Sora era molto felice
dopo la fine dell'esame.
L'avrebbe sostenuto quel giorno, da solo perché
Lea e Kairi
erano ancora inesperti. Avrebbe sostenuto un esame normale, ma non
avrebbe
potuto apprendere il potere di risvegliare i cuori dal sonno, il potere
che
aveva invece acquisito Riku. Yen sid e Topolino gli avevano rivelato
che solo
uno dei due poteva ottenere pienamente quel potere, e che comunque
doveva
essere Riku, ma non gli avevano spiegato il motivo. Stava scendendo
dalla
Gummiship nel mondo dello stregone Yen sid, la "Torre misteriosa",
con Riku e il Re. Nello stesso momento arrivarono Lea e Kairi con un
varco
oscuro mentre Paperino e Pippo erano sulle scale ad aspettarli: quel
giorno
c'era oltre al suo esame anche forse l'ultima riunione di quelli che
ormai si
chiamavano i "i Guardiani della luce".
- Li usi ancora? - chiese Topolino a
Lea mentre il fumo
oscuro svaniva.
- Be' a quanto pare posso ancora
farlo senza cadere a terra
per la nausea, e lo preferisco a quella nave soffocante. A quanto pare
Kairi la
pensa come me: ha insistito tanto per vedere come è
diventata Radiant Garden.
Ormai è quasi come era 12 anni fa... - rispose Lea. -
Già, mi sono anche
allenata con qualche Heartless. Ora sono di nuovo aumentati... -
Quando arrivarono nello studio Yen
sid li accolse: - Ah!
Eccovi! Suppongo che la prima cosa da fare sia spiegarvi come
sosterrete
l'esame... -
- Sosterrete? pensavo che Riku fosse
già un Maestro... -
disse Sora, stupito.
- Vero, - confermò il
mago. - ma ritengo che anche Kairi sia
pronta per affrontare l'esame. Purtroppo, - continuò Yen sid
spostando lo
sguardo dalla stupita Kairi a Lea, un po’ offeso. - non posso
dire lo stesso di
Lea. È un caso speciale, come è già
successo a Riku non appartiene né alla luce
né all'oscurità. Ma può usare ancora i
varchi oscuri, questo ci può essere
utile. Se diventassi Maestro dimostreresti la tua lealtà a
me
e alla luce: non credo che saresti ancora in grado di usare il potere
dell'oscurità.
Ora è meglio se ci
sbrighiamo. Allora, solo uno di voi
avrebbe potuto ottenere il potere di svegliare i cuori dal sonno. Riku
ce l'ha
fatta e adesso, come ha già fatto con Sora, può
risvegliare anche il cuore
assopito di Ventus che, come sappiamo, riposa in Sora. -
Topolino sembrò accorgersi
del disagio di Sora, perché
disse: - Forse Sora ha qualcosa da chiedere... -
- Suppongo che riguardi il Keyblade,
ho ragione?-
Sora annuì: - È
che più di una persona hanno detto che in
realtà io non dovrei saper usare il Keyblade
perché non sono un vero prescelto.
E se lo potessi usare solamente per la presenza del cuore di Ventus in
me?-
- Sapevo che prima o poi l'avresti
chiesto. Vediamo, sai che
il potere si può ereditare secondo la volontà del
custode, - Sora annuì. - come
è successo a Riku, quando ha ereditato il potere da Terra.
Ma si può
semplicemente diventare custodi per la propria forza del cuore come
Topolino,
Lea e anch'io, una volta.
Ora dimmi: secondo te
perchè? -
- Credevo che dipendesse da Terra,
che il potere di Riku
fosse passato a me e Riku avesse ottenuto un altro Keyblade... Ma poi
ho saputo
di Ven e... -
- Tu pensi che essere la "chiave"
dipenda dal
Keyblade, vero? No, il Keyblade che hai è una conseguenza
del tuo essere la
chiave, non la causa: all'inizio, è vero, il Keyblade ha
scelto te al posto di
Riku, perché ne eri più degno. Ma, alla fine a
prescindere dalle origini a
entrambi è stato concesso di poterlo usare. Il tuo, Sora,
è solo tuo, tuo e
basta. Ne è la prova che il tuo nessuno, dotato di
sentimenti appartenenti non
solo a te ma anche a Ventus, non è riuscito a impedirti di
evocare il Keyblade,
nonostante fosse dotato di un cuore, di preciso, il cuore di Ventus. Se
il tuo
Keyblade fosse quello di Ventus, Roxas l'avrebbe preso senza problemi.-
- Ma Roxas ce l'aveva. Anzi, ne aveva
due!
- Infatti era lui che poteva usare il
Keyblade di Ventus,
oltre, in effetti, a una copia del tuo Keyblade. Ma dimentichi che in
quel
momento stavi lottando con una proiezione. La proiezione, il ricordo,
la
presenza dentro di te di Roxas, non il vero Roxas. In effetti, sarebbe
stato
diverso se avessi lottato con il Roxas con un corpo.
- Un corpo! Giusto, Roxas aveva il
corpo di Ventus? Perché
sono uguali? - chiese Riku.
- Lo sai già, Riku. Te
l'ha detto la proiezione di Ansem.
Roxas aveva un corpo formato solo da ricordi. Non era il corpo di Ven.
Se sono
uguali è perché Il corpo di Roxas è
stato influenzato dal cuore di Ven. Un
corpo non è complicato, si può creare
semplicemente da dati di ricordi. Il
cuore è molto più complicato. Roxas non ha mai
avuto il corpo di Sora. Certo,
era un corpo fatto dei suoi ricordi con l'aspetto di Ventus. Sora, come
ha
detto Ansem, è tornato una persona senza distruggere il suo
nessuno per l'amore
che prova per le altre persone. Il corpo di Roxas è fatto di
quell'amore,
insomma!
- E io invece? - intervenne Kairi. -
Perché io lo posso
usare? -
- Per lo stesso motivo di Riku.
Topolino mi ha raccontato
che vi siete incontrati una volta, quando ha incontrato Aqua per la
prima
volta. Se non sbaglio si era creato un certo legame fra di voi e tu ti
sei
appoggiata al manico del suo Keyblade: è li che hai ottenuto
il potere che poi
è stato rafforzato dalla presenza dei cuori di Sora e Ventus
quando sei stata
dentro di Sora.
Bene, vi dirò il resto del
piano dopo l'esame. Ora andiamo.
Prenderò in prestito il potere delle quattro fate e di
Merlino per
materializzarci tutti li. In fondo Merlino lo fa sempre! - E con un
piccolo
"pop" sparirono.
L'esame si sarebbe svolto al Castello
Disney, nella Sala
della Prima Pietra di Luce: ad attenderli c'erano Minnie, Paperina, Cip
e Ciop,
Merlino e le tre fate Flora, Fauna e Serenella (a Sora faceva un certo
effetto
vederli li tutti insieme).
- Oh! Prima o poi ci farete venire un
colpo con questo
sparire e riapparire dal nulla! - esclamò la Regina Minnie.
- Scusate, Vostra Maestà,
ma non ci stavamo tutti nella Gummiship...
- spiegò Sora
- Bene, se siete pronti, possiamo
cominciare. Il vostro
compito per la prima prova è proteggere la Prima Pietra da
tutti gli ostacoli
che piazzerò... - affermò Yen sid.
La prima prova fu estremamente
facile: dovevano solo
distruggere delle sfere oscure (invocate da Lea) e tenerle lontane
dall'enorme
pietra. Sora aveva affrontato sfide ben peggiori di quella, anche Kairi
se la
cavava piuttosto bene. la seconda prova fu più difficile:
Sora doveva
combattere con Riku e Kairi con Lea. Fu difficile non perché
Riku era più forte
di lui ( e comunque sapeva che Riku in quell'occasione ci andava
davvero
leggero), ma perché prima di allora aveva affrontato il suo
migliore amico solo
quando era stato posseduto, in momenti di puro disprezzo invece ora
desiderava
solo che finisse. Riku non usava il Keyblade (in quanto già
Maestro sarebbe
stato ingiusto) ma l'animofago, mentre Lea usava i Chackram.
Alla fine dell'esame (che per certi
versi era stato più difficile
di quello nel Regno dei Sogni) Yen sid si Alzò e con un
sorriso comunicò: -
Bene, avete sostenuto un esame per il Marchio di Maestria esemplare.
Sora e
Kairi, vi nomino entrambi i nostri nuovi Maestri del Keyblade. -
Ci fu un attimo di silenzio, la
stessa faccia che aveva
fatto Riku in un momento uguale era stampata sui visi di Sora e
Kairi... Poi
accadde in un attimo: Kairi si buttò addosso a Sora e lo
baciò. Non capiva piu
niente, voleva solo che quel momento durasse per sempre. Lui la strinse
forte,
stava piangendo. Il viso di Kairi rigato da lacrime di gioia ed
emozione
insieme rimase attaccato per qualche secondo... Poi finì,
quell'emozione che
Sora provava per la prima volta... o era un sentimento? Era amore?
Poi di nuovo la luce della Pietra che
illuminava l'enorme
sala vuota investi gli occhi di Sora: tutti li fissavano raggianti,
perfino
Riku... A quanto pareva non provava più niente per Kairi che
non fosse
amicizia...
- Be', era ora! - esclamò
Riku.
Tutti si congratularono con loro e
gli strinsero la mano,
Riku li abbracciò, Paperino e Pippo anche. Pippo
ridacchiava. Paperina si buttò
su Paperino singhiozzando parole che suonavano come "romantico!"
Ora erano tutti e tre Maestri, in
più (cosa che a Sora
importava molto di più) Sora e Kairi erano una coppia.
Più tardi arrivarono anche
la Fata Smemorina, Leon, Yuffie e
Aerith, con la gummiship di Cid. La riunione era nella Biblioteca. Dopo
i
saluti chiesero perché li avevano convocati. Yen sid
cominciò a spiegare:
- Bene, sapete che Xehanort è tornato, quindi
comprenderete che farà di
tutto per avere Kingdom Hearts, la Guerra dei Keyblade è la
sua ambizione da
sempre. Dobbiamo evitare che accada, ha già riversato parte
di se stesso in
dodici contenitori... Gliene manca solo una e poi ci saranno tredici
oscurità.
tredici oscurità contro sette luci, contro sette protettori
della luce.
- Tenterà` di nuovo di rapire le Principesse del Cuore? -
chiese Leon.
- Non posso esserne sicuro. Ma una cosa e` certa: non sono al sicuro.
Xehanort
ha già tentato di rapirle una volta e ha visto che non ha
funzionato come
sperava. Per ottenere tutto il potere di Kingdom Hearts è
necessario che
tredici oscurità combattano sette guardiani della luce:
Sora, Riku, Topolino,
Kairi, Aqua, Ventus e Terra o, in mancanza di quest'ultimo, Lea. Non
possiamo
sperare di trovare tutti e tre. Ma sappiamo dove si trovano Aqua e
Ventus, o
meglio Aqua sa dove si trova di preciso Ventus e noi sappiamo che lei
si trova
nel Regno dell'Oscurità con Ansem il Saggio. Lei sa come
trovare Ventus, e
Ansem saprà come evitare la Guerra dei Keyblade. Sora e
Riku, è vostro compito
trovarli...
- Ma come ci arriviamo? - chiese Sora.
- Entrare non è un problema. Basterà che Lea vi
apra un corridoio delle
tenebre. Anzi, dovrà venire con voi, cosi potrete uscire una
volta trovati Aqua
e Ansem.
- Ma come facciamo a sapere che non sono morti? -chiese Lea.
- Lo percepisco.- rispose semplicemente Yen sid. - E se lo
fossero le
stelle me lo avrebbero rivelato...
- Le Principesse, dobbiamo portarle qui, al sicuro! Anche
Malefica
potrebbe provare a rapirle di nuovo! - disse Topolino.
- Hai ragione. - confermò lo stregone. - Portarle qui
sarà il compito tuo e di
Kairi. Voi usate la gummiship per viaggiare, con il Keyblade potrete
aprire i
nuovi corridoi tra i mondi che io, Merlino e le fate abbiamo creato.
Intanto
voglio che combattiate tutti i nemici che incontriate. Heartless,
Nessuno e
forse perfino Nescens invaderanno i mondi, magari in cerca delle
Principesse...
- Nescens? - lo interruppe Kairi.
- Si, creature orribili come gli Heartless che una volta
Vanitas, la
controparte oscura di Ventus, generava e mandava all'attacco. Sono
quasi sicuro
che ora anche Xehanort possa controllarli, o che comunque Vanitas sia
tornato e
sia uno delle oscurità a noi ignote. Potrebbero usarli,
voglio che proteggete
coloro che sono in pericolo. Questo castello sarà il nostro
rifugio. Leon e
voialtri, proteggerete Radiant Garden, anche se so che grazie
all'efficiente
sistema di controllo attuato da Tron non ce n'è
più molto bisogno. Flora, Fauna
e Serenella, voglio che spiate Malefica, può ancora essere
pericolosa. Merlino
e Fata Smemorina, avvisate le Principesse, ma non portatele qui per
ora, devono
proteggere i loro mondi finché non arrivano Kairi e
Topolino. Io intanto tornerò
alla torre a tenere d'occhio i collegamenti tra i mondi. Ora... Si,
giusto,
dobbiamo aumentare i vostri poteri! Le tre fate decideranno il modello
dei
vestiti. Ora mettetevi qui. -
Sora, Riku e Kairi si sistemarono davanti alle quattro fate e ai due
maghi che
puntarono le bacchette su di loro. Ci fu un bagliore di luce, poi Sora
guardò
Riku e Kairi: entrambi avevano vestiti simili a quelli di prima ma con
più
tasche e cerniere sui colori nero, oro e grigio platino. Kairi aveva i
capelli
rossi legati in una lunga coda.
Poi si guardò allo specchio che era stato
sistemato da poco: i pantaloni
erano più lunghi e le scarpe più piccole di
quelle che aveva sempre portato. La
parte di sopra era quasi identica se non fosse stato per i colori oro,
grigio
platino e rosso molto acceso. Yen sid disse loro che quei vestiti erano
provvisti di fusioni e poteri speciali.
Poi la banda di Leon, le fate, Kairi e Topolino se ne
andarono, (prima
Sora e Kairi si salutarono con un altro bacio e si scambiarono i loro
portafortuna)
stava per cominciare un'altra grande avventura: questa volta,
però tutti ne
avrebbero preso parte.
Sora, Riku e Lea tornarono alla Torre
Misteriosa con Yen
sid. Dopo essersi sistemato al solito posto chiese: - Bene, siete
pronti? Lea,
fai quello che devi fare. - Lea si concentrò. solo quando
era appena diventato
un Nessuno era stato nel Regno dell'Oscurità e non si
ricordava niente di quei
giorni, era difficile aprire un varco oscuri per posti ignoti. Ci
provò più
volte. A Sora fece tornare alla mente una scena identica: Riku al
Castello Che
Non Esiste che tenta di aprire un varco per portarli via di li
stendendo il
braccio, ma anche in quel momento non successe niente...
- E` terribile! Proprio come temevo... Lea, hai perso i tuoi poteri
oscuri, fai
ufficialmente parte del Regno della Luce. - annunciò
tristemente Yen sid.
- No... adesso come facciamo? - chiese Riku.
- Be', l'unica soluzione è trovare un'entrata per il Regno
dell'Oscurità
alternativa. A quanto pare dovrete di nuovo viaggiare per i mondi. -
- Ehi! Potremmo persuadere Malefica! Lei sarà felice di
mandarci nel Regno
dell'Oscurità! - propose Sora.
- Non ne dubito, - rispose sinceramente Yen sid. - ma se vi ci manda
lei, c'è
il rischio che non torniate più. No... sono convito che
potrete trovare
un'entrata in qualunque mondo, soprattutto nei mondi che sono stati in
passato
inghiottiti dall'oscurità. Io e Merlino vi prepareremo le
vie interdimensionali
e le fate le armature necessarie per viaggiare. Con quelle potrete
usare i
Keyblade per muovervi tra i mondi.
- Ma dove sono Paperino e Pippo? - chiese Sora. Non aveva mai viaggiato
senza
di loro, voleva almeno sapere cosa avrebbero fatto.
- Combattono. Hanno raggiunto, presumo, Topolino e Kairi con il
Frammento di
Stella. Può darsi che li incontriate. - Yen sid sembrava
saper leggere il
pensiero.
- Ah, okay... -
Partirono poco dopo con i loro Keyblade trasformati e con le armature.
Bastava
che toccassero le spalliere che avevano sui vestiti per trasformarsi.
Queste
armature proteggevano il loro portatore dall'Oscurità e
permettevano di
viaggiare nello spazio respirando. Erano più facili da
guidare rispetto alle
gummiship: quello di Sora sembrava uno skateboard volante e la sua
armatura era
simile a quella di Ven: i colori dei pezzi erano di tonalità
rossa e oro.
L'armatura sul suo ginocchio era d'oro e portava un tagliente gancio di
punta
verso l'alto sul lato esterno di ciascuno. Il casco era schiacciato e
piatto
nella parte superiore e comprendeva due poli su entrambi i lati della
sua testa
che puntavano all'indietro e l'angolo in diagonale verso l'alto, gli
stivali di
Sora erano di colore oro, a differenza delle scarpe multi-colore che
indossava
normalmente. Il Keyblade di Riku si era trasformato in una sorta di
moto
metallica volante con ali al posto delle ruote e la sua armatura era
simile a
quella di Terra:Il suo casco, con il retro del capo e la mascella
contorniate e
protette da una strisca di Armatura dorata, aveva una
particolarità ben
visibile: due spuntoni rossi che si ergevano verso l'alto, a differenza
dell'armatura del suo amico. Sui polsi delle braccia porta dei
rivestimenti di
colore blu, mentre i suoi guanti sono verdi e neri. Gli stivali erano
degli
stessi colori, ma la parte finale, che copriva il piede, era
completamente dorata.
Possedeva anche due cavigliere gialle dalle quali spuntavano due lame
azzurre
che andavano all'indietro rispetto a lui, e che potevano fungere anche
da
strumento di attacco. L'armatura di Lea era una via di mezzo di quelle
dei
compagni, ma più sottile, il casco presentava due poli verso
il basso alle
estremità: i pezzi erano dei colori del fuoco. Il Keyblade
si era trasformato
similmente a quello di Riku, ma con i colori dell'armatura.
Presto arrivarono nel primo mondo: era completamente innevato e
sembrava una
grande foresta. Incontrarono tre fratelli: Peter, Susan e Lucy Pevensie
accompagnati dal Signor Castoro. - Ma voi come siete arrivati qui? -
chiese
Lucy, una bambina molto graziosa, dai capelli castani lunghi fino al
collo. -
Oh, be' è complicato. - le rispose Sora. - Comunque stiamo
cercando l'entrata
per un posto molto oscuro, che somiglia a una nuvola di fumo nero, per
caso
l'avete vista? - chiese Riku. -Io non ho mai visto niente di simile, .
cominciò
il Signor Castoro. -Ma se è per un posto oscuro, potrebbe
essere nel castello
della Strega Bianca. È l'attuale Regina di questo regno. Il
vero creatore però
è Aslan, un leone buono e saggio, molto più
potente di quella donna malvagia.
Però è stata lei a lanciare la maledizione su
Narnia, un millenario inverno.
Ormai sono secoli che qui non arriva più primavera. Comunque
finalmente a
Narnia tornerà la pace, perché la profezia si sta
avverando! La profezia diceva
che prima o poi sarebbero arrivati figli di Adamo e figlie di Eva che
avrebbero
sconfitto la strega e sarebbero diventati re! Sono convinto che sono
loro. Però
quella strega malvagia ha rapito Edmund, il loro fratello, e anche un
mio
amico, il Signor Tumnus. Dobbiamo muoverci, non sappiamo cosa potrebbe
fare la
strega, e probabilmente in questo momento stesso ci sta spiando! -Si
avviarono
lungo un sentiero bianco: furono attaccati da un branco di Heartless
che
padroneggiavano l'elemento ghiaccio. lungo la strada che Sora e Riku
usarono le
loro nuove fusioni, che modificano i loro vestiti e la loro forza:
questa volta
c'era una fusione per ogni abilità che possedevano, in
questo caso l'attacco,
la cui fusione si chiamava "Guerra". Lea li fece sparire in un baleno
invocando delle fiamme. Alla fine arrivarono al Castello di Ghiaccio,
dove la
Regina invocò un Heartless fatto di ghiaccio. A Sora
ricordò sia il Titano di
Ghiaccio che aveva affrontato al Monte olimpo, sia l'Heartless invocato
da
Pietro ad Agrabah: per quanto era alto toccava quasi il soffitto, era
come un
enorme cubetto di ghiaccio, con piccole braccia e gambe, e portava una
corona,
che si ergeva sul secondo cubo più piccolo che era la testa.
Alla fine i
Pevensie con Edmund riuscirono a scappare e Lea sconfisse l'Heartless
usando
l'elemento temuto da quest'ultimo: il fuoco. Lea, distruggendolo, aveva
sciolto
anche la maledizione imposta su Narnia, facendo tornare la primavera.
Poco dopo
se ne andarono, se l'entrata oscura non era dentro quel castello, non
poteva
essere da nessun'altra parte in quel mondo.
Il mondo successivo era il Castello
della Bestia, Sora
sapeva che era stato inghiottito dall'oscurità una volta e
che c'era stato
anche Xaldin, lì poteva essrci un'entrata per il Regno
dell'Oscurità? Decisero
di controllare.
Atterrarono nel cortile, dove splendeva la luce del sole, ed entrarono.
Era
diverso, non più buio e malinconico, ma luminoso, e i
Gargoyle si erano
trasformati in statue di angeli. La Bestia era tornata una persona
normale,
Sora si sentiva in imbarazzo. Non gli aveva mai chiesto il suo vero
nome,
quindi quando lo incontrò nel salone disse solo: Ciao,
Principe! -
Si chiamava Adam, gli raccontarono di Xehanort, lui gli disse che
c'erano
nemici che non aveva mai visto, diversi dagli Heartless e dai Nessuno.
- I Nescens! Me li ricordo, una volta erano a Radiant garden. Sono come
questi,
i più semplici sembrano neoshadow blu... Molti di loro non
hanno gli occhi...-
raccomandò Lea
Sentirono un rumore provenire dalla Sala da Ballo e si affrettarono a
controllare. Combatterono insieme un boss Nescens, simile all'Heartless
Guardia
di Ferro, viola e costituito da tre pezzi che somigliavano ad armature,
era il
Triarmatura. Poi scoprirono da dove arrivava. Da chi arrivava...
Era uno delle oscurità, si tolse il cappuccio...
Sora non ci credeva, era identico a lui, se non fosse stato per i
capelli neri
e il cappotto dell'organizzazzione avrebbe pensato di trovarsi davanti
uno
specchio. Poi ricordò: come Roxas era uguale a Ven, lui era
uguale a Vanitas, o
era il contrario?
- Tu sei... Vanitas! - esclamò.
- Bravo, Sora. O sto parlando con Ventus? -
- Non importa! - rispose il castano, deciso.
-È vero. Lui è doppiamente imprigionato. Il suo
corpo nella sua casa, che ora è
la sua prigione, e il suo cuore in te, rinchiuso dove non
può uscire.
Peccato... - spiegò Vanitas.
- Invece sì che può uscire! Riku lo
può svegliare! E una volta trovata Aqua
sarà facile sapere dove si trova anche lui! -
- Vedo che ancora una volta fai quello che il mio 'capo' vuole. State
facendo
di tutto per trovare i guardiani restanti, le sette luci e le tredici
oscurità
si uniranno e avremo la X-blade! - esclamò il cattivo.
- Vuoi dire che il tuo capo ce l'avrà? - intervenne Riku. -
Secondo te perché
ha piantato parte del suo cuore in voi e non si è offerto di
persona? Se anche
ci fosse una Guerra del Keyblade, solo lui avrebbe il potere della
X-blade, voi
ne fareste parte! -
- A me non interessa! Ormai lui è parte di me e io sono
parte del mio padrone!
- ribatté nuovamente Vanitas.
- Giusto, ormai siete solo burattini. Ma che dignità avete?
- esclamò Lea disgustato.
- Io non vedo invece i vantaggi della luce. Non potete
smaterializzarvi, dovete
viaggiare con quelle scomode armature e nascondervi
dall'oscurità. So anche che
vi serve, ora... posso aiutarvi io! -
- Sei un abominio fatto di oscurità! Non potrai mai capire
cose come la luce o
l'amore! - gli urlò contro Sora.
- Fate come volete, se l'amicizia è cosi importante per voi,
favoritela! - e se
ne andò, lasciando il passaggio per il Regno
dell'Oscurità aperto.
- Credete che sia vero? Ci vuole veramente aiutare? chiese Sora.
- Se fa questo, di certo non è per aiutarci. - rispose il
rosso. - Ma in fondo
vogliono quello che vogliamo noi: trovare i restanti guardiani. Quel
passaggio
porta veramente al Regno dell'Oscurità. Se è
quello che cerchiamo, io dico di
buttarci. - continuò Lea, sistemandosi il foulard (ora che
faceva parte del
Regno della Luce aveva gli stessi vestiti di quando era un ragazzino).
- Stai scherzando? Non possiamo fidarci di loro, e poi come faremmo a
tornare?
protestò l'albino.
- Questo sarebbe comunque un problema... - rispose seccamente Lea.
- Forse Lea ha ragione, - cominciò Sora. - che ne dite se
chiediamo a Yen sid?
-
- Il passaggio non resterà a lungo... - il rosso.
- Meglio andarcene. - consigliò Riku.
- Non possiamo! Ci tenete a salvare Aqua o no? -domandò Lea,
ardente dalla
rabbia.
- Certo che sì! Ma cosi rischiamo di non tornare
più! - insistette l'albino.
- Be' fate come volete. Io vado. Buona fortuna, amici! -
Non riuscirono a fermarlo che si buttò. Cercarono di
raggiungerlo e di urlare,
ma invano.
Adam era ancora lì, poi entrò Belle e gli
raccontarono di fretta cos'era
successo. Se ne andarono.
Dovevano parlare con Yen sid.
Lea e Aqua stavano parlando: Aqua gli
raccontò dei Nescens,
di come Terra era stato controllato da Master Xehanort, di Ventus e
Vanitas e
dell’unione tra Xehanort e Terra. Lea le raccontò
di Sora, Riku, Kairi,
Topolino, Ansem, degli Heartless e dei Nessuno. Le disse di Malefica,
che era
stata manipolata da Xehanort fin dall’inizio per avere le
Principesse
attraverso il suo Heartless, il falso Ansem, che controllava Riku, e di
tredici
oscurità note come “Organizzazione 13”,
formata dal suo nessuno Xemnas, che
intanto tentava di creare un “Kingdom Hearts”
artificiale, di Roxas, Naminé e del
Castello dell’Oblio …
- Un momento? Castello dell’oblio? – chiese Aqua.
– Credo di aver capito,
quella era la Terra di Partenza, la nostra casa. L’ho
trasformata con il
Keyblade del mio Maestro dopo la sua morte, non pensavo che ci si
sarebbe
imbattuto Sora … Tutto quello che hanno fatto? E Kairi
è finita alle Isole del
Destino poco dopo che ci siamo incontrate …
- Un anno dopo, per la precisione. Grazie al tuo incantesimo
è sopravvissuta ed
è stata portata dove sarebbe stata protetta a lungo, dove
avrebbe fatto
amicizia.- spiegò Ansem.
- È grazie a te che ora può evocare un Keyblade,
Aqua. Ha toccato il manico del
tuo Keyblade quando la stavi proteggendo. Tu, probabilmente le hai dato
il
potere non volendo. L’hai memorizzato? - le disse
Lea.
- Non gliel’avrei dato non perché pensavo che non
l’avrebbe saputo usare, ma
perché non volevo metterla in pericolo più di
quanto già non fosse. – spiegò
Aqua.
- Una luce e una guardiana insieme, una cosa più unica che
rara … - osservò il
più saggio tra i tre.
Poi Aqua vide qualcosa muoversi verso la riva. Se lo stava immaginando?
No,
anche gli altri la videro.
- È quella? – chiese. – Il legame?
– aggiunse Lea, tutto contento.
- Lo scopriremo presto. – rispose calmo Ansem, prendendo la
lettera. Lesse ad
alta voce le parole: “Per Lea, Ansem e Aqua, dai vostri amici
Topolino, Kairi,
Sora, Riku, Paperino e Pippo”.
Poi non ci pensarono. Un grande bagliore investì di luce la
spiaggia oscura. La
videro assaporando quello spettacolo: la Porta della Luce era apparsa.
Aqua si alzò, prese le mani degli altri due e insieme
entrarono. Lea chiuse gli
occhi, anche se quella luce non era accecante per loro. Poi non
capì, tenne
chiusi gli occhi. Stavano cadendo, non era una caduta brusca,
più come se
stessero planando. Era molto meglio dei corridoi oscuri,
forse meno
veloce, ma più intenso. Poi atterrò
sull’erba, non sentiva il terreno duro, in
quel momento era morbido come una nuvola …
Aprì gli occhi, intravidero un castello oltre il boschetto,
e Aqua urlò: -
Questo è … il Dominio Incantato!
Finalmente, la luce del sole! – infatti
era appena arrivata l’alba.
Sora e gli altri correvano verso il bosco, avevano visto delle comete
azzurrine
scendere dal cielo. Chi altri potevano essere? Arrivarono, Topolino
urlò: -
Aqua! Ansem! Lea! - abbracciò Aqua e Lea e strinse la mano
ad Ansem. Gli altri
lo succedettero, abbracciarono anche Aqua, che era raggiante e curiosa
di
rivedere quei bambini che ora erano ragazzi. Lei era sempre la stessa.
Nel
Regno dell’Oscurità non s’invecchia. Poi
ci furono le presentazioni, anche se
tutti si conoscevano già.
- Aqua? – chiese Sora. – Be’, sei proprio
come ti ricordavo. Non sei
invecchiata per niente là dentro? -
- A quanto pare no. – rispose la più grande. - Voi
invece sì! Somigliate ancora
di più a Terra e Ven! Forse il suo cuore dentro di te ha
influenzato alcune
cose di te, Sora. Oh, sono così fiera di voi … -
disse.
- Be’, si è commossa quando le ho detto di te,
Sora. – ammise Ansem.
- Ma … - Sora era a disagio. – Insomma
… Io sono praticamente identico a
Vanitas, non ti dà fastidio? Roxas è uguale a Ven
… - disse.
- No, Sora. Non mi riferisco all’aspetto, solo in questo lui
è uguale a te.
Quello conta poco. Mi riferisco al carattere, in quello siete uguali.
Tu sei
tutto il contrario di Vanitas! - spiegò Aqua.
- A proposito, Aqua… Ventus, saprai che il suo cuore
è in Sora, ma dobbiamo
trovare il corpo … - precisò Riku.
- A tempo debito! – esclamò Lea. – Aqua
sarà stanca … -
- Ben detto! – confermò Topolino.
- No, non fa niente. – assicurò Aqua. –
Nel Regno mi sono riposata
abbastanza. -
- Stai scherzando? – chiese Riku, sarcastico. –
Avrai combattuto tantissimo, e
quel posto è orribile. Meglio che per un po’
torniamo tutti al Castello Disney,
dove abita Topolino. Adesso è il nostro Quartier Generale.
Avrai modo di sapere
tutto. Ansem, tu che vuoi fare? -
- Be’, Lea mi ha detto che hanno finito i lavori a Radiant
Garden, e mi
piacerebbe rivedere la mia vecchia casa ora che nessun
“xehanortiano” la
occupa.
- Però vorrei parlare con Yen sid, è un mio amico
di vecchia data, e lui è il
capo del vostro ordine contro l’oscurità, i
“Guardiani della Luce”, giusto? Poi
andrò a Radiant Garden, non voglio provocare ancora disturbo
a Topolino, so che
il suo castello è pieno adesso … -
- Non dire sciocchezze, puoi venire quando vuoi! Però
sarebbe utile avere una
seconda sede, che dici? Potremmo mettere un passaggio diretto tra
Radiant
Garden e il Castello Disney … -
- Ne sarei onorato, Topolino. Ma ora come arriviamo lì? -
chiese infine.
- Volando naturalmente! – rispose Kairi.
– Gummiship, Keyblade e il
Frammento di Stella, anche! -
Sora, Riku e Lea trasformarono i loro Keyblade (l’armatura di
Lea aveva smesso
di funzionare nel Regno dell’Oscurità, ma ora si
era aggiustata), Kairi,
Topolino e Aqua usarono la Gummiship e Paperino e Pippo il Frammento di
Stella.
Finalmente quell'incubo durato dodici anni era finito, pensava Aqua,
ora
sarebbe incominciata un’altra grande avventura.
Sora e Riku tornarono da Yen sid:
speravano che fosse alla
Torre Misteriosa. Purtroppo, quando arrivarono nello studio, non
c’era.
Senza pensarci, Riku urlò:
- Maestro Yen sid, emergenza! –
ed egli apparve.
- Che succede?
Dov’è Lea? – domandò,
sedendosi davanti alla
grande scrivania.
- È questa
l’emergenza! È andato! È andato nel
Regno dell’Oscurità!
– rispose Sora. – Yen sid sembrò
calmarsi.
- A questo punto li avrà
già trovati. Ma non possono uscire
comunque, e adesso un altro dei nostri è
nell’oscurità. Trovate Topolino e gli
altri e tornate tutti qui. Passate per i mondi delle Principesse, so
che sono
l’obiettivo di Xehanort, ora. Non voglio chiedervi troppo, ma
mi farebbe
piacere se continuaste a combattere i nemici, intanto
metterò dei nuovi poteri
ai vostri vestiti, se usate le fusioni insieme accadrà
qualcosa di speciale. -
- Non è un problema
combattere. Quante Principesse sono al
sicuro? – chiese Sora.
- Abbiamo Biancaneve, Jasmine e
anche, mi informano ora,
Belle. Quindi, esclusa Kairi, mancano Alice, Cenerentola e Aurora.
Secondo i
miei calcoli, Topolino e gli altri dovrebbero essere al Paese delle
Meraviglie,
dove si è rifugiata Alice … -
- Il Paese delle Meraviglie?
– chiese Sora, stupito. – Ma il
mondo di Alice non era Londra? -
- Dunque, Alice si è
rifugiata lì a causa della grande
guerra che devasta il suo mondo. Non possiamo interferire con quella. -
- Ma non erano divisi?
– domandò l'albino.
- Sì, ma Malefica non si
è mai preoccupata di togliere il
corridoio oscuro che collegava i due mondi. Adesso il passaggio
è diventato
permanente. Londra è collegata a vari
altri mondi : il Paese delle
Meraviglie, l’Isola che non c’è e, io
presumo, il nuovo mondo che avete
visitato, Narnia. Comunque, stavo dicendo, dovreste andare al Castello
dei
Sogni, dove abita Cenerentola, e poi incontrarvi tutti al Dominio
Incantato, il
mondo di Aurora. Meglio che vi sbrighiate
ora… -
Sora e Riku partirono e in poco tempo
arrivarono al Castello
dei Sogni. Nessuno dei due c’era mai stato. Atterrarono in
una piazzetta con
una fontana e intravidero un castello scintillante, la residenza reale.
Era
giorno e ad attaccarli non furono né Heartless né
Nescens ma dei Nessuno, i
Samurai, quelli che una volta comandava Roxas.
Più avanti comparve
un’altra figura incappucciata, più bassa
di Sora e Riku: si tolse il cappuccio.
Come Sora poco prima aveva visto una
figura identica a lui,
stavolta successe a Riku: i visi erano gli stessi, ma il Riku
più basso di
parecchi centimetri aveva i capelli leggermente più lunghi.
- Tu sei Data-Riku? –
chiese Sora speranzoso.
- Non è lui. –
rispose il Riku più alto. – È la mia
copia
oscura, la mia replica creata da Vexen. È una di
loro, un’oscurità. Ora
chi è il più alto?
– finì il più
grande, alludendo a una battuta
fatta dalla sua replica al Castello dell’oblio. Copia-di-Riku
se ne andò
senza dire niente. - Forse pensano che quel pupazzo possa
ancora
tentarmi. Credi che mi vogliono ancora tra le oscurità?
-
- Be' forse sì. O forse,
è semplicemente Data-Riku che vuole
metterti alla prova, vedere quanto sei forte: in fondo
è costruito sui
tuoi dati di tempo fa, si chiede se anche lui Comunque forse
non capisce
che lui non è parte di te, è solo fatto
delle copie delle
tue caratteristiche, per te è comunque qualunque altro di
loro. - spiegò il più
piccolo.
Raggiunsero il Castello: era davvero
bello, molto grande,
semplice e dai colori chiari scintillanti, sia all'esterno che
all'interno.
Salirono numerose scale. Incontrarono Cenerentola e un
principe,
presumibilmente il principe Azzurro, nella Sala da Ballo: avevano delle
valige
e vestiti da viaggio. Dalle tasche del Principe uscivano le piccole
teste di
due topini con dei cappelli.
La fanciulla disse: - La fata mi ha
avvisato, non vedo l’ora
di conoscere tutti e di vedere il nuovo castello. Posso cucinare vero? -
- Suppongo di sì.
– rispose semplicemente Riku.
– Maestro! Sora, il
Keyblade! – infatti in questo modo
potevano avvertire lo Stregone che avevano trovato la
Principessa.
Sora e Riku alzarono i Keyblade e
comparve una porta,
accompagnata dalla voce di Yen sid: - Entrate, prego. -
Nello stesso momento ci fu una forte
scossa, tutto tremò.
Cenerentola e il principe fecero appena in tempo ad andarsene. Videro
la causa
di quella scossa: un gigante bianco e grigio, pieno di lunghi aculei,
braccia e
gambe sproporzionate, con il segno dei Nessuno. Sora non aveva mai
visto un Boss
Nessuno (creatura), eppure ricordava di averlo già
combattuto una volta.
Ricordò il Darkside … possibile che fosse il suo
Nessuno? Poi capì: era stato
Roxas a combatterlo, proprio come lui aveva combattuto
l’Heartless, il suo Heartless
…
Combatterono il Nessuno: dopo poco ce
l’avevano già quasi
fatta, ma l’Aculeo Spinato intrappolò Riku,
sembrava volesse farlo soffocare …
- Riku, la fusione! - urlò.
Insieme sprigionarono la forza del
Turbo, un grande botto, e
poi comparvero: un ragazzo biondo, molto simile a Sora, Roxas; una
ragazzina
dai capelli neri e corti, molto simile a Kairi qualche anno prima, e un
altro
ragazzo identico a Roxas ma con vestiti e Keyblade diverso, Ventus.
Riku si
liberò, insieme combatterono. Alla fine scomparvero, senza
dire niente.
- Questa fusione ha invocato la forza
del tuo cuore, Sora. –
spiegò il maggiore.
- Ma chi era la ragazza?
L’ho vista nel mondo che non
esiste, nel Regno del Sonno, Naminé si era trasformata in
lei. -
- Anch’io l’ho
vista, nel tuo cuore. Non so quando, ma l’hai
assorbita, forse è semplicemente parte del tuo cuore, con un
corpo diverso … -
- Esatto, il mio numero XIV, un
pupazzo senza un proprio
cuore. - fu Xemnas a parlare, era apparso dal nulla.
- Xemnas! Che ci fai qui?
Perché tentate di ostacolarci se
volete quello che vogliamo noi? - Domandò Sora.
- Oh, non era destinato a voi. Ma la
vostra mania di fare
gli eroi ha salvato quell'inutile Principessa. -
- Non chiamarla così!
– ringhiò Sora. – Ne vale mille di
voi! –
- Hmpf. Non mi pare che sappia
combattere. – finì,
andandosene.
- Che voleva dire? “Un
pupazzo senza un proprio cuore” ? -
chiese il castano.
- Forse lo so. La proiezione di Ansem
ha fatto un’allusione
a un “pupazzo” che può avere un
cuore. Quella ragazza l’ho
conosciuta. Non ricordo, ma lo sento. Nel Regno del Sonno
l’hai vista
trasformarsi da Naminé. I sogni vanno interpretati:
può significare che ha
qualcosa ha che fare con te e Kairi, e con i ricordi.
-È una di coloro sta
soffrendo. – finì l'albino.
Tornarono al Castello Disney. Aqua
era già stata in quel
mondo, ma solo nella città, mai nel castello. Quindi
conosceva già Minnie e gli
altri abitanti. Conosceva anche Aurora, Biancaneve e Cenerentola. Per
ciò le
presentazioni furono poche. Paperino e Pippo le mostrarono la sua
stanza per quella
notte. Sarebbero stati tutti lì. Lei avrebbe dormito nella
stanza di Kairi e
delle Principesse. Era molto spaziosa: c’erano otto letti di
ferro battuto
verdi piuttosto grandi e la stanza era simile alla biblioteca, ma senza
scaffali, e c’erano dei quadri della Regina Minnie. Il giorno
dopo tornò nella
biblioteca insieme agli altri.
Quando Yen sid entrò salutò Aqua con un
sorriso e si mise a parlare: -
Eccoti, Aqua. Sono felice che tu sia qui, bentornata. Ringrazio tutti
quanti
per la grande impresa di aver sconfitto definitivamente Malefica, di
aver
capito qual era il suo segreto e soprattutto di aver capito come fare,
senza
neanche consultarmi, a riportare qui Aqua e Ansem il Saggio. Per
premiarvi,
daremo a tutti voi nuovi poteri ai vostri vestiti. -
Sora era seduto, Riku gli diede una pacca sulla spalla e si
alzò. Anche
Topolino e gli altri ricevettero nuovi poteri. Forse fusioni, o nuove
magie?
- Dov’ è Pietro? – chiese Paperino. Era
l’unico a non fidarsi ancora di lui.
- Pietro sta proteggendo la prima Pietra di Luce. Non può
rubarla e scappare. –
aggiunse, prima che Paperino potesse domandarglielo. –
È sotto l’obbedienza
delle luci, ora.
- Bene, ora lascio parlare il Maestro Ansem. –
annunciò infine, sedendosi.
- Grazie mille, Maestro Yen sid. – L'uomo dai capelli lunghi
e la barba biondi
era appena arrivato nella stanzetta.
- Allora, le fate sono riuscite a creare il collegamento tra questo
mondo e
Radiant Garden. Sono appena stato messo al corrente che il sistema di
controllo
è minacciato dalle Oscurità. Qualcuno deve andare
al più presto a controllare …
-
- Il sistema di controllo? – urlarono Pippo, Paperino e Sora
all’unisono. – È
terribile! Dobbiamo subito andarci! Tron … - disse Sora.
Topolino gli si
avvicinò e cercò di consolarlo: - Non
preoccuparti! Starà benone, è lui l’MCP
ora, ricordi? Quei malvagi lo staranno solo ostacolando! -
- Vero, Topolino. Mi sono sempre fidato di Tron, ed è per
questo che voglio
aiutarlo. Qualcuno deve andare ad aiutarlo. La banda di Leon da sola
non ce la
fa … - disse Ansem. Sora stava per parlare, evidentemente
per offrirsi, ma
Topolino lo fermò: - No, Sora. Andremo io, Paperino e Pippo.
Kairi e Lea
visiteranno gli altri mondi minacciati dalle Oscurità. Tu,
Riku e Aqua avete la
missione più importante … -
- Ven! – urlò Aqua. – È vero.
Lui è’ al Castello dell’Oblio, nella
Stanza del
Risveglio … -
Ansem le fece segno con la mano, e poi disse: - Hai ragione Aqua. Ma
dimmi, sei
mai uscita da quella stanza? Dopo aver lasciato Ven, devi essere
uscita. Come?
– chiese.
- Be’, la porta per uscire ed entrare era nel retro del
castello, quando sono
uscita c’era ancora. Poi ho stretto il Trovavia: mi ha
portato dove c’era anche
Terra, Radiant Garden. E poi … Be’, è
andata come è andata … - rispose Aqua.
Lea sembrava aver capito qualcosa.
- La stanza è stata murata! – urlò,
soddisfatto. – Xemnas mi ha mandato a
cercarla! Ma non l’ho mai trovata. Sospettavo fosse dietro
quel muro. Ho
provato a distruggerlo, bruciarlo, ma non ha funzionato. La stanza
è protetta.
–
- Esatto! I due mondi sono collegati! Da due stanze simili! La stanza
del
risveglio, dove vi è il corpo di Ven, e la stanza del sonno,
a Radiant Garden!
Sono convinto che sia lì che si trova anche la tua armatura,
Aqua! Lo Xehanort
amnesico che ho preso con me aveva creato quella stanza per nasconderci
la tua
armatura e il tuo Keyblade, Diluvio! –
- Non capisco. - ammise Sora.
- Come? – domandò Ansem, stupito. Ma a quanto pare
nessuno capiva bene, e si
affrettò ad aggiungere: - La Stanza del Risveglio si
può aprire solo sedendosi
sul trono uguale a quello di Ven, nella Stanza del Sonno.
- Xehanort l'apprendista cominciava a ricordarsi, allora
cercò la sua casa, la
trovò. E trovò Ventus. Tentò di
svegliarlo, ma non ci riuscì, capì che doveva
trovare il cuore perduto, ma non poteva lasciare il corpo
lì, non poteva
neanche portarlo con se. Chiunque sarebbe potuto entrare e prenderlo.
Allora
mise una protezione, e costruì una stanza sotto la Fabbrica
di Heartless, in
cui nascose anche l’armatura di Aqua. Poi accadde quello che
accadde. Divennero
Heartless. Xehanort cercava il Kingdom Hearts in più modi, e
in più forme. Da
Nessuno Xemnas si dimenticò parzialmente di Ventus. Poi
rammentò, ma era stata
la parte di Terra a proteggere dai pericoli la stanza, quindi non
ricordò che
era nascosta e mandò Axel a cercarla. Più avanti
si ricordò della Stanza
sotterranea e andò alla Fortezza, sperando finalmente poter
raggiungere la
Stanza del Risveglio usando il trono che le collegava. Per aprire la
stanza
serve una password, costituita da sette nomi. Non delle principesse, -
aggiunse. agli sguardi di Sora, Paperino e Pippo. - ma dei sei
apprendisti, e
un altro nome che evidentemente associava a se stesso:
“altro”. Violò la stanza
creata dal suo "Qualcuno" e trovò l’armatura. Si
sedette sul trono e
ricordò: il cuore di Terra e degli amici di Ven era la
chiave della connessione
tra le due stanze ; lui non aveva quel cuore, con quelle
capacità. –
spiegò infine Ansem.
-Quindi lasciò perdere? – chiese Riku.
- No, non ancora. Pensò che forse sarebbe bastato avvicinare
il cuore di Ven
alla stanza per farli ricongiungere, quindi creò un
burattino, un pupazzo fatto
dai ricordi del cuore di Sora, dove pensava si trovasse il cuore di
Ventus.
Capì che non era così, allora avvicinò
Roxas a "Xion", questo fu il
nome che scelse per il pupazzo che Roxas credeva un membro
dell’organizzazione.
Alla fine entrambi cedettero davanti all’influenza che il
corpo di Ventus
emanava, e quando si avvicinarono, svennero. Xemnas lasciò
perdere, e decise che
Xion poteva assorbire Roxas. Era una copia di Sora, unita a Roxas
sarebbe
servita ancora di più di Roxas da solo. Alla fine Roxas e
Xion si affrontarono
e Xion ritornò all’origine, poco dopo anche Roxas,
grazie a me e a Riku. È
questo che contenevano i dati nel cuore di Sora messi da me, oltre a
ciò che è
stato detto dalla mia proiezione. A quanto pare, una volta estirpati
dal cuore
di Sora sono finiti in quello di Riku. Ecco perché non li
avete trovati. Prima
che me lo chiediate, ho ricavato queste informazioni dai diari che ho
trovato,
quelli dell’apprendista Xehanort, e da alcune mie
supposizioni che ritengo
siano giuste. – terminò.
- Ecco perché me la ricordavo. Xion … -
rifletté Riku, ad alta voce.
– Ehi, Riku! A quanto pare tutti adesso se la sono
dimenticata. Ma tu ora
la ricordi. Anzi, adesso sappiamo tutti chi è. –
osservò il moretto,
avvicinandosi.
- Ma Sora, Xion fa parte di te! Noi la conosciamo da sempre in
realtà! –
esclamò saggiamente Kairi.
Passarono alcuni minuti a parlare di Xion.
- Be’, a quanto pare c’è un cambio di
programma. – intervenne Topolino.
Ansem disse infine: - Sora, Riku, Aqua, vi
accompagnerò dentro quella
stanza a Radiant Garden. Voialtri, Yen sid vi dirà cosa
dovete fare. Ora
andiamo. – e lasciarono la piccola biblioteca, oltrepassando
le fate e Pluto,
che li osservava incuriosito.
Ansem, Aqua, Sora e Riku si diressero
nella Sala della Prima
Pietra, in cui si trovava il passaggio per Radiant Garden, accompagnati
dalla
Regina Minnie: - Mi raccomando, fate attenzione! – disse,
mentre la piattaforma
con i troni si spostava, lasciando l’entrata per la grande
stanza.
Vicino alla Pietra c’era un vortice di luce azzurrina, i
quattro entrarono e si
trovarono in un’altra grande stanza, diversamente da quella
precedente però,
non era vuota ma piena di scaffali colmi di libri. Era su due piani,
collegati
da una scalinata ricurva e, in svariati punti c’erano dei
tavolini per leggere,
Sora la riconobbe immediatamente: era la biblioteca della fortezza di
Radiant
Garden, chiamata Fortezza Oscura quando sia Sora sia Riku
c’erano stati la
prima volta.
- Pensavo che questa stanza fosse stata distrutta dopo la
fine del falso
Ansem … - rifletté il più piccolo .
- Questa è l’unica che è rimasta
invariata dopo il mio esilio. Ma ora hanno
tolto tutti quei congegni e meccanismi inutili, quindi dovrebbe essere
più
facile sapersi orientare. Ormai saprete che il mio studio e sul retro
… -
Uscirono, e si ritrovarono nell’entrata, dove Sora aveva
combattuto con Riku
una volta, più di due anni prima: Sora quasi non la
riconobbe, era molto più
colorata e luminosa, e la piattaforma in alto non c’era
più, sostituita da un
grande lampadario.
- Si sono impegnati, - disse Ansem con entusiasmo. –
è esattamente come la
ricordavo, mi fa piacere. -
- Li avrà aiutati Tron. – rifletté
Riku.
- Be’, suppongo di sì. A proposito, qualcosa sta
causando problemi alla città,
gli Heartless sono di nuovo aumentati e ora ci sono anche i Nescens in
giro.
Gli abitanti hanno avvistato un “tizio colla giacca
nera”, l’Organizzazione 13
rivuole questo mondo indietro. Xehanort non è felice, ma sa
anche che siamo qui
per trovare una delle luci, non ci ostacolerà troppo.
Comunque voglio aiutare
Tron a mettere a posto le cose … -
- Andiamo, allora! – lo interruppe Sora.
- Un momento, devo informarti che non è più
possibile entrare nel mondo di
Tron. Qualcuno dell’organizzazione si è infiltrato
e ha bloccato i terminal. –
Sora fece un sospiro di delusione, Aqua gli si avvicinò e lo
confortò: - Mi
dispiace. Cosa possiamo fare allora? -
- Be’, ho già detto a Yen sid di preparare un
nuovo sistema di controllo
insieme agli altri esperti di magia, così sarà
più potente di quello di
Merlino. Mentre io cerco di capire come sistemare il computer, voi
andate da
Merlino, sarà lì che Yen sid manderà
il disco con il programma, intanto dovete
… -
- Sì, combattere, abbiamo capito. –
terminò l'albino, per nulla sorpreso. Si
avviarono fuori dalla fortezza, era simile a quando Sora
l’aveva vista l’ultima
volta, ma anche a quando l’aveva visitata Aqua, che rimase
sorpresa: - Wow! Si
sono impegnati davvero! È quasi identica a quando ci sono
venuta io! Davvero
questo posto è stato la sede degli Heartless e di Malefica?
– chiese infine,
stupita.
- Oh si! Ho anche delle foto … - disse Sora, poi mise le
mani in tutte le
tasche che aveva, ma non trovò niente.
- Che strano... ah! Giusto, ce le aveva il Grillo. A proposito, lui
dov’è? -
- Era tornato nel suo mondo, ma ora è di nuovo con Paperino
e Pippo. Comunque
Yen sid mi ha dato questo nuovo diario automatico. Si sono davvero
modernizzati
…
- Ma quello ce l’ avevo anch’io! –
esclamò Aqua. Poi qualcuno urlò: - Ehi!
–
era Leon. Un Heartless gigante era appena comparso dietro di loro e
sparava
getti di liquido verdastro: era simile a una fontana, ma era nero e
grigio, aveva
almeno una decina di zampe che somigliavano perlopiù a tubi,
ed era coperto di
catene. Sora pensò che si trattasse di un possessore, un
tipo di Heartless
particolare che poteva animare e far combattere oggetti, perfino stanze
intere.
Aveva ragione: con l’aiuto di Leon e Yuffie combatterono il
Possessore che
prese controllo anche di alcuni alberi. Lo sconfissero una volta, poi
arrivò un
uomo dalla Fortezza, con capelli neri e lunghe basette, che lo
finì con la sua
lancia: Dilan.
- Tu! – urlò Sora. – Xaldin! Dopo tutto
quello che hai fatto … Io, non capisco.
– Dilan si avvicinò.
- Ehi, ehi! Calmo, ok? Primo, sono Dilan ora. Secondo, vi ho salvato la
vita:
non basta per capire che sono cambiato, anzi che sono tornato come
prima? Il
punto è che non ce la facevo più di
quell'organizzazione e desideravo tornare
una persona. Volevo far diventare un’ Heartless quella bestia
perché il suo
Nessuno si sarebbe unito a noi e ci avrebbe aiutato a ottenere Kingdom
Hearts.
Pensavo che entrambi saremmo tornati normali alla fine, capito? Alla
fine, non
volevo fargli niente di che … - si giustificò
Dilan.
- Quindi, - rifletté Riku. – quando Xehanort non
ti ha voluto più con loro hai
deciso di andare sul sicuro, no? Unirti a noi per salvarti la pelle,
che
coraggio … - Sora e Aqua risero, era chiaro che Dilan non
era pericoloso.
- Ehi! Infondo anche Roxas e Axel stavano con loro. Non avevo scelta,
capite?
Da Nessuno non avevo un cuore, e se ce l’avevo era pieno di
oscurità, ma ora
no. Sono stato felice che Xehanort non mi ha più voluto con
loro, e poi non
avrei accettato comunque. Capite che quello che ho sempre voluto
è la libertà?
Davvero, come potrei tornare a essere un burattino di quello
lì e rinunciare
alla mia libertà? Io, Aeleus, Even e Ienzo abbiamo
già parlato con Ansem e ci
ha ordinato di pattugliare l’interno della Fortezza. Quindi,
non posso andare a
chiedere scusa alla Bestia, se è questo che volete. -
rispose Dilan.
- No, tranquillo. Abbiamo capito, tutto a posto. –
tagliò corto Aqua, gentile.
Arrivarono da Merlino e presero il programma. Fecero di corsa, quindi
Aerith,
Cloud, Cid e gli altri che erano lì fecero solo in tempo ad
augurargli “buona
fortuna”. Tornarono combattendo solo pochi Heartless e
Nescens ed entrarono dal
retro della Fortezza. Il solito corridoio che portava allo studio era
lì, ma ad
attaccarli furono dei Nessuno. Anche se non videro incappucciati, Sora
intravide una scia di fumo nero sparire. Poi entrarono: lo studio era
stato
ordinato, ma era vuoto. Entrarono nella parte segreta della stanza,
molto più
moderna e tecnologica rispetto al resto del castello. Ansem si stava
alzando,
aiutato da due persone con camici bianchi: Even e Ienzo. Sora non li
aveva mai
visti, o meglio non li ricordava, ma era sicuro che fossero le versioni
umane
di alcuni membri dell’organizzazione scomparsi al Castello
dell’Oblio.
- Sto bene, - disse Ansem. – quelle orribili creature mi
hanno attaccato, ma
per fortuna questi ex membri mi hanno assistito. Con questo posso
perdonarli.
Ora, avete il programma?
- Sì, eccolo. – Aqua lo diede ad Ansem, che lo
lasciò scivolare nell’apposita
entrata.
- Tron, ci senti? – domandò Ansem.
-Sì, siete creativi? – rispose una voce amichevole
dal computer. – Tron! – urlò
Sora. – Sora, sei tu? Che bello sentirti
…
- Scusate se interrompo, ma dobbiamo sbrigarci. Tron, ti spiegheranno
dopo i
miei apprendisti. Mi serve che trovi l’accesso a una stanza
segreta nel
castello …
- Trovato! – urlò Tron, felice.
– Ma bisogna mettere una password...
-
- Non preoccuparti, la sappiamo. – assicurò Ansem
il saggio. – Bene, vediamo un
po’… – e si mise a scrivere: - Allora,
Dilan, Aeleus, Braig, Even, Ienzo e …
Altro. Bene, dovremmo esserci. –
Sentirono un rumore, scesero nella Fabbrica Heartless: un passaggio
sotterraneo
si era appena aperto.
Scesero nella Fabbrica Heartless:
dove prima c’era parte del
pavimento, ora si era aperta una scala sotterranea.
- È questo? Da qui si arriva alla Stanza del Sonno?
– chiese Aqua impaziente.
Ansem il Saggio fece cenno di sì con la testa.
- Sbrighiamoci allora! – esclamò Riku con tono
autoritario, passando avanti.
S’incamminarono. Dopo un po’ si
ritrovarono in un tunnel quasi
completamente buio, con poche luci: era dello stesso stile della
fabbrica,
moderno e tecnologico. Poi una discesa a chiocciola, oltrepassarono
un’altra
porta automatica e si trovarono in un altro lungo corridoio bianco e
blu.
Dopo aver attraversato un altro passaggio (un’altra porta
bianca, che
ovviamente si apriva da sola, sparendo ai lati), finalmente trovarono
la
stanza: Aqua pensò per un attimo di trovarsi proprio dove
aveva lasciato Ven,
ma c’erano alcune differenze: al posto dei simboli della
scuola del Maestro
Eraqus (simili a un cuore con tre linguette sotto, due orizzontali
verso i
lati, una verticale verso il basso) incisi sul muro, c’erano
i simboli sia
dell’Organizzazione 13 sia dei Nessuno (simili al simbolo di
prima, ma
rovesciati), l’armatura di Aqua era per terra,
dall’altra parte della stanza, e
soprattutto seduto su quel trono bianco non c’era nessun
biondino addormentato.
La stanza era tutta bianca, circolare, al centro vi era il trono dal
quale si
diradavano delle catene disegnate sul pavimento, nere, quindi si
contrastavano
al resto della stanza. Ogni catena arrivava alle pareti e finiva con
uno di
quei simboli, anche questi neri: era come se queste catene collegassero
il
trono ai simboli.
- È questa? – domando Sora, avvicinandosi al
trono: anche sullo schienale di
quest’ultimo c’era il simbolo
dell’Organizzazione.
Ansem si avvicinò e rispose: - Si, è questa.
Aqua, ora puoi riprenderti la tua
armatura e il tuo Keyblade. Immagino che non è la stessa
cosa con quello di un
altro. –
Aqua prese la sua armatura, più leggera di quanto sembrasse,
e l’avvicinò alla
spalla: questa sparì, assorbita dal frammento metallico che
Aqua aveva sul
braccio.
- Immagino che dovresti sederti, ora. – le ricordò
l'albino.
- Se lei si siede, saremo trasportati nella stanza del Castello
dell’Oblio? –
chiese il più piccolo.
- Si, dovrebbe essere così. – rispose
l’uomo.
- Ma non capisco … Non sarebbe bastato che Yen sid ci
facesse apparire qui con
la magia? – domandò Sora, stupito.
- Oh, non è così semplice. –
cominciò Ansem. – I maghi, le fate o le streghe
hanno bisogno di molto potere per far sparire e riapparire in altri
luoghi le
altre persone, e possono solo farlo verso posti di cui conoscono
l’esatta
posizione o meglio, dove sono già stati. Più
volte ci sono stati, più facile
sarà per loro tornarci, usando meno potere. Ecco
perché Yen sid e Merlino lo
fanno spesso senza difficoltà. Solo questa tecnologia
avanzata è in grado di
portarci velocemente lì. Dopotutto, questa stanza
è stata costruita a tal
scopo. Ora non sprechiamo altro tempo. Aqua, accomodati.
–
- Giusto! Ven ci aspetta! – esclamò, e si mise a
sedere.
Appena Aqua toccò il trono, le catene per terra
furono percorse da
frammenti luminosi, che raggiunsero i simboli sulle pareti. Un grande
bagliore
di luce, chiusero gli occhi …
Quando riaprirono gli occhi videro l’interno di una stanza
quasi identica, al
posto dei segni dell’Organizzazione, c’erano i
simboli della Scuola, le catene
disegnate erano più chiare e quel posto, se comunque molto
simile, sembrava più
accogliente. Aqua però non si ritrovò
più sul trono in mezzo, occupato da un
ragazzo molto simile a Sora, biondo e con vestiti simili sia a quelli
del
moretto che a quelli di Roxas, al quale per tutto il resto era
identico. Anche
lui, come Aqua, aveva lo stemma della Scuola di Eraqus sui vestiti.
- Ven! Ven! Sono io, Aqua! – urlò la ragazza,
strattonandolo dolcemente. - Ehi,
in tutto questo non mi avete ancora spiegato come fare a svegliarlo.
– finì,
rivolgendosi ai compagni.
- Giusto. Preferirei risparmiare a tutti voi altre lunghe spiegazioni.
Nel suo
esame, Riku ha imparato a risvegliare i cuori dal sonno,
farà una cosa simile a
quella che ha fatto con Sora dopo che fù
addormentato.
- Dovrò combattere altri Nightmares? – chiese
Riku, sconcertato.
- No, non ce ne sarà bisogno, è un tipo diverso
di assopimento, lui non è stato
intrappolato dai Nightmares. – raccomandò infine
Ansem.
Riku non ribatté ancora, impugnò il Keyblade con
entrambe le mani, lo puntò su
Sora: sia lui che Ventus s’illuminarono di
giallo-oro.
Poi una sfera di luce uscì dal petto del castano ed
entrò in quello del biondo
addormentato, Riku fece sparire il Keyblade, tutti stavano per
avvicinarsi, ma
Ansem li bloccò: - Fermi! Non troppo vicini! Sono
più di dodici anni che dorme,
potrebbe avere un piccolo shock. – li avvertì.
Passarono qualche secondo a fissarlo, poi si mosse: lentamente
aprì un occhio,
poi l’altro e si alzò di scatto.
Tutti fecero un sorriso di trionfo e Ven parlò- Aqua! Che
bello vederti! –
disse, stringendola. – Dove siamo? Che succede? I- io, ho
dormito? E Terra,
dov’è? Ricordo solo di aver combattuto contro
Vanitas, e … e … ma chi sono
loro? – finì, riferendosi a Sora, Riku e
Ansem.
- Ven, tranquillo ora. Ti sei perso molte cose. Però te le
racconteremo dopo.
C’è tanto da dirti, tu hai dormito per dodici anni
… - gli spiegò Aqua.
- Dai! Non mi prendere in giro, Aqua! È impossibile, non
vedi che non siamo
invecchiati per niente? Mi stai facendo uno scherzo? – chiese
Ventus, ridendo.
- Be’, anch’io mi sono persa 12 anni. Sono stata
fino a poco fa nel Regno
dell’Oscurità, a vagare senza metà.
Lì non s’invecchia, il tempo è
relativo. Ho
incontrato questo signore: è il sovrano di Radiant Garden,
uno studioso molto
saggio. Questi ragazzi, hanno salvato il mondo più di una
volta, capisci? Riku
e Sora … - spiegò Aqua.
- Un momento! Tu sei Vanitas! Non ti avevo riconosciuto! Aqua, forza!
Dobbiamo
sconfiggerlo! Non so cosa sia successo ma non … Ehi, un
momento! Perché state
insieme? Non mi vorrai dire che ti sei unita a loro? Forza!
Però, c’è qualcosa
di strano, non sembri malvagio. E non sei proprio uguale. Un momento,
lui ha
salvato il mondo? Aqua? Smettetela di ridere!
- Scusa, Ven. È che stai dicendo cose assurde. Questo
ragazzo è dove è rimasto
il tuo cuore per tutti questi anni, capisci? Ormai è molto
che loro combattono
l’oscurità viaggiando per i mondi
…
- Be’, Ven, - cominciò Sora, scherzando.
– Che dici? Il mio cuore è abbastanza
accogliente? – chiese.
- Tu sei quel bambino, tu sei quello che mi ha aiutato. Tu
sei … Sora! –
Sora, Riku, Ansem e Aqua decisero di
tornare presto al
Castello Disney, prima di poter essere sommersi di domande da Ventus,
ma quando
uscirono trovarono il passo sbarrato da una giovane: aveva capelli
biondi,
corti e avvolti in parte in due codini sopra la testa e indossava una
tutina
viola con disegnati i segni del tuono.
Fu Riku a parlare, arrabbiato: - Larxene, o come ti chiami ora ... che
ci fai
qui?
- Ah, quindi il piccolino è suscettibile -
commentò la ragazza, sarcastica.
- Quindi tu facevi parte dell'Organizzazione! - urlò Aqua,
infuriata. - Tu
facevi parte di quelli che hanno demonizzato la mia casa! - le
puntò contro il
Keyblade.
- La nostra casa? Come sarebbe a dire? - domandò Ven.
- Scusa Ven, ora non è il momento. -
Larxene non parve troppo spaventata, ma abbassò il tono
insolente: - Io sono
Arlene, sono stufa di quel sudicio nome che mi ha assegnato quello,
ragazzetta!
E voi chi sareste? Altri bamboccini seccanti?
- Forza, combattete! - ordinò Ansem il Saggio.
- Non vi conviene! Io ho un'arma segreta! Arlumia, vieni qua! -
ordinò infine.
Un Heartless gigante apparve: era Rosa e nero, aveva delle falci
taglienti al
posto delle braccia, occhi gialli e una testa piccola, che somigliava a
un
cappuccio, anche questo rosa.
- Okay! Io e Sora ci occupiamo di lei! Voi pensate all'Heartless! - e
si misero
all'attacco.
Da persona completa, Arlene era più potente. Sora si chiese
cosa sarebbe
successo se avessero usato la fusione che invocava i "cuori di Sora",
la Fusione Unione, ora che Ventus era di nuovo sveglio. Quella
battaglia fu
anche la conferma di quello che Yen sid gli aveva detto tempo prima:
sia Sora
che Ven, infatti, riuscivano a usare un Keyblade perfettamente.
Usarono comunque i nuovi poteri che avevano, la Fusione "Stregone":
durante la fusione, per ogni colpo che davano, lanciavano anche una
magia
(fecero particolare attenzione a non usare l'elemento "Tuono", quello
di Arlene, che l'avrebbe solo rafforzata).
La bionda cadde a terra, esausta. L'Heartless fu sconfitto: Sora si
chiese cosa
succede quando viene sconfitto prima il Nessuno e poi l'Heartless di
una
persona, ammesso che quello fosse l'Heartless di Marluxia, e che
Arlumia fosse
il suo vero nome.
Arlen scappò.
- Sì, ce l'abbiamo fatta! - esultò Ven. - Ma chi
era quella? - chiese.
- Era un membro dell'Organizzazione 13, ma l'ha tradita.
L'Organizzazione fu
fondata dal Nessuno di Xehanort, l'apprendista Xehanort. Quello che
avete
sconfitto è un'Heartless, e uno particolarmente forte. Ti
spiego: gli Heartless
hanno provato più volte, e sotto il comando di diversi
individui, a distruggere
i mondi. Sono creature completamente oscure, simili ai Nescens, ma una
volta erano
persone, persone a cui è stato sottratto il cuore, da altri
Heartless. - finì
Riku.
- Xehanort? Quindi, è ancora vivo?
- Oh si, - cominciò Aqua. - e in più forme. Vedi,
nell'ultima battaglia che
abbiamo affrontato, quella al Cimitero dei Keyblade, Xehanort ha fatto
sì che
Terra usasse l'oscurità al massimo, e l'ha usato come suo
contenitore. Insomma,
si sono fusi insieme, e Xehanort si è impossessato del suo
corpo. Poi ...
- Xehanort è stato trasportato a Radiant Garden da una
tempesta interdimensionale,
e i miei apprendisti l'hanno trovato, io l'ho accolto con me, mi
sembrava un
normale giovane studioso, molto dotato. Aveva solo un problema e,
ahimè, io lo
ci ho portato. Cominciò ad avere la fissa per i cuori e
l'oscurità. La parte di
Terra in lui si ricordò di te, allora cercò la
sua casa. trovò questo castello,
che è la vostra casa trasformata da Aqua dopo la fine di
Eraqus. Trovò te,
allora fece in modo che nessuno ti potesse rapire o farti del male
nascondendo
la stanza e rendendola accessibile solo attraverso un'altra stanza
simile
nascosta a Radiant Garden, nel mio castello. Dopo lui e i miei altri
apprendisti sono diventati Heartless per mano sua, e si sono creati
anche i
loro Nessuno. Ma continuiamo dopo, sono stufo di questo posto. Yen sid,
ci siamo!
-
E il passaggio che si era aperto tempo prima per Cenerentola si
aprì di nuovo,
portandoli nuovamente al Castello Disney.
Intanto
Kairi, Topolino
e Lea tornarono con Yen Sid alla Torre Misteriosa. Usarono una
Gummiship,
poiché il mago in quel momento voleva risparmiare
“Punti magia”.
Quando
arrivarono, come
si usava fare per risparmiare tempo, non fecero atterrare la Gummiship,
ma si
“materializzarono giù” ovunque ci
potesse essere un cerchio di
energia. Si trovarono nello studio, e seduto sulla
scrivania c’era
Paperino, mentre Pippo rovistava tra i libri e perlustrava la stanza.
Paperino,
notando lo
sguardo di sasso dello stregone, si affrettò a dire: - Oh,
mi scusi Maestro Yen
Sid! Io … hmm … stavo controllando che la sedia
non fosse rotta!
-
Non importa! Non mi va
di stare seduto, tanto. Rimani pure lì. –
Ultimamente,
notò Lea,
Yen Sid era meno rigido del solito. Pensava che forse si sentiva in
colpa
perché non partecipava attivamente alla battaglia, ma lo
stregone aveva anche
una certa età, quindi forse era troppo stanco per combattere.
-
Allora, attualmente
non sappiamo dove si trovi Xehanort. Può darsi che lui e le
oscurità siano
tornati nel Mondo Che Non Esiste, oppure al Cimitero dei Keyblade, dove
si è
tenuta la Guerra del Keyblade. Ma mi sembra improbabile: entrambi
luoghi,
infatti, sono piuttosto inospitali, ma quando li avete incontrati,
erano nel
primo tra i due, quindi voglio che controlliate quel posto. Intanto ho
tracciato una nuova rotta da seguire che porta al Mondo Che Non Esiste
e che
comprende i mondi più soggetti alle oscurità, che
quindi sono in pericolo: in
questi, inoltre, potreste incontrare qualcuno
dell’organizzazione che si
diverte a torturare innocenti e scoprire dov’è il
loro Punto di Ritrovo.
Domande?
Nessuno
aprì bocca,
Kairi era raggiante, entusiasta di come stava andando il suo primo
viaggio.
-
Bene, allora non
sprechiamo altro tempo. –
Anche
questa volta Yen
Sid dette loro nuovi poteri. Le magie che Kairi e Lea possedevano erano
le
seguenti: fuoco, ghiaccio, tuono, magnete, riflessione, acqua, sonno,
blocco e
altre, derivate.
Partirono
presto e dopo
aver sconfitto un Nessuno gigante lungo la rotta “Giungla
Luminosa” e
raggiunsero il “Regno delle Lanterne”: questo era
il nome che qualcuno aveva
considerato più adatto per tutti coloro che lo visitavano da
mondi esterni.
Scesero
e si trovarono
in una foresta, alla fine di un sentiero, vicino alla quale
c’era una
vecchia locanda, chiamata “Il
bell’anatroccolo”. Non erano soli, una donna
stava origliando dalla porta: era alta, con capelli ricci e neri e
sopra un
vestito lungo rossastro portava un copri spalle grigio con cappuccio,
portava
anche una misteriosa borsa in mano. Si sentiva un gran baccano
provenire
dall’interno. Si nascosero dietro un albero senza farsi
vedere.
Poco
dopo uscì un
piccolo vecchietto barcollante vestito da Cupido, ubriaco,
canticchiando parole
che somigliavano a “Un sogno
c’è”.
-
Ma che bel bocconcino!
– esclamò, riferendosi alla donna, che finse di
essere lusingata, ma dopo un
attimo gli puntò il coltello sul naso: - Dove sbuca il
passaggio segreto? –
chiese, minacciosa. L’ometto le rispose che portava al
burrone oltre la
foresta, e questa corse via, sparendo alla vista. Subito dopo
arrivò un uomo,
incappucciato, qualcuno dell’organizzazione, magro. Kairi
stava per correre ad
attaccarlo, ma fu fermata dal Re Topolino, che la spinse indietro.
L’incappucciato
parlò: -
Tu, vecchio! Dimmi, chi è che sta cercando, quella
donna? - Lea riconobbe
subito quella voce: era Xigbar, o Braig? Si chiese.
-
Ma Rapunzel
naturalmente, la dolce ragazzina! Un sogno c’è
… – ricominciò a cantare.
-
Allora è veramente per
questo che le serve! Rimanere giovane per sempre, questo è
quello che vogliamo
noi dopotutto: l’immortalità. Il vecchio maggiore
sarà fiero di me stavolta! La
rapirò e gliela porterò! –
esclamò tra sé e sé.
-
Oh no! – esclamò il Re
sottovoce. – Dobbiamo aiutarla! Forza, andiamo anche noi, il
passaggio segreto!
-
Certo! Se la prendono,
è la fine! – avvertì Lea. –
Andiamo, allora! – finì Kairi.
Entrarono
nella locanda,
piuttosto vecchia e sporca. C’era un gruppo di uomini
possenti dentro che
sbevazzavano, e fu l’uomo seduto a suonare il pianoforte che
gli aprì il
passaggio segreto, sotto un armadietto.
-
Entrarono in un tunnel
sotterraneo e furono attaccati dagli Heartless a forma di spettro,
quelli a
forma di fiore e da quelli a forma di scavatrice. Evidentemente Xigbar
aveva
mandato i Nessuno sotto il suo comando ad attaccare Rapunzel,
perché i custodi
dovettero sconfiggere, più avanti, anche dei
“cecchini”.
-
Sono suoi? – chiese
Kairi. – Oh sì! Non scherza mica! Quella ragazza
può essere davvero
un’alternativa alla guerra se ha veramente quei poteri. Mi
stupisco che non sia
una delle Principesse, ma forse non conta molto. Muoviamoci! Sono
già due
persone che la cercano! E anche le guardie che seguono il ladro li
stanno
inseguendo! – urlò Lea.
Corsero
e presto videro
un’uscita: sbucarono sopra un burrone e videro che il ladro
era occupato a
battagliare usando una padella con le guardie del Regno e un cavallo
bianco
(anche lui con spada in bocca), allora corsero in suo aiuto. Poi videro
la
ragazza: era non troppo alta, similmente a Kairi, portava un vestito
lungo
rosa, aveva sulla spalla un piccolo camaleonte, ma quello che fu subito
evidente furono i lucenti capelli biondi, lunghi più di
venti metri. Rapunzel
li usò per far scendere Flynn, il ladro, come una corda, e i
due scapparono
nell’entrata di una miniera, giusto un attimo prima che
questa fu tappata per
via del crollo di una diga, che presto avrebbe allagato
l’interno di quella
miniera.
Dopo
gli attacchi di
Kairi e gli altri, le guardie furono costretti a scappare, ma non era
finita.
Un Heartless gigante saltò giù da sopra il
burrone: somigliava a un enorme
bassotto nero e verde, con enormi padelle al posto delle orecchie,
occhi e muso
rossi e il segno degli Heartless sulle orecchie e sul petto. Kairi lo
sconfisse
con la nuova invocazione collettiva, comparvero Stitch, il Genio e
Trilli,
spese molti Punti Magia ma il mostro cagnesco alla fine cadde e
sparì, liberando
un cuore: Lea si chiese se Xehanort aveva ancora intenzione di usare i
loro
cuori liberati.
Poi
cercarono i due per
un po', ma alla fine si fece tardi e si accamparono.
Il
giorno dopo i tre
amici si svegliarono quando il sole splendeva già alto nel
cielo blu, in una
zona più aperta del resto della foresta.
Sentirono delle voci non troppo lontane, abbastanza alte da potersi far
comprendere dai custodi.
Una non era proprio una voce, ma un nitrito, l'altra era una voce
bianca, di
una ragazza: - Buono, buono. Ascolta, oggi è il mio
compleanno e ... lui sta
cercando di realizzare il mio sogno. Non potreste ... fare una piccola
tregua?
Solo per oggi. Poi potrete azzuffarvi quanto volete. Per favore? - la
sentirono
implorare. Poi il cavallo, che doveva essere Maximus, quello delle
guardie,
fece un verso di approvazione.
- Perfetto! - esclamò Rapunzel. - Su, andiamo! -
chiamò il compagno di viaggio,
Flynn.
- Come? dobbiamo portarlo con noi? Uffa ... - brontolò
quest'ultimo.
- Dai! Dovremmo andare con loro. - consigliò Topolino. - Mi
stupisco che non
l'abbiano rapita durante la notte! Ma forse, conoscendolo, non ne
avrà avuto il
coraggio, oppure vuole farlo quando è da sola. -
Li raggiunsero presto sul limitare della foresta.
- Voi siete quelli che prima ci hanno aiutato, vero? Piacere, io sono
Rapunzel,
questi sono Pascal e
Maximus, - disse, indicando il piccolo
camaleonte e il cavallo bianco. - e lui è Eug ... - Flynn la
colpì con il
braccio. - Ah, scusa, Flynn. -
- Be', andiamo allora! -
Si avviarono, ma appena usciti dalla foresta furono attaccati dai
soliti
Heartless a forma di fiore e scavatore, a cui si aggiunsero anche dei
nuovi
tipi di Blu Ciccio, maestri in tutte le magie principali: fuoco,
ghiaccio e
tuono.
- Questo sarebbero gli Heartless? - chiese Flynn. - Non li sopporto,
bastavano
già le guardie del palazzo a ostacolarmi, ora anche loro?
- Non c'è tempo per palare, attacca! - urlò Lea.
Combatterono e poi arrivarono in città.
Era molto affollata, quindi nessuno notò Flynn nel villaggio.
Fecero delle spese, visitarono il posto, combatterono alcuni Heartless,
e delle
banbine legarono i capelli di Rapunzel in una treccia che le arrivava
alle caviglie.
Quella sera realizzarono il sogno di Rapunzel: portarla a vedere le
lanterne:
ogni anno infatti, il giorno del suo compleanno migliaia lanterne
venivano
liberate in aria nel villaggio, lei voleva vederle da vicino e scoprire
perché
venivano lanciate. Rapunzel aveva ricattato Flynn (quando si era
infiltrato
nella sua torre per sfuggire a un inseguimento): dopo averlo steso con
una
padella, infatti, nascose la corona da lui rubata e quando si
svegliò lo
ricattò dicendo che gliel'avrebbe ridata solo se l'avesse
portata a vedere le
lanterne, allora i due erano scappati, dopo che Rapunzel aveva
ingannato la
madre Gothel, che la teneva segregata nella torre. Quindi (con la scusa
che la
barca era piccola), solo Rapunzel e Flynn presero la barca per vedere
le
lanterne da vicino: si creò una situazione romantica e anche
loro fecero volar
via una lanterna. Rapunzel diede la corona al moro, che però
non era la
priorità di quest'ultimo.
I due si stavano per baciare, ma qualcosa li bloccò: sulla
nebbiosa sponda opposta
del lago li osservava un uomo, incappucciato e dall'aspetto misterioso:
di
nuovo Xigbar.
- Quello è l'incappucciato di cui parlano, ci sta
spiando: non permetterò
che ti prenda, tu resta con loro, io vado ad affrontarlo.
- Sta scherzando? - chiese Lea, ora che la barca si era avvicinata
poteva
sentire cosa dicevano. - Vado con lui, voi restate con lei.
- Ma ... - Kairi tentò inutilmente di replicare,
perché Lea corse via con il
Keyblade, Flynn usò la barca.
Lea e Flynn incontrarono Xigbar, che non era solo: Gothel, la madre di
Rapunzel, era con lui: - Forza, legalo!
- Non prendo ordini da te, vec ... -
- Non osare. Abbiamo un patto, ricordi? Tu mi aiuti, e io ti
do la
Rapunzel.
- Cosa? - cominciò Flynn. - Non l'avrete mai! -
ribattè.
Xigbar lo legò con uno schioccò di dita.
- No! Fuoco! - Lea bruciò le
corde.
- Non riprovarci, traditore!! Sonnolenza -
e con quest' ultima
formula fece addormentare momentaneamente Lea, che si
accasciò a terra.
A quel punto anche Flynn fu addormentato, e i due furono legati a
una
piccola nave. Flynn fu legato in piedi con le mani sul timone, in modo
che
sembrasse sveglio.
il piano riuscì, poco dopo Rapunzel e gli altri arrivarono:
- Se ne è andato,
voleva solo quella borsa. Io te l'ho detto: non gli servi
più. Il mondo è
crudele e spaventoso. Torniamo a casa, Rapunzel! - disse Gothel.
- Io ... Io non ci credo! - disse col viso tra le mani, piangendo. -
Non può
essere!
- Guarda con i tuoi occhi allora! - ribattè la madre,
indicando il Flynn sulla
nave.
- No! Se Rapunzel non vuole non verrà con te! -
urlò Kairi. - Giusto! -
confermò il Re.
Gothel prese il pugnale che aveva: - Non costringetemi ad usarlo, e non
immischiatevi! Forza, andiamo! -
Non poterono fare niente: Rapunzel tornò alla torre con
Gothel, e loro si
chiesero che fine avevano fatto Xigbar e Lea.
Probabilmente dovevano essere entrambi su quella nave, ma non di
propria
volontà: anche questa era sparita alla vista.
Si addormentarono. Fu Lea a svegliarli, poche ore dopo: il sole era
spuntato.
- Su, alzatevi! - con lui c'era Maximus. - Flynn è stato
arrestato, gli uomini
del pub hanno un piano per salvarlo! Ma sono ostacolati dagli
Heartless!
Dobbiamo aiutarli! - Ok, meglio se ci sbrighiamo allora! -
consigliò il Re, e
li fece trasportare sulla Gummiship: dopo pochi secondi erano di nuovo
scesi
vicino al palazzo, colorato e maestoso. Combatterono i soliti
Heartless,
mandarono Maximus a prendere Flynn, dove c'erano anche i consumatori
della
locanda. Poco dopo videro Flynn correre via in galoppo a Maximus, e
anche loro
si avviarono alla torre per salvare Rapunzel. Presto la raggiunsero: ad
attenderli c'era Xigbar: lo combatterono insieme, ma lui
scappò.
Non c'erano porte: - Gothel entrava sempre aggrappandosi ai capelli di
Rapunzel, eppure è riuscita a prendere la corona quando lei
non c'era. Ci dev’essere
per forza un'entrata alternativa ... - ricordò Kairi.
- Hai ragione! Eccola! - esclamò Topolino, indicando un buco
nel muro. Corsero
sopra: trovarono Gothel con il pugnale insanguinato, Flynn steso a
terra
e Rapunzel che implorava: - Va bene madre, resterò sempre
con te! Non ti
chiederò più di uscire da qui, non
tenterò mai di scappare, anche se contro la
mia volontà. Permettimi solo di salvarlo. - finì,
trattenendo a stento le
lacrime. - E va bene! -
acconsentì Gothel . - ma resterà legato nel
frattempo. - infatti Flynn era
incatenato. - No! Rapunzel, non te lo permetterò! -
ribattè quest'ultimo,
riuscendo a stento a parlare. - Adesso so qual è veramente
il mio nuovo sogno:
sei tu. - poi prese un frammento dello specchio che la strega Gothel
aveva
rotto poco prima, e lo usò per tagliare di netto i capelli
dell'amata, che
divennero scuri e corti fino al collo. Anche se silenziosamente, Xigbar
era lì
da qualche minuto, e alla vista di questa scena disse, prima di
sparire: -
Ormai è inutile: io me la svigno. -
Gothel invece, prima di invecchaire completamente e
dimostrare il suo
reale aspetto e di tramutarsi in polvere, si nascose la faccia con il
cappuccio, cadde dalla finestra e si dissolse in caduta.
I capelli, infatti, contenevano tutto il potere del fiore che
ringiovaniva e che poteva curare le ferite: con questo gesto, Eugene
(questo
era il suo vero nome, rivelato solo a Rapunzel), si
sacrificò per la sua
libertà. - No! - urlò la neo brunetta,
appoggiando il viso bagnato dalle
lacrime sull'amato. La melodia che sprigionava il
potere dei suoi
capelli, che poteva essere estirpato solo tagliandoli, ormai era
inutile, ormai
Flynn sembrava spacciato ma Rapunzel tentò ugualmente. :-
Fiore dammi ascolto,
tu mi aiuterai! E non dirmi che per me è tardi ormai, tardi
ormai ... - a
questo punto una lacrima della fanciulla cadde sulla ferita di Eugene,
e
accadde qualcosa: il potere del fiore poteva essere sprigionato anche
dalle
lacrime di dolore, ecco perché a quel punto filamenti dorati
comparvero
dalle sue lacrime e Fynn si svegliò: - Lo sai che
preferisco le more? -
disse piano, scherzosamente. Dopo di che Kairi, Topolino e Lea
partirono,
augurando felicità alla coppia, che
andò a palazzo: Rapunzel aveva infatti
scoperto la verità. Lei in realtà era la
Principessa perduta del regno, rapita
da piccola da una strega che voleva usarla per i suoi scopi, Gothel.
Quindi
tornò dai genitori al palazzo reale e sposò
Eugene: i due vissero per sempre
felici e contenti.
Ventus
fu quindi portato
al Castello Disney, dove gli venne spiegata la storia da capo.
- Quindi voi avete sconfitto Xehanort, ma ora è tornato... E
ha portato anche
le sue varie forme dal passato, giusto? E vuole riformare
l’Organizzazione
XIII", fatta di membri che contengono parte del suo cuore,
giusto?
Quello che vuole è la Guerra del Keyblade, giusto? Ma invece
noi cosa
vogliamo?
- Be' - cominciò Ansem. - in realtà anche noi
vogliamo questo, quello che non
vogliamo è che Xehanort abbia il controllo della X-blade e
di Kingdom Hearts. I
mondi non possono restare divisi per l'eternità, esiste una
profezia, la
Profezia della Strega, che è andata perduta nei secoli, non
l'ho ancora
rivelata a nessuno, ormai è giunto il momento di recitarvela:
L'oscuro padrone, con tredici oscurità, l'eterno controllo
del mondo di
possedere tenterà. Ma i Guardiani delle sette pure luci
pronte saranno a
scontrarsi.
Tredici oscurità contro sette luci: venti sono i
frammenti in cui si
divise il Re dei Cuori, venti sono i guerrieri che si scontreranno
nella fatale
guerra per riformarlo.
Il ragazzo padrone della luce e il padrone dell'oscurità si
scontreranno infine
con la forza delle proprie luci e delle proprie oscurità, e
l'arma più potente
sarà formata. Solo colui che non ha paura
dell'oscurità potrà controllarla, ma
colui che avrà il coraggio anche di affrontarla l'eventuale
sua sconfitta
smentire potrà. Il vincitore assoluto conoscerà
la vera forza del cuore, una
forza che l'altro sottovaluterà. - intanto
nella stanza affollata di
libri si era creata un'atmosfera di suspense: Sora, Riku, Aqua e Ven
erano in
piedi e ascoltavano attentamente, Yen sid era seduto e ascoltava con
l'aria più
seria possibile.
Ansem era concentrato a recitare la profezia come un bambino
che dice a
memoria una poesia a scuola:
"Ci sarà veramente il giorno in cui qualcuno
avrà il potere di aprire
la porta della luce?": i pochi sapienti si chiedono! Ebbene
sì: sarà
riconoscibile per il suo nome, simboleggerà l'infinito cielo
che unisce i
separati mondi. Incapace di maneggiare la famosa arma inizialmente
sembrerà, ma
alla fine tutti con il suo coraggio stupirà.
Più volte i mondi dal buio eterno salverà, si
scontrerà con il precursore più
famoso di oscurità, e infine con i leali compagni nella
fatale battaglia eccellerà.
L'ho imparata a memoria ormai. Il Maestro Xehanort conosceva
inizialmente
solo una parte della profezia: "Il ragazzo padrone della luce e il
padrone
dell'oscurità si scontreranno infine con la forza delle
proprie luci e delle
proprie oscurità, e l'arma più potente
sarà formata. Solo colui che non ha
paura dell'oscurità potrà controllarla".
Credette che bastassero una luce e un'oscurità,
perciò utilizzò te, Ventus, e
la parte oscura che aveva estratto, Vanitas. Ma
l'arma che ne uscì
fuori non era la vera X-blade, solo una versione più debole
che fu facilmente
distrutta dal legame di Aqua con te e Terra. Ero io in possesso della
registrazione
della profezia, il giovane Xehanort la trovò e fu in quel
momento che si
ricordò chi era veramente. Sapete cosa successe dopo:
iniziò subito a
raccogliere altri dodici contenitori oscuri e formò
l'organizzazione, mentre
cercò le sette luci utilizzando il suo Heartless.
Questo è stato spiegato
molte volte. Vi racconto le mie conoscenze gradualmente, prima che lo
domandiate, perché troppe informazioni in una volta fanno
male. Xehanort non
comprende che sarà Sora a vincere, e che se non
sarà così, potrà utilizzare la
forza dell'amicizia, la forza del cuore da lui sottovalutata di cui
parla la
profezia, per far tornare la luce nell'immensa oscurità.
Xehanort non può
vincere, ma non ne è a conoscenza. Nel suo cammino ha fatto
molti danni,
troppi, non possiamo permettere che ne faccia altri. Questa battaglia
deve
finire, è durata troppo a lungo.
La profezia svela che comunque colui che conosce la vera forza del
cuore, e che
la utilizza come arma, potrà risvegliare la vera luce
nell'oscurità. -
Sora si avvicinò alla scrivania e disse: - Quindi, in
pratica non possiamo
perdere? Perché non ce l'ha detto prima?
- Non volevo che vi impegnaste di meno, e comunque non vuol dire siate
fuori
pericolo. Ricorda, per formare il Kingdom Hearts c'è bisogno
comunque di sette
luci e tredici oscurità. I cuori sono imprevedibili, non
sappiamo cosa
succederà dopo, ma tutto questo deve finire.
- Un momento, - iniziò Aqua. - e Terra? Se fa parte delle
oscurità, lui non
tornerà più?
- Xehanort si è impossessato del vostro amico quando aveva
già un cuore dentro
di sé. Terra aveva il cuore del Maestro Eraqus. Lui lo
aiuterà a sopravvivere,
non morirà.
- Non capisco più niente ... - ammise Riku.
. Oh, non è necessario, non possiamo più fare
niente. Quel che accadrà.
Noi assisteremo quando succederà e vi aiuteremo in
tutti i modi.
- E ora che facciamo? - chiese Ventus.
- Cercate gli altri. Dirigetevi anche voi al Mondo Che Non Esiste.
Dobbiamo
scoprire cosa ha in mente Xehanort, e quali sono le nuove
oscurità.
- Chiamerò tutti coloro che possono aiutarci e li
preparerò alla Guerra.
Non resta molto tempo. –
Presto
tornarono anche
Lea, Kairi e Topolino. Stavolta si riunirono a Radiant Garden, visto
che
finalmente anche l'interno del Castello era stato sistemato.
Ovviamente Sora sapeva che Ansem e Yen sid li avrebbero
mandato a
visitare altri mondi, non che questo gli dispiacesse. Si era sempre
divertito a
visitare posti sconosciuti e a incontrare ogni genere di
"persone". Che poi gli abitanti incontrati nei vari mondi non
erano neanche tutti umani. E, pensandoci bene, neanche lui era stato
sempre
"umano".
Durante i suoi viaggi, infatti, si era trasformato tante volte. Nel
mondo di
Simba era stato trasformato in un leone. Più di una volta
era stato ad
Atlantica, ed era diventato un tritone, cosa del tutto normale per lui.
Nel
mondo di Tron era diventato un programma, anche se questo per lui fu
irrilevante cisto che si sentiva come sempre.
Nel Paese delle Meraviglie fu soggetto più volte a
cambiamenti di
dimensioni, ma in quel mondo tutto era assurdo.
Inoltre aveva cambiato abiti tante volte, e neanche quelli erano stati
sempre
"normali". Anzi, si può dire che spesso si erano
cambiati da
soli, ma anche questo era un dettaglio.
Tutto era un dettaglio, pensò, quando c'era di mezzo la
magia. In modo
particolare, la magia di Yen sid.
Anche Ventus e Aqua una volta si erano ritrovati rimpiccioliti, per
mezzo della
magia della Fata madrina di Cenerentola, questo accadde nel Castello
dei Sogni,
ma nient'altro. Per il resto erano rimasti sempre normali.. Gli unici
con cui
condivideva queste esperienze non avevano più un
ruolo importante.
O così credevano loro, ma per Sora erano molto importanti.
Non li conosceva da
sempre come con Riku o Kairi, ma con loro aveva viaggiato per lungo
tempo, in
quasi tutte le sue avventure.
Paperino e Pippo non si potevano definire i più forti in
combattimento, ma erano alcuni dei suoi più grandi amici,
sempre fedeli
compagni. Che poi, anche se loro non possedevano il potere del
Keyblade,
avevano combattuto e sconfitto tantissimi nemici insieme a lui,
addirittura il
capo degli Heartless. Da un po' si sentiva in colpa perché
non viaggiavano più
insieme, e i loro compiti erano più banali. Ma soprattutto
gli mancava. Gli
mancavano i litigi con Paperino, le intuizioni e le battute di Pippo.
Si
decise: quella volta sarebbe andato con loro. Anche perché
furono divisi in
gruppi da tre: Il Re Topolino avrebbe assistito all'esame di Ventus e
Lea,
tenutasi quel giorno. Kairi sarebbe partita con Aqua dopo l'esame, ma
tre di
loro dovevano partire ora, e non sarabbero tornati per un po' di tempo.
Yen sid
aveva specificato che non potevano più comunicare a distanza
perché dovevano
conservare il potere magico destinato all'ultima battaglia, e che si
erano
riposati troppo tempo. Sora stava per offrirsi, ma non ce ne fu
bisogno. Fu
Ansem a comunicarglielo: - Eccoti! Tu partirai con Paperino e Pippo,
niente
storie! So che siete un'ottima squadra, e gli altri sono occupati al
momento e
non possono venire con te. Una nuova rotta è stata
tracciata.
- Storie? Ma quali storie! Non vedo l'ora, stavo per chiedervelo io!
Però mi
serve una scorta di elisir!
- Ci hanno già pensato i tuoi amici. Su! Cosa
aspetti? Paperino e Pippo
ti attendono sulla Gummiship! -
Sora non esitò e si materializzò sulla nave,
utilizzando il cerchio d'energia
più vicino
- Ehi! Come va qui?
- Ti stavamo aspettando da un sacco di tempo!
- Dai, Paperino, basta facce arrabbiate! Ricorda, il sorriso
è il carburante
della Gummiship! Yuk! Siamo di nuovo un trio, non vedo l'ora di vedere
qual è
il prossimo mondo! - esclamò Pippo, entusiasta.
In effetti anche Sora era curioso di scoprire quale fosse la loro
destinazione.
Dettero un'occhiata al mappamondo e scoprirono trattarsi di un mondo
già
visitato: La Terra Dei Dragoni.
- Il mondo di Mulan e Mushu, vero? Scehdiamo
subito!! - disse Sora,
eccitato.
Dopo le lamentele di Paperino riguardo al fatto che non era Sora a dare
gli
ordini in quella Gummiship, scesero dalla nave: il mondo era lo stesso,
ma
stavolta atterrarono nel villaggio, precisamente vicino alla casa di
Mulan,
perché sentirono la voce di Mushu, un draghetto rosso alto
più o meno dieci
centimetri. Stava parlando con un grillo, e sembrava esaltato come al
solito: -
Cricri, dobbiamo farli separare! -
- Ehi Mushu! Separare chi? - fu Pippo a parlare, quando li raggiunsero
all'interno della scuderia.
- Sora! Paperino! E anche Pippo! Ma cosa ci fate voi tre di nuovo qui?
È
passato solo un mese dall'ultima volta che siete venuti! O almeno
così dice
Mulan...
Ma se non sbaglio il tempo in alcuni mondi è più
lento che in altri ...
Comunque non ci posso credere, non potete immaginare la mia
felicità nel
rivedervi! - Mushu pronunciava queste parole molto velocemente,
entusiasta. -
Scommetto che siete qui per fare a botte con i mostri, vero? E
scommetto che vi
farebbe comodo un aiutino, vero? Be' non c'è bisogno che
chiediate. Io sono magnanimo
e posso prestarvi la mia forza di drago ...
- Davvero? Be' grazie! Anche noi siamo felici di rivederti, ma
dov'è ... -
rispose Sora, ma fu interrotto dal draghetto: - Ovviamente a condizione
che voi aiutiate me! Visto che
questo stupido grillo non vuole
farlo ... - disse, riferito al grillo, che aveva un'aria molto
contrariata.
- Va bene, - rispose Sora - ma potresti dirci dov'è Mulan?
- Mulan! Ecco in cosa dovete aiutarmi! Sta per commettere il
più grosso sbaglio
della mia ... insomma ... della sua vita! Non posso
permettere che sposi
quello lì! E devo stroncare la cosa sul nascere!
- Mulan si sposa? E con chi, con Shang, vero? Forza, andiamo... Voglio
sapere
tutto di questa storia!
- Ma mi hai sentito? Dobbiamo impedirlo ...
- Perché vuoi impedirlo? Non siete grandi amici voi
due?
- Certo! Ecco perché voglio impedirle di commettere questo
errore ...
- Okay ... prima di "stroncare" il suo matrimonio possiamo almeno
vederla?
- Ora se n'è andata con Shang! L'imperatore li ha convocati
entrambi! Deve
essere importante, e non mi ha neanche invitato! Mi sta già
rimpiazzando con
quello lì ....
- Non dire sciocchezze, Mulan non ti rimpiazzerebbe mai. Comunque
andiamo,
l'imperatore sa che noi abbiamo salvato la Cina insieme a Mulan, non
credo che
si arrabbierà.
Il trio si era portato dietro il Grillo Parlante, che iniziò
a conversare con
Cricri. Intanto tutti insieme usarono il potere della Gummiship (si
materializzavano dentro a questa e scendevano di nuovo in un'altra
zona) per
raggiungere in fretta il Palazzo Reale. Incontrarono Mulan e Shang, che
erano
appena stati dall'imperatore, nel grande cortile del palazzo. Mulan
corse ad
abbracciare Sora, Paperino e Pippo e anche Shang li salutò
in modo amichevole.
- Fortuna che siete tornati! Gli Heartless e altri mostri stanno
mettendo a
soqquadro il villaggio. Ma c'è qualcuno che sta mettendo
delle difese da fuori.
Per caso siete voi? A proposito, alla fine hai ritrovato i tuoi amici?
Sora pensò che fosse una delle cose di cui si occupava Yen
sid, ma rispose che
gli avrebbe raccontato dopo tutta la storia.
- Piuttosto ... so che vi sposate. Congratulazioni! Ma
perché Mushu ... - e al
nome di quest' ultimo si fermò perché gli aveva
fatto segno di tacere con le
mani.
- È entusiasta ancora più del solito, vero? -
disse Mulan sorridendo. I tre
aggrottarono le sopracciglia, erano confusi, ma preferirono lasciar
perdere.
- Comunque la missione è molto importante: dobbiamo
accompagnare le principesse
al loro matrimonio. Sono le figlie dell'imperatore. Lui vuole un
matrimonio
combinato tra le sue figlie e tre principi del Qui Cong per stipulare
un'alleanza ed evitare che la Cina venga distrutta dai mongoli. A me
non sembra
giusto, ma non posso fare nulla ...
- Ehi, se volete venire l'imperatore sarà felice di sapere
che ci sarete, gli
avevo detto che avrei portato solo tre uomini. Ma voi e loro insieme
valete tre
truppe.
In quel momento comparvero dei Nessuno e dovettero affrontarli,
erano
semplici Simili, ma Sora notò che erano più
forti, e ne comparvero molti. Si
chiedeva sempre cosa avesse intenzione di fare Xehanort e se avesse
trovato
tutte le oscurità, ma in quel momento voleva aiutare Mulan.
Anche Paperino e
Pippo erano più forti e il primo faceva magie molto avanzate
a "poco
prezzo" come cometa e altri attacchi limite molto dannosi.
Viaggiarono per molto portando le Principesse della Cina in carrozza.
Alcuni
usavano il cavallo, altri erano in carrozza. Sora il Keyblade
trasformato.
Ed era un bene che Sora usasse quello, perché furono
attaccati varie volte da
Heartless e Nescens, proprio come successe nel Regno dei
sogni, nella
Contea Dei Moschettieri con Minnie. Allora però era solo un
Dream Eaters, anche
se di alto rango.
Il viaggio per il resto andò bene, anche se Mushu
tentò più volte di separare
Mulan e Shang. Intanto Chien-po, Ling e Yao, i tre soldati,
cominciarono a
innamorarsi delle Principesse Ting Ting, Mei e Sue, e questo amore era
corrisposto, o almeno così era evidente agli occhi del trio.
Il peggio però successe una notte, quando si
accamparono vicino a un
villaggio molto romantico: i tre soldati invitarono le principesse a
fare un
giro nel villaggio e le corteggiarono. Contemporaneamente Mushu
ingannò Shang
facendogli credere che Mulan volesse prendere il suo posto, creando un
pupazzo
simile a quest'ultima. Fece muovere il pupazzo dietro la tenda di
Shang, in
modo che potesse vederne solo la sagoma, e finse di parlarne
male
imitando la voce della ragazza. Dopo quella messa in scena Shang
andò da Mulan
e l'accusò senza che quest'ultima capisse perché.
Intanto Sora, Paperino e
Pippo dovettero affronatre un Heartless gigante che attaccò
il villaggio
distruggendo il mercato allestito nel villaggio. Somigliava
molto a un
samurai, combatteva con due katana fiammeggianti ed era a stisce rosse,
nere e
oro. Portava uno strano copricapo che nascondeva la testa di cui si
vedevano
solo i penetranti occhi gialli. Era motlo veloce e fecero fatica a
sconfiggerlo, Sora e Paperino si unirono nella fusione "Bufera di
Ghiaccio", che favoriva l'utilizzo dell'elemento ghiaccio, a cui
l'Heartless era vulnerabile. Grazie a questa fusione e all'invocazione
del
Genio, che Sora non chiamava dopo molto tempo, il Samurai Di Fuoco fu
annientato.
Il giorno dopo erano tutti molto tristi e nessuno parlava. Shang aveva
infatti
scoperto l'uscita segreta dei soldati e delle principesse e si era
arrabbiato
ancora di più.
- Non potrete più parlarvi o avere contatto tra di voi! Lo
proibisco da questo
momento! Ma una sola parola! Neanche una! E sarà
così fino al termine della
missione! - ordinò il capitano, infuriato, Quel che era
peggio era che Mulan e
Shang non solo non si parlavano più, ma non si
guardavano neanche.
Sora sapeva in cuor suo che Mushu c'entrava qualcosa, allora lo spinse
indirettamente a tirare fuori tutto, anche se il draghetto
insisteva che
lui non c'entrava.
Comunque, alla vista di quella scena triste, Mushu si pentì
e confessò a Mulan
la verità. La bruna si arrabbiò molto
inizialmente, ma poi comprese che quello
significava che in realtà lei e Shang non avevano reali
problemi: - Allora noi
non siamo troppo diversi! Non ci sono mai stati problemi tra di noi!
L'unico
problema eri tu! Forza, devo parlare subito
con lui!
- Posso fare qualcosa per aiutarti? - domandò Mushu
mortificato.
- Tu hai già fatto abbastanza! - rispose Mulan.
Ma in quel momento furono attaccati dai banditi e non ebbe il tempo. Ai
banditi
si aggiunsero anche dei Nessuno, e Sora dovette impegnarsi mentre gli
altri
proteggevano le principesse. Alla fine scapparono e dovettero
attraversare un
ponte sospeso in legno che al passaggio di tante persone
iniziò a cedere. Una
delle principesse stava per cadere ma Pippo riuscì a
salvarla. Tutti
erano in salvo dall'altra parte tranne Mulan e Shang. Infatti, mentre
la
ragazza aiutava Shang a rimettersi in piedi, uno dei banditi rese il
pugnale e
tagliò di netto le corde che tenevano il ponte con i due
sopra.
Ormai erano letteralmente appesi a un filo, Mulan urlò, in
preda alle lacrime:
- Shang! Ce la faremo! Non ti mollo!
- Non ci reggerà tutti e due!
-Lo farà. Lo farà!
- Mi dispiace ...
Ormai la corda a cui erano attaccati stava per rompersi e Shang
scivolò dalla
presa di Mulan, e cadde.
- SHAAAAAAAAAAAAAAAAAG! SHAAAAAAAAAANG!
Niente da fare. Shang era caduto da un burrone altissimo, non c'era
possibilità.
Sora e gli altri cercarono di consolare Mulan, ma niente poteva
cambiare il suo
umore. Si era anche messo a piovere.
Prese una decisione difficile, non voleva rovinare la
felicità delle nuove
coppie. Almeno loro potevano essere ancora felici.
- Devo finire la missione che ci è stata assegnata. - disse.
- Non ho più
niente da perdere ormai. -
Mulan si diresse al Qui Cong. Si era già organizzata coll'
imperatore. Si
sarebbe sposata lei con un principe dei mongoli.
Sora decise di cercare quello che rimaneva di Shang.
Utilizzò il Keyblade per
fare prima, e seguì il cavallo su cui si erano messi
Paperino e Pippo
Presto raggiunsero un laghetto, e il cavallo trovò Shang in
acqua. Possibile
che fosse ancora vivo? Non era ferito. Dopo poco tossì e
sputò acqua. E
finalmente aprì gli occhi.
- Sora, Paperino, Pippo! Ehi, bello .... - aggiunse, rivolto al
cavallo. - Come
avete fatto a trovarmi! Dov'è Mulan?
- Abbiamo seguito lui. Comunque, sì, Mulan. Dobbiamo
raggiungerla! Ha scelto di
offrirsi al posto delle principesse in modo che possano vivere felici
con
Chien-Po, Linh e Yao! Non possiamo permetterlo, capitano!
- No, hai ragione. - disse, e salì in groppa al cavallo.
- Forza bello, andiamo!
- Raggiunsero Qui Cong velocemente, ma prima di poter entrare, furono
attaccati
da un drago, o un'Heartless? Doveva essere come l'ultima volta.
Qualcuno aveva
riempito di oscurità uno dei draghi della Cina. Era molto
grande, quanto un
palazzo. Era rosso e giallo. Aveva un corno diritto al centro della
testa e due
ricurvi ai lati. Le ali sembravano enormi ventagli d'argento. Dovette
usare
l'invocazione di Roxas e Xion per abbatterlo, ma alla fine scomparve.
Un altro
drago era stato annientato solo perché qualcuno l'aveva
riempito di
oscurità.
Il palazzo dall'eterno era molto simile a quello dell'imperatore,
grande e con
un cortile spazioso, pieno di gente. Inoltre all'entrata c'era la
statua del
Grande Drago.
Il matrimonio si stava svolgendo. Mulan era sul punto di dire
"sì" ma
Shang fermò la cerimonia.
- Shang! Allora sei ancora vivo! Oh, mi dispiace tanto! Sora, Paperino,
Pippo!
L'avete ritrovato voi! -
Il re era un ometto con vestiti tipicamente mongoli, arancioni. Portava
un
copricapo dello stesso colore sulla testa. Anche Mulan era vestita allo
stesso
modo.
Alla fine fu Mushu a salvare a situazione, stavolta fingendosi il
Grande Drago.
Si sistemò nella bocca della statua, dove la sua voce era
amplificata, e ordinò
al re di sposare Shang e Mulan, e di non provare ad attaccare la Cina.
Festeggiarono tutta la notte, e anche se Mushu si era fatto perdonare
era molto
triste perché aveva perso il suo piedistallo, e quindi anche
il privilegi di
guardiano di Fa Mulan, perché gli antenati gli avevano detto
che il nuovo
guardiano della ragazza sarebbe stato quello della famiglia dello sposo.
Ma Shang sistemò le cose unendo i templi delle due famiglie,
e Mushu poté
mantenere il suo titolo.
Infine Sora, Paperino e Pippo se ne andarono dicendo loro addio,
consapevoli
che non sarebbero più tornati.
Il
mondo successivo,
videro nel mappamondo, sembrava essere fatto da qualche casa, possibile
che
esistesse un mondo così piccolo?
Ma quando atterrarono videro che non era il mondo ad essere piccolo, ma
loro:
erano alti ormai circa una decina di centimetri, più o meno
quanto le
dimensioni di un giocattolo.
Inoltre si trovarono in un salotto, il salotto de La casa di Andy. Un
bambino,
che doveva essere Andy, stava giocando con un pupazzo cowboy in vecchio
stile e
pareva divertirsi molto. Quello che impressionò Sora fu
più che altro il
bambino gigante, infatti gli era già capitato di diventare
molto piccolo, ma in
quel caso anche tutti gli altri erano tutti molto piccoli. Pippo ebbe
una
reazione diversa: - Be’ non è mica la prima volta.
- disse. - Siamo abituati a
questo genere di cose, quando c’entra Yen sid capitano
spesso. Probabilmente
l’avrà fatto apposta: c’è
qualcosa che dobbiamo fare in queste dimensioni … - e
a queste parole uscì da dietro la poltrona dove si erano
nascosti per esaminare
il luogo: si trattava ovviamente di un soggiorno, e sembrava preparato
per una
festa di compleanno. Un cagnolino li vide e corse da loro. Che poi per
loro era
un cagnone, infatti inizialmente si spaventarono, ma poi videro che era
piuttosto entusiasta: forse pensava fossero dei nuovi giocattoli?
- Meglio se ci facciamo portare dove vuole … - disse Sora.
- Stai scherzando? Lo vedi com’è vivace? E se
inizia a masticarci come
giocattoli di gomma?
- Se preferisci che lo faccia allora resta giù, Paperino.
Perché non credo che
sia disposto a lasciarci qui…
- Va bene, va bene. – brontolò Paperino, salendo a
cavallo del cane con l’aiuto
di Pippo. Il cane portò i tre in una cameretta, non
c’era Andy, ma c’erano
tanti giocattoli. Sora notò il cowboy per primo, ma presto
fu attratto anche da
un piccolo Tirannosauro Rex, tutt’altro che pauroso.
C’erano anche un
salvadanaio simile a un maialino, una patata dotata di faccia, baffi e
cappello, una pastorella, un microfono (come tutto il resto, dotato di
occhi),
un cagnolino a molla e tanti altri. In effetti non ne fu attratto
perché erano
molti, più che altro perché erano vivi, e a
quanto pare stavano avendo una
riunione.
Il cowboy stava usando il microfono giocattolo e disse che tutti
dovevano
trovarsi un compagno di trasloco. A quanto pare la famiglia avrebbe
traslocato
una settimana dopo, per questo la festa di compleanno sarebbe stata
quel
giorno, cosa che terrorizzò tutti. - E se Andy mi
rimpiazzasse con un altro
dinosauro, uno di quelli cattivi? - disse Rex il tirannosauro,
terrorizzato.
- Hmm… mi dispiace interrompere la riunione, ma…
SONO ARRIVATI! OSPITI CON
REGALI A ORE TRE! – urlò il salvadanaio, che era
rimasto vicino alla finestra
tutto il tempo. Tutti i giocattoli corsero allarmati alla finestra,
mentre
Sora, Paperino e Pippo iniziarono a discutere: - Giocattoli parlanti,
non mi
stupisce più di tanto ormai… - disse il moretto
raggiante.
- Una festa di compleanno, precisamente che dovremmo fare noi qui? Se
ci
attaccano Heartless o Nescens giganti?
E a queste parole più di una decina di mostri simili a
giocattoli comparvero.
Sora riuscì a distinguere il simbolo degli Heartless sul
petto dei nemici.
Alcuni somigliavano ad orsetti di peluche e altri a bamboline di pezza
particolarmente brutti, con occhi mancanti e tutti rovinati. Verdi e
neri,
combattevano con delle lame che avevano al posto delle appendici.
Comparvero
anche degli Shadows, dei Soldatini (che Sora aveva già
incontrato alla Città di
Halloween) e gli Heartless affrontati nel Fiume senza tempo, come il
Magimartello e la Biella Rovente, ovviamente colorati, infine alcune
Bombe a
Tempo. Naturalmente i giocattoli li avevano notati, e fu il cowboy a
chiedere:
- Grazie mille, l’altra volta che ci hanno attaccati ci siamo
dovuti
nascondere. Comunque voi chi siete? Nuovi giocattoli?
- Non proprio, diciamo che siamo qui per aiutarvi a disfarvi di quei
mostri.
Comunque io sono Sora e loro sono Paperino e Pippo! Piacere!
- Piacere, io sono Woody! E loro… Be’ ve li
presenterei, se non fossero così
impegnati a spiare i regali degli invitati… Non è
che voi potreste andare a
controllare di cosa si tratta? Manderei una pattuglia, ma i soldatini
dicono
che ogni volta che escono da qui vengono attaccati da quei mostri, e
visto che
voi…
- Sì, certo. Andremo, non è un
problema… Dicci che dobbiamo fare! - tagliò
corto Paperino.
Woody sembrava pensieroso. Portava stivali e vestiti tipici da cowboy e
ovviamente un cappello sulla testa, quest’ultima parecchio
più grande del
corpo. Dopo un po’ rispose: - Non potrete andare da soli
… In tre non
riuscirete a portare il ricetrasmettitore… Accompagnerete i
soldatini! - e così
fecero.
I piccoli soldatini verdi portavano il ricetrasmettitore per le scale e
per il
corridoio mentre Sora, Paperino e Pippo combattevano i soliti
Heartless. Poi
arrivarono giusto in tempo per assistere all’apertura dei
pacchi. Inizialmente
andò tutto bene con regali come cestini da picnic e
lenzuola… Mr. Poteato, il
tubero, sperava che in uno di quei pacchi regalo ci fosse Mss. Poteato.
La
tensione tra i giocattoli cresceva. Poi finalmente l’ultimo,
che si scoprì
essere un gioco da tavolo. Ma a quanto pare c’era un ultimo
regalo a sorpresa,
Buzz Lightyear, giocattolo spaziale, simile a un astronauta. Il segnale
saltò e
non poterono comunicarglielo, ma tornò appena in tempo per
avvertirli che Andy,
entusiasta, e i bambini corsero di sopra in camera. Intanto Sora e gli
altri si
erano nascosti sotto una pianta.
Presto i bambini scesero nuovamente, chiamati dalla mamma di Andy per
fare un
gioco e Sora e gli altri tornarono di sopra. Buzz Lightyear si
ritrovò sul
letto di Andy e credette di essere veramente uno Space Ranger in
missione e di
trovarsi in un pianeta sconosciuto. Non consapevole di essere un
giocattolo,
premette un pulsante e cercò invano di contattare il comando
stellare, poi
corse allarmato alla sua confezione, una scatola simile a
un’astronave: - La
mia astronave! Ci vorranno mesi per ripararla!
- Ciao! - lo salutò Woody, che era saltato sul letto.
Buzz si spaventò e gli chiese chi fosse. Buzz gli
raccontò di essere finito lì
per sbaglio e gli chiese che cosa usavano come carburante. Presto anche
gli
altri lo salutarono, ma egli si mostrò diffidente. In fine
li ringraziò per il
benvenuto e si presentò. Disse che era
un’unità scelta per la protezione della
galassia dal malvagio imperatore Zurg. Si fece anche spuntare le ali
vantandosi
di poter volare, poi decise di dimostrarlo a Woody che le definiva
inutili. Si
buttò urlando “Verso l’infinito e
oltre!” e per una serie di coincidenze quali
il rimbalzo su una palla e l’appiglio a un aereoplanino che
stava veramente
volando si convinse di poterlo fare e stupì tutti, che ne
furono entusiasti.
Tutti tranne Woody, il quale venne esonerato dal titolo di
“giocattolo
preferito da Andy”. Sora lo consolò: - Non
preoccuparti! Andy si stuferà e
tornerà a giocare con te! - gli disse, quando anche Andy lo
mise in secondo
piano.
Ma intanto tutto dimostrava il contrario: Andy rimpiazzò la
tappezzeria e i
disegni di Woody con quelli di Buzz. Quando vide Sora, Paperino e Pippo
pensò
trattarsi di nuovi giocattoli, ma i tre si nascosero e pensò
di averli persi. A
Sora piaceva essere piccolo: così si vedeva il mondo da una
prospettiva
completamente diversa. Scoprirono che c’era un bambino nella
casa accanto, Sid,
che torturava i giocattoli, e intanto gli Heartless aumentavano.
Paperino
chiese a Sora se potevano andarsene da quel mondo.
- Forse quel ragazzino ha qualcosa a che fare con gli Heartless, voglio
scoprire se è davvero così… -
Quella sera La mamma di Andy l’avrebbe portato al Pizza
Planet, una pizzeria
ispirata allo spazio, e quest’ultimo poteva portare solo un
giocattolo. Woody
cercò di far finire Buzz dietro la scrivania in modo che
Andy non lo trovasse e
portasse lui, ma il piano andò storto e per sbaglio lo fece
cadere dalla
finestra.
I giocattoli lo accusarono e lo condannarono a venir distrutto dagli
Heartless,
ma Sora si intromise:
- Un momento! Ho visto cosa è successo, è stato
un incidente! Non permetterò
che venga distrutto!
- Ah! Scommetto che sono in combutta! – criticò il
salvadanaio.
- Credete quello che volete! Io continuerò a sconfiggere gli
Heartless tanto…
- No, è colpa mia. Ma non mi farò distruggere,
farò una cosa utile: andrò a
salvare Buzz. Ho visto che l’ha rapito Sid. Se è
così non ha speranza, e io non
permetterò che lo faccia esplodere, per mille pistole!
– rispose il cowboy.
- E noi verremo con te! – esclamò Pippo.
- Giusto! – confermò Paperino.
- Grazie, da solo non saprei sconfiggere i mostri, così
abbiamo più speranze.
Qualcuno di voi dovrà andare con Andy… - disse
infine Woody.
- Ma come scendiamo? - chiese Sora.
- A questo penso io! – dichiarò Paperino.
– Invocazione Dumbo! –
Sora si chiese se l’elefantino sarebbe apparso come un
gigante o anche lui
sarebbe rimpicciolito. L’elefantino che venne era piccolo
come Sora lo ricordava.
A quanto pare tutti i visitatori esterni in quel mondo diventavano
piccoli come
giocattoli.
Sora, Paperino e Pippo salirono sopra l’animale. Appena lo
toccarono si
rimpicciolirono ancora di più.
- Sali e non fare domande. – disse Sora a Woody, tendendogli
la mano.
- Per mille stivali, ma come avete fatto?
- Che cosa ti ho detto? – insistette Sora mentre Dumbo si
alzava in volo.
Quando scesero, Paperino spiegò: - Yen sid mi ha detto che
adesso possiamo
usare tutte le vecchie invocazioni e anche chiamare i vecchi alleati
degli
altri mondi. I più entusiasti sono Aladdin e il Genio. Ma in
questo momento mi
è venuto in mente solo lui… -
- Grazie! – dissero tutti, mentre l’elefante
volante dalle grandi orecchie
spariva.
Erano atterrati direttamente sul davanzale della finestra di Sid, da
cui si
vedeva la macabra stanza del bambino, pullulante di esplosivi e
giocattoli
modificati o smontati e riassemblati in modo da avere un aspetto
pauroso e
ripugnante. Il più spaventoso era la testa spelacchiata di
una bambola a cui
mancava un occhio, attaccata a uno strano aggeggio con tante zampe.
Buzz stava tentando di distruggerlo con la luce del finto laser.
- Spera di distruggere quei cosi con la luce della lampadina?
– chiese Woody.
- Buzz! Stiamo venendo a salvarti! – urlò Sora.
- Bravo, Sora. -
Qualcuno aveva appena parlato, una voce profonda, Sora la conosceva:
era
Xehanort, Young Xehanort, la versione giovane di Xehanort.
- Xehanort! Cosa vuoi ancora?
- Solamente quello che tu fai. Combatti Heartless, è per
questo che sei qui.
Questi sono particolari. Qui i giocattoli hanno un cuore, ma non
essendo umani
diventano Heartless particolari. I cuori sono sempre utili, se sai come
usarli.
Forse non dovrei neanche definirli Heartless. Vittime o Padroni
dell’oscurità,
queste sono le reali opportunità. Io ho optato per la
seconda, voi sarete
vittime. Ma così dev’essere. Le sette luci sono
essenziali come le oscurità. I
tredici Xehanorts sono quasi pronti.
- Xehanorts? – chiese Sora.
Si rese conto che il tempo si era fermato, Xehanort sapeva fare
addirittura
questo?
- Sì, Sora. Tutti identici a me. Questo è il
piano principale, da sempre. Io
esisto in ogni dimensione. Sono stato diviso tante volte, non ho avuto
paura
dell’oscurità, ho potuto sottometterla,
controllarla. Esserne il padrone. Voi
ci aiutate, sconfiggendo Heartless, Nescens e Nessuno.
- Ma non capisco… A cosa vi servono i cuori e i Nescens?
-Questo mondo è speciale. Quel bambino… Lui crea
oscurità in quei giocattoli,
ecco come io li trasformo in Heartless. I cuori vengono dati loro
quando
trovano il posto a cui appartengono. I bambini ci giocano e fanno
sì che i
giocattoli non abbiano oscurità nel cuore. Sid, il bambino
che si diverte a
torturarli, crea oscurità. Io faccio sì che
l’oscurità di ogni cuore porti al
moltiplicarsi di Heartless e Nescens, dalla loro oscurità,
negatività,
tristezza. L’oscurità va oltre i cuori,
più lontano. In questo mondo non ci
sono Heartless, i tanti giocattoli con cuori pieni di luce impediscono
la
diffusione di oscurità. Ma questi sono perfetti,
sconfiggendoli mi darete
ulteriore forza… A presto, ragazzino. E così
facendo allungò il braccio verso i
giocattoli rovinati, e li riempì di oscurità.
- No! - urlò Sora, evocando il Keyblade. Ma era troppo
tardi, Young Xehanort
sparì nell’oscurità, e così
il suo incantesimo di blocco.
- Che è successo? – chiese Woody.
Ma Sora non rispose, corse verso l’Heartless nato dalla
fusione dei giocattoli
rovinati. Aveva la testa di un orsetto, rosa e con occhi gialli. Il
corpo era
un insieme di gambe, braccia e altre parti di diversi giocattoli, ormai
di
colore blu scuro, con il simbolo degli Heartless al centro. Usava le
grosse
mani verdi per lanciare tante Bombe a Tempo e faceva grossi salti
cercando di
colpire Sora, Paperino e Pippo. Il suo punto debole era soprattutto la
testa,
che abbassava raramente, quindi Sora saltò spesso con
l’aiuto di Paperino e
fece molte magie. A metà battaglia le mani del gigante
s’ infuocarono, poco
dopo anche il corpo. Sora invocò il Genio che lo
aiutò a spegnerlo, poi gli
diede un colpo e questo si distrusse, divenne cenere. Woody e Buzz
scapparono.
Sora aprì con il Keyblade la serratura per arrivare al
prossimo mondo. Infine
lui, Paperino e Pippo tornarono sulla Gummiship.
Presto
arrivarono in un
mondo chiamato la Foresta dei Fuochi Fatui. Aveva l’aria di
essere una zona
scozzese.
I
tre esaminarono il
luogo per qualche secondo, poi videro qualcosa.
-
C’è un palazzo lì!
Vogliamo andare a vedere se c’è qualcuno in
pericolo? – chiese Sora.
Paperino
però era
distratto da qualcosa. – Un orso! –
urlò. – Sta attaccando quella ragazza! –
-
Che cosa? Oh, è vero!
Aiutiamola! – e corsero dall’altra parte, al di
là del fiume.
-
Ehi, tu! Lasciala
stare! – urlò Paperino, mentre Sora evocava il
Keyblade. L’orso
aveva alzato la zampa e stava per colpire la fanciulla con gli artigli,
ma si
fermò di scatto.
Era
una ragazza dal viso
dolce e tondo, e portata un vestito blu scuro, tipicamente medievale.
Ma quello
che la caratterizzava maggiormente era senza dubbio la chioma ribelle
di
capelli ricci, di un acceso rosso fuoco.
-
No! Non fatele del
male! Lei è… mia madre!
– L’orso si era messo in piedi su due
zampe, e sembrava comportarsi come un umano.
-
Che cosa? Come può
essere tua madre? È un orso! Ti stava attaccando! -
-
Sbaglio o i tuoi amici
sono una papera e un cane?
-
Be’ in effetti… -
ammise il moretto. – Ma loro sono animali personificati! -
-
Ehi! – si lamentò
Paperino.
-
Comunque, ovviamente
lei normalmente non è così. Una strega mi ha
ingannata… Io le ho solo chiesto
di fare cambiare idea su alcune cose a mia madre. Invece l’ha
fatta diventare
un orso. E adesso, be’, non so che le è successo.
Per un attimo si è comportata
come un orso... – spiegò la rossa, mentre
l’orso assunse un’aria colpevole.
-
Comunque io sono
Merida, e lei è mia madre Elinor. Piacere di conoscervi!
–disse tendendo la
mano.
-
Piacere nostro! Io
sono Sora, lui è Paperino e quest’altro
è Pippo! Possiamo aiutarvi? -
Ma
Merida non fece in
tempo a rispondere: comparvero almeno una dozzina di Nescens fluttui, i
più
semplici, simili a saette di colore blu intenso, con arti e antenne a
punta.
-
Eccone un altro! –
urlò Paperino in fine, indicando una fiamma azzurrina.
-
No! Aspetta! Quello
non è un mostro, è un fuoco fatuo. I fuochi fatui
ci indicano la strada per il
nostro destino. Sono loro che mi hanno portato dalla
strega. -
Ci indicheranno la strada. Venite? –
-
Va bene. – rispose
Sora.
Allora
i cinque si avviarono
seguendo la strada dei fuochi fatui, venendo più colte
attaccati da vari generi
di Nescens: Attaccabrighe, Boxer, Serbatoio
da Dieta,
Morsicarono fiammante, Corvo Lunato e Fungo
gommoso. Grazie
all’aiuto di Merida e di Elinor li sconfissero facilmente.
Alla fine
raggiunsero delle rovine in pietra, come di un palazzo. –
Chiunque abitasse qui
se n’è andato da molto tempo… -
commentò Sora.
Ma
poi le pietre sotto
Merida cedettero e lei cadde: - AAAHAHAHHAHA! –
urlò.
-
Oh no! – gridò Sora,
mentre Elinor fece un verso preoccupato. Poi si affacciarono al buco
che si era
formato e Sora chiese: - Stai bene? -
-
Sì, non preoccupatevi,
sto bene. – fu la risposta della ragazza. – Questa
è una… sala del trono. –
commentò la ragazza, dopo aver esaminato il luogo.
-
Pensi che appartenesse
al regno di quella della storia che mi raccontavi sempre? –
chiese poi, rivolta
alla madre. – Quella con i principi? –
-
Che storia? – chiese
Paperino.
Ma
Merida era distratta
da quattro figure di uomini scolpite nella pietra, i principi.
Somigliava a una
tavolozza di pietra, spezzata in due parti: in una ce n’erano
tre, nell’altra
solo uno.
-
Il più anziano,
squarciato. Come con l’arazzo… -
rifletté Merida.
-
Ma di che sta
parlando? – commentò nuovamente Paperino.
Ma
la fanciulla sembrava
aver fatto una scoperta sconvolgente, che la terrorizzò.
-
L’incantesimo… è già
successo una volta! La forza di dieci
uomini… Cambiò il suo destino!
-
La storia di mia
madre, capite? Quella di quattro fratelli di cui il primogenito, avido
di potere,
finisce per fare la guerra agli altri e per condurre in rovina il suo
regno…. E
divenne l’orso… Mor’du! Oh, no!
–
A
queste parole un orso
feroce comparve dietro Merida e l’attaccò. Lei lo
schivò.
-
Scappa! Arrampicati!
Ci pensiamo noi a lui! – urlò Pippo. La rossa, in
preda al panico si arrampicò
e afferrò la zampa della madre, mentre Sora, Paperino e
Pippo si buttarono per
affrontare il bestione.
Sora
non ne aveva paura,
prese il Keyblade e urlò – Stopga! –
facendo bloccare Mor’du. Poi creò un razzo
magico con l’aiuto di Peperino e insieme a Pippo gli si
lanciarono addosso.
L’orso riprese a muoversi e afferrò Paperino.
– Lasciami, brutto coso! – urlò
quest’ultimo. Sora fece un gran salto e afferrò
per le mani Paperino, poi usò
il suo Keyblade e lo scettro dell’amico per colpire
l’enorme bestia e lanciarla
contro il muro di pietra. In fine Pippo lo colpì forte con
lo scudo e questo
cadde a terra, non morto, ma sfinito.
Intanto
madre e figlia
erano scappate da quel luogo, e Sora, Paperino e Pippo si addentrarono
nella
foresta per raggiungere il castello.
-
Merida ha detto che è
già avvenuto... Deve aver strappato l’arazzo che
raffigura la sua famiglia.
Adesso stanno tornando per ripararlo, ne sono sicuro. Il padre
è un cacciatore
di orsi, me l’ha detto prima. Se tornano non ci
sarà possibilità per Elinor,
quindi meglio che li raggiungiamo il più presto
possibile… - disse Sora.
Altri
Nescens comparvero
presto, ma non avevano tempo per affrontarli tutti. Poi lo raggiunsero,
un
enorme castello scozzese dominava su tutto il resto. Stavano per
raggiungere
un’entrata oltre il piccolo ponte, ma qualcosa li
bloccò: una nuvoletta di fumo
nero comparve e ne uscì Saix (- O Isa?
- si chiese Sora), ma era
diverso. I capelli non erano più di quell’ azzurro
splendente che lo
caratterizzava, ma erano grigio-argento, come quelli di Xehanort,
inoltre era
più basso. Sora capì, Saix si stava trasformando
lentamente in Xehanort, la
versione giovane di Xehanort, precisamente.
-
Tu? E cosa ci fai qui?
Non capisco perché continuate a sparpagliare i vostri mostri
nei
mondi…
-
Insomma, cosa c’entra
con i vostri fini? – chiese Sora, non minimamente spaventato,
e neanche
confuso, avvicinandosi in modo spontaneo all’essere,
perché non era più neanche
una persona, quello che aveva davanti.
-
Il nostro fine è il
trionfo e la divulgazione dell’oscurità, non
è mai uno spreco di tempo fare
questo, Sora… - E poi dobbiamo indebolirvi il più
possibile… - spiegò l’altro.
La sua voce non era cambiata, notarono.
-
Com’è che non lo
chiamate più Roxas? – chiese Paperino.
-
Diciamo che non è
interamente corretto… Almeno per metà, non lo
è… -
-
Che cosa vorresti
dire? – Sora era nuovamente confuso.
-
Diciamo che il nome
più corretto da usare per te sarebbe
“Soxas”. –
-
Ci risiamo, e noi come
dovremmo chiamare te, Saixehanort?
-
Almeno il mio aspetto
non è stato mutilato… -
-
Questo non è vero.
Mentre per un anno hai dormito, l’aspetto di Ventus e Vanitas
ha condizionato
il tuo. Credevo fosse ovvio… evidentemente non sei
più sveglio di un anno fa… -
-
Certo,
certo… Possiamo sbrigarci ad affrontare
l’Heartless o il Nescens o
qualche altro mostro sotto il vostro controllo, salvare anche questo
mondo e
andarcene. –
-
Ti sbagli, – commentò
nuovamente Saix. – non c’è bisogno che
io convochi niente. Le persone colpite
dall’incantesimo di quella strega bastano e avanzano. Dopo il
secondo calar del
sole il loro cuore si riempie di oscurità…
-
Fra poco saranno due
gli orsi … In realtà sono persone, capite?
Possono cambiare aspetto, ma non il
loro cuore… In realtà si riempiono di
oscurità e sembrano effettivamente orsi
anche dentro… Orsi molto feroci. -
-
Sono stufo! – urlò
Sora. – Stufo di voi e dei vostri assurdi piani! Troveremo
Merida ed Elinor,
non ho tempo per ascoltare le tue chiacchiere! A presto! –
disse Sora chiamando
i compagni e correndo all’interno del castello.
Sentirono
una risatina
malvagia e intravidero Saix sparire dentro la nuvola di fumo nero.
Era
un luogo molto
affascinante, in pietra e con varie scalinate, ma Sora e gli altri non
ebbero
il tempo per ammirarlo, poi videro un orsa scappare fuori dal castello:
Elinor.
In
un primo tempo
provarono a chiamarla, ma non si accorse di loro. Poi corsero nella
direzione
dalla quale era arrivata: poco dopo incontrarono una donna, bassa e
abbastanza
in carne, con una cuffietta bianca sulla testa: la cuoca.
-
Dov’è Merida? – le
chiese Sora spaventando leggermente la donna. – Ti ho chiesto
dov’è! – Sora era
fuori di sé. La cuoca, tremolante, indicò una
porta sopra le scale. – Grazie! –
esclamò Pippo. La porta era chiusa a chiave, Sora si
ricordò di possedere
un’arma che apriva tutte le serrature, e così
riuscirono a entrare.
-
Sora, Paperino, Pippo!
Meno male che siete venuti. Dobbiamo salvare mia madre, okay? Ho appena
ricucito l’arazzo… “Lo strappo
dall’orgoglio causato riparare” …
Ovviamente si
riferiva a questo… - Merida parlava molto velocemente ed era
difficile
seguirla. Poi tre piccoli orsi entrarono. – Loro sono i miei
fratellini… -
spiegò la ragazza. – credo che siano
così perché anche loro hanno mangiato il
dolce…
-
Vi siete occupati di
lei? – chiese ai tre orsetti, che annuirono. –
Perfetto, andiamo! –
E
si precipitarono via-
presto furono fuori dal castello, Merida e gli orsetti salirono in
groppa al
cavallo della ragazza. Si addentrarono nella foresta bagnata dalla
pioggia,
seguirono i fuochi fatui, apparsi nuovamente, e in breve tempo
raggiunsero il
cerchio di pietra, dove alcuni uomini, tra i quali il più
grosso e con i
capelli rossi ribelli era di certo il padre di Merida, avevano puntate
le armi
contro Elinor. –No! Quella è mia madre, non ti
permetterò di farle del male! –
urlò la ragazza rivolta al padre. – Figliola, ma
sei impazzita? – chiese lui-
Lei
si procurò una
ferita cercando di fermarlo, ma presto un orso molto più
grosso e brutto di
Elinor si mostrò alla luce delle fiamme in mezzo al circolo
di pietra. –
Mor’du! Uccidetelo! – ordinò il padre.
Il
trio, aiutato dagli
uomini e da Merida iniziò ad attaccarlo. Inizialmente fu
facile metterlo al
tappeto, ma presto un’aura oscura si impadronì
della bestia feroce, rendendola
molto più pericolosa. Sora, Paperino e Pippo utilizzarono il
limite Trio, più
potente e più forte che mai, facendo perdere i sensi a
Mor’du. Si svegliò e
intrappolò Merida con gli enormi arti. Sembrava la fine, ma
improvvisamente
Elinor si liberò rompendo le corde che
l’intrappolavano, e più furiosa che mai
si lanciò sul rivale, allontanandolo dalla figlia. Ormai era
una battaglia tra
orsi. Elinor afferrò Mor’du e cominciò
a sbatterlo contro uno dei pietroni, ma
questo con una zampata l’allontanò. Intanto
però il pietrone si era diviso in
due, e prima che l’orso potesse raggiungere Elinor e Merida,
cadde,
schiacciando Mor’du, e annientandolo.
All’improvviso un leggero fumo blu
cominciò a svilupparsi dal pietrone, e assunse la forma di
un uomo possente,
con lunghi capelli scuri e barba. Li osservò un momento, e
improvvisamente si
trasformo in un fuoco fatuo e si allontanò. Intanto la notte
era passata, e
l’alba stava per arrivare. – Il secondo sorgere del
sole! – esclamò Pippo.
Merida afferrò l’arazzo che aveva portato dal
castello e la utilizzò per
avvolgere l’orsa Elinor. La luce illuminava leggermente il
luogo, e Elinor
sembrava essere diventata definitivamente un’orsa. Merida
iniziò a piangere,
l’orsa non aveva comunque aria feroce, poi
l’abbracciò e disse – Mamma,
è tutta
colpa mia. Mi dispiace, ti rivoglio come prima… -
Intanto
un’aria di
profonda tristezza si diffondeva in tutti i presenti. Ormai il luogo
era completamente
illuminato dal sole, mentre Merida piangeva sempre stretta alla madre,
avvolta
nell’arazzo. Poi successe qualcosa che sconvolse tutti, una
mano accarezzò
Merida: Elinor era tornata umana. Aveva lunghi capelli neri, sciolti,
ed era
coperta solamente dall’arazzo.
Sorrise
alla figlia, che
esclamò gioiosa: - Sei di nuovo tu! – e la
riempì di baci.
-
Sei cambiata! – disse
Merida.
-
Tesoro, lo siamo
entrambe! – rispose Elinor.
-
Elinor! – urlò felice
il marito, correndo ad abbracciare moglie e figlia.
-
Vi ringrazio
tantissimo! Ci siete stati di grande aiuto! – disse Elinor,
rivolta a Sora,
Paperino e Pippo.
-
Oh, niente di che!
Cose da tutti i giorni! – rispose Sora, felice.
-
Ora però dobbiamo
proprio partire… - disse Paperino, che
evidentemente riteneva che si
fossero fermati troppo al lungo.
-
Che
peccato… Be’, è
stato un piacere conoscervi! Spero che un giorno ci
rivedremo! – li salutò Merida.
-
Grazie per aver
aiutato mia figlia e mia moglie! –
D’un
tratto l’arazzo
s’illuminò e una serratura comparve nel cielo.
Sora la chiuse come era abituato
a fare. Poi partirono, salutando allegramente gli abitanti, e Sora si
chiese se
li avrebbe veramente mai rivisti.
Sora,
Paperino e
Pippo avevano sbloccato una nuova rotta, ed era la prima volta da molto
tempo,
considerato che gli altri mondi erano già stati visitati da
Yen sid e quindi
non avevano dovuto affrontare un viaggio molto pericoloso per
raggiungere i
vari mondi. Evidentemente c'era un posto preciso dove dovevano andare,
qualcuno
che aveva bisogno di aiuto. Nel viaggio per arrivare dovettero
affrontare
soprattutto Nessuno, ma furono ostacolati maggiormente da frammenti
incandescenti e dalla lava, la rotta si chiamava infatti "Pista di
fuoco".
Il
mondo era
Crepuscopoli.
-
Perché qui? - chiese
Paperino.
-
Non so... - rispose
Sora.
-
Be', dopo questo
viaggio... tanto vale scendere e controllare che sia tutto a posto... -
E
così fecero, la città
non era cambiata: si ritrovarono nella Piazza della Stazione, l'eterno
tramonto
illuminava la torre dell'orologio, che aveva sempre attratto
l'attenzione di
Sora. S'incamminarono verso il ritrovo di Hayner, Pence e Olette, ma
degli
Heartless li bloccarono a metà strada, erano degli Shadows,
tanti e in branco.
Sora evocò il Keyblade e iniziò a combattere, ma
gli Shadows continuavano ad
apparire.
-
Cosa succede? Non
finiscono mai... -
-
Andiamocene! - suggerì
Pippo, respingendo un Heartless con lo scudo.
-
Mai visto gli
Heartless così accaniti, soprattutto gli Shadows poi...
Comunque ho appena
ottenuto nuove abilità... Sembro un acrobata! - Sora faceva
salti enormi e
rapidi. In poco tempo raggiunsero il ritrovo, ma questo era vuoto. -
Oh...
peccato. - disse Sora deluso.
-
Hmmm... Ora che ci
penso in questo mondo c'è ancora la Crepuscopoli virtuale! E
il passaggio per
il Mondo Che Non Esiste! Non è lì che siamo
diretti? - chiese Pippo.
-
È vero, non è mai
stato disattivato, credo... -confermò il moretto.
-
Va bene, facciamo in
fretta allora! - esclamò Paperino.
-
In fretta! Legame
persistente! - disse Sora, e in un attimo Paperino e Pippo
furono assorbiti
dal ragazzo, che aveva appena usato una fusione speciale: non gli dava
nessun
potere in più, ma gli permetteva di assorbire i membri del
gruppo senza limiti
di tempo, per muoversi più rapidamente.
-
Va bene, ora... LA
VILLA! - disse Sora, e raggiunse rapidamente il Ring di Sabbia, dove
qualcuno
urlava. Erano Seifer, Hayner, Pence e Olette, circondati da almeno una
ventina
di Shadows. Seifer e Hayner cercavano di sconfiggerli con le armi da
Struggle,
lo sport più famoso della città. Sora smise di
saltellare sui tetti e annullò
la fusione.
-
Sora! Paperino! Pippo!
Grazie al cielo siete qui! - li chiamò Seifer, al quale si
unirono presto gli
altri.
-
Indietro! - urlò
Paperino. - Non so cosa vogliono queste infime ombre, ma mi sono
stufato!
ALL'ATTACCO! - urlò
Paperino. - Cosa gli prende? -
chiese
piano Sora a Pippo, che alzò le spalle. Dopo svariate
fusioni, magie e attacchi
speciali avevano sconfitto almeno un centinaio di Shadows, che
continuavano ad
apparire... Poi accadde qualcosa di strano, e la squadra si
fermò.
-
Che cosa stanno
facendo? -
I
mostriciattoli
cominciarono a salire uno sopra l'altro, nel tentativo di creare una
sorta di
grande Heartless... ormai facevano parte di un enorme vortice di
Shadows,
simile a uno sciame di mosche... Poi l'insieme di esserini si
alzò in volo e
cominciò a muoversi, Sora riattivò il legame
persistente per scappare insieme
agli altri, e raggiunse l'Area del Tram... Li aveva appena seminati che
si
fermò, poco prima della crepa che portava nel Bosco, sapeva
che era più forte
ora, in fondo erano solo Shadows, ce la poteva fare... Zampettavano
veloci come
leopardi verso di lui... Evocò di nuovo il Keyblade,
saltò su un palazzo e salì
in groppa agli Shadows...
Era
una sensazione
stranissima, ormai stava serfando su
di loro, erano sottomessi
a lui, poi saltò di nuovo, stavano per andargli addosso...
Poi li colpì, il suo
Keyblade più volte aveva fatto a pezzi palazzi enormi, come
poteva fallire? Era
uno di quei momenti in cui era il Keyblade a comandare lui.
Gli
Heartless si divisero e anche la fusione cessò. Paperino
iniziò a folgorare i
nemici e insieme usarono il limite esplosione, distruggendoli tutti. Ma
presto
riapparvero, e Sora intravide un Heartless dagli occhi rossi in mezzo a
tutti
gli altri, ma diversamente da quelli era fermo, muoveva gli artigli in
modo
strano, poi capì: quell'Heartless si nascondeva e
controllava tutti gli altri,
e quando venivano sconfitti ne evocava altri. Corse verso quello strano
Shadows
e lo eliminò, ma insieme a quello anche tutti gli altri
scomparvero.
-
Mai visto una cosa
simile con degli Shadows… - disse infine Pippo.
Poi
arrivarono anche
Hayner e gli altri.
-
Ehi! Grazie per averci
salvato! – disse Pence.
-
Già, meno male che ci
siete sempre voi ad aggiustare la situazione… - disse Olette.
-
Sono peggiorati, quei
mostri… vero? – osservò Hayner.
-
Non sopporto più
questi strani tipi… - brontolò Seifer.
-
Dove andate? Ancora
alla villa? Per caso all’altra Crepuscopoli? –
chiese Olette, interessata.
-
A proposito, alla fine
hai ritrovato Kairi e i tuoi amici? – chiese Hayner.
-
Oh sì, in effetti è
successo poco dopo che ci siamo incontrati l’ultima volta.
Poi abbiamo
sconfitto il capo dei Nessuno e siamo tornati a casa. Il problema
è che avendo
eliminato sia l’Heartless sia il Nessuno di Xehanort lui
è tornato e ha
riformato l’Organizzazione… Questa è
una storia davvero molto complicata, e
dobbiamo sbrigarci, sapete, non c’è molto tempo
ormai. Credo che sia giuunta
l'ora della fine, la fine reale... La verità, tanto vale che
lo sappiate, è che
ci sarà una guerra, una guerra che coinvolgerà
tutti i mondi. Se tutto andrà
bene, vinceremo noi. –
-
Una guerra? E io che
ero tutta preoccupata per gli esami… - disse Olette.
-
Immagino che noi non
possiamo fare niente per aiutarvi… - mormorò
Hayner deluso.
-
Be’, in realtà c’è
qualcosa che potreste fare per… - ma Paperino lo
bloccò, e sussurrò: - Non
vorresti farli combattere, vero? –
-
Be’, perché no? Yen
sid ha detto di chiamare quanta più gente possibile per
aiutarci! – rispose il
custode. Un bel sorriso si posò sulle facce dei ragazzi di
Crepuscopoli, che
parvero subito entusiasti.
-
Ma sulla Gummiship non
c’è spazio, e non possiamo neanche comunicare con
Yen sid… -
-
Be’, ma c’è sempre il
Treno Fantasma, no? Quello che collega questo mondo alla Torre
Misteriosa! –
-
Non credo che sia
ancora in funzione… L’avete visto ultimamente?
– chiese Pippo alla banda.
-
Andiamo alla Stazione
e vediamo se c’è qualcosa sull’orario
dei treni? – propose Pence.
-
Non credo che mostri
anche… Ehi! Forse potrebbe esserci una sorta di attivazione
in quella stanza
del computer nella Villa! Non c’è altra
spiegazione! – esclamò Olette, e Sora,
Paperino e Pippo alzarono il dito indice in segno di approvazione.
-
Ora abbiamo due cose
da fare all’interno di quella villa… Sbrighiamoci!
– blaterò Paperino, e così
fecero.
Raggiunto
il cancello,
notarono che era di nuovo sigillato: - Qualcuno l’ha chiuso
poco dopo che ve ne
siete andati… - Quando siamo tornati qualche giorno dopo
c’era questo
lucchetto… -
-
Questo non è affatto
un problema… - disse Sora, tendendo il braccio con il
Keyblade per rompere il
sigillo. Subito dopo entrarono, e raggiunsero la biblioteca della
vecchia
villa, quasi completamente occupata dal passaggio che portava alle
stanze di sotto,
dove si trovava il sistema di controllo della città
virtuale, precedentemente
abitata da un Roxas dotato di una nuova, finta personalità,
di nuovi amici e di
una nuova vita. Raggiunta la Stanza del Computer Pence, che era il
più esperto
con la tecnologia, cominciò a cercare qualcosa che avesse a
che fare con il
treno fantasma.
-
Trovato! C’è scritto
qualcosa! – E insieme cominciarono a leggere:
TRENO
FANTASMA.
Mezzo
di trasporto inter dimensionale, comunemente chiamato “Treno
Fantasma” per
l’assenza di conducente.
Piccolo
treno magico in grado di spostarsi nello spazio inter dimensionale, ma
solo in
determinate rotte precedentemente organizzate. Il treno può
anche cambiare
aspetto, a seconda di chi lo usa. Il mezzo arriva automaticamente
quando qualcuno
che ne conosce l’esistenza ne ha bisogno, ma non
sarà visibile con il suo reale
aspetto a chi non ne conosce l’esistenza.
Appunti:
Non rendere accessibile il mezzo nella città virtuale.
-
Be’, direi che
dovrebbe essere già qui! – esclamò Sora.
-
Perfetto! Andiamo,
allora! – disse Olette, entusiasta.
-
Aspetta, non possiamo
andare tutti, noi dobbiamo andare nel Mondo Che Non Esiste! –
esclamò Sora.
-
Perfetto, proprio
quello che volevo evitare. – blaterò Paperino.
-
Perfetto allora! Visto
che Hayner e gli altri non possono andare da soli li accompagnerete
voi. Io
invece andrò nel Mondo Che Non Esiste… -
annunciò Sora.
-
Separarci? Yuk! –
chiese Pippo. – Non so se è una buona
idea… -
-
Perché? Appena
arrivate mi raggiungete con la Gummiship, oppure restate da Yen sid,
tanto dopo
saremmo comunque tornati. Oppure preferite andare voi al Mondo Che Non
Esiste?
Per me è indifferente… -
-
No,
no Vai
tu, vai tu… Io e Pippo accompagneremo la banda di Hayner da
Yen sid… - si
affrettò a rispondere Paperino.
-
Ehi! Come sarebbe a
dire la “banda di Hayner”? –
brontolò Seifer.
-
Be’, io sono il
leader. – ribattè il biondino.
-
Ehi, non mi avevate
detto che c’era questa gerarchia quando ho accettato di
unirmi a voi! –
-
Non importa a nessuno
chi è il capo! – tagliò corto Paperino.
Sora
salutò gli altri e,
dopo aver digitato nel computer la password apposita, "Gelato
salmastro" (il prferito di Ansem il Saggio), toccò il
meccanismo per
entrare nella città virtuale. Sapeva che lì non
c’era niente da fare, perché il
tempo era stato fermato completamente, poi entrò nella
stanza accanto,
completamente vuota se non fosse stato per una nuvoletta nera-verde,
che
alleggiava all’angolo opposto della stanza: il portale.
Sora si avvicinò, e molto lentamente
attraversò il portale, aperto da
Axel molto tempo prima, ancora prima che Roxas si riunisse a Sora. Un
familiare
senso di freddezza lo attraversò, poi si trovò
nel corridoio costituito da
una sorta di vortice molto lento, di colore blu/rosso chiari,
con
svariati simboli dei Nessuno che alleggiavano all'interno dell'immenso
e calmo
vortice. Camminò per qualche metro, poi una serie di mostri
gli sbarrarono la
strada, ma non riconobbe che tipo di mostri. Erano delle dimensioni e
della
forma dei Nessuno Simili, i più semplici, però
neri come la pece e con immensi
occhi gialli sotto la cerniera che faceva loro da bocca, all'interno
del grande
cappuccio che faceva loro da testa. Il corpo estremamente elastico dei
Simili
era avvolto da un alone di oscurità, e sulle loro normali
appendici costituiti
da un puntale lungo e sottile c'erano i tipici artigli degli Shadows.
Sembravano Heartless, ma anche Nessuno, ed erano molto potenti.
Inizialmente
attaccarono sollevandosi in aria e tentando di colpire Sora con gli
arti simili
a fruste. Poi lo accerchiarono e cominciarono a usare delle magie, che
Sora
respinse con "Reflexega". Con vari attacchi speciali ne
sterminò
molti, anche se era difficile, cisto che i mostri avevano
l'abilità
particolarmente fastidiosa di aderire al terreno sottostante come vere
e
proprie ombre. Il ricordo di Axel che veniva in suo soccorso
balenò nella sua
mente, ma si rese conto che stavolta non sarebbe arrivato nessuno. Dopo
averne
sterminati più
di un centinaio raggiunse la fine del vortice e in fretta
attraversò
l'uscita....
La pioggia cadeva fitta in una città scura, dagli
enormi palazzi dalle
mura nere e insegne luminose, simile alla New York del 1933...
Il Mondo Che Non Esiste era esattamente come se lo ricordava:
evidentemente era
stato riformato completamente da Xehanort.
Il Castello Che Non Esiste era imponente sulla città,
bianco/grigio a
differenza di tutto il resto, e le enormi torri simili a tubi
sembravano quasi
sospese in aria per quanto piccola la parte inferiore della fortezza,
che si
reggeva sulla cima di un monte.
Combattendo ancora questi nuovi strani esseri, raggiunse in fretta
Il Grattacielo
Della Memoria, un grattacielo enorme con svariati schermi, da
cui il
castello era be visibile e molto vicino. Nella sua mente affiorarono
parecchi
ricordi: qui aveva sconfitto più volte Xemnas, Nessuno,
Heartless, Dream
Eaters... Qui aveva incontrato Roxas, e nella versione del Regno del
Sonno le
proiezioni di Naminé, Xion, Aqua, Ven e Terra...
Qui aveva incontrato già una volta la nuova Organizzazione,
e doveva farlo di
nuovo. Si chiese come arrivare nella Stanza Circolare, c'era stato solo
una
volta, e in quella situazione era privo dì sensi, quindi non
sapeva neanche
come fosse, ma sapeva che era la sala delle riunioni. L'ultima volta
l'Organizzazione era sparita da lì, pochi mesi prima. Ma poi
è tornata? Sora si
disse che avrebbe controllato in giro per il castello e se non avesse
trovato
nulla sarebbe tornato di filato da Yen Sid.
Ma come arrivare in quella stanza? Stava per evocare il
Keyblade per creare
un ponte che già una volta gli aveva permesso di entrare,
quando la sua vista
fu offuscata e la sua guancia sinistra sentì il freddo
suolo. Era caduto. Cadde
sulla cima di un monte azzutto, freddissimo, ghiacciato, e davanti a
lui c'era
uno splendido tramonto. Poi si rese conto di essere minuscolo, e di
essere
seduto su un enorme ghiacciolo al Sale Marino, sulla torre della
stazione di
Crepuscopoli. Scivolò e cadde sulla veste nera di un
ragazzo, Roxas, vicino a
Xion e Axel. Il biondino si mosse e Sora precipitò di
nuovo... La scena mutò
ancora: ora era disteso su una conchiglia, sempre molto piccolo, alle
Isole del
Destino, e Xion la stava raccogliendo. - La stava portando a Roxas -
pensò
subito Sora, anche se non sapeva perché. Di nuovo tutto si
oscurò. Ora era
davanti a una ragazza più o meno della sua altezza, simile a
Kairi, e dai
capelli neri come la pece avvolti in una coda piuttosto lunga: Xion.
Però era
diversa da come l'aveva vista in precedenza: proprio come Sora, Riku e
Kairi
era cresciuta. Non portava più gli abiti
dell'organizzazione, ma dei lunghi
pantaloni a zampa neri, un top giallo limone e un piccolo
gilè viola. Al collo
portava un ciondolo a forma di frutto paopu con la corona di Sora al
centro.
- Ehi, Sora! Posso guidarti io! Forza, stanca fatiche, seguimi! -
esclamò,
sorridendo. Solo a queste parole Sora si rese conto di essere disteso
sulla
spiaggia dell'Isola principale, vicino casa sua, le braccia dietro la
schiena.
Si alzò e percorse per qualche metro il sentiero che portava
al centro della
città. Era giorno e il sole era accecante. Poi tutto divenne
buio e Xion
scomparve dalla sua vista. Era di nuovo disteso a terra, stavolta con
la faccia
al pavimento, non più nero ma bianco/grigio. Si
trovava al centro della
sala dei troni nel Castello, all'interno del simbolo dei Nessuno, ma la
stanza
era vuota, al primo sentore. Il ragazzo si alzò, e
osservò la stanza. Quando si
girò vide Xion, seduta su uno dei troni più
bassi, intenta a mangiare un altro
ghiacciolo al sale marino.
- Tu qui? Perché? - chiese lui.
- Come? Per caso non sei felice di rivedermi, Sora? -
- No, non è questo. È grandioso... Ma tu eri
dentro di me, giusto? Tu sei parte
di me... Quindi perché sei qui? -
- Va bene, allora ti spiego. Ma prima prendi questo... - a queste
parole saltò
giù e tirò fuori un altro ghiacciolo da una borsa
marrone che aveva con sè.
Sora lo prese e iniziò a consumarlo.
- Partiamo dall'Organizzazione, visto che sei venuto qui per quella...
Prima
erano qui, ma hanno deciso di stabilirsi al Castello dell'Oblio per una
serie
di motivi. Dopo aver salvato quei mondi dal sonno nella tua ultima
avventura
loro se ne sono andati, ma sono tornati poco dopo, e hanno scoperto che
questo
mondo è stato invaso dai Dream Eaters, che sono diventato
tutti Spirits, quelli
buoni... Ma Xehanort non si è dato per vinto, ha mandato dei
nuovi mostri qui
per rimpadronirsi di questo mondo, ma finora non sta avendo molto
successo...
Comunque, stavo dicendo... Ah sì! Si sono stabiliti al
Castello dell'Oblio e...
-
- Di nuovo? - chiese Sora.
- Sì, e credo che stiano costruendo una sorta di arena al
Cimitero dei
Keyblade. -
- Ma come fai a sapere queste cose? - chiese il ragazzo.
- Ci sto arrivando. Quando Lea ti ha salvato a Xehanort mancava ancora
un'oscurità. Non potendo più usare te,
quando io sono tornata ha cercato
me... -
- Tornata, e quando? -
- Quando hai svegliato Ven! Non so come, ma Riku ora è in
grado di svegliare i
cuori, questo dovrebbe spiegare tutto. Roxas non c'è,
perché lui, a differenza
di me, aveva un cuore che era parte di te e Ven. Io invece ho
trasformato i
ricordi di noi tre, io, Roxas e Axel, in un cuore nuovo,
così ho
ottenuto un cuore tutto mio mentre Roxas si è
ripreso la parti di lui e te
che erano inizialmente in me... Però le ha potute
riprendere solo quando
è tornato dentro di te nella Crepuscopoli virtuale. Nei
giorni in cui ha
ottenuto la nuova personalità aveva solamente il cuore di
Ventus in sé, che
aveva da quando è nato. Il cuore di Ven si è
innamorato di Naminé, collegata a
te e a Kairi... Ecco perché Roxas e Naminé sono
destinati a stare insieme.
Perché ventus e Naminé sono destinati a stare
insieme. -
- Ma Naminé fa parte di Kairi! E Kairi è la mia
ragazza! Noi siamo innamorati!
-
- Non metto in dubbio questo! - disse ridendo Xion. - Ma il
collegamento tra
Naminé e Kairi è particolare...
Naminé non era un nessuno qualunque! Come
io ho ottenuto un cuore dall'amicizia tra me, Roxas e Axel, lei ha
ottenuto un
cuore tra il legame tra te, Kairi e Riku... Di conseguenza ha ottenuto
un cuore
tutto suo, distinto da quello di Kairi, ma molto legato al suo,
perché ha avuto
origine in quello quando fece tornare Sora un ragazzo anni
fa! Ma anche
il suo sta dormendo, e aspetta di essere svegliato. -
- Quello di Roxas è stato risvegliato? -
- Sì, ma solo la parte di lui che non eri tu,
cioè il cuore di Ven... Roxas sei
tu, ma è anche lui! Roxas non esiste più, esiste
solo sotto forma di Ventus! La
parte di Roxas che è in te in realtà sei tu,
unito e compatto, capisci? La
parte di te che era in Roxas non ha più l'aspetto di Ven
perché si è unito definitivamente
a te. Ora siete, anzi, sei di nuovo uno solo, ma ovviamente sei ancora
la
chiave. Sei ancora l'unico collegato a tutti. - terminò Xion.
- Quindi... gli unici che stanno ancora soffrendo sono
Naminé, Terra e Eraqus?
-
- Suppongo di sì... ma per ora l'unica che possiamo salvare
è Naminé. Comunque,
io mi sono ritrovata qui, ma ancora priva di sensi, quando Xemnas
arriva e mi
prende, poi però Topolino arriva e lo sconfigge. Lo
costringe d andarsene e mi
porta da Yen Sid. Allora mi viene spiegata tutta la storia... Inoltre
ho
scoperto di poter usare ancora un Kayblade, ma non una replica! - e
mostrò un
Keyblade molto simile alla Catena Regale, ma con il manico e
blu e l'elsa
gialla, più chiara rispetto a quella di Topolino: come
Keyolder (portachaivi)
aveva un simbolo di tre cuori unti all'interno di un finto ghiacciolo
al sale
marino. - Poi mi hanno detto di venirti a cercare, perché
non tornavi, come mia
prima missione. Ti ho trovato privo di sensi al Grattacielo e ti ho
portato
nell'unico posto non invaso da mostri, qui dentro. Inoltre devo anche
prendere
dei frutti di paopu alle Isole del Destino, non so perché,
me l'ha detto Ansem
il Saggio.-
- Dove sono gli altri? - chiese Sora.
- Riku e il re stanno cercando altri custodi e aiutanti in giro per i
mondi e
Aqua, Ven e Kairi, ormai tutti maestri, stanno mettendo in guardia le
vostre
famiglie... -
- Ah! Mamma e papà e gli altri delle Isole? -
- Sì, loro. Credo che andranno a Radiant Garden. Stanno
mettendo tutte le più
grandi protezioni su quel mondo in modo che non venga distrutto se,
be'... se
Xehanort vince. Non sappiamo bene cosa succederà, ma meglio
rimanere insieme...
Mi piacerebbe avere una famiglia... - disse Xion, con aria molto triste.
- Ma tu ce l'hai! Noi siamo la tua famiglia, Xion! I miei di sicuro ti
terranno
con noi! Hanno sempre voluto una femmina! Come sei venuta qui?- disse
Sora, e
Xion sorrise.
- Oh! Yen Sid mi ha fatto un'armatura e adesso anch'io posso viaggiare
solo con
il Keyblade!
- Perfetto! Ora meglio se andiamo... - disse il ragazzo,
alzandosi dal
trono dove si era seduto.
- Certo - confermò Xion, e i due partirono. L'armatura di
Xion era degli stessi
colori dei suoi vestiti, ed era molto simile a quella di Kairi e Aqua.
Il Keyblade
"Scherzo del Destino" si trasformò in una specie di
monopattino
volante, di acciaio e con ali d'argento al posto delle rotelle, degli
stessi
colori del Keyblade in forma normale. Presto arrivarono o nel mondo
natale del
ragazzo e atterrarono nell'isolotto dell'Isola più piccola,
dove raccolsero
tutti i paopu che poterono.
- Non potevano prenderli gli altri che sono venuti a prendere i miei
genitori?
- chiese Sora.
- Be', forse Ansem ci ha pensato dopo, e comunque non credo avrebbero
avuto
tempo. È una storia molto lunga! - rispose Xion.
- Puoi dirlo forte! - esclamò Sora ridendo. - Ehi,
perché tu non ti avvii? Io
voglio controllare un'ultima cosa... - disse il castano.
- Va bene, ci vediamo dopo. - rispose allegramente Xion, e subito
partì.
Sora voleva tornare un'ultima volta nel Rifugio segreto, il posticino
nascosto
che da sempre aveva un significato profondo per lui, Riku e
Kairi...
Ma la sua attenzione fu attratta da qualcos'altro... Un Keyblade
splendeva alla
luce del sole sulla spiaggia, poco prima della riva... Era simile al
suo, ma i
colori erano più sul grigio, in alcuni punti del amico
rosso/marrone... Lo
prese e lo esaminò con cura... Era il Keyblade che aveva
Aqua quando l'aveva
incontrata poco tempo prima, prima di riavere il suo, il Keyblade
del
Maestro Eraqus!
Che cosa ci faceva lì? Perché l'aveva trovato
lui? Non aveva tempo, questi
interrogativi erano troppo grandi. Doveva volare da Yen Sid e Ansem a
mostrarglielo.
-
Be', mi sembra ovvio
che questo è un segno - disse lo stregone Yen Sid, quando
Sora gli mostrò il
Keyblade di Eraqus trovato poco prima alle Isole del Destino. - Cosa
facciamo,
Ansem? - chiese, lasciando la scrivania sulla quale era seduto,
nello studio della
Torre Misteriosa. Sora spostò lo sguardo
all'imponente uomo dai
capelli niondi e lughi. - Temo che non ci sia più
tempo... Sora, hai
fatto molto e ti meriti il nostro ringraziamento, ma devo assegnarti
un'altra
missione - disse, poggiando la mano destra sulla spalla del ragazzo. -
Devi
tornare al Castello dell'Oblio, dove si trova
l'organizzazione... Ora che
sei un maestro hai il potere di trasformare nuovamente quella
terra. Devi
trovare una serratura e aprirla con il Keyblade del maestro Eraqus,
senza farti
vedere. Ritengo che la serratura si possa trovare dietro il trono sul
quale
dormiva Ven, ecco perché ho nascosto nuovamente quella
stanza prima che vi si
stabilisse l'organizzazione poco fa - - Va bene... ma,
perché? - chiese
sinceramente Sora. - Ritengo che sia opportuno proteggere quella terra,
ma è
particolarmente difficile nelle stato in cui è adesso. E
nelle mani in cui è
adesso. - - Va bene, ma non dovrebbe prima disattivare la
protezione...? -
domandò il custode. - Appena sarai arrivato, Sora, e mi
raccomando, fai
attenzione. - - Va bene, vado allora... - annunciò
allegramente Sora,
avvicinando la mano alla spalliera per attivare l'armatura, ma Ansem lo
fermò:
- Aspetta! - disse, - Prima devono venire gli altri, dovete
fare una
cosa. - - Che cos... - tentò di chiedere il ragazzo, prima
di essere interrotto
da Paperino, che irruppe nella stanza e annunciò: - Stanno
arrivando! - E in
effetti poco dopo entrò Aqua, seguita da Ven, Xion, Kairi e
Pippo. Sora e Kairi
si abbracciaro e lei gli sussurrò qualcosa piano. Solo al
loro arrivo lui notò
un frutto di Paopu, probabilmente uno di quelli che avevano raccolto
lui e
Xion,e si chiese dove fossero gli altri. Come se gli avesse letto la
mente, Yen
Sid disse: - Gli altri frutti li hanno presi i ragazzi di Crepuscopoli,
le
principesse e la banda di Leon. Alcuni li ho spediti a Riku, Topolino,
e Lea,
questo invece è per voi -. - Noi? Lo dobbiamo dividere? -
chiese Xion, la quale
evidentemente si era precedentemente presentata agli altri. - Esatto -
confermò
tranquillo Yen Sid. - Ma è solo uno, e noi... - disse Ventus
iniziando a
contare sulle dita i presenti - siamo in otto! - - Oh, noi non lo
prenderemo -
rispose indicando se stesso e ad Ansem. - Ma spediremo a Riku, Topolino
e Lea
due pezzi di questo, quindi dobbiamo divivderlo in nove. Comunque un
frutto di
questo tipo può bastare per creare un forte collegamento
anche fra tante
persone. Ho fatto un incantesimo tempo fa perché questi
frutti maturando
estendessero il loro potere in modo da legare i cuori di più
persone.
"Perché?", chiederete probabilmente voi... La risposta
è semplice: se
doveste trovarvi in una situazione letale nella guerra e non potrete
fare nulla
per salvarvi, vi basterà pensare con molta forza a qualcuno
con cui avete
condiviso il frutto e convocarlo in un istante. Inoltre questo dovrebbe
rafforzare il potere delle Luci e le probabilità di
prevalere nel Kingdom
Hearts... - Alcuni dei presenti, tra cui Aqua e Xion, sorrisero
speranzosi,
altri assunsero un aria leggermente dubbiosa, intanto Yen Sid con un
colpo di
bacchetta divise il frutto a forma di stella in otto pezzi e diede
quello
centrale a sora. - Che buono! - esclamò Xion felice. -
Finalmente riesco ad
assaggiarne uno... - disse allegra Aqua. - Non l'avevate mai provato? -
domandò
Kairi sorpresa, come se fosse una cosa molto strana - Be' no, sono
molto rari e
si trovano solo in alcuni mondi, come la vostra isola... -
spiegò Aqua. -
Ho sempre desiderato mangiarne uno! -. Poi la ragazza si
avvicinò alla
scrivania e disse: - Maestro Yen Sid, non credo che Sora
possa... - ma lo
stregone le fece segno di tacere con la mano e concluse: - ...
trasformare la
vostra casa? - L'incantesimo che permetteva solo ai discendenti degli
antichi
maestri di fare questo è svanito tempo fa. Per fortuna poco
tempo dopo la
sconfitta di Xemnas ne ho fatto un altro, in modo che potessero farlo i
miei
allievi, perché allora non sapevo dove fossi finita tu,
Aqua, che sei allieva
di Eraqus. - - Ah, va bene allora! -esclamò Aqua, con un
sorriso. - Comunque
credo che dovreste andare tutti lì, potrebbe essere
pericoloso... - Poco dopo
Sora e gli altri arrivarono al Castello dell'Oblio con la
Gummiship . -
Allora, la stanza sul retro... - disse Sora tra sè. Poi
apparvero gli esseri
che Sora aveva combattutto nel Mondo Che Non Esiste. - Fakeones! -
urlò Aqua,
il Keyblade stretto nel pugno. - Fakeones? - domandò Sora,
evocando a sua volta
il Keyblade insieme agli altri. - Ex Nessuno ricongiunti male ai propri
cuori... Xehanort ha cominciato a usarli perché sono
più forti di Heartless e
Nessuno separati... - Iniziarono a combatterli insieme e si sentirono
più
forti: con un limite ne sconfissero molti. - Andiamo! - urlò
Ven, e raggiunsero
la Stanza, che si aprì quando si avvicinarono, lasciandoli
entrare. Sora puntò
il Keyblade del maestro Eraqus sullo schienale del trono sul quale Ven
aveva
dormito per dodici anni, e un'abbagliante raggio di luce
uscì da questo. Una
serratura simile a quella che appariva per aprire i passaggi tra nuovi
mondi
scattò e la stanza fu completamente illuminata dalla luce
che questa emanava.
Quando i ragazzi aprirono gli occhi si trovarono in una vasta arena
dorata, di
forma rettangolare, molto semplice e priva si spalti. Al centro c'era
un
simbolo costituito da due strisce curve, una nera e una argentata, che
si
univano e si ristaccavano con due riccioli al centro formando un
inconfondibile
cuore simile al Kingdom Hearts che Sora aveva già visto
più di una volta. Il
cuore divideva l'arena in due parti, Sora e gli altri si trovavano
sulla parte
della linea argentata, illuminata dal sole, mentre l'altra
metà era oscurata
completamente e in modo innaturale da un mucchio di nuvoloni scuri.
Intorno
all'Arena Dorata, che sembrava levitare per magia, c'erano alte
montagne
coperte di neve. Due grandi orologi azzurini occupavano le facciate
più
piccole, con la lancetta più corta simile a una freccia di
colore rosso intenso
ferma sulle dodici, che come le altre ore era scritta in numeri romani.
I
custodi erano ognuno sopra un piccolo piedistallo dello stesso colore
brillante
della linea, Paperino e Pippo erano su quello di Sora, centrale e
leggermente
più grande. Quelli di Topolino, Lea e Riku non erano ancora
occupatii.
Dall'altra parte c'erano tredici troni neri, dall'alto schienale a
punta. Erano
occupati dallo stesso numero di misteriose figure, tutte incappuciate e
vestite
con il solito soprabito nero e della stessa statura tranne l'uomo al
centro: il
maestro Xehanort, un vecchio dalla carnagione scura, completamente
calvo ma
con un grosso pizzetto grigio sul mento, e ovviamente dagli
occhi gialli,
il viso magro e gli zigomi pronunciati. Portava un mantello nero e la
veste
bianca dai bototni neri stretti alla vita da due cinture nere, stivali
neri e
guanti bianchi. I custodi si guardarono intorno incuriositi e un po'
spaventati, poi il vecchio malvagio parlò: - Ne mancano tre,
ma possiamo
iniziare! - Come risposta al suo annuncio i sosia vestiti di nero si
alzarono e
invocarono i Keyblade tutti uguali, dall'elsa liscia, tutti di colore
grigio,
la lama di ogni arma lunga e dritta con alla base un orologio, che
sembrava
essere fatta di energia azzurra, inoltre l'orologio aveva nei lati due
ali da
pipistrello grigie verso l'alto, la parte superiore della lama invece
terminava
in un pezzo rigido grigio con un altro orologio ma molto più
grande che
rilasciava spine d'energia azzurre che formavano i "denti", tuttavia
in cima dell'orologio vi era una testa di capra demoniaca. Il Keyholder
era una
clessidra nera. La forza del giovane Xehanort era quella di controllare
il
tempo, - si ricordò spiacevolmente Sora - e ora tutte le
Oscurità erano uguali
a lui, tranne il maestro e capo. I sette guardiani sui piedistalli
divennero
brillanti e insieme a Paperino iniziarono a combattere le
Oscurità:
l'ultima Guerra dei Keyblade era cominciata.
Sora
combatteva al
massimo delle sue capacità, nella battaglia alla quale si
erano uniti ormai
anche i Fakeones, le nuove creature nate dal miscuglio di Nessuno e
Heartless,
ma nell'ordine sbagliato, e i Dream Eaters buoni, gli Spirits, che
doveva aver
mandato il maestro Yen Sid.
Il maestro Xehanort non combatteva, era ancora seduto sul trono
centrale,
protetto da una bolla indistruttibile e inattraversabile: comandava i
Fakeones
e ordinava varie cose agli Xehanorts incappucciati...
Facevano attenzione a restare nella parte illuminata,
perché ogni volta
che attraversavano la linea che divideva l'arena una maledizione gli
impediva
di utilizzare le armi, quindi attaccavano soprattutto a distanza. Dopo
una
decina di minuti Xehanort fece un incantesimo e le lancette
dell'orologio della
parte oscura iniziarono a girare velocemente, mentre quelle
dell'orologio dalla
parte delle Luci fecero lo stesso ma nel senso opposto:
contemporaneamente le
Oscurità iniziarono a muoversi e a colpire molto
più velocemente, mentre le
luci venivano rallentate progressivamente. Era praticamente impossibile
combattere così, e Sora pensò che l'unico modo
per bloccare l'incantesimo era
fermare gli orologi con la magia.
- Stopza! - urlò, a fatica, e a quanto
pare Aqua aveva avuto la stessa
idea: due incantesimi insieme erano più potenti di uno solo.
La velocità dei
movimenti tornò alla normalità, e in quel momento
apparvero Riku, Lea e
Topolino con il Frammento di Stella, il cui potere di teletrasporto a
volte si
attivava da solo e in modo imprevisto. Evidentemente li aveva portati
lì grazie
al potere del frutto di paopu.
- Riku! - urlò Sora.
- Non c'è tempo per parlare, amico, combatti! -
L'altro annuì, rafforzato dalla presenza dell'amico.
- Insieme! - urlò Topolino, e i sette guardiani avvicinarono
le armi: un raggio
di luce emerse dal punto di incontro dei Keyblade, e si divise in una
serie di
piccoli arcobaleni, che fecero perdere i sensi a molti degli Xehanorts,
e
alcuni Spirits simili a elefanti li attaccarono.
- Sì! Tredici contro nove, ed è solo questo che
riuscite a fare? - domandò Lea
a Xehanort, ridendo.
- Davvero, è questo il massimo che si può
ottenere con il potere
dell'oscurità? Gran bell'affare... - lo
schernì Kairi.
- Adesso basta! - ringhiò il vecchio maestro, - Vedremo come
riderete quando
saremo lì... Preparatevi,
schiavi della luce! - e a queste
esclamazioni finalmente si alzò dal trono e
allargò le braccia: la bolla
oscura che lo proteggeva scoppiò e con un alone di
oscurità l'arena fu avvolta
nel buio, impedendogli la vista di qualsiasi cosa...
Riaprì gli occhi: era disteso a terra... si alzò
dal terreno arido e
marroncino, e riconobbe quel posto: la landa desolata nella quale aveva
combattuto un'armatura, l'armatura di Terra, I
sentimenti di Terra...
Stavolta però non era affatto desolata: Kairi, Riku,
Topolino, Ventus, Aqua e
Lea erano vicini a lui, con le armi in mano, pronti alla prossima
fase...
E in lontananza, in parte nascoste dalla foschia, le
Oscurità. Poi si
voltò e il cuore gli si allargò: tantissime
persone erano venute, venute per
combattere al loro fianco... Sora riconobbe subito la banda di Radiant
Garden:
Leon e Cloud, con le lunghe armi strette nel pugno, insieme a un
ragazzo dai
capelli neri e sparati che non conosceva, Tifa, una ragazza dai lunghi
capelli
neri e dall'aria tosta, insieme a Yuffie, più graziosa ma
dall'aria molto
pericolosa. Dietro di loro riconobbe Hayner, Pence, Olette e Seifer.
Hayner e
Pence avevano portato due mazze da Struggle che evidentemente
Yen Sid aveva
incantato rendendole dorate, e con probabili ingoti poteri, mentre
Olette aveva
uno scettro magico simile a quello di Paperino e Seifer un'arma simile
a una
frusta e una falce insieme.
Poi c'erano tante delle persone che Sora e gli altri avevano
conosciuto nei
loro viaggi: Ercole su Pegaso, il cavallo alato, che li salutava
allegramente;
Aladdin e il Genio, anche loro agitavano la mano felici; Jack
Skeletron,
spaventoso ma amichevole come sempre; Mulan e Shang, con Mushu che
agitava i
pugni e sorrideva sulla sua spalla; il principe Adam, il principe
Azzurro e
altri due che Sora non conosceva ma che aveva intravisto al Castello
Disney; Peter Pan e Trilli, che svolazzavano sopra le teste
degli altri;
Jack Sparrow, stranamente solo; Stitch, su una navicella; Merida, con
il suo
arco; Simba e Nala, su una roccia più in alto. Infine
riconobbe Neku e Joshua,
due dei ragazzi che aveva incontrato nel Regno del Sonno: li saluto
allegramente con la mano prima di ricordarsi che in realtà
non l'avevano mai
conosciuto.
Più a sinistra c'erano gli esperti di magia: il mago
Merlino, le fate
Smemorina, Turchina, Flora, Fauna e Serenella. Paperino e Pippo avevano
usato
il Frammento di Stella per avvisare Yen Sid e Ansem, che apparvero
pochi
secondi dopo di loro, insieme a Minnie e alle Principesse Dal Cuore
Puro: lo
stregone, con l'aiuto di Merlino e delle fate, creò una
bolla protettiva
intorno alle fanciulle, simile a quella che Xehanort aveva distrutto
poco
prima, ma ovviamente di luce. La bolla, pensò Sora, sarebbe
resistita per via
del potere delle Principesse. Intanto Ansem il Saggio si rivolse a
Xehanort,
che era a pochi passi da loro, con le mano strette dietro la schiena
ingobbita:
- Sei così prevedibile, Xehanort... Il
Cimitero dei Keyblade...
Quale altro posto avresti potuto scegliere, se non questo? -
domandò Ansem più
a se stesso che a Xehanort.
- Certo, scommetto che è da un po' che vi state
organizzando, ma non
siete affatto gli unici, come puoi vedere. - e indicò la
folla dietro di lui,
grintosa e pronta ad attaccare.
Xehanort fece una risata roca e fredda. - Bene, bene... mi si scalda il
cuore a
questa vista. Vedo che avete a cuore l'avvenirsi dei miei piani. -
disse,
indicandola a sua volta con la mano.
Gli incappucciati rimasero fermi dietro di lui, qualcuno con le armi
tese, e
Sora notò che non avevano più il Keyblade del
giovane Xehanort. Anzi, alcuni di
loro erano leggermente diversi anche di statura: che l'incantesimo dei
sosia
stesse svanendo?
- La Guerra dei Keyblade non è un tuo piano. -
replicò Yen Sid. - È destinata a
compirsi da sempre, quello che tu vuoi è far prevalere
l'oscurità in questa. E
fidati, è impossibile, forse presto scoprirai senza aiuto
perché. -
Xehanort non parve minimamente preoccupato da quell'avviso, anzi, rise
ancora.
- Pensa quello che vuoi, stupido, ma non potrai mai capire: la tua
amata luce
ti impedisce di scorgere quello che si cela nell'oscurità...
- e a queste
parole il vecchio evocò il Keyblade, si voltò e
camminò oltre i dodici
Xehanorts: puntò l'arma verso un punto poco lontano
sul terreno, e una
serratura nera e blu, piccola, fu aperta. Poi la terra sotto
di loro
cominciò a tremare, per un attimo pensarono che avesse
provocato un terremoto,
ma poi lo videro: un edificio molto alto, era emerso dal sottosuolo.
Fatto di un
materiale strano, forse metallo di vari colori molto scuri, era
costituito da
un'unica torre, non aveva finestre, e vi erano incisi il segno degli
Heartless
a destra, quello dei Nessuno a sinistra e quello dei Fakeones sopra. Al
centro
c'era un cuore nero con scritto "XXIII" in rosso e sotto c'era un
porotne della forma di una serratura, diviso in due ante nere. A Sora
ricordò
un enorme mattone creato unendo dei pezzi di puzzle. Alcuni di loro,
tra cui
Topolino, Aqua e Ven, si guardavano intorno confusi come in cerca di
qualcosa
che solitamente era evidente...
- Oh! Quello! - urlò Topolino, indicando la
struttura. - I Keyblade...
tu...? -
- Sì, topo. Ho usato i Keyblade per creare un
nascondiglio... - dichiarò
Xehanort.
- Prevedibile... come sei prevedibile... - ripeté Ansem
scuotendo il capo. - E
dentro ci sono dei tuoi aiutanti, vero? O lo usi per comandare questi
scherzi
della natura... Fakeones, giusto? - domandò,
tranquillo.
- Entrambi - rispose il più vecchio. Con un gesto della mano
coperta il portone
si aprì e uscirono, con disgusto e stupore di molti, varie
figure: Ade, il dio
dei morti, del Monte Olimpo, Ursula, la strega del mare (che camminava
sui
tentacoli), il Baubau (un sacco pieno di insetti animato), Jafar, l'ex
Visir di
Agrabah (Sora si chiese se fosse ancora un genio) e Malefica, la strega
che con
molta fatica avevano sconfitto più volte e in varie forme.
Infine, col massimo
rancore dei Guardiani... Pietro. - Tu! Lo sapevo che non ti sei mai
pentito
veramente! E voi che non mi cred... eh? Com'è possibile? -
urlò Paperino, prima
arrabbiato e poi confuso, come tutti: Pietro era dietro vicino a Minnie
e alle
Principesse, ma era anche insieme a Malefica e agli altri cattivi
appena usciti
dal nascondiglio. Insieme a queste oscure figure uscì un
branco di Fakeones.
- Già... com'è possibile? Aspetta, forse... i
dati? - chiese Topolino. Ma Sora
vide Ansem sussurrare qualcosa ad Ansem.
- Confusi, vero? - ringhiò Xehanort. - Ma infondo anche
questo è merito vostro.
Non dovreste digitalizzare dei ricordi scritti su un diario e
costudirli
così incautamente... Sì, io li ho
presi, ho preso i dati del Grillario...
mi è bastato qualche trucchetto, e ho estratto i dati di
coloro che mi
sarebbero stati utili... Non potevo prendere il mio Heartless stesso
digitale,
perché quel Data-Sora mi ha fermato... Però come
fa anche nella realtà così
ingenuamente, quando ha capito di possedere un reale Keyblade, non
fatto di
dati come lui stesso era, ha aperto il portale tra quel mondo virtuale
e il
nostro reale... -
- Esatto, e non intendo stare fermo lì senza aiutare i miei
amici! - esclamò un
Sora quattordicenne, che nessuno aveva notato. Questa volta Sora,
quello vero,
non si stupì di vedere sè stesso più
giovane. Quello era Data-Sora, la sua
copia digitale del Grillario della sua prima avventura, che proprio
come aveva
appena spiegato Xehanort, possedeva un reale Keyblade, e che era
riuscito ad
aprire un portale per uscire dal Grillario. Ansem parve molto
compiaciuto da
quell'apparizione improvvisa, alcuni di loro erano ancora sotto
schok.
Poi il Sora reale vide Xion, Dilan, Aeleus, Even e Ienzo dietro la sua
versione
digitale.
- Li ho portati, maestri. - annunciò la ragazza ad Ansem e
Yen Sid. -
Bravissima. - disse quest'ultimo con un sorriso.
- Ah, poco importa. - ricominciò Xehanort. - Tanto la vera
battaglia è tra noi!
- urlò, e tutti sfoderarono nuovamente le armi.
Poi un'altra bolla protettiva cominciò a espandersi dal
punto su cui si trovava
Sora, e il ragazzo capì che proveniva dal ciondolo a forma
di corona che portava
al collo... La bolla si espanse intorno a loro, spinse via tutti
quanti, tranne
i sette guardiani, la sfera protettiva più piccola che
custodiva le Principesse
(per Minnie fu creata una bolla ancorapiù piccola che fu
spinta via insieme gli
altri), e le tredici oscurità.
La
battaglia era divisa in
due: quella principale, fra le sette Luci e le tredici
Oscurità, e quella oltre
i margini dell'enorme barriera, fra tutti gli altri.
Ercole
combatteva Ade; molte persone, tra cui
Paperino, Pippo e Xion, si fronteggiavano con Data-Malefica, e altre
ancora,
tra cui la banda di Radiant Garden e quella di Shibuya, combattevano il
Data-Baubau e la Data-Ursula, insieme a Jack Skeletron. Aladdin, il
Genio e
altri, come Jack Sparrow, affrontavano Data-Jafar, che si era
trasformato
in un Genio: Data-Sora aveva portato con sè la lampada dal
Grillario, e fu così
che lo catturarono. Pietro combatteva Data-Pietro, la sua
versione in
dati: Merlino fece apparire una di quelle porte che portavano al
passato, dalla
quale uscì il Pietro semplice e in bianco e nero di molto
tempo prima, che
corse in aiuto della sua versione futura per affrontare quella in
dati...
Intanto Data-Malefica si trasformò in Drago...
All'interno
della semisfera, comunque, le cose
non erano meno complicate. La bolla dorata delle Principesse,
intrapassabile,
dava energia ai custodi, tranne a Kairi, che si dava forza e si
proteggeva da
sola. La forza delle Principesse li faceva splendere...
Intanto
i cappucci di alcuni membri volarono
all'indietro, mostrandone i volti... Ventus cadde violentemente
all'indietro e
quasi batté su una roccia quando vide Vanitas, che non smise
di attaccarlo.
Aqua
corse a curarlo, prima di scagliarsi
su Xigbar/Braig... Kairi e Lea combattevano Saix/Isa e Xemnas, mentre
Riku affrontava
Ansem SOD e il giovane Xehanort. Un altro cappuccio cadde all'indietro
e Aqua
quasi urlò: un Terra dagli occhi gialli e vuoti e i capelli
argentei continuò
ad attaccarla... Ma lei sapeva cosa fare... - Stopza!
- urlò nuovamente, e Terra si
immobilizzò. Prese un pezzo di frutto di
paopu che si era conservata e glielo ficcò in bocca. Non
seppe cosa sarebbe se
sarebbe servito, ma valeva la pena provare. Intanto Topolino affrontava Riku-Replica,
una copia creata
per ingannare Sora al Castello dell'Oblio molto tempo prima e Vexen, una copia
di Vexen...La figura dai
capelli lunghi e chiari e il volto magro era identica a quella fuori
dalla
barriera, l'attuale e il reale Even, vestito di bianco, che
esclamò, indignato:
- Tu... rubare delle mie creazioni... e anche un mio clone... come hai
potuto?-
ma il maestro Xehanort si limitò a ridacchiare e
continuò a combattere Sora,
insieme a un uomo dai capelli cortissimi e biondi, con l'orecchino...
dopo
essere caduto gli urlò, nella speranza di distrarlo: -
Luxord! Tu? Non pensavo
che lui - e
indicò il maestro Xehanort - ti
ritenesse così
importante... -
Ma
in realtà sapeva perché l'aveva scelto: lui,
da Nessuno, come Xigbar e Saix, era stato uno dei membri che erano
sopravvissuti
più a lungo, prima di essere sconfitto dal trio.
Ma l'uomo continuò ad
attaccarlo con giochi d'azzardo magici, carte e dadi che si
ingrandivano,
attaccavano e assorbivano gli altri... Si rese conto che i cloni di
Vexen erano
due quando un altro cappuccio scivolò all'indietro, e
cominciò ad attaccare
quello... L'ultima figura ancora nascosta dal cappuccio era
molto alta e
robusta, ma utilizzava ancora il Keyblade del giovane Xehanort... Terra
era
caduto, privo di sensi, dopo avergli fatto ingurgitare il frutto,
l'amica aveva
creato una protezione attorno a lui, rendendolo invisibile. - Aqua... -
sussurrò.
Lei gli sorrise: aveva capito che ora Terra era in grado di riconoscere
i buoni
dai cattivi, in nemici dagli amici, ma che non era a cora perfettamente
completo. Mancava il pezzo nell'armatura, i suoi pensieri. Lei gli si
avvicinò,
e un lacrima le scivolò sulla guancia. - Aqua... -
ripeté - il maestro...
Eraqus... tutta colpa mia... Xehanort, oscurità... colpa
mia... - continuò
piano. - Terra... Non dire così, sai che non è
vero... - era sul punto di
scoppiare a piangere, ma il suo sguardo di conforto, quasi
completamente
asciutto, rimase fermo sull'amico, i cui occhi cominciarono a tornare
azzurri... - Il maestro... - continuò, sempre meno
lentamente Terra. - Sì, il
maestro cosa? Sai dov'è, Terra? - chiese Aqua, china su di
lui. Terra parlava
lentamente e facendo delle pause, come se stesse rivelando
qualcosa che
fino ad ora aveva nascosto.
-
Salva... lui... Io... sto bene... - le disse
alzando il braccio per indicare l'unica figura dal volto ancora
nascosto, che
ora combatteva con Sora. - Il resto... nell'armatura-
rivelò infine, poi
si alzò, riprese a combattere il nulla e fece l'occhiolino
ad Aqua,
ricoprendosi il volto col cappuccio.
-
Ho capito, Terra! - disse la ragazza, con un
forte slancio di orgoglio. - Non temere, vi salveremo, è una
promessa! - e
corse dal maestro Eraqus, che però stava cadendo
all'indietro dopo un colpo di
grazia di Sora, e finalmente il suo volto rovinato fu visibile, i
capelli
neri/grigi legati che toccavano il terreno sotto...
-
Sora, il suo Keyblade. Dammelo! - ordinò Aqua,
e il ragazzo evocò il Keyblade diventato temporaneamente suo
e obbedì senza
esitare.
-
Maestro! Maestro Eraqus! Sono io, Aqua! - urlò
lei avvicinandosi nuovamente al maestro e strattonandolo. Stavolta fu
Sora a
creare una protezione intorno a loro, per poi ricominciare a
combattere...
Gli
occhi del maestro Eraqus si aprirono e
luccicarono, una lacrima gli scivolò sul viso, mentre Aqua
metteva il Keyblade
nelle sue mani. - Maestro! - urlò Ventus, raggiungendoli,
preoccupato.
-
Ven... mi dispiace, questa è tutta colpa
mia... se io non avessi... tu... e Xehanort... - sussurrò
Eraqus, tremante.
-
Non ti devi scusare, devi andartene! - lo
ammonì l'allievo.
-
No... il Keyblade del Tempo, quello che ho
usato fino ad ora, dovete distruggerlo con il mio! - urlò
Eraqus.
-
Va bene, maestro! Ma tu devi scappare,
tieni... - e gli mise il Frammento di Stella in mano. - Me l'ha dato
Paperino, stringilo
e pensa al Castello Disney, li sapranno come curarti. -
-
Non posso, lui non deve sapere... - e fece
cenno al vecchio Xehanort, poi mollò il congegno e si
alzò. - Va bene. Allora,
come si distrugge un Keyblade? -
-
Questa è solo una copia, basta schiacciare il
Keyolder... - disse infine il maestro, evocandolo. Il Keyblade di
Eraqus nel
pugno di Ven si illuminò come in un'unione dimensionale e
lui colpì il
portachiavi appeso al manico dell'arma: questo esplose, Eraqus si
rimise in
piedi e continuò a combattere come se niente fosse, proprio
come Terra, utilizzando
il suo Keyblade.
Il
maestro Xehanort, intanto, affrontava
Topolino e Sora, e non si accorse della ricomparsa di quel Keyblade, ma
dopo un
colpo limite dei due cadde a terra, avvolto in un alone di
oscurità. Alzò il
capo e puntò il Keyblade verso l'alto.
-
Va bene, divertiamoci un po', allora! -
esclamò, ridendo, con un'espressione folle.
L'alone
di oscurità si espanse di nuovo,
avvolgendo ancora una volta nel buio tutto l'interno dell'enorme bolla
protettiva.
Questa
volta Sora si ritrovò in un ambiente non
meno conosciuto: I
Confini Del Mondo, un mondo che precedentemente era stato il
rifugio degli
Heartless e il modo per per spostarsi in alcuni mondi, precisamente in
un'area
spaziosa, chiusa completamente dalle pareti e dal soffito fatte di
roccia oscura,
un materiale semplice e simile a sabbia solidificata, caratterizzata
dai colori
blu scuro e viola. - Qui? Com'è possibile? -
chiese. C'era già stato
quasi tre anni prima alla fine della sua prima avventura, con Paperino
e Pippo,
e si chiedeva se fosse possibile che esistesse ancora. Quel mondo,
sapeva, era
stato creato dai resti dei mondi che tempo prima furono
distrutti, prima
di tornare alla luce con la sconfitta dell'Heartless di Xehanort, il
falso
Ansem, che come le altre forme del maestro Xehanort, ora faceva parte
delle
tredici Oscurità... Quindi, teoricamente, quel mondo sarebbe
dovuto sparire con
la sua temporanea sconfitta. Fu il Re Topolino a chiarire i suoi dubbi:
-
Questo mondo è una sua illusione!- spiegò, con il
Keyblade Catena Regale Dell'Oscurità
stretto e con sguardo in allerta, come gli altri custodi, aspettandosi
un
attacco da un momento all'altro. Ma prima che i ragazzi potessero
muoversi ci
fu un botto, e delle barriere invisibili divisero l'area in sette
settori più
piccoli... Poi davanti a lui apparve il maestro Xehanort, che aveva
alle sue
spalle, ovviamente a proteggerlo, un mostro nero e spaventoso simile a
un
demone. Era il Guardiano Oscuro, un mostro che, gli aveva spiegato Yen
Sid,
appariva quando si abbracciava completamente l'oscurità, e
che era l'ombra di
una luce ormai lontana, ma che un tempo doveva essere esistita. Sora
notò, con
enorme sollievo, che avevano ancora il potere delle Principesse, e
grazie a
questo riuscì a danneggiare anche Il Guardiano Oscuro,
normalmente
invulnerabile a qualsiasi tipo di attacco. Nonostante varie
maledizioni, come
l'abbassamento costante dell'energia di Sora, il ragazzo
riuscì a sconfiggere
il Guardiano Oscuro, che però, con suo orrore,
anziché sparire fu assorbito dal
padrone, che divenne molto più forte e agile. Sora
tentò un limite prima che
potesse attaccarlo con i suoi nuovi poteri. Dopo un iniziale
sbandamento,
però, Xehanort si riprese e lo spedì
contro il muro, facendolo sbattere e
cadere a terra. Sora provò un dolore terribile alla
caviglia, che gli provocò
un gemito, e non riuscì più ad alzarsi.
Tentò una fusione con gli altri
custodi, ma le barriere ne impedivano il funzionamento, poi
un'invocazione, ma
evidentemente la magia della bolla protettiva bloccava l'intervento di
aiutanti
dall'esterno. L'incantesimo di protezione che aveva imposto su di
sé stava
sparendo, non aveva possibilità. Poi si ricordò
del frutto di paopu: aveva
ancora una speranza. Si osservò intorno frettolosamente:
Aqua combatteva - per
finta, ovviamente - Eraqus e Terra. Era l'unica che non era realmente
impegnata
a sconfiggere le Oscurità. Pensò intensamente a
lei, ricordò la prima volta che
la incontrò, quando aveva quattro anni...
Lei,
con sua grande gioia, apparve e lo guardò,
con l'arma ancora tesa, inizialmente spaesata, poi urlò: -
Sora! Perché... La
tua caviglia... Curaga!-
ma la magia non serviva a molto quando si trattava di danni interni
come
questo, e quando l'incantesimo di protezione svanì
iniziò a combattere il
maestro Xehanort, che si riprese dal momentaneo stordimento causato da
una
magia di Sora.
La
ragazza schivò diversi attacchi di Xehanort,
danneggiandolo soprattutto a distanza.... Poi il vecchio
urlò: -
Sleepza! - e Aqua si
addormentò profondamente... Così il vecchio si
avvicinò lentamente al ragazzo,
con lo sguardo di trionfo, e alzò il Keyblade.... Il massimo
che Sora poté fare
fu alzare a sua volta il suo cercando di difendersi: aveva finito i Punti
Magia... Xehanort
lo stava per colpire, era la sua fine, lo sapeva, e poi...
Un
puntino luminoso volante significo il ritorno
della speranza: era piombato nell'area da un piccolo buco sulla parete,
e
proprio come una vera bolla la protezione intorno a loro
scoppiò, e l'area
illusoria di Xehanort svanì. Si trovavano di nuovo al
Cimitero dei Keyblade, e
le uniche protezioni ancora intatte erano quella delle Principesse
e della
Regina Minnie, mentre lui era ancora disteso a terra, la caviglia
dolorante, e
poi il puntino luminoso si scoprì essere Trilli, la fatina
di Peter Pan, che
gli svolazzò sopra facendo cadere una abbondante
quantità di polvere magica...
'Pensa a qualcosa di allegro, si disse... Poi alcune immagini scorsero
vivide
nella sua mente, come un film: lui e Riku giocavano agli spadaccini
sulla
spiaggia della loro isola a quattro anni... un Sora di cinque
anni
mostrava a Kairi il Rifugio Segreto suo e di Riku... Sora e Riku
guardavano le
stelle... una Kairi quattordicenne lo svegliava mentre dormiva sulla
riva della
spiaggia... lui, Kairi e Riku osservavano il tramonto accomodati su una
palma
dopo una faticosa giornata a costruire una zattera.. conosceva Paperino
e Pippo
alla Città di Mezzo... Kairi lo abbracciava facendolo
tornare umano alla
Fortezza Oscura... Riku aiutava lui, Paperino e Pippo a chiudere
un'enorme
porta bianca nel vuoto, dopo aver finalmente incontrato Topolino...
Sora si
risvegliava da un sonno lungo un anno dentro una capsula bianca e si
ritrovava
Paperino e Pippo davanti... la Fortezza Oscura
tornava a essere
Radiant Garden.... incontrava finalmente Kairi e Riku dopo parecchio
tempo...
la Porta della Luce si apriva a lui e Riku nel Regno
dell'Oscurità dopo aver
letto la lettera di Kairi... lui, i suoi amici e tutti quelli legati a
lui erano
finalmente e felicemente insieme, uniti per sconfiggere
l'oscurità...
Era
di nuovo in mezzo alla grande battaglia
nella landa, sospeso in aria, Trilli sopra di lui e Xehanort di fronte,
terribilmente infuriato. Poi di nuovo il grande alone di
oscurità avvolse
tutto, ma questa volta era diverso: il rumore della battaglia
cessò, lui sentì
di essere stato smaterializzato nel vuoto soffocante... Poi
aprì gli occhi e
respirò nuovamente l'aria dell'originale Mondo
Che Non Esiste.
Sora
comprese subito che
questa volta non era un'illusione, e che si trovavano vicino al
Grattacielo
Della Memoria. Il silenzio notturno invadeva l'aria e non pioveva, le
Tredici
Oscurità non c'erano ancora, la sfera magica delle
Principesse era dietro di
loro, a dargli forza, mentre le fanciulle si guardavano intorno
spaesate e
preoccupate. Ma i sette custodi erano preparati e con le armi tese:
Aqua
guardava vigilante un punto fisso davanti a loro, Topolino osservava
l'entrata
per il Castello Che Non Esiste, Lea e Riku si guardavano
intorno cercando
il punto in cui si sarebbero potute materializzare le
Oscurità, Ven osservava
curioso il posto nuovo e Kairi era l'unica ad avere lo sguardo puntato
in alto,
verso la cima dell'enorme grattacielo...
Poi
ci fu un botto e i sette caddero all'indietro,
le Principesse urlarono, ma i custodi si rimisero subito in piedi, per
osservare la scena. Le Oscurità erano in aria, a pochi
centimetri dal suolo,
con le braccia incrociate, ognuno con un enorme Guardiano Oscuro a
proteggerli, di nuovo tutti uguali e incappucciati tranne il
vecchio
maestro Xehanort. Allora
era così
che doveva andare: tredici Guardiani
Oscuri contro
sette Guardiani
della Luce. Sora
Guardò un attimo Aqua e Ven. Anche loro evidentemente
stavano sperando che
Terra e Eraqus fossero ancora coscienti.
Il
maestro Xehanort rise freddamente. - Non
siamo più nella bolla. Questo mondo non è
un'illusione. Siamo solo noi ora,
nessuno interferirà... - disse, sempre ridendo.
-
Sicuro? - rispose Riku, facendo finta di
pensare. - Dici che non è un'illusione? Ma non
l'avete creato voi? Anzi,
sbaglio o questo mondo non
è
mai esistito? -
-
Non ha importanza! - urlò il vecchio. - Per
ora non siamo più al Cimitero dei Keyblade, e nessuno
può aiutarvi! -
Poi
accaddero molte cose contemporaneamente: una
ventina di Fakeones comparve vicino alle Oscurità e un
maggiore numero di
Spirits vicino alle Luci, sotto la sfera delle Principesse. Le creature
iniziarono a scontrarsi: i Fakeones erano molto più forti ma
gli Spirits erano
nettamente superiori in quantità. Intanto ci fu un altro
piccolo scoppio e una
scia luminosa simile a un fuoco artificiale impazzito si
lanciò vicino a Sora
rivelando Paperino, Pippo e Xion, caduti a terra un po' intontiti.
-
Sono stufo di arrivare in questo mondo
sbattendo a terra! - brontolò lentamente Paperino.
-
Già... - confermò Pippo massaggiandosi la
testa.
Si
alzarono in piedi ed evocarono le armi.
-
Ma perché siete venuti? - chiese Riku, molto
più triste di Kairi e Topolino. - Xion... - si rivolse a lei
quasi piangendo. -
Siamo già in molti che rischiano di sparire senza che ci
siano ulteriori
vittime... -
La
ragazza si avvicinò a lui, gli prese le mani
e gliele avvicinò al petto. - Noi ci saremo sempre
- . Riku sorrise e
guardò di nuovo Xehanort, leggermente rabbuiato dalla
comparsa di tre nuovi
avversari.
-
Infatti! Ed è proprio questa la nostra forza!
- esclamò Topolino
-
Amici per sempre! - urlò Ven.
-
Capito, vecchio? - domandò Lea rivolto a
Xehanort, avvicinandosi ad Aqua e prendendole la mano.
-
Pensavo che ormai lo sapessi, Xehanort...
L'amicizia... Questo è il nostro potere!
- esclamò Sora.
Il
maestro Xehanort ringhiò. - I vostri legami
non contano nulla, sono così inutili, così
insignificanti... - rispose
Xehanort. - Attaccate! - ordinò infine, e i Guardiani Oscuri
iniziarono a
combattere Sora e gli altri. Intanto le Oscurità furono
avvolte da sfere
protettive simili a quella che prima aveva Xehanort, ma a differenza di
quella
delle Principesse erano divise l'una dalle altre. I punti deboli dei
demoni
oscuri erano gli occhi e il petto, mentre le enormi mani afferravano e
toglievano tantissima energia. Intanto i Fakeones si moltiplicavano e
dominavano sugli Spirits. Sora affrontava il Guardiano di Xehanort e
quelli
vicini, eternamente in aria. Tutte le magie che faceva si
trasformavano in
lampi o raggi di luce, estremamente potenti. Con un colpo di grazia di
Sora i
Guardiani si immobilizzarono momentaneamente...
Poi,
con enorme stupore di tutti e rancore di
Xehanort, due dei Guardiani Oscuri sparirono al primo colpo, e nello
stesso
istante le protezioni attorno a due degli incappucciati svanirono e
questi
caddero a terra. Il maestro Xehanort era confuso e infuriato,
esitò un istante,
poi urlò: - Su! Alzatevi e attaccate! -
Il
rumore della lotta cessò e si ritornò al
silenzio assoluto di prima. Anche i Fakeones e gli Spirits smisero di
scontrarsi, quando i due incappucciati si alzarono e cominciarono a
diventare più alti a cambiare aspetto. I cappucci
caddero all'indietro
rivelando due figure: un giovane alto dai capelli castani lunghi fino
alle
spalle e gli occhi azzurri, e un adulto dai capelli neri-grigi in parte
legati
e la faccia piena di cicatrici. Di nuovo il silenzio fu spezzato dai
versi di
stupore e gioia.
-
Ti avevo avvertito, Xehanort, - disse Terra,
avvicinandosi a Sora e agli altri, tranquillo. - di non toccare i miei
amici! -
esclamò infine.
- Mentre
usavi il mio corpo come un
burattino, poco fa, il mio cuore ha cercato la mia armatura, che
conteneva il
resto di me, i miei sentimenti persistenti, e me li sono ripresi
entrambi.
Attaccherò di certo qualcuno, ma quello sarai tu! - a queste
parole si tolse
violentemente la veste nera dell'Organizzazione XIII sotto alla quale
c'erano i
suoi consueti abiti e toccò la spalliera che portava sul
braccio: l'armatura
gli si materializzò addosso. - Terra! - urlò
Eraqus. Il Keyblade di Terra
s'illuminò, poi corse verso il Guardiano Oscuro di Xehanort
e lo colpì con la
lama lucente: questo si fece scudo con il braccio ma pochi secondi dopo
dovette
cedere e cadde all'indietro. - Bravo, Terra! - urlò Aqua.
-Non
importa! Ormai l'atto è compiuto! La
battaglia è finita! Il vero X-blade
sarà forgiato! -
Il
vecchio allargò le braccia e per l'ennesima
volta e la vista di Sora fu offuscata dall'oscurità...
Erano
di nuovo al Cimitero dei Keyblade, ed era
calata la notte. La battaglia era finita, i buoni avevano vinto contro
i
cattivi, ma gli Xehanorts erano ancora vivi e indistinguibili, a parte
Terra e
Eraqus. La bolla delle Principesse era stata infranta, e loro stavano
curando
alcuni feriti con il loro potere.
-
Terra! Maestro! Sono così contenta!
- accolse Aqua gioiosa. A lei si unirono presto Ventus e
Topolino.
-
Eraqus, mio vecchio amico, sono così felice di
vederti. Ho visto la tua stella ricominciare a splendere un po' di
tempo fa, e
questa cosa mi ha dato fiducia. Bentornato, maestro Terra -.
Il
ragazzo parve un po' sorpreso. - Maestro Yen
Sid, mi ha chiamato "maestro Terra"? Ma io non sono mai diventato un
maestro... -
-
Ti sbagli. - intervenne Eraqus. - È stato
Xehanort a nominarti maestro, tempo fa. Anche se ingannato, tu
accettasti di
diventare suo allievo, e lui ti nominò immediatamente
maestro - .
-
Ma io sono stato sopraffatto dall'oscurità,
non lo merito, ho messo in pericolo tutti voi - .
-
No, Terra, è stato Xehanort a mettere in
pericolo tutti noi, compreso te - lo corresse Ven.
-
Ventus ha ragione, Terra. - Confermò Eraqus, -
Alla fine hai vinto l'oscurità, sei un degno maestro. -
Terra sorrise, -
Comunque credo che sia arrivato il momento di finirla con questa
formalità di
chiamarci "maestri", considerato che lo siamo quasi tutti... -
-
Sì, lo credo anch'io - confermò Aqua. -
Comunque, lui è Terra, o non l'avevate capito? - chiese Aqua
sorridendo a tutti
gli altri.
Le
presentazioni continuarono, poi Terra disse:
- Sono fiero, di tutti voi. - ma si riferì soprattutto a
Riku e Sora, - Riku,
mi dispiace, - lo disse a testa bassa. - se io non... se io non ti
avessi
coinvolto non saresti stato in pericolo. Ti ho fatto cadere nella
trappola di
Xehanort nella quale ero già caduto io. Ma tu sei stato
più forte, molto più
forte di me. Ce l'hai fatta grazie ai tuoi amici. E... Sora, mi
dispiace di
averti sottovalutato, tu hai salvato il mondo, il Regno della Luce.
L'hai fatto
ormai tante volte, ovviamente non da solo. Tutti voi avete combattuto.
-
contemplò un attimo tutti loro, poi lo
sguardò tornò su Sora
e continuò: - Quando Riku scelse
l'oscurità il Keyblade passò a te, Sora,
perché io conoscevo il pericolo che si correva abbracciando
l'oscurità. Inoltre
tu custodivi il cuore di Ven, poi anche quello della tua amica... Hai
salvato
Riku, hai salvato Ven, hai salvato Kairi, hai salvato le Principesse.
Con i
tuoi amici hai salvato tantissime altre persone, compreso me. Sei stato
scelto
da qualcosa superiore al Keyblade, dalla più grande forza
che esiste, la forza
del Kingdom Hearts. -
Si
guardarono un attimo, poi Sora rivelò: - Ma
anch'io sono sprofondato nell'oscurità! Anch'io sono stato
salvato! Ci sarei io
ora sotto uno di quei cappucci se Lea non mi avesse... -
-
Lo so bene, ho seguito tutta la storia dal
punto di vista di Xehanort, e ti devo correggere: non sei sprofondato
nell'oscurità. Sei solo caduto in un sonno buio dal quale
non potevi scappare,
e che non potevi evitare. Non hai scelto l'oscurità. L'hai
combattuta, sempre e
comunque. Non è colpa tua se ti hanno incastrato mentre
facevi ciò che è
giusto. Questo è il modo migliore per prendersi i puri di
cuore. Comunque, Lea,
Ven e Riku, anche se non tutti consapevoli di collaborare, ti hanno
salvato.
Come il male che facciamo ci si ritorce contro, i gesti di
bontà alla fine ci
vengono ricambiati. Non accusarti, questo non è niente in
confronto a quello
che hai fatto. -
-
Ma neanche tu devi accusarti! Alla fine ce
l'hai fatta! - intervenne Lea.
-
Lea ha ragione, Terra, è stato Xehanort a
innescare l'oscurità in te, quando ha visto che eri l'adatto
contenitore per
lui. Sei stato la prima vittima, ma sei riuscito a vincerlo, alla fine.
Non ti
perderai più. - lo rincuorò Aqua mettendogli una
mano sulla spalla,
rincuorandolo.
-
Grazie, Aqua. Sora, sento di doverti dare
un'ultima spiegazione... Mi dispiace che la mia armatura ti abbia
attaccato.
Quella parte di me conosceva solo l'esistenza di altre quattro persone:
Aqua,
Ven, Xehanort e Vanitas. Sapevo che non potevi essere Aqua ed era poco
probabile che fossi Ven. Perciò saresti potuto essere solo
Xehanort o Vanitas.
Io ero cieco, ma emanavi un odore molto simile a quello di Vanitas.
Solo la
parte di me che era in Xehanort sapeva che eravate quasi identici
nell'aspetto... e quindi anche nell'odore... -
-
Non preoccuparti. È stato comunque molto utile
per il mio allenamento! -
Terra
sorrise.
Per
un po' stettero in silenzio, poi...
-
Ce l'abbiamo fatta! - urlò una voce squillante
molto allegramente, e Sora vide saltellare davanti a lui Cip
e Ciop. -
Appena ci siamo accorti che avevano estratto i dati dal Grillario
abbiamo
portato il macchinario qui... Abbiamo premuto un tasto e ha riassorbito
dentro
gli intrusi! - .
In
effetti Sora non poté non notare un
macchinario simile a un computer molto grande, giallo e dai pulsanti e
leve
molto colorati, con il simbolo del Castello Disney.
-
Un momento! - urlò lui preoccupato, - Se avete
assorbito anche Data-Sora, ora sarà in pericolo insieme a
tutti quegli spregevoli...
-
-
Oh no, non funziona così. Se il macchinario
funziona, intendo se non ci sono fastidiosissimi bug, l'avventura
è identica
alla tua e senza imperfezioni, e si ripete all'infinito. Data-Sora
probabilmente sarà alle Isole del Destino del
Grillario a costruire una
zattera... -
-
Oh, bene allora. Ehi, Xion! -
La
ragazza si era appena unita a loro,
tristissima, senza entusiasmo.
-
Ansem il Saggio è morto. - dichiarò infine,
con le lacrime agli occhi.
Il
cuore di Sora sprofondò. Le espressioni di
orrore che vedeva negli altri non sembravano nulla in confronto a come
si
sentiva lui. Il grande Ansem il Saggio, l'uomo che sapeva tutto, che
aveva
sempre agito in segreto, era morto, per davvero, non era né
un Heartlss né un
Nessuno. Il suo cuore non era più nell'enorme mondo in cui
vivevano, lo sapeva.
Era aldilà della loro conoscenza. Sapeva che se si moriva
nel mondo di
Hercules, il Monte Olimpo, si finiva nell'Oltretomba, ma Yen Sid gli
aveva
spiegato che non era una cosa permanente, solo una specie di giochetto,
non eri
morto per davvero. Quelli non erano veri dei. Invece si chiedeva se
Ansem
sapesse cosa c'era dopo...
Senza
che nessuno lo premeditasse stettero in
silenzio per qualche minuto, poi Xion continuò: -
Quando la protezione è
scoppiata, una roccia si è spaccata ed è finita
proprio su... - non finì la
frase e pianse più forte.
Riku
le si avvicinò e l'abbracciò, cercando di
consolarla. Poi Eraqus esclamò: - Adesso basta! Xehanort,
hai fatto abbastanza
danni, smettila di nasconderti e vieni a combattere! - buttò
via anche
lui il soprabito nero ed evocò il Keyblade.
Un
puntino bianco iniziò a espandersi poco
lontano da loro. Questa volta, purtroppo, non era un bagliore di luce,
ma
piuttosto una leggera scia di fumo. Questa si espanse lentamente in un
semicerchio e la terra sotto di loro cominciò a tremare.
Sora capì che si
trattava di un'esplosione particolare. Questa spinse via tutti e
sommerse il macchinario che analizzava il Grillario,
rompendolo.
Dall'esplosione saltò fuori un Keyblade Catena Regale, come
quello consueto di
Sora. Proveniva dal Grillario, era il reale Keyblade
che utilizzò Data-Sora dopo
che Malefica, la vera Malefica, distrusse quello fatto di dati.
Il
bianco distrusse tutto, e Sora vide la lama
splendente di un'enorme arma al centro di quell'immenso
vuoto. Era grande
più o meno come lui, se non di più, ed era
costituita da due Keyblade di
dimensioni normali, molto semplici, uno completamente bianco, l'altro
completamente nero, che costituivano una sorta di manico e s'
incrociavano
formando una "X", dalla quale nasceva la lama dorata, la parte
più
lunga, a punta.
Poi
tutto divenne nero e il ciondolo a forma di
corona che portava sul petto s' illuminò, come se fosse una
lampadina che
reagiva a qualcosa. E finalmente capì da che cosa era stato
scelto.
La
luce proveniente da
un'enorme luna a forma di cuore coprì quasi immediatamente
il buio, facendo
splendere nuovamente la lama dorata del X-Blade. Sora era sospeso in
aria.
Si voltò e osservò l'abbagliante Kingdom Hearts,
quasi identico a quello
artificiale creato da Xemnas tempo prima, ma più che bianco
era azzurrino. O
era sempre stato di questo colore? No, impossibile. Lui lo aveva visto
solo due
volte: in un'occasione si era presentato all'Heartless di Xehanort come
una
massa nera e indefinita a forma di cuore, con un enorme porta bianca.
Invece un
anno dopo l'aveva visto proprio come lo vedeva ora, ma candido come la
neve.
Eppure non gli sembrava la prima volta che lo vedeva così,
ed era stato proprio
al Cimitero dei Keyblade che lo aveva mostrato il maestro Xehanort...
Possibile
che quel posto fosse come il Castello dell'Oblio? Stava perdendo i suoi
ricordi
per ottenerne di falsi? Ma non erano falsi, no... Ormai sapeva la
storia di
Terra, Aqua e Ven... Quei ricordi appartenevano a loro tre... Poi si
accorse
che il bagliore proveniente dalla collana si era espanso, facendo
splendere
tutto il suo corpo, e che sotto di lui c'erano delle nuvole scure.
Queste si
aprirono formando un grande buco, e Sora riuscì a
intravedere la terra ormai
desolata del Cimitero dei Keyblade. Desolata... Dov'erano
tutti? Possibile che lui, Sora, li avesse...?
- Sì, li hai assorbiti - rivelò uno
Xehanort giovane, con la sua voce
profonda, senza pizzetto e dai capelli argentati, confermando i suoi
sospetti.
Erano accadute più cose insieme: la versione Giovane di
Xehanort, anche se più
possente e alta del solito, si era materializzata davanti a lui e
un'enorme
piattaforma tonda e alta come un Grattacielo era comparsa sotto di loro
e sotto
il X-Blade. Il trovarsi improvvisamente sulla superficie piatta e
disegnata di
quella piattaforma non turbò Sora. Era già
successo varie volte: tredici anni
prima lui e Vanitas avevano combattuto in un posto simile... No, era
Ven che
aveva combattuto Vanitas... Inoltre, in uno di quei luoghi, lui, Ven,
era stato
aiutato da quel bambino di nome Sora... Un momento, lui non era Ven,
era
Sora... In una di queste "stazioni" aveva combattuto l'Aculeo
Spinato... In quell'occasione però era Roxas.
Chissà che fine avrebbe fatto
il suo Nessuno che, gli aveva spiegato Xion, in realtà era
già tornato,
sottoforma di Ven e Sora.... Di persona c'era già stato due
o tre volte. Una
volta aveva combattuto la sua ombra, il Darkside,
e aveva scoperto
di poter controllare un'arma simile a una chiave chiamata
"Keyblade"... Lì aveva affrontato Roxas...
Sulla superfice della Stazione dei cuori,
circolare come sempre, vi
erano ora disegnate due persone: il Giovane Xehanort, il medesimo che
era
proprio davanti a lui, e lui stesso, Sora. Nell'enorme immagine
entrambi erano
distesi di profilo, uno di fronte all'altro, in modo obliquo e con un
ginocchio
piegato, in una posizione a "V", con gli occhi chiusi e senza
toccarsi, ma come separati dalla differenza di colori. Metà
della piattaforma,
quella occupata dall'immagine di Xehanort, era nera e dai contorni
argentati, e
intorno alla figura del giovane erano raffigurati dieci capi
incappucciati,
tutti uguali. Invece la parte di Sora, bianca e dai contorni dorati,
era
occupata dalle facce allegre dei sette Guardiani della Luce e delle
Principesse
Dal Cuore Puro, che sorridevano intorno alla figura addormentata di
Sora. I
capi di Eraqus e Terra erano in mezzo, uno sopra e uno sotto, tra le
due metà,
senza cappuccio ma con le faccie oscurate.
- Cosa... cosa vuoi dire? - domandò Sora nervoso. Xehanort
fece qualche passo,
ma si fermò quasi subito.
- Hai assorbito coloro che combattono per la luce, come io ho assorbito
coloro
che combattono per l'oscurità. Ecco cosa voglio dire,
stupido - rispose
Xehanort. Stranamente Sora si trovava nella parte delle
Oscuità, Mentre
Xehanort nella parte delle Luci. Il X-Blade era in mezzo, Il Kingdom
Hearts
splendeva ancora alto dietro Sora.
- Intendi tutti quelli che hanno combattuto? - chiese.
- Sì, tutti coloro che sono venuti per la Guerra dei
Keyblade, che ti hanno
appoggiato, che tu e i tuoi amici avete aiutato. L'hai detto tu: i tuoi
amici
sono il tuo potere. Confrontiamo il potere di Xehanort, padrone del
tempo e
dello spazio, dell'Oscurità e dell'esistenza, con quello di
Sora,
l'accidentale custode, e quello dei suoi amichetti! -
esclamò, ma stranamente
non evocò nessun'arma, esitò un attimo e poi
esclamò ferocemente:
- X-Blade, vieni dal tuo padrone! -
A queste parole l'enorme arma si avvicinò a Xehanort, che
l'afferrò e fece un
verso di esultazione. Sora evocò istintivamente la sua
armatura per
proteggersi, poi il Keyblade. Scoprì di averne undici,
più tantissime armi che,
sospese in aria, non riuscì a vedere. I Keyblade
appartenevano, capì subito, ai
Guardiani della Luce, a Xion, a Terra, a Eraqus e a Data-Sora.
Xehanort, che
evidentemente non se lo aspettava, s'infuriò maggiormente,
ma aveva il X-Blade,
l'arma invincibile... Iniziarono a scontrarsi. Le armi di Sora, a parte
il suo
Keyblade e quello della sua versione in dati, erano in aria e si
gettavano sul
nemico quasi di loro spontanea volontà. Con grande stupore e
contentezza di
Sora la battaglia non fu un'impresa impossibile da vincere, grazie
alla Fusione Suprema.
- Perché? Perché non riesco a comandarti come
dovrei? - urlò Xehanort al
X-Blade, disperato. I Keyblade di Sora lo colpirono e lo fecero cadere
all'indietro. Ora Sora lo sovrastava, e lo guardava con disgusto,
dall'alto in
basso.
- A quanto pare, Xehanort, hai sbagliato a sottovalutare la "forza dei
miei amichetti". Hai viaggiato nel tempo e nello spazio e ancora non
hai
capito niente. Questa è la vera forza del Kingdom Hearts.
L'amicizia e l'amore,
la mia forza, e solo chi è dalla parte della luce la
può capire. Per questo, te
l'ho già detto, Kingdom Hearts è luce. Per questo
voi pensate che io non valga
niente... -
- Perché è così! - urlò, -
La Profezia Della Strega... Parlava della forza
che voi non capite.
L'oscurità! Il X-Blade è venuto da
me, ha dimostrato che quella è la vera forza di cui
parlava la strega.
Tutti noi nasciamo nell'oscurità, ed è
lì che torniamo! È lì che finiranno
nuovamente tutti i mondi! Sarò io a decidere cosa
accadrà d'ora in avanti! -
urlò Xehanort, alzandosi a fatica. Stava par attaccarlo, ma
Sora, con un solo
Keyblade, colpì il X-Blade, che scivolò di mano a
Xehanort e fu spedito lontano
da lui, caduto nuovamente a terra.
- Perché vuoi questo? - chiese Sora, calmo. Xehanort rimase
in silenzio,
leggermente confuso. - Ah, certo. - continuò, - Non sopporti
più di vivere
nella luce, ti fa male, ti procura un dolore insopportabile. Fare del
male agli
altri fa star bene te. Ecco perché vuoi sommergere tutto
nell'oscurità -.
Xehanort tentò di nuovo di alzarsi, ma qualcosa nelle parole
di Sora bloccava
tutti i suoi poteri e i suoi moviumenti.
Le armi di Sora sparirono sotto suo ordine, poi , con enorme stupore di
Xehanort, tese la mano.
- Non dev'essere per forza così, non devi vivere
nell'oscurità. Noi possiamo
aiutarti. Basta che tu trovi del rimorso in te, e la luce ti
riaccoglierà. Puoi
rimediare a quello che hai fatto. -
Xehanort esitò un istante, poi urlò: - Mai! -
Sora fece un respiro profondo, poi riprese: - La vedi questa? - chiese,
e
indicò la collana a forma di corona che portava al petto. -
Questa è la prova.
Ciò che dimostra la forza che c'è nel mio cuore.
La forza che mi ha donato la
luce. È vero, io sono il prescelto, ma sono colui che
è stato prescelto da
qualcosa di più grande, più significativo, di una
semplice arma... -
Finalmente capiva, e sentiva di saperlo da un sacco di tempo.
Si alzò in
volo, senza armi, e incrociò le braccia. - La
trovaì molto tempo fa, sulla
spiaggia del mio... del nostro piccolo
e perfetto mondo,
Xehanort. Io sono il custode... il prescelto... il padrone del
Kingdom Hearts -.
Xehanort era disperato, la bocca sigillata, forse non poteva neanche
più
parlare, ma gli occhi mostravano chiaramente lo stato di rabbia e
disperazione
in cui si trovava.
- Il X-Blade non serve più, non funziona come dovrebbe, non
con te comunque.
Più semplicemente, Xehanort, io sono il
Kingdom Hearts.-
Un enorme scoppio fece voltare Sora e alzare il capo di Xehanort verso
l'enorme
luna a forma di cuore: era esploso in un enorme sole della stessa
forma, un
cuore. La luce dorata colpiva completamente Sora.
Insieme al Kingdom Hearts il X-Blade era svanito in mille pezzi. Anche
Xehanort
fece un urlo disperato, più forte che mai, prima di sparire
dall'esistenza
proprio come l'arma che per tempi immensi aveva bramato: in mille
pezzi. Questi
volarono nel vuoto. Sora li osservò un momento, non sapendo
cosa provare, poi
comparve una porta dorata. Era riccamente intagliata e alta come un
palazzo.
Dopo anni che utilizzava il Keyblade Sora sapeva esattamente cosa fare:
puntò
l'arma così simile a una chiave in alto, verso l'infinito,
dalla quale
fuoriuscì un raggio luminoso. Una musica dolcissima
esplorò il cuore di Sora e
lo spazio infinito, la porta si aprì accogliendolo. La luce
obbedì così
beatamente ai progetti che stava organizzando. Un unico mondo sarebbe
bastato a
tutti.
EPILOGO
Era
una calda, ventosa
notte estiva e Sora, Riku e Kairi stavano aspettando l'alba nella loro
isoletta, contemplando il cielo stellato. Riku era appoggiato alla loro
palma
preferita, incurvata, sulla quale era stesa Kairi. Sora era sotto di
loro,
sdraiato a terra, con le braccia incrociate dietro la testa.
-
Che ruolo hanno le stelle, Sora? - chiese d'un
tratto Riku, svegliando Kairi, che si stava addormentando.
Sora
esitò un momento. - Ho voluto un unico
mondo, come quello che c'era in origine, non ho scelto io. Le stelle
corrispondono ai nostri cuori, e la loro luce splende su di noi -
rispose dopo
un po', sinceramente. - In realtà - continuò, -
ho voluto che i luoghi più
importanti continuassero a esistere insieme alle persone che ci vivono
-.
-
Sì, secondo me hai fatto bene a
collocare Radiant Garden, Crepuscopoli e la Città di Mezzo
nella stessa isola.
- disse allegramente Kairi, alzandosi per osservare l'enorme arcipelago
che circondava
le Isole del Destino.
Sora
annuì.
-
E anche le case delle Principesse -. continuò
Riku, - I castelli e il resto, voglio dire. Sono tutti nella stessa
isola, mi
pare... -
-
Esatto, e anche la Città Disney- confermò
Sora.
Stettero
in silenzio per un po', stavolta
fu Sora che quasi si addormentò, quando...
-
Ehi, ecco! - urlò Riku, indicando il cielo dal
colore ormai rosato.
Qualche
secondo dopo una splendida luce iniziò a
salire dall'orizzonte, proprio in mezzo a due isole. L'annuncio di
Riku fece sobbalzare Sora, che alzò il capo e
sbadigliò, poi annunciò a
sua volta: - Bene, possiamo dormire -.
-
Sono d'accordo! - esclamò Kairi, e si rigirò
di lato. I due innamorati si addormentarono quasi subito, ma Riku si
alzò senza
fare rumore e raggiunse una piccola apertura tra i cespugli, vicino
alla
sorgente. Il ragazzo si rese conto che era molto più scomodo
entrarci ora, e
dovette stringersi per poter passare, ma in poco tempo
riuscì a raggiungere la
grotta, il loro Rifugio Segreto fin da quando erano piccoli.
Osservò i disegni
sulle pareti, fatti da loro molto tempo prima. Si sedette e alla fine
si
addormentò...
-
Sveglia! - esclamò la bellissima voce di Xion.
Riku aprì gli occhi e se la ritrovò davanti.
-
Che... che ci fai qui? - le chiese lui,
sbadigliando e alzandosi.
-
Ah, giusto. Io non potevo entrare qui, vero? -
-
No, non è questo. E comunque Sora ha fatto
venire Kairi, quindi... -
Entrambi
risero.
-
È che pensavo stessi dormendo... -
-
No, veramente pensavo di portare dei fiori ad
Ansem... L'hanno seppellito vicino alla Fortezza, ecco... Gli
altri ci
aspettano fuori. Tutti tranne Terra, Aqua e Lea. Ora stanno
sistemando la
casa di Terra... Allora, vuoi venire? -
-
Certo -.
I
due uscirono e incontrarono Sora, Kairi,
Topolino, Paperino, Pippo Ventus e Naminè. - Indovinate un
po'? - gracchiò
Paperino, ridendo. - Ven e Naminè si sono baciati! -
-
Ehi! - esclamò Ven, indignato.
-
Dov'è finita la privacy?- domandò
Naminè.
-
Paperino non ha idea di cosa significa quella
parola, Naminè. - disse Topolino, e tutti risero.
-
Ehi, ci siamo anche noi! - esclamò una nuova
voce. Aqua, Terra e Lea erano arrivati.
-
Vi siamo venuti a prendere! - annunciò Terra.
-
Un momento, quante barche ci sono ora? -
chiese Sora.
-
Credo che tutti ce n'abbiano almeno una... -
disse Lea.
-
Perfetto! Direi di andare - concluse Sora. -
Ma prima... abbraccio di gruppo! -
Poco
dopo presero le barche e iniziarono a
navigare sul mare splendente.
Non
sapevano se ci sarebbe stato nuovamente
bisogno di evocare le armi, ma almeno per ora, non avevano
alcun'intenzione di
farlo.