Fanfic su attori > Josh Hutcherson
Ricorda la storia  |       
Autore: Alaska1914    13/12/2013    2 recensioni
Ogni tanto non solo le cose brutte tornano per restare. Certe volte tornano e restano anche le persone.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non ti devi preoccupare di niente.
Io sarò qui quando tornerai.
Io ti aspetto,
però tu torna.
Gli disse.

E una notte apparentemente qualsiasi, di quasi due anni dopo, lui tornò.
Il suo ritorno fece così rumore che la svegliò, facendola correre ad aspettarlo davanti alla porta con le lacrime agli occhi e tanto sollievo nel cuore.
Lo vide scendere dalla sua moto, togliersi il casco e avvicinarsi. Era a pochi metri da lei, ma in quel momento le sembrarono oceani.
Allora gli corse in contro, così: in mezzo alla strada.
Lui lasciò cadere il casco per terra e l'accolse fra le sue braccia.
La sollevò da terra, continuando a stringerla a sé, con l'idea di non lasciarla mai più.
«Sei tornato.» Sussurrò lei. Con un tono di rassicurazione, che faceva pensare che stesse parlando più con se stessa che con lui.
«Sempre.» Le rispose lui, per poi aggiungere un semplice: «Sempre e per sempre.»
Lì, nel bel mezzo della notte e della strada, lui le fece la più grande promessa della vita:
Le promise che non l'avrebbe lasciata mai più.

Il resto della notte lo passarono più o meno nello stesso modo: Uno accanto all'altro, sdraiati su un fianco, ognuno con la propria stanchezza addosso, con i propri pensieri e rimpianti.
Lui aveva ritrovato il suo posto e lei aveva ricominciato a rifugiarsi nei suoi occhi, che le sembravano fin troppo cresciuti.
Quanta strada avevano fatto quei due occhi, quante cose avevano visto!
Senza di lei, certo, senza di lei.
Jamie stava lì paziente, mentre Josh le raccontava le storie che aveva vissuto e i posti che aveva visto, spostandogli di tanto in tanto quelle ciocche che gli cadevano su quel suo viso entusiasta per le avventure di cui aveva preso parte.
Si addormentò ascoltando quelle storie, parola per parola, fin quando la stanchezza non vinse.
Josh allora smise di parlare e sorrise, l'abbracciò e, prima di addormentarsi, contemplò per un po' il suo profumo che era simile a tutti i mari più belli e puri del mondo.
E quel suo viso.. ah, quel viso! Lo aveva sognato quasi tutte le notti, negli ultimi due anni.
Adesso era cresciuto, aveva mantenuto i tratti decisi e delicati al tempo stesso.
Era cresciuta, certo, ma la sua bellezza indicibile era rimasta la stessa.

Quella mattina quel che svegliò Jamie non furono una sveglia che non ne voleva sapere di smettere di suonare o una chiamata, un incubo o un rumore troppo forte.
Quel che sveglio quella mattina Jamie fu solo il calore delle braccia di Josh che la stringevano. E il suo leggero russare anche, certo, ma non importava. Non le era mai importato, in realtà. Anzi, certe notti era lieta di sentire quel leggero rumore, significava che lui era lì davvero. Come quella mattina, del resto. Cercò di scivolare via per andare a farsi una doccia ma Josh la strinse più forte.
«Non mi ricordavo che fossi così mattiniera.» rise Josh, ancora ad occhi chiusi.
«Hai una concezione del tempo tutta tua dato che è quasi mezzogiorno.» sorrise Jemie liberandosi dalla stretta.
Legò i capelli e si infilò sotto il getto d'acqua calda della doccia. Neanche per un momento, un solo attimo, smise di sorridere. Uscendo dal bagno non si meravigliò vedendo Josh ancora a letto. Prese a fissarla e senza nemmeno accorgersene sorrise.
«Cosa?» chiese Jamie, ricambiando il sorriso.
«.. n-niente.» balbettò lui.
Ma non era niente. Per nulla.
Jamie era vestita soltanto da un asciugamano e Josh.. beh, Josh aveva sempre avuto un debole per quelle gambe.
«Allora, mi posso vestire o dobbiamo rimanere a guardarci tutta la giornata?»
«Fai pure.» ridacchiò lui.
Lei gli lanciò un'occhiataccia e lui, prima di uscire, le si fermò davanti. Ad un palmo dal suo viso, dalle sue labbra. Jamie sentì un brivido lungo la schiena non appena la mano di Josh le sfiorò la pelle del viso per sistemarle i capelli dietro all'orecchio.
Aveva un atteggiamento completamente diverso, ora.
Avrebbe perfino potuto baciarla.
«Ti aspetto in cucina, sbrigati.» le disse baciandole la fronte.
E poi cambiò stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Si accorse che quello che provava nei confronti di Jamie era diverso, non di molto, diciamo che si era amplificato. La voglia di baciarla era aumentata e voleva stringerla a sé sentendola davvero sua. Sapeva, però, che questo non era possibile. Non era possibile perché era andato via e probabilmente lo avrebbe fatto un'altra volta. E l'ultima cosa che voleva era renderla dipendente dall'attesa, lei che dipendente non lo era mai stata, da niente e nessuno. Anzi, la sola idea la disgustava.
Jamie uscì a piedi nudi dalla camera e svelta andò a sedersi sul divano.
«Allora,» le disse Josh «cos'hai combinato in questi due anni? Voglio sapere tutto quello che mi sono perso.»
Allora lei gli iniziò a raccontare di come era uscita con il massimo dei voti dal liceo, del sogno di andare all'università che aveva messo da parte perché il litigio con la madre l'aveva costretta ad andare via di casa e quindi non aveva abbastanza soldi, ma stava cercando di metterli da parte lavorando in un asilo. Lei che pazienza non ne aveva, attorniata ogni giorno da bambini troppo esigenti, se la immaginava a dare di matto e mandare tutti quei piccoli rompipalle a quel paese. Ridacchiò al pensiero.
«Ridi per me maestra d'asilo, vero? Lo so, i primi tempi ridevo anch'io. Per la disperazione, certo, ma poi mi ci sono abituata. È quasi un anno ormai.»
Josh si fece serio sentendo quest'ultima frase e Jamie, leggendo il suo viso – cosa che tra l'altro faceva molto spesso – si apprestò a dire:
«Lo so che è molto tempo, ma fra l'affitto, la luce e tutte queste cose non sono riuscita da mettere da parte un granché..»
«È che hai gli occhi stanchi, tutto qui.» le disse lui, dispiaciuto, mentre le accarezzava il viso.
Il silenzio.
Poi delle parole, una frase che da lì a poco avrebbe rivoluzionato tutto.
Per sempre o per un po', chi può dirlo.

«Vieni con me.»

 

Le disse proprio così: Vieni con me.
E Jamie gli rispose proprio così: «Non posso.»
Nemmeno ci pensò su, semplicemente disse che non poteva. Questo infastidì Josh a tal punto che iniziò ad alzare la voce. Josh non alzava mai la voce con Jamie, sapeva che era una cosa che le dava fastidio, ma in quel momento se ne fregò.
«Perché diavolo non puoi, eh? Cos'hai qua?» le chiese retoricamente, «Non hai niente! Ecco cosa, niente! Vivi in un appartamento che fa schifo, hai un lavoro che odi e hai rinunciato ai tuoi sogni! E non dirmi che è soltanto una cosa momentanea perché lo sappiamo entrambi che finirai per fare questa vita per sempre!»
Gli occhi di Jamie erano brillanti di rabbia e quando se ne accorse Josh non poté fare a meno di sentirsi uno schifo. Si era appena reso conto di tutto quello che le aveva detto e sapeva che non ne aveva nessun diritto.
«Chiariamo bene le cose, » cominciò Jamie con un tono apparentemente calmo, «Lì fuori potrai anche essere qualcuno, ma qui dentro non sei nessuno per criticare la mia vita. Non hai nessun diritto di venire a casa MIA e dirmi che la mia vita fa schifo, perché sai una cosa? Lo so che la mia vita fa schifo, vuoi che non lo sappia?!» adesso urlava, più forte di quanto non avesse mai fatto. Rabbia repressa era quella, e Josh se ne accorse.
«Per cui sei devi continuare così per molto puoi prenderti le tue schifo di cose e intendo TUTTE e andartene. E questo non significa Torna fra altri due anni, tanto io sarò qua ad aspettarti come una stupida significa vattene e non tornare mai più. D'accordo?»
Non solo se ne accorse, ma capì.
«Allora è questo il problema.» strinse i denti, «Tu non ti fidi più di me.»
«Come potrei, Josh? Dopo tutto questo tempo.»
«Dovresti e basta.»
Detto questo prese il giubotto di pelle, il casco e uscì sbattendosi la porta alle spalle.
Fece qualche metro, giusto uno o due, e poi si fermò di colpo.
Per terra, in strada, vide il braccialetto di Jamie. Doveva essergli caduto la notte prima, quando gli corse in contro. D'un tratto tutto non ebbe più nessuna importanza, perché nella sua mente quella scena era più che chiara. Lui che tornava, lei che gli correva incontro saltandogli addosso, lui che non se ne sarebbe andato più.
Si voltò e tornò indietro, aprì la porta e Jamie se ne stava ancora lì in piedi al centro della stanza. Si massaggiava le tempie: litigare le faceva venire il mal di testa ogni volta.
Lasciò cadere tutto per terra: q
uesta volta era lui ad andargli in contro per abbracciarla. Mi dispiace, le sussurrava.
Lo so, gli rispondeva.
Fu quando Jamie appoggiò la testa sul petto di Josh e il mal di testa di colpo svanì che disse:

Ci vengo.
Vengo con te.”

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Josh Hutcherson / Vai alla pagina dell'autore: Alaska1914