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Autore: ErikaDanielle    13/12/2013    1 recensioni
Chi era?
Non lo sapeva. Non voleva saperlo. Pensarci avrebbe voluto dire ritrovarsi da solo con sé stesso, nel vuoto della sua vita, nel buio della sua mente. E lo spaventava. La prospettiva di restare intrappolato in quella oscurità senza fondo lo spaventava terribilmente. Eppure era sciocco da parte sua. Quale mostro aveva paura del buio? Quale demone bramava la luce?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Erik/The Phantom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It’s too dark to see
 
Chi era?
Non lo sapeva. Non voleva saperlo. Pensarci avrebbe voluto dire ritrovarsi da solo con sé stesso, nel vuoto della sua vita, nel buio della sua mente. E lo spaventava. La prospettiva di restare intrappolato in quella oscurità senza fondo lo spaventava terribilmente. Eppure era sciocco da parte sua. Quale mostro aveva paura del buio? Quale demone bramava la luce?
Tutti. Diceva una voce nella sua testa, ma era troppo debole perché lui riuscisse a sentirla davvero, era troppo buio perché lui riuscisse ad intravedere qualcosa oltre al singhiozzo strozzato del silenzio.
Salvami. Sussurrava al nulla che lo circondava.
Ti prego. Gridava con quanto fiato aveva in gola. Ma chi pregava con così tanta disperazione? Il cielo che traboccante di stelle lo scrutava con freddezza implacabile? O forse la terra i cui uomini lo avevano rinnegato nelle profondità della solitudine? Chiunque fosse il destinatario di quell’invocazione mai pronunciata non avrebbe risposto, di questo era certo.
I mostri non vengono salvati. Lo sapeva. Lo aveva sempre saputo. Fin da quando la figura disgustata di sua madre gli aveva consegnato la prima maschera. E in fondo non gli importava. Non gli importa se nessuno sarebbe venuto a salvarlo. Avrebbe vissuto di musica e sogni.
Cosa si poteva chiedere di meglio?
Va bene così. Io sono felice. Ma infondo alla sua anima rimaneva quel nodo velenoso. Quel dolore che gli lacerava il petto. Chi voleva prendere in giro? Lui non era felice. Lui non sapeva cosa fosse la felicità. L’aveva vista nei volti degli altri, molte innumerevoli volte, ma era qualcosa che in qualche modo a lui non era consentito.
E te ne stupisci? No, non se ne stupiva. La felicità era come la luce, lo era sempre stata. Vicinissima, tanto che sarebbe bastato un passo per afferrarla, eppure irraggiungibile. Era fatta di minuscoli frammenti di vetro, che tagliavano le sue mani e riflettevano il suo viso distorto.
Prima o poi… Ma non c’era un prima. Non c’era un poi. E quella dannata stupida domanda continuava ad echeggiargli nelle orecchie.
Chi sono io?
Avrebbe voluto rispondere, avrebbe voluto far brillare nel vuoto una minuscola scintilla di vita, frenare le lacrime che seguitavano a precipitare, tornare alla luce del mondo.
Ma era troppo buio. Era troppo buio per riuscire a scorgere la via.


NOTA AUTRICE

Questa Flashfic è una mia modesta interpretazione di quello che poteva provare Erik in un ipotetico passato. Prima dell'arrivo di Christine e delle drammatiche vicende che  tutti noi conosciamo. So che probabilmente è venuta fuori una obbrobio, ma mi farebbe davvero piacere se lasciaste un commento, giusto per sapere cosa ne pensate! ^_^
Alla prossima,
Erika

 
  
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