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Autore: Graecus    13/12/2013    1 recensioni
I tre giovani semidei, Kate, Paul e Nick, sono segnati da una profezia contorta che fà partire i mezzosangue per una pericolosa missione. Kate e Nick sono figli di Atena, che ha infranto il patto dando alla luce due semidei, per questo, i due dovranno intraprendere una dura missione per non far giustiziare Atena. Paul è figlio del Dio del Mare, Poseidone. A differenza degli altri, lui ha origini Romane che però rifiuta. Anche Poseidone ha infranto il patto dei tre pezzi grossi. Una profezia lega i loro destini, la storia ricomincia, una figlia di Atena e uno di Poseidone di nuovo insieme, un figlio di Ares da ritrovare e un figlio di Atena rinnegato da sua sorella.
Genere: Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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-No, non è possibile.- Era davvero impossibile, inimmaginabile, una follia!
-Kate, non essere egoista! E’ un tuo fratello e devi accoglierlo come tale.-
-Chirone, lui è figlio di Atena! Non può essere! E’ impossibile! Vuol dire che il patto è stato infranto per la seconda volta!-
-C’è anche un figlio di Poseidone con loro, questo rende la situazione ancora più grave! Ma non è momento di parlarne, voglio prima vedere i ragazzi.- Non potevo crederci, non poteva essere vero! In quello stesso istante entrò Grover con due ragazzini con lui; quello alla sua destra sembrava più grande, aveva i capelli arruffati, una maglietta degli AC/DC senza una manica, il viso sporco e le mani insanguinate. Il ragazzino alla sinistra aveva il viso più paffuto ed era sicuramente più piccolo, circa 12 anni. Anche lui non se la passava bene, aveva un graffio sul viso e i pantaloni strappati sulle ginocchia. Chirone imprecò in greco antico; -Santi numi Grover! Cosa è successo?- Il povero satiro aveva la faccia sconvolta, borse nere sotto gli occhi e il manto solitamente lucido e pulito era ricoperto di fango e ramoscelli qua e là. -Chirone, ho scortato i ragazzi al Campo, ma durante il tragitto…- La voce di Grover si spezzò. Aveva portato i due semidei al campo, ma c’era qualcosa che non tornava. Il volto di Chirone si incupì. -Dov’è il terzo?- Disse piano Chirone. Il quartier generale, solitamente luminoso, sembrò perdere luminosità ad ogni parola che Chirone pronunciava. Grover scoppiò, non ce la fece più, scoppiò in lacrime e senza prendere respiro raccontò tutto; -Eravamo vicini al campo, tutto andava bene, nessun mostro durante il tragitto, mi sembrava strano, ma credevo che fosse una benedizione o roba del genere! Avrei dovuto capire che non poteva andare tutto liscio! Le Gorgoni, Steno e Euriale, ci hanno attaccati. Non sapevo cosa fare, ho gettato Paul e Nick oltre l’albero di Thalia, ma Phil voleva uccidere quei mostri, i suoi occhi erano di un rosso fuoco, pieni di odio e di vendetta.- Era poco prevedibile chi fosse suo padre, avevo già un’idea. Chirone lo guardava con compassione adesso, gli faceva pietà, ogni volta che Grover recuperava dei semidei qualcosa andava storto. -Bene.- Il satiro smise di piangere ma aveva gli occhi rossi e il moccio che colava dal naso. -Sono un buono a nulla- Volevo abbracciarlo forte per dirgli tutto il contrario, ma Chirone era molto amareggiato da questo ulteriore fallimento. -Era stato riconosciuto il ragazzo?- Chiese Chirone. -Si, cioè, credo di si. Quando è andato contro le Gorgoni sopra la sua testa è comparsa una lancia insanguinata.- 

-Figlio di Ares. Il suo istinto alla guerra lo ha tratto in inganno.- 
-Le Gorgoni lo hanno preso e sono sparite con lui.-
Ora Chirone trottava nervosamente avanti e indietro per la sala grande grattandosi la leggera barbetta sul mento. -Va bene Grover, sarai stanco, và a riposarti, ne riparleremo meglio domani.- Due Linfe portarono il fauno fuori dal Quartier Generale ma Grover era troppo abbattuto per notare l’innata bellezza degli spiriti della terra. 
I due ragazzi rimasero in silenzio tutto il tempo, osservando Chirone. 
-Anche lei è un uomo-capra?- Chirone abbozzò un sorrisetto nervoso, non era più lo stesso centauro di una volta. Da quando Percy Jackson e i suoi compagni erano al Campo Giove, il Campo Mezzosangue sembrava più vuoto. -Kate, occupati dei ragazzi, mostra loro il campo.-
Annuii senza aggiungere altro. Poco prima di uscire si voltò e disse: -Ah, quasi dimenticavo, Paul…- Il ragazzino più grande si girò e lo guardò storto. -Potrai stare nella casa di Perc… Poseidone… Tu Nick… Beh, segui Kate.-
I ragazzi sembravano storditi, avevano bisogno di riposare, mangiare e avere delle spiegazioni. Il più piccolo, Nick, provò a fare un passo in avanti dicendo -Piacer…- Non fece in tempo a finire la frase perchè cadde esausto a terra. -Bene!- pensai. Iniziavamo proprio bene! Io e Paul ci precipitammo su di lui per portarlo nella mia ca… nella casa d’Atena. -Tranquilla, ho dell’ambrosia, si riprenderà subito..- 
-Non farne be…- 
-Si lo so, non può berne troppa altrimenti morirà e bla bla…-
Lo conoscevo da meno di due minuti e già mi era antipatico, aveva quel modo di fare ‘So già tutto, sta un po’ zitta!’. Una cosa molto ambigua però… Aveva dell’ambrosia con sè…
-Dove hai preso quell’ambrosia?- Gli domandai.
-Me l’ha data Giun… Era, prima di partire.-
Sbaglio o stava per dire Giunone? Accatastai subito quello strano presentimento che si creava dentro di me. 
-Era? Come mai?- Di solito gli dei non erano propenzi a fare doni del genere. Magari facevano qualche benedizione o altra roba, ma regalare ambrosia ad un semidio non era una normalità. Intanto Nick si stava riprendendo. 
Paul aveva la testa china su di lui, anzi, aveva sempre tenuto la testa bassa, da quando erano entrati con Grover. Alzò lo sguardo e feci quasi un salto indietro, aveva degli occhi bellissimi… Cioè, non erano bellissimi, erano blu, sembrava che il mare si fosse trasferito nei suoi occhi, sembravano penetrarmi l’anima. Ci fissammo per un millesimo di secondo, dovetti distogliere lo sguardo perchè mi sentivo le guance in fiamme; Che imbarazzo! Non mi piaceva per niente quel ragazzo, per niente! Mi alzai, e con la voce più ferma che riuscii a trovare gli dissi. -Bene, il tuo amico si è ripreso. Andiamo a visitare la vostra nuova casa.-

-Come ti chiami?- Chiese Nick, ormai ripresosi dalla stanchezza. 
-Mi chiamo Kate.- 
-Sei mia sorella?- A quest’ultima domanda non gli risposi, accennai solo un sorriso forzato e feci cenno con la testa di proseguire. Non sembrava molto sveglio per essere mio ‘fratello’.Uscimmo in silenzio dal Quartier Generale, e quando uscimmo una grande folla era intorno ad un ragazzo, una ragazza e… E UN CICLOPE! Erano tutti molto eccitati, le figlie di Afrodite gridavano il nome di Percy soffocando gridolini d’emozione e Annabeth non ne sembrava felice.
Li conoscevo, erano Percy, Annabeth ed un ciclope di cui non sapevo nulla; in quel momento, sapevo solo di aver visto per la prima volta colei che dovrei definire mia ‘sorella’. Guardava tra la folla in cerca di qualcuno, poi fissò i suoi occhi grigi, come i miei d’altronde, su di me. Sgranò gli occhi, non so se fosse stupita per la somiglianza con lei o perchè aveva intuito che fossi figlia d’Atena. Dovevamo assolutamente parlare. Troppo tardi mi accorsi che i ragazzi non erano più con me, mi salì il panico, poi mi voltai e vidi che si dirigevano verso la taverna di Allow, mi tranquillizzai e li raggiunsi, avevo l’impressione che si sarebbero fermati un po’ di tempo al Campo i tre eroi e che avrei avuto tutte le spiegazioni che cercavo.

  
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