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Autore: _becks1725    14/12/2013    3 recensioni
Come due calamite, le nostre bocche erano nuovamente unite, per assaporarsi ancora e baciarsi all’infinito, come se quello potesse bastare, come se quella fosse l’unica cosa che sapessero fare meglio. Forse era davvero l’unica cosa che sapevano fare meglio.
L’amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo. L’amore deve avere la forza di attingere la certezza in se stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I just love you

“Leggere ricette è come l’amore: si deve sempre assaggiare e sognare il risultato”
Finalmente la pioggia. La tanto sospirata pioggia, come aveva detto il meteorologo.
Batteva sulle piccole case di Cupertino e Sunnyvale, che aumentavano di valore ogni giorno di più.
La tanto sospirata pioggia offuscava i tetti di tegole rosse di Stanford, infrangeva i viali alberati di Palo Alto. Sulla costa, onde d’argento si increspavano e si mischiavano nella tempesta settembrina, i ponti sembravano levitare e San Francisco galleggiava come una fortezza nascosta nella nebbia.
La pioggia schiacciava le piante di fiori di vetro che orlavano i prati delle grandi società, faceva scintillare la Silicon Valley.
Il mondo era prolifico, i mercati in espansione. Le piscine rischiavano di traboccare e le colline fulve sembravano già più verdi.
Come il denaro, la pioggia arrivò in un valanga, avvolgendo la baia, deliziando i meteorologi,superando ogni previsione, saturando l’aria.
Pedalavo a tutta birra, sperando di arrivare in tempo e di non trovare la libreria già chiusa.
Era da giorni che progettavo di andarci, per comprare un nuovo libro, ma anche per rivedere quell’amichevole ragazzo che ogni volta facevo esasperare affinchè mi aiutasse a scegliere il libro giusto.
Ero sfinito, inzuppato dalla testa ai piedi e congelato. Speravo di non ammalarmi. Tirai un sospiro di sollievo quando vidi il negozio i lontananza, e le luci al suo interno ancora accese.
«Ma guarda» disse Louis, mentre apriva la porta, presupposi per chiudere il negozio.
«Mmm» mi asciugai le gocce di pioggia sul viso. «Non è che ami la bici, e neppure la pioggia,  ma non avevo altro mezzo per venire» cercai di smettere di tremare, ma faceva un freddo cane.
Louis scoppiò a ridere. Le sue iridi azzurre luccicavano, e il suo sorriso mi lasciò senza fiato, seppur mi contagiò. Aveva tagliato i capelli e sembrava dimagrito.
«Forza entra, non vorrei doverti pagare pure le medicine» continuava a ridere. Richiuse la porta dietro di sé e girò il cartello dalla parte con su scritto ‘chiuso’.
«Nah, difficilmente mi ammalo. Grazie, comunque» gli rivolsi un sorriso pieno di gratitudine.
«Credo di avere qualche asciugamano di là, vado a prenderteli» si allontanò velocemente, e lo vidi sparire dietro uno dei tanti scaffali.
Ero andato lì a comprare un libro, perciò come ero solito fare, mi piazzai davanti alla sezione cucina e cominciai a scrutare gli scaffali. Era un paio di mesi che seguivo un corso di cucina, quindi per perfezionarmi e imparare ricette nuove, compravo dei libri che credevo potessero essermi utili.
Era la libreria più vicina a casa mia, nonché più economica. Non c’ero mai andato, se non prima di tre mesi fa. Me ne innamorai non appena misi piede là dentro. Seppur l’interno fosse un po’ vecchiotto, era comunque grande e c’erano scaffali infiniti e pieni di ogni tipo di libro.
Louis era il proprietario della libreria, che aveva ereditato alla morte del nonno. Era un ragazzo molto educato e amichevole, e anche molto bello. Era un po’ basso ma rimaneva comunque attraente, e aveva un culo da favola. Quando capì che sarei tornato lì spesso e che lo avrei stressato per scegliere il libro giusto, cominciò a trattarmi con meno freddezza e a diventare mio amico. Scoprii molte cose su di lui, come per esempio che fosse un ottimo cantante malgrado dicesse il contrario, che fosse un ottimo musicista e un ottimo ascoltatore, e dava buoni consigli. Era davvero un buon amico.
«Ecco, ti ho portato anche qualche mio capo. Dovrebbero entrarti» disse, venendomi incontro e porgendomi i vestiti.
«Grazie Lou, e scusa per tutto questo ‘casino’» risposi, sorridendo appena.
«Ah, non preoccuparti. Piuttosto vatti ad asciugare e poi dimmi come mai sei venuto fino a qui con questo tempaccio, immagino ti serva qualcosa e di molto importante» disse, ricambiando il sorriso.
«D’accordo» risposi e mi dileguai.
Mi indicò uno stanzino dove avrei potuto asciugarmi e cambiarmi. Anche se lo conoscevo da un po’, mi vergognavo a spogliarmi davanti a lui, perché, beh, non era da me. Non ci impiegai molto, perché non volevo che aspettasse e poi non volevo sprecare tempo. I suoi vestiti molto carini, mi stavano un po’ stretti e corti, ma erano pur sempre meglio dei miei tutti fradici. Sentivo il suo profumo intriso in quella t-shirt e me rallegravo. Era un buonissimo profumo. Mi guardai per un momento per accertarmi di non sembrare un cretino, e poi uscii.
«Vedo che ti stanno bene i miei vestiti, ma ora dimmi, cosa ti serve?» sorrise, e il suo volto si illuminò come per magia. Era bellissimo e adoravo quando sorrideva.
«Beh, come sai, seguo un corso di cucina, e questa settimana devo esercitarmi con i dessert. Perciò speravo che potessi aiutarmi a scegliere un libro» i miei occhi si posarono sconvolti sui ripiani davanti a me e su quel gran numero di libri da cucina.
«Mmmh, questa volta sarà un po’ dura, perchè vedi ho tanti libri di dessert e non saprei proprio quale consigliarti. Che ne dici se ne sfogliamo un paio? Tanto fuori piove a dirotto e non credo tu possa tornare a casa se non diminuisca almeno un po’» aveva detto, prendendo così un paio di libri e sedendosi a gambe incrociate sul pavimento.
Mi sedetti accanto a lui e cominciammo a sfogliare quei volumi che mi sarebbero serviti per imparare a fare qualcosa. A vedere tutti quei dolci ci era venuta fame. Erano tutti molto invitanti, ma la preparazione non era molto semplice. Cominciammo a chiacchierare, a scambiarci opinioni e a scherzare. Louis era davvero molto interessante, e ogni volta scoprivo qualcosa di nuovo su di lui. E poi la sua compagnia era alquanto gradevole. Era una di quelle persone che sorrideva malgrado tutto, che vedeva solo del buono nella gente e che viveva la vita con ottimismo. Adoravo il fatto che prendesse le cose sempre per gioco, che avesse un grande umorismo e che fosse se stesso. Non so come, ma i ritrovammo a parlare tutto tranne che di cucina.
«E suppongo tu abbia una ragazza» disse, mentre i suoi occhi azzurri si riflettevano nei miei.
«No, in realtà sono single. Fin’ora le ragazze mi hanno portato solo guai, perciò ho deciso che solo è meglio» risposi, anche se in realtà non era del tutto così.
Ero molto confuso. Le ragazze non mi attraevano più e non riuscivo più a interessarmi a nessuna. Non ero un brutto ragazzo infondo. Forse erano i miei occhi verdi ad ammaliarle tutte, o forse le mie fossette, oppure i miei ricci indomabili, o ancora il mio fisico scolpito e tatuato. Peccato che di donne non ne volessi più sapere, al contrario degli uomini. Non ero un gay dichiarato, ma ero certo al 100% di esserlo. Avevo provato ad avere una storia con un ragazzo, ma non era il mio tipo. Non mi ero innamorato e non volevo prenderlo in giro. Louis rispecchiava molto il prototipo del mio ragazzo ideale. Sempre allegro, dolce quando era opportuno, simpatico e molto attraente. Aveva sicuramente milioni di ragazze ai suoi piedi, ed era più che plausibile.
«E tu, invece?» chiesi, inchiodando gli occhi nei suoi, osservando ogni singola sfaccettatura del colore di quelle iridi meravigliose.
«Ho avuto una storia importane che è durata qualche anno, ma ora sono single da un bel pezzo e sto bene così» mi sorrise e poi si alzò, per controllare se stesse ancora piovendo. «Credo che dovrai rimanere qui stanotte. Su io ho la casa e ho una camera disponibile per te. Direi che potremmo anche salire» tornò indietro e aspettò la mia risposta.
«Ti ringrazio, ma non voglio essere di disturbo Lou. E poi domani devo andare al lavoro» risposi, inventandomi qualcosa per non rimanere. Ero troppo imbarazzato.
«Mi spiace, ma non credo sia opportuno che tu torni a casa con questo tempo, perciò chiudi quella bocca e alza quel culo, qui comincia a fare freddo»mi porse una mano e mi aiutò a rialzarmi.
«A patto che mi lasci preparare un dolce come ringraziamento per ciò che stai facendo» risposi, afferrando la sua mano e sorridendogli, perché era l’unica cosa che potessi fare.
Mi fece strada e prima di salire una rampa di scale, spense la luce del negozio. Mi si parò davanti e proseguì tranquillo. Appena varcai la porta di quella casa, ne rimasi meravigliato. Era grande, e accogliente, e calda. L’interno era moderno e colorato. La cucina era pitturata di giallo, e le finestre davano sulla strada. C’erano un piccolo tavolo, un divano, un camino e una tv appesa nella parete di fronte al divano. Quella casa sapeva di vissuto e aveva il suo profumo.
«Che bella casa» dissi, continuando a guardarmi intorno ancora meravigliato.
«Grazie. Ho scelto tutto io» rispose, dirigendosi verso il camino e attizzare poi il fuoco.
«Non mi hai ancora risposto. Posso provare a fare un dolce?» sperai che rispondesse di si, perché non avrei potuto trovare altro modo per ringraziarlo.
«Okay, ma io ti do una mano» rispose e poi sorrise.
Prese uno dei suoi libri, cominciò a disporre gli ingredienti sul tavolo e poi estrasse i vari strumenti dagli armadietti. Avremmo preparato una torta al cioccolato, variegata al caffè, con spruzzi di panna e scaglie di nocciola. Non sapevo cosa ne sarebbe uscito, ma almeno avremmo passato del tempo insieme e ci saremmo divertiti. Lui montò le uova, mentre io mi dedicavo alla preparazione delle varie creme. Ricominciammo a chiacchierare, a scoprire parti l’uno dell’altro molto profonde e private. Louis, esattamente come me, aveva passato brutte situazioni, quindi poteva capirmi meglio di altri. Entrambi avevamo sofferto per amore, entrambi eravamo stati vittime di bullismo, di soprusi, di ingiustizie, ma entrambi eravamo riusciti ad andare avanti. Tra uno scherzo e l’altro, una risata ed un’altra, cominciammo a sporcarci come dei bambini e decidemmo di fermarci per ripulirci. La cucina era un totale disastro.
«Ma che corso di cucina segui? Non sai nemmeno preparare una crema» disse senza smettere di ridere e continuando a ripulirsi.
«Ha parlato l’uomo pieno di farina in testa» risposi, mentre continuavo a sbellicarmi, seduto su di uno sgabello della cucina.
«Harry, lo dico per te, dovresti lasciare il corso. Tu non sei adatto a queste cose» disse, prendendomi in giro.
«No, no. Secondo il maestro sono uno chef nato» risposi, inventandomi quella frase e continuando a sbellicarci.
Dopo quel momento di grande comicità, Louis tornò serio e mi si avvicinò pericolosamente. Provai molto imbarazzo.
«Hai un po’ di cioccolato proprio qui» il suo pollice si poggiò sulle mie labbra e con delicatezza mi levò quella macchia rimasta.
Cominciai a sentire caldo, averlo ad un passo dalle mie labbra mi faceva perdere la testa. Avevo voglia di baciare quelle labbra, assaporarle come meglio potevo, succhiarle e morderle fino allo sfinimento. Ma lui mi precedette. Appoggiò le sue labbra sulle mie e dolcemente mi baciò. Fu un bacio casto, sentito e vero. Sentii la sua lingua leccare le mie labbra e poi chiedere un permesso che non gli fu negato. Le sue mani passarono dalle mie guance, ai miei ricci che con immensa finezza cominciò a scompigliare, mentre le mie erano appoggiate  sul suo petto. Sentivo il suo cuore battere all’impazzata, pronto a uscire dal quel petto caldo e scolpito. Si staccò per riprendere fiato, e inchiodò i suoi occhi nei miei. Quelle iridi azzurre luccicavano, ancora eccitate per ciò che era successo.
Nessuno dei due osava proferire parola. Continuavamo a guardarci e riprendere fiato. Entrambi avevamo sete l’uno dell’altro, e stavamo aspettando che uno di noi facesse il prossimo passo, che le nostre labbra e i nostri corpi fossero nuovamente attaccati. Fu nuovamente lui ad avvicinarsi, e cominciò a baciarmi con molto più impeto e passione rispetto a prima, ma lo gradii molto. Non avevo mai provato quelle sensazioni prima di allora, non avevo mai trovato una persona che potesse trasportarmi e affascinarmi come Louis.
Lui era quello giusto, senza dubbio.
«Harry» sussurrò impercettibilmente, appoggiandomi una mano sulla guancia e accarezzandomela.
«Mmmh»emisi, perché volevo ancora bearmi delle sue labbra, del suo corpo caldo.
«Io sono innamorato di te» disse, respirando appena e buttando indietro la testa per guardarmi meglio.
«Anche io. Anche io sono innamorato di te Louis» risposi, guardandolo dritto negli occhi, facendogli capire che quello che dicevo era veritiero.
Come due calamite, le nostre bocche erano nuovamente unite, per assaporarsi ancora e baciarsi all’infinito, come se quello potesse bastare, come se quella fosse l’unica cosa che sapessero fare meglio. Forse era davvero l’unica cosa che sapevano fare meglio.
«Sai quali sono gli ingredienti di un amore vero e sincero?» dissi, soffiando appena sulle sue labbra.
«Quali?» chiese, appoggiando la sua fronte sulla mia e immergendo le sue iridi nelle mie.
«Io e Te» risposi, per poi baciarlo e stringerlo a me, perché lui era solo mio.
L’amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo. L’amore deve avere la forza di attingere la certezza in se stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà.
“You and I, we don’t wanna be like them, we can make it ‘till the end, nothing can come between. You and I”
 

Archylee

Salve miei cari lettori, e scusate se torno solo ora dopo tanto tempo.
Quest’oggi è il compleanno della mia migliore amica, la _Shatia_ di efp, e ho deciso di dedicarle questa os. Le voglio un bene dell’anima e credo che questa os possa farle capire quanto ci tengo a lei e quanto la amo. Spero le piaccia e piaccia anche a voi.
È la mia prima os Larry, e sono molto curiosa di sapere cosa ne pensate.
Ma comunque, come state? Come sta andando a scuola? Io sono molta stressata, però sono contenta perché a breve arriveranno le vacanze di Natale e potrò riposarmi e tornare a postare i capitoli di That Englishman. Spero non vi siate persi per strada, e sarete in molti a recensire. Accetto critiche, consigli e chi più ne ha più ne metta.
Avete ascoltato e visto il video di Story of My Life? Avete ascoltato Midnight Memories? Qual è la canzone che preferite?  Siete riusciti a prendere i biglietti per il concerto dei ragazzi? Se si, che data? Avete visto il 1D day? E inoltre siete andati a vedere Catching Fire al cinema?
Bene, io ho ascoltato il cd e fin’ora le mie canzoni preferite, a parte story of my life, sono half a heart, right now, you and i, strong e happily. Io andrò al concerto il 29 di giugno e mi spiace e voi non ci sarete. Sono andata a vedere Catching Fire e l’ho trovato sensazionale. Regalatemi Josh per Natale se mi volete bene.
Ringrazio tutti coloro che continuano a leggere le mie storie, che continuano a metterle tra le seguite/ricordate/preferite e continuano a recensirle. Grazie di cuore.
A presto mie cari lettori.
Much love xxxx

Becks <3

 
   
 
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