Dentro la
stanza ci sono Jeanine e un gruppo di Eruditi, veniamo portati davanti
a loro
proprio al centro della stanza, intorno a noi regna un silenzio
innaturale.
È
Jeanine la
prima a interrompere il silenzio.
<<
Tobias o forse dovrei dire Quattro. >> mi saluta con un
cenno del capo
<< Beatrice.
>> fa lo stesso
rivolgendosi a Tris << Mi fa molto piacere la vostra
presenza qui.
>>.
Sbuffo
<< Davvero? >> << Peccato che
la cosa non sia reciproca.
>>.
Jeanine volta
il suo sguardo verso di me, mi fa un piccolo sorriso di scherno
<< L’
avevo intuito. >>.
<<
Che
cosa vuoi da noi ? >> domandò con il tono
più duro che riesco a fare.
Il sorriso
non abbandonò le labbra di Jeanine << Voglio
solo fare un piccolo
esperimento. >>.
<<
Esperimento ? >> domanda Tris gelida.
<<
Esatto. >> risponde Jeanine, poi ci mostra una piccola
scatola nera che
tiene tra le mani.
<<
Qui
c’è il mio nuovo siero di simulazione.
L’ ho appena inventato. >> dalla
scatola tira fuori una siringa contenente del liquido grigio-bianco.
<<
E
che cosa vorresti farci ? >> le domando, anche se so
già cosa sta per
rispondere.
<<
Oh. È
molto semplice, voglio provarlo su voi due. >> risponde
Jeanine.
Serro la
mascella chiudendo le mani in due pugni, sento il cuore che ha preso a
battere
forte .
<<
Non
puoi farlo! >> grida Tris << Siamo dei
Divergenti e con noi il tuo
stupido serio non funziona. >>.
Se Jeanine
era rimasta offesa dall’ insulto appena ricevuto da Tris,
allora non lo dava
vedere.
Il suo
sguardo non tradiva emozioni, era una maschera impassibile
<< è qui che
ti sbagli Beatrice. Questo nuovo siero è diverso da tutti
gli altri che ho
creato, è ancora più potente, ne bastano anche
poche gocce ed è in grado di
controllare chiunque, Divergenti compresi. >>.
Ricordo
ancora quando Jeanine mi aveva iniettato, il suo siero di simulazione
durante l’
attacco agli Abneganti. Non capivo niente, mi sentivo confuso era come
se fossi
spaesato, sapevo solo che dovevo eseguire gli ordini che mi venivano
chiesti e nient’
altro. Non avevo emozioni. Non avevo pietà. Non avevo niente.
<<
Tobias >> sento Jeanine che mi chiama e mi costringo a
guardarla dritto
negli occhi per quanto mi disgusta farlo << Sarai tu il
primo sul quale sarà
testato il mio nuovo siero. >>.
Mi
irrigidisco e sento il mio corpo tremare dalla rabbia e dall’
odio << No!
>> rispondo << Preferisco morire, piuttosto
che farmi iniettare un'altra
delle tue diavolerie in corpo. >>
<<
Non
essere stupido Tobias. Sarebbe uno spreco e poi non penso che tu abbia
molta
altra scelta. >> risponde annoiata Jeanine.
<<
E
invece si. Uccidimi avanti. Qui. Davanti a tutti. Non ho paura.
>>
rispondo solennemente.
Jeanine
scuote delicatamente la testa << Lo so che non hai paura,
sei pur sempre
un Intrepido. >> sorride << È
per questo che non ti ucciderò.
>> fa un piccolo cenno con il capo a qualcuno che si
trova dietro di me.
Mi volto e il
panico mi sovrasta.
Una delle
guardie Intrepide che tiene Tris ha preso una pistola e ora la sta
puntando
alla sua testa, cerco di divincolarmi per riuscire a sfuggire alla
presa ferrea
dei due Intrepidi che mi tengono fermo, ma è tutto inutile.
<<
No.
No. No!! >> inizio a gridare.
<<
Allora Tobias cosa scegli : vuoi farti iniettare il serio
così Beatrice si
salva o preferisci rifiutare e lasciare che le sparino? La scelta
è tua
>> mi sfidò Jeanine sentivo che nel suo tono
c’ era una punta di
divertimento, la cosa mi fece ancora più infuriare.
<<
Va
bene. Va bene. Accetto >> mi arrendo alla fine.
<<
Bravo! Ottima scelta, sapevo che il tuo spirito Abnegante avrebbe preso
il
sopravvento >> risponde compiaciuta Jeanine.
<<
Tobias, no! Non farlo. >> grida Tris.
Mi volto
verso di lei il suo volto è una maschera di terrore,
preoccupazione e
tristezza, i suoi occhi sono umidi di lacrime. Cerco di allungare la
mia mano
verso di lei, per poter afferrare la sua e stringerla forte alla mia
per un’ultima
volta. Tris capisce le mie intenzioni e compie lo stesso gesto, ma gli
Intrepidi
traditori gli allontanano l’ uno dall’ altra
strattonandoci e trascinandoci
via, cosi perfino quel contatto ci viene negato.
Vengo portato
vicino a Jeanine che tiene nella sua mano la siringa con dentro il
siero
<< Bene. Ora vedremo se il mio nuovo serio funziona anche
sui Divergenti,
ma prima…. >> non finisce la frase che subito
si volta verso le altre
guardie e Tris << Uccidetela. >>.
<<
Cosa
!? Che significa? >> gridò <<
No. Ferma. Avevi detto che l' avresti
risparmiata, se io avessi accettato di farmi iniettare il siero.
>>
Jeanine si volta
verso di me sorridendomi << Le cose cambiano mio caro
Tobias e poi…. Un
Divergente morto o sotto simulazione che differenza fa?
>>.
Faccio
per avventarmi su di lei ma uno degli
Intrepidi mi dà un pugno dritto sullo stomaco facendomi
cadere in ginocchio. Boccheggio
e tossisco mentre mi rimettono in piedi, cercò
disperatamente aria.
<<
Tobias >> sento la voce calda e familiare di Tris che mi
chiama.
Mi volto
verso di lei si trova a terra in ginocchio, una guardia la tiene per le
mani e
per la spalla, l’ altra le punta la pistola alla nuca. Nei
suoi occhi non c’ è
paura. Mi guarda per qualche secondo poi mi sorride << Ti
amo. >>
dice infine.
La guardia
spara. Il colpo parte. Tris si accascia a terra il suo sangue schizza
sul
pavimento bianco candido come se fosse vernice rossa. Sento il mio
cuore
smettere di battere, i miei polmoni smettere di prendere aria. Guardo
un ultima
volta i suoi bei occhi azzuri-grigi che ora sono vitrei e spenti,
incapaci di
vedere più qualcosa, ora non sono più luccicanti
di curiosità come prima, non
rivedrò più quel bagliore che vedevo ogni volta
che affrontava una paura.
Una volta le
dissi : "La
paura non ti paralizza, ti accende".
Era vero. Guardarla è come
svegliarsi.
Mi sveglio di
soprassalto mandido di sudore e con il cuore a mille. Mi guardo attorno
e
scopro di essere in una stanza seduto su un letto.
<<
Tobias? >> mi chiama qualcuno
Mi
voltò,
stesa sul letto vicino a me c’è Tris ma non
è ferita sta bene ed è viva.
<<
Tobias. Che succede? Stai bene? >> mi domanda Tris con
voce assonnata ma preoccupata.
<<
Si.
Sto bene Tris, non preoccuparti era solo…… solo
un incubo >> le rispondo
rassicurandola.
Mi stendo
vicino a lei poi la prendo tra le mie braccia stringendola forte a me
quasi a soffocarla.
Era solo un incubo. Tris è qui con me. È viva e
sta bene. E per me altro non
conta.