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Autore: Kuroi yuki    14/12/2013    3 recensioni
Quando non si ha il coraggio di far passare il passato si creano tanti armadi delle cianfrusaglie.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Reita, Ruki, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricominciamo.

Ti senti stupido ora.

Ricominciamo.

Avvicini la bottiglia di birra, ormai quasi vuota, alle labbra e ne bevi un sorso.

Ricominciamo.

Le testa sembra esplodere, desidereresti tanto essere in grado di strapparti il cervello dolorante di modo da trovare un po’ di pace.

Ricominciamo.

Posi la bottiglia vuota insieme alle altre, che dal tavolo sembrano fissarti in modo truce.

Ricominciamo.

Ha fatto più male della prima volta. Anche se avevi già intuito tutto.

Ricominciamo.

Stupido whatsapp, stupido desiderio masochistico. Stupido tu e la tua impulsività.

Ricominciamo?

No. Ormai sto con lui.

Stavi con lui da quanto esattamente?

Non c’è bisogno che te lo dica. Lo hai capito benissimo anche da solo.

No. Voglio saperlo.

Stupido masochista. Stavo con lui già da un mese prima che finisse tutto quanto tra noi due. Ti senti meglio Taka?

No, non ti senti meglio. Vorresti che lui non ti avesse risposto. Avresti preferito rimanere nell’ignoranza.

Perché glielo hai chiesto? Non ti bastava quel “Litighiamo troppo.. ci sono persone con cui non l’ho mai fatto. Mai avuto una discussione con loro a differenza di te. Fatti delle domande Takanori.” Con cui ti aveva lasciato?

Dentro di te sai fin troppo bene che “quelle persone” è in realtà l’uomo che ha preso il tuo posto.

Lui te ne parlava già da tempo. Ti diceva che era un amico, avevate anche litigato per la tua gelosia nei suoi confronti. Gli hai chiesto scusa, hai strisciato ai suoi piedi per avere il suo perdono. Gli hai assicurato che tu avevi piena fiducia in lui, sapevi che non ti avrebbe mai tradito.

Ricominciamo.

Il dolore quel giorno era stato atroce. Ti sei rintanato nel letto, mummificato da quelle spesse e calde coperte che secondo te avevano ancora il suo odore. Sei stato in quel bozzolo per ore, a piangere silenziosamente, a urlare, a inveire contro l’universo.

E’ servito a qualcosa? Ti ha fatto bene esternare in quel modo tutto ciò che avevi dentro? Poi ti sei sentito più vivo?

No. Da farfalla che eri sei ritornato ad essere bruco. Da fiore a seme sterile. Da uomo a cosa.

Sei diventato tutto ciò che eri prima di incontrare Akira.

 

3 anni dopo.

Sei davanti “all’armadio delle cianfrusaglie” –è così che chiami quell’orrendo pezzo d’antiquariato che ti sei regalato  e hai riempito con fogli, libri, penne e oggettini di ogni tipo- è l’ ultima cose da smontare e imballare. Si, cambi casa. Hai deciso di traslocare.

In realtà non lo hai deciso, sei stato costretto. Il vero padrone di casa, colui che ti affittato quell’appartamento, lo rivuole.. e tu non hai potuto far altro che cercare un altro buco in cui vivere.

C’è un perché se hai lasciato quel coso per ultimo. Piccoli brividi di angoscia ti solleticano la schiena. Ti senti sollevato del fatto che ora Kouyou non ci sia. Questo vuoi farlo da solo. Apri le ante, e come era prevedibile, gran parte di quel ciarpame cade a terra.

Tutto ciò che sta in superficie non ti spaventa. Temi quello che hai nascosto nel caos.

Avvicini con il piede una delle scatole di cartone vuoto dove metterai tutto ciò che non avrai intenzione di buttar via.

Raccogli alcuni libri, fogli e penne che sono caduti a terra, e con un ordine che senti estraneo riponi tutto all’interno dei contenitori. Per un po’ le mani non ti tremano.

E’ solo quando quella maledetta foto fatta insieme, quell’altrettanto dannato quaderno dove scrivevate le cose da comprare, quel doloroso anello ormai mezzo arrugginito che lo avevi costretto a comprarti perché ti piaceva da impazzire e non avevi soldi con te, quell’acchiappasogni, con le penne ormai spezzate e lo spago rotto, che avevate trovato meravigliosamente esotico e capace di donare al vostro letto un sapore più dolce..- chissà quante notti di passioni avrà ascoltato quell’oggettino-, ti passano fra le dita, senti un tuffo al cuore.

La nostalgia ti assale, ma fai quello che devi fare. Prendi tutto quello che urla “Akira” da ogni cellula, e lo metti fra le cose da gettar via.

Ora devi sforzarti di far gridare “Kouyou” alla tua nuova casa.

 

Altri 2 anni dopo.

Kouyou è in viaggio di lavoro. Fuori nevica.

Tra le tue mani stringi la tazza fumante di thè. Tu lo odi, ma Kou si ostina a comprarli perché afferma che quando lo prepara poi la casa si impregna dell’odore aromatico della bevanda.

Quando te lo disse per la prima volta tu lo guardasti come si guarda un pazzo, e dopo tre secondi netti gli scoppiasti a ridere in faccia.

Ricordi ancora lo scappellotto epico che ricevesti da parte sua. Quella sera ti rifiutò categoricamente il sesso.

Ti abbandoni sulla poltrona su cui sei seduto, e appoggia la testa sullo schienale di questa, concedendoti alla fine di chiudere gli occhi. L’appartamento è troppo silenzioso. Hai bisogno degli sproloqui quotidiano di Kouyou per riempire il silenzio assordante della tua anima.

Ridi come uno scemo a questo pensiero.

Da quando credi che l’anima esista davvero?

Il tuo momento di ironia si chiude con lo squillo del tuo cellulare. È corto, quindi ti è solo arrivato un sms.

Non ti va neanche di alzarti. Probabilmente sarà solo Kouyou che stressato dall’ennesima riunione cerca di distrarsi.

Vinto dalla curiosità, sbuffi e ti alzi. Ti trascini fino alla mensola dove hai appoggiato il telefono e senza vedere chi te lo ha mandato apri il messaggio.

Taka, ricominciamo?

Akira.

 

La tazza che ancora stringi fra le mani cade a terra e si rompe in mille pezzi. Senti i piedi bagnati dal thè e se non fossi così in confusione ti darebbe anche fastidio.

Le tue dita si muovono da sole.

Brutto stronzo, non…

Cancelli e ci riprovi.

Non ho più intenzione di..

Cancelli nuovamente.

Sparisci dall..

No, non è nemmeno questo che vuoi.

Ho un alt..

Sbuffi e distruggi nuovamente quelle lettere.

Akira. Ti senti il petto in fiamme, respiri affannosamente e il cuore batte troppo velocemente per i tuoi gusti.

Akira. Ti è mancato non è vero?

Chiudi le palpebre. Solo qualche secondo.

Riapri gli occhi e scrivi il tuo nuovo indirizzo. Poi senza pensarci invii il messaggio.

 

Il campanello suona. Vorresti non aprire, ma sai che rimarrebbe lì fino a quando non gli darai ciò che vuole.

A passo lento ti avvicini all’ingresso e infine apri la porta.

Lui è lì. Davanti a te. I cinque anni trascorsi lo hanno cambiato. I suoi capelli sono più lunghi, infatti li tiene raccolti in una coda disordinata. Il suo fisico è diventato più sodo e muscoloso, ma in modo solo accennato.

Gli occhi sembrano in tempesta.

Non riesci a parlare. Sei pietrificato. Ogni reticenza verso di lui è scomparsa.

Lo odieresti se fossi capace di intendere e di volere. Lo manderesti via se solo potessi.

-Posso entrare?-

Annuisci e ti fai da parte.

 

-E così si il tuo nuovo ragazzo si chiama Yuyou..-

-Kouyou.- lo correggi meccanicamente e lui ridacchia.

Akira fissa intensamente la foto di te e di Kou che stringe fra le dita, e tu ti senti a disagio. Non sai cosa si debba fare in questa situazione.

-E Yuyou sa che sono qui?-

-No.- rispondi mordendoti l’interno della guancia.

Lui posa la foto al suo posto e ti raggiunge sul divano, sedendosi poi accanto a te. Le vostre ginocchia si toccano e tu senti il suo calore attraverso la stoffa.

-Sei cambiato Taka.. sembri cresciuto, maturato. Tutt’altro rispetto al ragazzino che ho lasciato.- fa una pausa e con gli occhi pretende di avere il tuo sguardo puntato nelle sue meravigliose perle di ossidiana.

-Cosa vuoi?- gli chiedi uscendo tutto il coraggio che hai dentro.

-Mi sembra di essere stato chiaro. Voglio te.-  risponde secco.

Tu inghiotti a fatica, la gola sembra arsa e ti ritrovi a corto di saliva.

-E tu mi vuoi.- non è una domanda. –Non mi avresti invitato se non fosse così.- ti poggia una mano sulla guancia  e ti accarezza. Vorresti abbandonarti a quel tocco, ma il tuo orgoglio te lo impedisce.

-Ho un ragazzo adesso.- dici deciso allontanando la sua mano dalla tua pelle.

Lui ti blocca i polsi e ti fa stendere con rudezza sul divano, poi si mette a cavalcioni su di te.

-Smett..-

Vieni interrotto dalle sue labbra. Sono morbide e calde come te le ricordavi. Cerchi la sua lingua, la accarezzi ci giochi. Sembra che le lancette dell’orologio siano tornate indietro.

-Mi ami ancora.- sussurra affannato sulle tua labbra quando si stacca di qualche centimetro.

-Kou..-

-Lui non saprà nulla..- ti zittisce mettendoti un dito sulle labbra.

Tu annuisci e allacci le gambe attorno ai suoi fianchi.

 

E’ sempre stato così. Akira ti ha tradito, annullato, fatto affogare corpo e anima. Kouyou ti ha ripreso, riportato in vita, ricomposto pezzo per pezzo.. ma ciò che avevi perso durante la tua distruzione te l’ha saputo ridare solo lui.

Ti odio Akira.  Ti odio perchè non sono capace di scinderti dal mio cuore.

 

Note dell’autrice:

Questa ff è piena di significati metaforici e di cose dette fra le righe. A partire dal trasloco che rispecchia in tutto e per tutto Takanori, fino alla scelta delle parole da usare nel messaggio da Inviare ad Akira.

Ho omesso molte cose, e mi piacerebbe che voi cercaste di trovarle, perché sono lì.. sono solo nascoste nel caos, chiuse in questo amaro ma dolce armadio delle cianfrusaglie.

Kuroi.

  
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