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Autore: Aqua_    14/12/2013    3 recensioni
Caroline dorme.
Liam la guarda, i capelli biondi le ricadono sul volto, coprendolo. Ne sposta una ciocca, facendo attenzione a non svegliarla. Sembra un angelo, quando dorme. Un angelo caduto dal Paradiso e atterrato per sbaglio vicino a lui. Non se la merita, no. È troppo per lui, troppo gentile, troppo bella, troppo dolce. Troppo perfetta.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Written in these walls are the stories that I can’t explain
I leave my heart open but it stays right here empty for days
Caroline dorme.
Liam la guarda, i capelli biondi le ricadono sul volto, coprendolo. Ne sposta una ciocca, facendo attenzione a non svegliarla. Sembra un angelo, quando dorme. Un angelo caduto dal Paradiso e atterrato per sbaglio vicino a lui. Non se la merita, no. È troppo per lui, troppo gentile, troppo bella, troppo dolce. Troppo perfetta.
Sospira, mettendosi a sedere sul letto. Non è pronto a lasciarla, non vuole lasciarla, ma è meglio per entrambi. Dà un ultimo sguardo al suo corpo nudo coperto appena dal lenzuolo. Non sarà mai abbastanza per una persona come lei.
Nonostante tutto l'amore che Caroline gli ha dato, il suo cuore è ancora vuoto. Cerca qualcos'altro, deve riempirlo, e deve farlo al più presto.
She told me in the morning she don’t feel the same about us in her bones
it seems to me that when I die these words will be written on my stone
Caroline è cambiata, negli ultimi mesi.
Non sa dire come, ma Liam se n'era accorto. Non vedeva più la stessa luce nei suoi occhi, era come se si fosse spenta, in un certo senso. Il fuoco che aveva sempre visto ardere dentro di lei si era consumato, il suo calore aveva lasciato il posto al freddo gelido.
Ha impiegato un po', Liam, per capire quale fosse il problema, poi ci era arrivato.
Era lui il problema, e Caroline non glielo avrebbe mai detto. Era troppo gentile, troppo altruista, non avrebbe pemesso che lui soffrisse per le sue parole. Ma Liam aveva capito comunque, ed era riuscito a farglielo ammettere.
«Non è più come prima. Tu non sei più come prima.» aveva detto lei, e lui aveva realizzato quando avesse ragione.
Non era la prima volta che se lo sentiva dire, anzi, era successo spesso, troppo spesso. Quelle parole ricorrenti, come una maledizione, arrivavano non appena la sua relazione sembrava stabilizzarsi. E ferivano. Tagliavano, distruggevano tutto ciò che Liam era riuscito a creare. Veloci e letali come serpenti, si annidavano nella mente della ragazza di cui era innamorato, per poi attendere pazientemente il momento adatto per uscire. Era sempre successo, sempre, e Liam aveva l'impressione che, alla sua morte, quelle sarebbero state le uniche parole impresse sulla sua lapide.
And I’ll be gone gone tonight
the ground beneath my feet is open wide
the way that I been holdin’ on too tight
with nothing in between
Liam si alza. Si riveste lentamente, cerca di godersi ogni attimo al meglio, prima di andarsene. Ha quasi paura di lasciarla, ma sa che è ciò che deve fare. È meglio per entrambi se lui prende le distanze, ed è meglio per lui se lo fa subito.
È da codardi, sì, ma, se non altro, non sentirà il suo sguardo sulla schiena quando uscirà da quella porta. Si sente in colpa, a lasciarla così, di notte, dopo aver fatto l'amore con lei. Un'ultima volta, si era detto, per ricordarla nel migliore dei modi. I capelli biondi sciolti, lo sguardo languido, le labbra leggermente socchiuse. Era quella la bellezza, per Liam. I suoi occhi azzurri sembravano quasi un mare in tempesta, quando facevano l'amore. Erano dei lapislazzuli, i suoi occhi, lapislazzuli fusi.
Liam la guarda un'altra volta, e sente un'ondata di rimorso assalirlo, volta a sopraffarlo. Però si fa forza, e si costringe ad uscire dalla stanza. Prende la sua giacca, l'unica cosa che in quella casa gli appartenga, ed esce. Sulla porta, si gira per dare un ultimo sguardo al posto in cui ha passato gli ultimi anni della sua vita. Tutto è esattamente come la prima volta che vi era entrato, i soprammobili nello stesso identico posto, nonostante lui li detestasse. A malincuore, si vede costretto ad ammetterlo. In quella casa non c'è nulla che possa testimoniare la sua presenza.
Meglio così, pensa, mi dimenticherà più in fretta.
Quello a cui non pensa è il tempo che impiegherà lui, per dimenticarla.
The story of my life I take her home
I drive all night to keep her warm and time
Is frozen
The story of my life I give her hope
I spend her love until she’s broken inside
The story of my life
Liam guida.
Verso dove, non lo sa. È un codardo, ma, man mano che si allontana, sente la voglia di tornare dalla sua ragazza crescere sempre di più. Impetuosa, scalpitante, la sente dentro di lui, nell'anima. Cerca di emergere, di fuoriuscire, e, con non poco sforzo, Liam la obbliga a rimanere lì, tra i desideri che non è mai riuscito a realizzare.
E allora pensa. I ricordi riaffiorano nella sua mente, assillanti, pericolosi. Potrebbe farlo, potrebbe fermarsi e ascoltarli, ma non lo fa. Ha paura, Liam. Ha paura di ricordare i bei momenti che ha passato con Caroline, di ricordare la loro storia. Perché, in fondo, non ha mai avuto problemi con lei, non ha mai passato brutti momenti, mai un litigio. Forse grazie a lei, che è sempre passata sopra a tutto. Se fosse stata più fiscale, avrebbero rotto mesi prima. Lui stesso si rimproverava per ciò che diceva - o faceva - mentre lei non diceva nulla. Nemmeno quando aveva scoperto che l'aveva tradita, nemmeno allora aveva detto nulla. E Liam si era sentito un verme, un esserino minuscolo indegno di passare il suo tempo con una donna così pura. Da quel giorno, non c'era stata nessun'altra, solo lei.
Liam si ferma, sospira.
Piccole nuvolette bianche escono dalle sue labbra. Fa freddo. Si gela, a dire il vero.
Rimette in moto la macchina e riparte, vuole smettere di pensare, e guidare è il modo migliore per farlo. Di solito ci riesce, ma adesso, in quel preciso istante, l'unica cosa che riesce a fare e fermarsi nuovamente e lasciare che una prima, timida, calda lacrima scivoli sul suo volto, seguita da altre mille.
È rotto, spezzato. La sua anima, il suo cuore. Tutto è in frantumi dentro di lui. Anche la speranza, una delle tante cose che gli dava Caroline. La speranza se n'è andata, lo ha abbandonato definitivamente, e Liam non può far altro che pensare di meritarselo.
Written on these walls are the colors that I can’t change
leave my heart open but it stays right here in its cage
A Caroline piaceva la filosofia. Le piacevano i grandi filosofi del passato, quelli dell'Antica Grecia in particolare. Poteva passare ore a parlarne con Liam, a cercare di fare in modo che lui ci capisse qualcosa, vanamente. Era testarda come un mulo, quando ci si metteva. Liam ricorda ancora la prima vera conversazione filosofica che hanno avuto, una sera di inverno. Non sa come sia uscito quel discorso, ma si ricorda gli occhi brillanti di Caroline.
«Non esiste un nesso tra un oggetto e la parola che lo indica.[1]» aveva detto lui, alzando gli occhi dal tomo che lei lo stava obbligando a leggere.
«Come può non esistere, Liam? Come puoi spiegare che, in lingue così diverse tra loro, ci siano un sacco di parole simili che indicano lo stesso oggetto?»
Liam aveva sospirato.
«Radici, Carol, radici. Alcune parole sono dello stesso ceppo, quindi hanno la stessa origine.» aveva ribattuto, lui, pazientemente.
Era sempre così, quando si trattava di quei discorsi. Lui rispondeva razionalmente, e lei cercava in tutti i modi di fargli cambiare idea.
«Solo quello? No, deve esserci qualcosa di più. Pensaci, Liam. Perché "mamma" è simile a "maman" e a "mama"?»
Lei aveva sorriso, come faceva ogni volta che sapeva cosa avrebbe risposto lui.
«Non lo so. Perché»
«Perché sono parole Liam, e a volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni.[2]»
Liam non aveva ben capito cosa intendesse dire lei con quella frase, così aveva lasciato perdere. Era misteriosa, Caroline, enigmatica, ermetica. Nessuno sarebbe davvero riuscito a capirla sul serio, nemmeno lui.
A ripensarci adesso, Liam capisce. Capisce a quali colori si riferiva Caroline, a quali forme, a quali note, a quali emozioni. Il solo pronunciare il suo nome gli provoca un migliaio di emozioni distinte tra loro, gli porta alla mente i colori  e gli ricorda quella canzone che erano soliti ascoltare la mattina presto, quando l'accompagnava a lavoro.
Caroline aveva ragione, quando aveva detto che a volte le parole non bastano, anche se non aveva nulla a che fare con il discorso che loro stavano facendo.
Liam ripensa all'amore, ed ecco che arriva il rosso. Pensa a lei, e si aggiunge il bianco. Pensa a loro due insieme, e diventa trasparente, cristallino. Poi pensa a se stesso, e tutto diventa nero. Il nero di una cella buia, umida e fredda, come quella in cui si sente imprigionato lui. In quel momento, si immedesima nel suo cuore, pulsante, ma imprigionato dallo sterno. È come se anche lui cercasse di evadere, di scappare da quella prigionia, ma non ci riesce, proprio come Liam.
I know that in the morning now I see us in the light upon your ear
Although I am broken my heart is untamed still
Liam non si è nemmeno accorto di essersi addormentato. Quando si risveglia, scopre di aver dormito per un paio d'ore. Vede la luce dell'aurora filtrata dai vetri scuri della macchina, e pensa immediatamente a lei. Caroline si sveglia presto, lo ha sempre fatto. Svegliava anche lui, la maggior parte delle volte, e insieme guardavano il sole sorgere.
Può quasi vederla, adesso. La vede lì, seduta sul cornicione della finestra, le gambe pigramente dondolanti nel vuoto. Si è spaventato, la prima volta che l'ha vista così, pensava volesse fare qualcosa di insensato e stupido. Lei aveva riso, quando lui si era precipitato ad afferrarla per la vita, e si era sporta maggiormente. Non aveva paura di precipitare o, se ne aveva, era più che brava a nasconderlo. Da quel momento, Liam l'aveva soprannominata "angelo". Se anche fosse caduta, pensava, non si sarebbe fatta nulla. Si sorprese più volte ad immaginare due grandi ali piumate che spuntavano dalla sua schiena, e, a volte, si ritrovava a cercarle, passando le dita sulla schiena della ragazza. Lei non diceva niente, ma Liam era sicuro che avesse capito tutto.
Adesso Liam pensa a sè. Se ci fosse stato lui, su quel cornicione, e se fosse caduto, cosa sarebbe successo? Si sarebbe rotto, frantumato, come se fosse composto da vetro. E poi? E poi i suoi resti sarebbero volati via, come cenere. Si sarebbero depositati da qualche parte, e lei li avrebbe ritrovati.
Quello che si chiede adesso è se riuscirà mai a trovare i resti del suo cuore, che batte ancora, incontrollabile, indomabile.
And I been waiting for this time to come around
but baby running after you is like chasing the clouds
Liam rimette in moto la macchina. Ha capito, sa cosa deve fare. Non può non dare ascolto a ciò che gli dice il cuore, che, per la prima volta nella sua vita, dice la stessa cosa che dice la sua parte razionale. Sfreccia per le strade di Londra, felice che, a quell'ora, il traffico sia praticamente inesistente. Arriva a casa di Caroline in meno di mezz'ora, sale le scale quasi correndo e cerca la chiave di riserva che lei lascia sempre sotto lo zerbino. Quando sente il freddo metallo sotto i polpastrelli, un sorriso si dipinge sul suo volto. Entra in casa frettolosamente, aspettandosi di trovare la ragazza in cucina, ma non è così. Va in camera da letto, ma, oltre al letto sfatto, non trova altro.
«Caroline!» urla, aspettando una risposta, che però non arriva.
«Carol...» ripete, più a bassa voce.
Si siede sul materasso, lì dove, solo qualche ora pima, era addormentata lei. Sente ancora il suo profumo, profumo di brezza marina. Per qualche ragione sconosciuta anche a lui, quell'odore ha il potere di calmarlo. Riesce a tranquillizzarlo, a ridargli speranza. Probabilmente Caroline è solo uscita, pensa, ritornerà presto. E allora Liam si sdraia, e gli sembra di poter sentire ancora il tepore della ragazza vicino a sè. Lei non è lì, lo sa, ma fa comunque un gesto spontaneo, quello di intrecciare le dita alle sue. Sorride, come se potesse farlo davvero. Chiude gli occhi e si gira sulla schiena, intreccia le mani e le porta dietro la testa. Quando lei tornerà, lo troverà così: sdraiato sul suo letto, felice, ad aspettarla.
«Liam...»
Apre gli occhi di scatto. Si è addormentato, di nuovo. Si mette a sedere quasi di scatto, e quello che vede davanti ai suoi occhi lo riempie di felicita.
«Caroline.» mormora, mentre un sorriso di pura gioia si dipinge sul suo volto.
«Buongiorno, bell'addormentato!» trilla lei, gettandogli le braccia al collo.
Liam inspira profondamente il suo profumo, affondando il viso tra i suoi capelli.
«Mi dispiace tanto, Carol...» sussurra, ma lei non lo fa finire.
Gli posa un dito sulle labbra, intimandogli di tacere.
«Non farlo mai più.» mormora lei, e Liam si ritrova ad annuire.
«Ti amo, Carol.»




[1] Protagora
[2] Alessandro Baricco, Castelli di rabbia


Angolino Autrice:
Voi dovete assolutamente perdonarmi.
È una One-Shot scritta di getto, quindi fa anche un po' pena. Non so cosa ne pensiate voi, perciò che ne dite di farmelo sapere?
Vi ricordo che le recensioni sono gratis e non inquinano :D
Alla prossima,
Aqua_


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