Anime & Manga > BeyBlade
Ricorda la storia  |      
Autore: beat    11/05/2008    3 recensioni
Secondo voi, come e da chi è stata fondata la città di Mosca?! ecco la mia personalissima interpretazione!
Genere: Parodia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: I personaggi di Beyblade non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.



LA LEGGENDA DELLA FONDAZIONE DI MOSCA

Tanto tanto tempo fa, non sanno nemmeno gli storici quando con precisione, c'era una ragazza che viveva in un piccolo villaggio sperduto tra le montagne di una vasta regione desertica, che nei secoli a venire sarebbe stata poi chiamata Cina.
La ragazza era una sacerdotessa, consacrata al dio locale.
Il nome della fanciulla era Rei Silvia.
Narrano le leggende che un giorno Rei Silvia stesse dormendo nella sua capanna, quando all'improvviso cominciò a piovere.
Ma questa pioggia non aveva nulla a che fare con quelle che fino a quel momento si erano viste al villaggio. Era infatti una pioggia d'oro.
Rei Silvia non si accorse della pioggia, che nel frattempo, quasi magicamente, era entrata nella sua stanza. La fanciulla, ancora addormentata, fu coperta dalla pioggia.
E fu così che la ragazza si trovò incinta.
La mistica pioggia era infatti una delle tante metamorfosi del dio che, vista la bellezza della sacerdotessa, aveva deciso di possederla.
Passarono i mesi, senza che nessuno si accorgesse di nulla.
Ma non appena fu visibile a tutti che la ragazza stava aspettando un figlio, lo scandalo percorse in un attimo tutto il villaggio. Era un'indecenza, nonché un'empietà, che una sacerdotessa avesse perso la verginità.
A nulla valsero le suppliche della giovane, che insisteva nel ripetere che non aveva mai fatto quello che era palese a tutti che avesse fatto.
Infatti la fanciulla non ricordava della misteriosa pioggia che le aveva lasciato il ventre gravido.
Fu solo l'intervento del sommo sacerdote del villaggio, il grande Tao I, che la ragazza fu salvata dalla condanna che spettava alle sacerdotesse scostumate.
Tao riuscì a convincere il consiglio del villaggio a non seppellire viva la ragazza.
Ma lo stesso imposero alla giovane di rinunciare al figlio, che sarebbe stato quindi abbandonato.
La ragazza accettò suo malgrado. Passati i nove mesi di gravidanza, la giovane partorì non uno bensì due bambini.
Alla madre non fu neanche concesso di vederli.
I piccoli furono messi in una cesta, che poi fu abbandonata alla corrente del fiume che scorreva lì appresso al villaggio.
I due bambini vennero abbandonati al loro destino.
Ma questo non sembrava essere loro avverso.
Dopo interminabili ore di viaggio, la cesta in cui erano stati riposti i due piccoli si fermò su di una riva del fiume, che ormai aveva percorso molte miglia.
La cesta si arenò. I due piccoli, affamati e abbandonati a loro stessi, cominciarono a piangere, attirando l'attenzione di una lupa.
L'animale si avvicinò alla cesta e la fiutò. Con una zampa la scoperchiò e, inaspettatamente, invece di assalire i due piccoli, li prese delicatamente tra le fauci e li portò nella sua tana.
Se ci fossero stati testimoni, questi avrebbero assistito ad una delle scene più toccanti che assero mai visto: la lupa non solo aveva portato al sicuro i due piccoli umani, ma si era anche addossata la responsabilità di allattarli.
Con immensa gratitudine i due bambini presero a succhiare le sue mammelle.
In questo modo si salvarono ed ebbero la possibilità di crescere.
Passarono i giorni, e poi i mesi, da quando la lupa aveva preso con sé i due umani.
I piccoli nel frattempo erano sopravvissuti ed erano diventati due bambini forti e in salute.
E fu assolutamente per caso, che un giorno passò vicino alla loro tana un cacciatore. Era sulle tracce della lupa. Infine l'aveva trovata, ma anche qualcos'altro. Non poteva certo aspettarsi di trovarla intenta ad allattare due bambini umani!
Non fu poca la sua sorpresa, ma decise lo stesso di prendere con sé i due piccoli.
Li portò a sua moglie, che tanto aveva pregato affinché potesse avere un figlio.
E il destino diede alla coppia questi due bambini.
I piccoli furono chiamati Yurimolo e Yuremo.

Passarono gli anni e i due piccoli si erano trasformati in due giovani uomini, sani e forti.
Ma un giorno, i genitori decisero di confessare loro che in realtà erano stati trovati nella foresta e che non erano i loro veri figli.
I due ragazzi non ci rimasero male, perché erano cresciuti in un'amorevole famiglia.
Ma lo stesso decisero che sarebbero dovuti partire.
Madre – Figli miei! Ma perché?! -
Yurimolo – Perché vogliamo scoprire quale sia il nostro passato! -
Padre – E dove andrete? -
Yuremo – Ancora non lo sappiamo. -
Madre – Oh, bambini miei! -
Yurimolo – Non piangere, madre. -
Yuremo – Sappiamo badare a noi stessi. Staremo bene! -
Padre – Ne sono sicuro, figlioli. Ma lasciate che vi dia questo. -
Il padre porse ai due figli una statuetta incisa nel legno.
Raffigurava una lupa intenta ad allattare due bambini.
Padre – E' così che vi ho trovato. Quella lupa vi ha salvato la vita. -
I due ragazzi rimirarono la statuetta, poi Yurimolo la coprì con un panno e la mise nel suo bagaglio.
Yurimolo – Ti prometto che ne avremo cura, padre. -
Yuremo – Sarà il nostro portafortuna. -
E così i due ragazzi partirono, alla ricerca del loro passato, senza sapere che quello che avrebbero trovato sarebbe stato il loro futuro.

I due viaggiarono per lungo tempo e lunghe distanze.
Non sapevano dove cercare, per cui si diressero dapprima verso il grande tempio che torreggiava sul loro piccolo villaggio.
Furono ricevuti dal sacerdote.
Sacerdote – Ah, i due bambini della lupa. Vedo che avete deciso di intraprendere un lungo viaggio!
Yurimolo – Sacerdote, vorremo sapere dove dirigere i nostri passi. Vorremo sapere di più del nostro passato, ma non sappiamo da dove cominciare. -
Yuremo – Potreste dirci qualche cosa? -
Sacerdote – Il viaggio che state per intraprendere sarà lungo e difficile...e non credo che riuscirete a trovare quello che cercate!... -
Yurimolo - ?! -
Yuremo - ?! -
Sacerdote – ...ma lo dovrete intraprendere lo stesso. È questo che vedo nel vostro destino. -
Yurimolo – Che cosa dobbiamo fare? -
Sacerdote – Continuare a cercare...non è detto che non troviate niente! Però, quando arriverete nel luogo dove riposa una scrofa bianca con quaranta piccoli...lì vi dovrete fermare. -
Yuremo – Perché lì? -
Sacerdote – Lì dovrete fermarvi...perché vedo che il vostro destino è quello di fondarvici una città. -
Yurimolo – Una città?! -
Sacerdote – Esatto. E ora...è giunto il tempo che andiate! -
Il sacerdote si volse in un'altra direzione, ma prima che i due ragazzi si allontanassero, diede loro un ultimo consiglio.
Sacerdote – State attenti alla lupa...a uno di voi due porterà sfortuna. -

Il viaggio dei due ragazzi iniziò e proseguì con tranquillità.
I due viaggiarono per lunghe, lunghe distanze. Percorsero mari e monti, fino ad arrivare agli angoli più remoti della terra che si stendeva sconfinata sotto il loro sguardo.
Passarono i mesi, passarono gli anni.
La vita era sempre diversa, incontravano nuove popolazioni, nuovi amici, e anche nemici.
Passarono gli anni.
Non sapevano più nemmeno loro quanti.
Alla fine, quando ormai erano diventati due uomini fatti e finiti, giunsero nel luogo che era stato loro profetizzato dal sacerdote del loro villaggio.
I due si volevano riposare da una giornata particolarmente faticosa, per cui si avvicinarono ad un albero. Fu molta la sorpresa nel vedere che sotto le sua fronde, giaceva una bianca scrofa. Che stava allattando i suoi cuccioli appena nati.
I due ragazzi fremettero di gioia. Senza perdere tempo, un po' per scaramanzia, un po' perché volevano esserne davvero sicuri, contarono i cuccioli.
Quaranta. Quaranta piccoli maialini.
I due ragazzi scoppiarono di gioia. Finalmente il loro viaggio poteva dirsi concluso.
È vero che non avevano scoperto nulla del loro passato, ma erano arrivati dove dovevano.
Subito i due presero ad ammucchiare della legna, per preparare un sacrificio agli dei.
Sacrificarono la scrofa.
E subito dopo presero a lavorare sulla loro città.
Per prima cosa, Yurimolo segnò i confini. Tracciò per terra una linea che delimitava quella che sarebbe stata la loro città.
I due ora erano molto affaccendati. Per molti giorni non fecero altro che costruire i rudimenti di quella che sarebbe dovuta diventare una città.
Per prima costruirono la loro casa, e subito dopo un piccolo tempio per gli dei.
Sembrava andare tutto bene finché, un nefasto giorno, tra i due non nacque una disputa.
I due dovevano decidere quale sarebbe stato il simbolo della loro città.
Yurimolo voleva che fosse la lupa, che li aveva salvati.
Yuremo voleva che fosse la scrofa, che li aveva guidati.
Tra i due non sembrava esserci possibilità di accordo, e discuterono per lunghe ore.
Alla fine, non riuscendo a sistemare la questione a parole, decisero di risolverla con le armi.
I due si sfidarono a duello. Estrassero le loro spade e si avventarono uno contro l'altro.
Benché fossero fratelli, erano entrambi troppo testardi per dare ragione all'altro!
I due combatterono, combatterono senza pietà. Ma, alla fine, solo uno prevalse.
In un momento di distrazione del fratello, Yurimolo lo colpì a morte.
In realtà non voleva ucciderlo, ma il colpo vibrato fu troppo forte per Yuremo da essere parato.
E così, Yuremo perì, tra le braccia del fratello che ora piangeva amaramente di essere stato così caparbio. Alla fine, la lupa aveva portato sfortuna al povero Yuremo.

Yurimolo, per rispetto al fratello morto sotto i suoi colpi, decise di non chiamare la città né Scrofa, né Lupa. Non voleva che fosse ricordato per questa loro stupida discussione finita in tragedia.
Per cui decide di dare alla città il nome del primo animale che avrebbe visto, una volta riaperti gli occhi. Non appena le palpebre furono riaperte, constatò quale fosse il nome predestinato.
Davanti al suo naso stava volando una mosca.
Per cui decise che il nome della sua città, sarebbe stato Mosca.

- Anni, decenni, secoli, millenni dopo. -
Boris – Attacca, Falborg!!! -
Yuri – Schivalo, Wolborg! -
I due ragazzi stavano combattendo per riscaldamento.
Si stavano allenando come al solito.
Ma, ad un tratto, qualcosa andò storto in quello che stavano facendo, per cui i due bey andarono a cozzare violentemente uno contro l'altro e, senza esattamente capire come potesse essere successo, il pavimento sotto di loro crollò di colpo.
I due ragazzi precipitarono per alcuni metri, finché non toccarono violentemente terra.
Evidentemente i continui scontri dei blader avevano talmente stressato il terreno sottostante, che questo era ceduto, alfine rivelando una grotta sottostante il Monastero.
Boris – Ma dove diavolo siamo finiti? -
Yuri – Non lo so!...sembra una caverna. -
Da sopra le loro teste, sentirono la voce dei loro amici che li chiamavano.
Sergej – Ehi, voi due! -
Ivan – State bene? -
Sergej – Siete ancora vivi? -
Boris – Davvero spiritoso, Sergej! Davvero spiritoso! -
Yuri – Siamo bene! Solo una brutta botta. Siamo finiti in una specie di grotta! -
Sergej – State lì. Adesso vi veniamo a prendere! -
Boris – Ok! Ma fate in fretta! -
Ivan – Paura, Boris?! -
Boris – Ivan, un giorno o l'altro finirai male, lo sai vero? -
I due ragazzi si tolsero di dosso la polvere.
Avrebbero dovuto aspettare qualche minuto che li recuperassero, per cui decisero di guardarsi attorno, per vedere in che luogo erano finiti.
Boris – Ehi! Guarda qui! Sembrerebbe una vecchia chiesa, o qualcosa del genere. -
Yuri – Beh, ricorda che questo è un monastero, fino a prova contraria! -
Boris – Oh...già! Me lo dimentico spesso! -
Yuri – Comunque, non sembra una chiesa...sembra più un tempio antico! -
Boris – Hai ragione! Ehi! Guarda qui! -
Yuri – Cosa? -
Boris – C'è un tuo ritratto! -
Yuri – Dai, Boris, non mi va di scherzare! -
Boris – Ti giuro che non sto scherzando! Vieni a vedere qui! -
Yuri si avvicinò al suo amico e guardò quello che stava guardando lui.
E in effetti si trovò davanti a quello che sembrava il suo ritratto.
C'era un rilievo, che ritraeva un giovane uomo, con le stesse fattezze di Yuri...nonché la tipica pettinatura lupina e scompigliata.
Yuri – Ma che diavolo significa?! -
Boris – E che ne so? Che diavolo ci fai in un ritratto?!?! -
Yuri – Ma che ritratto e ritratto! Quello non sono io!!! -
Boris – Ma se siete uguali! -
Yuri – Giuro su tutto quello che vuoi, ma io non mi sono mai fatto fare un ritratto! Non sono io! -
Boris guardò con sospettò l'amico. Poi alzò le spalle e voltò i tacchi.
Boris – Guarda, lasciamo stare che è meglio! -
Boris continuò a girare la caverna, lasciando Yuri ad ammirare ancora il ritratto.
Era davvero molto somigliante...ma solo somigliante. Quello non era lui. No di certo.
Yuri girò intorno al rilievo, per vedere di scoprirci qualcosa di più.
Non vide niente, ma il suo piede urtò contro qualcosa. Alcuno pietre si spostarono, rivelando quello che doveva essere un altarino.
Yuri lo scoprì tutto e vide che era una piccola nicchia scavata nella roccia.
Nella quale era stata riposta una piccola statuetta.
La statua di una lupa, che allattava due bambini.
Yuri la prese in mano. Non sapeva perché, ma sentiva che in qualche modo gli apparteneva.
La rimirò ancora. Poi sentì la voce di Boris che lo richiamava.
Boris – YURI!!! Vieni che ci portano fuori! -
Yuri – Arrivo subito! -
Yuri guardò un'ultima volta la lupa, e poi la rimise al suo posto, ricoprendo la nicchia.
Se ne andò, non prima di aver lanciato un'ultima occhiata al ritratto del suo antenato.


*************************************************************************

Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti!

Per chi non lo avesse capito, questa è una parodia bella e buona della leggenda della fondazione di Roma! (del tipo: ecco a cosa sono serviti cinque anni di lieo classico)

Spero che questa fiction vi sia piaciuta. ^_^

Grazie a chi lascerà una recensione, ma anche a chi la leggerà a basta.

Beat


Angolo nell'angolo: ringrazio Bladegilr, eagle fire e Padme86 che hanno recensito la mia altra fiction l'Eredità
Grazie! ^^



   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: beat