli Eglantyne erano molto ricchi, ed erano considerati dei benefattori da parte della comunità. Un giorno però arrivarono i nordisti. Liberarono gli schiavi e questi rinchiusero i miei parenti nella stalla qua fuori. Li massacrarono tutti. Fiona si dice fosse morta per ultima e, ancora oggi, c’è chi dice vedere il suo spirito guardare la stalla dalle finestre della casa. Un presagio di morte, credono. >> Cordelia si voltò verso i suoi auditori. La famiglia Stoven la guardava in silenzio. << Ovviamente qualcuno si deve esser salvato, altrimenti io non sarei potuta essere qui! >> concluse con una risata, e sciogliendo il clima gelido che si era creato. << Vi posso assicurare comunque che io ho vissuto qui fino ad un paio di anni fa e non ho visto tracce di spiriti o quant’altro. >> << Peccato >> si lamentò Jason, estasiato dall’idea di avere un fantasma per la casa. La signorina Eglantyne lo guardò e sorrise. << Se non ci sono altri impedimenti allora, procederei al contratto di vendita. >> disse Cordelia, tirando fuori un foglio di carta ed una penna dalla borsetta. << È una gran bella casa, signorina Eglantyne. La vuol davvero vendere? E poi ad un prezzo così basso? >> chiese Johanna, firmando il foglio. << Se ne vuol proprio liberare eh? >> aggiunse Robert, firmando a sua volta. << Diciamo che questa casa mi ricorda un episodio spiacevole della mia vita. Preferisco liberarmene piuttosto che stare qui a pensare al passato. >> concluse Cordelia, prendendo il foglio dai coniugi e rimettendolo nella borsetta. << Spero vi troviate bene qui. Arrivederci signori Stoven. >> Cordelia Eglantyne, con il sorriso che ormai gli Stoven consideravano immutabile, si diresse verso la porta e se ne andò. << Quella è suonata. >> fece Jason. << Sta diventando una moda per te dare della suonata alla gente per bene, giusto? >> lo rimbeccò Kate. << Silenzio voi due. Andatevi a scegliere una camera e restateci fino all’ora di cena. Raus! >> li sgridò bonariamente Robert, gaurdandoli mentre salivano le scale. << Secondo me è suonata per davvero quella. >> fece, girandosi verso la moglie. << Non posso darti torto >> ammise Johanna.



Quella notte Kate non riuscì mai a dormire. Sognava urli ed odore di carne bruciata ma, più di tutto, sognava la stessa voce che aveva sentito quel pomeriggio dirle << Vi avevo avvertiti. >>

  
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