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Autore: soholdontome    12/12/2013    3 recensioni
«Lo vedi quello?» dissi indicando il draghetto sulla panca accanto alla finestra, il regalo di Con.
«Sì, te l'ha dato lui»
«Bene, quando l'ha vinto alla fiera e stavamo per raggiungermi, ha fatto una cosa»
«Cosa? Amelia, odio quando spezzi le frasi. Dimmi tutto e in una volta sola»
«Sì, okay, mi ha baciata, va bene?»
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mancano due giorni soltanto a Natale, sono seduta sul mio letto ad ascoltare musica mentre giro un po' per Tumblr prima di andare a letto e la playlist contiene soltanto tre canzoni: "Merry Christmas, Happy Holidays" degli Issues, The Best Thing (That Never Happened) dei We Are The In Crowd, Fresh Start Fever degli You Me At Six, le tre canzoni con le quali Connor ed io siamo fissati in questo periodo. Si susseguono tra di loro da almeno due ore, credo. Mi annoio, non so che fare e ho tanti pensieri per la testa. Il più fastidioso: come ho fatto a non accorgermi che il ragazzo che ho sempre voluto al mio fianco era sempre stato esattamente al mio fianco? Conosco Connor da una vita, eppure non ho mai fatto caso a cosa provasse lui per me, né tanto meno a cosa provassi in realtà io per lui. Ho iniziato ad avere dubbi proprio una settimana fa, quando noi due e i suoi amici James, Brad, Tristan e la ragazza di quest'ultimo, Ivy, mia migliore amica e coinquilina, siamo andati alla fiera insieme. Prima dell'ultimo giro sulla ruota panoramica Connor ed io eravamo a una bancarella, lui cercava in tutti i modi di colpire almeno dieci birilli sullo scaffale per riuscire a vincere un peluche da regalarmi e dopo tre o quattro tentavi ce l'aveva finalmente fatta. Mi aveva dato il dragetto verde che aveva preso come premio e stavamo camminano uno al fianco dell'altra, come sempre, come ogni volta, ma all'improvviso, a pochi passi alla fila per la giostra, si era fermato a sorridermi e guardarmi con una strana espressione felice e beata in volto, aveva detto: «Prima di raggiungere gli altri c'è una cosa che devo assolutamente fare» e mi aveva baciato, tenendomi per le spalle. Inutile dire che il suo gesto inaspettato mi aveva lasciata a dir poco senza fiato, ma invece di darmi una spiegazione lui mi aveva semplicemente lasciata andare, rabbuiando lo sguardo e dicendomi: «Perdonami, Amelia».
Da quel momento nulla, zero, silenzio. Forse un timido saluto prima di partire per la sua settimana fuori con la famiglia. E io, dal mio canto, non gli avevo rivolto parola, né avevo raccontato a qualcuno cosa fosse successo.

Ivy entrò nella mia stanza con due tazze di cioccolata calda e me ne porse una.
«Che fai?» chiese sedendosi affianco a me.
«Occupo un po' il tempo, tu non dovresti prepararti per uscire con Tris?»
«No, rimandiamo, fa freddo e il signorino si è addormentato sul divano assieme a Bradley»
«Capisco»
«Domani torna Connor!»
«Uh, già. Che bello»
«Non sembri molto entusiasta, è il tuo migliore amico che per la prima volta non trascorrerà le festività natalizie con i suoi per stare con gli amici e soprattutto con te!»
«Non esagerare, se voleva stare in famiglia poteva farlo tranquillamente»
«Sai, sei un po' strana negli ultimi giorni. Non vi siete sentiti per tutto il tempo e adesso ti mostri totalmente indifferente... Devi forse raccontarmi qualcosa?»
«Solo se non lo dici agli altri»
«Okay, spara»
«Lo vedi quello?» dissi indicando il draghetto sulla panca accanto alla finestra, il regalo di Con.
«Sì, te l'ha dato lui»
«Bene, quando l'ha vinto alla fiera e stavamo per raggiungermi, ha fatto una cosa»
«Cosa? Amelia, odio quando spezzi le frasi. Dimmi tutto e in una volta sola»
«Sì, okay, mi ha baciata, va bene?»
«Oh mio dio! E me lo dici così?! Oh mio dio!»
Iniziò ad agitarsi, saltare, ridere, esultare.
«Ehi, calmati per favore, non è niente di che»
«No? Tu dici? Non ci credo. Perché l'ha fatto?»
«Non ne ho idea, non ci siamo più parlati»
«Ahi, ecco spiegato il mistero. Ciò significa che per uno o entrambi questo bacio ha significato qualcosa, o mi sbaglio?»
«Non lo so, Ivy. Io mi sento strana, non te lo so spiegare. Mi ha completamente colto di sorpresa, non me l'aspettavo in modo più assoluto, e quando... be', quando mi ha baciata, non mi sono ritratta, ed è stato bello. Tanto bello»
«Oh mio dio»
«La smetti di ripeterlo?»
«Sei cotta»
«Ma che, siamo solo amici. Siamo sempre gli stessi, questo genere di cose possono succedere»
Mi prese per un braccio e mi portò davanti allo specchio.
«Guardati. Sei rossa come un pomodoro, ti brillano gli occhi e non ti ho mai vista tanto nervosa per Connor in tutta la mia vita»
«Ciò non prova che io possa provare qualcosa per lui»
«Secondo me dovreste stare insieme. Siete tipo perfetti insieme, esteticamente e caratterialmente, io vi vedrei troppo bene come coppia»
«Nooo, siamo troppo simili... E poi è il mio migliore amico, sa tutto su di me e io su di lui, non andremmo mai bene!»
«Non è vero, per certi versi siete addirittura gli opposti. Per me dovreste parlarne, vi completereste a vicenda»
«No, assolutamente no. Non possiamo mandare all'aria l'amicizia di una vita per un misero bacio che non... non ha... be', non ha alcuna... valenza, ecco.»
«Non sei convincente per niente, mi spiace deludere le tue aspettative»
«Oh, non va bene! Ormai è una settimana che ci penso e ripenso e avrei tanto voluto che qual bacio fosse durato di più, ch ne avessimo parlato, che... Non lo so, lo voglio qui con me adesso, se devo essere sincera»
«Sì, sei decisamente cotta di lui. Ah, che dolcezza! Ho un'idea bellissima: domani vai a prenderlo tu da sola all'aereoporto»
«Scherzi»
«Mai stata tanto seria»
«Non posso, per favore, ti prego. Morirei di vergogna, solo noi due»
«Trascorrete metà delle vostre giornate insieme e completamente soli, non puoi rifiutarti e non hai scuse che tengano»
«Se la situazione si fa imbarazzante lo mollo lì da solo»
«Non succederà e in ogni caso non ne avresti il coraggio»
«Ivy, ho le farfalle nello stomaco»
«Che carina, anche io con Tris mi sentivo così - e in realtà a volte mi succede ancora»
«Andrà bene?»
«Certo! Ora va a dormire, altrimenti domattina farai tardi. Buonanotte e non pensarci troppo, ti verrà tutto naturale»
«Okay, grazie mille. Buonanotte»
«Ti voglio bene»
«Anche io»

Il mattino seguente.

«Dio, ragazzi che ansia» dissi mentre indossavo sciarpa e cappello prima di andare in aereoporto.
«Stai calma, Amelia. Connor non aspetta altro» fece James.
«Che intendi?»
«Poi capirai» rispose Brad.
«Ci spiace che Ivy ci abbia riferito tutto anche se tu non volevi, ma ieri sera le è scappato con me per il troppo entusiasmo e poi non sono riuscito a trattenermi con i ragazzi» esordì Tristan.
«Fa niente, è tutto apposto, tanto l'avreste saputo oggi comunque»
«Non sei arrabbiata?»
«No, non abbiamo mai segreti e nemmeno questo dovrebbe esserlo quindi sono contenta che l'abbiate saputo in tempo più o meno reale»
«Okay. Ora va, il volo atterra tra qualche minuto. Lui si aspetta che ci siamo tutti all'uscita del gate ma troverà solo te, sorridigli e non fare la stupida»
«Sì, tutto chiaro. Vado»
«In bocca al lupo!» esclamarono tutti in coro.

Non appena arrivai, l'orologio segnava le 11:15 e le persone che avevano lo stesso aereo di Connor iniziavano già ad uscire, provviste di bagagli e sorrisi. Dopo poco vidi anche lui, uno zaino in spalla, una piccola valigia nella mano destra e il cellulare nella mano sinistra. Mi feci coraggio, sorrisi e alzai le braccia per farmi notare.
«Ciao» disse un po' incerto.
«Bentornato! Non mi abbracci?»
«Certo, uhm, scusami» lasciò andare le sue cose a terra e mi abbracciò, senza però stringermi come faceva sempre. Non era molto a suo agio e si vedeva.
«Gli altri?» chiese.
«Ci sono solo io, avevo bisogno di parlarti»
«Oh, va bene»
«Riguarda la fiera»
«Ah. Senti Amelia, mi spiace, non avrei dovuto, non me ne pento ma so che non provi nulla per me e ho praticamente rischiato di mandare tutto all'aria perché in quel momento ho avuto bisogno di baciarti e mi dispiace veramente tanto perché ho paura che tu adesso non mi vorrai più nella tua vita come prima, ho fatto un casino, oddio, io...»
«Woho Connor, fermati. Non ho detto niente»
«Allora cosa c'è?»
«Provi qualcosa per me?»
Sospirò, riprese la sua roba e iniziammo ad avviarci verso l'uscita per aspettare un taxi.
«Sì, da un bel pezzo in verità, ma non ti ho mai detto niente perché avevo paura di quello che sarebbe potuto succedere perché vedevo che tu mi consideravi sempre solo un amico. E tu, invece?»
«Non ho mai pensato a te in altre vesti, se devo essere sincera, non ti ho mai visto come 'più di un amico' prima di quel bacio»
«E adesso?»
«Sono un po' confusa»
Ci fermammo subito dopo l'uscita e ci sedemmo su una panchina.
«Non ce la facevo più a fingere, non posso più continuare a nasconderti che sono... be', che non... ti vedo più soltanto come la mia migliore amica»
Mi concessi qualche attimo di silenzio per guardarlo negli occhi, nei suoi bellissimi occhi azzurri leggermente coperti dalle punte dei suoi capelli che stavano cominciando a crescere un po' troppo.
«Perché non stiamo insieme, Connor?» chiesi con aria vaga.
«Cosa? Non capisco»
«Credo che dovremmo stare insieme, in fondo è un passo piccolissimo passare da quello che eravamo una settimana fa ad essere una coppia»
«Dici sul serio?»
Sorrisi e arrossii lievemente, lui mi abbracciò forte e io affondai il viso nella sua sciarpa rossa, impregnata del suo bellissimo profumo. Quando arrivò il taxi ci sedemmo a pochi centimetri di distanza e occupammo quel piccolo spazio tra noi con le nostre mani, intrecciate e un po' infreddolite.
«Sai, ci sono canzoni, film, libri vari, che dicono cose tipo "Lo spazio tra le mie dita è fatto apposta per essere riempito dalle tue"»
Alzò la mano ancora intrecciata alla mia e guardandole continuò: «Vedi, è il nostro caso»
Mi avvicinai ancora di più a lui, posando le nostre mani a metà tra il suo ginocchio e il mio, poggiati l'uno all'altro come la sua spalla sinistra alla mia spalla destra, e gli lasciai un minuscolo bacio sulla guancia, prima che lui sorridesse e mi baciasse le labbra una, due volte, forse tre, mentre alla radio del taxi suonava una canzone che parlava di una coppia, di un nuovo inizio per un ragazzo e una ragazza, della loro complementarietà. Sembrava parlare di noi e ci dava il benvenuto in una nuova fase della nostra vita da vivere insieme, l'uno con l'altra ma soprattutto l'uno per l'altra.
  
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