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Autore: itsNichole    14/12/2013    0 recensioni
-Sebastian il libro non è dedicato a te.- mi guardò fisso -il libro è su di te.-
Ed ecco che alzai il viso sorpreso.
-Che cosa?- domandai totalmente stupito.
-Parla di me, di te, di noi.. Di noi fino ad oggi, sotto il mio punto di vista. Cosa ti consideravo quando ci conoscemmo, dopo, oggi, ieri.. Tutti i giorni. Tutti i giorni raccontavo di te, mentre tu non ne sapevi nulla.- e restai immobile a fissare e cercare di capire cosa lui stesse dicendo, era assurdo. Era lui. Pronto sempre a cogliere di sorpresa chiunque, soprattutto me. Senza dire ancora nulla lo aprii, e andai all'ultima pagina.
"A reason to start over new.. And the reason is you."
// Christmas!KURTBASTIAN.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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SAAAALVE. Sono Nichole, e si. Ho voluto sperimentare una vera c..., meglio lasciare stare, lo notere voi stessi no? Mi andava di dirvi che è la prima kurtbastian che scrivo nonostante quei due siano una delle mie otp, e li amo giusto un po', si. Non scrivo da tantissimo tempo, prendetene atto mentre leggete le prossime e righe. Ma soprattutto! Assurdamente ho scritto tutta questa storia nelle note del mio cellulare, da cui la sto anche caricando. Tutti gli errori sono dovuti principalmente a questo motivo, ma non solo..non ho tempo oggi di fare la revisione, dunque domani vedrò e provvederò, yuppy! (y) Detto questo spero che piaccia almeno un pochino e che non mi buttiate i pomodori. :c buone vacanze belli. Se vi va di lasciare una recensione, fate pure, io non mi offendo e non mordo c: ahaha buon sabato sera, peace and love.




- Potresti gentilmente ricordarmi il momento in cui ti ho detto "Si tranquillo, Sebastian, mi travestirò da babbo natale per la tua bambina, mentre che tu e tutti gli altri mi prenderete per il culo." Potresti? Perché no, non lo ricordo minimamente.- Quante storie per un favore, un cazzo di favore per fare andare per una sola volta tutto bene. Era natale, no? Era periodo di carità e bontà, dove tutto sarebbe dovuto andare perfettamente e l'amore si sarebbe dovuto sentire nell'aria. 
- Accenditi quella cazzo di sigaretta e non lamentarti più.- protestai aprendo la camera con gli scatoloni natalizi, avevo bisogno del vestito da Santa Claus. -Sappiamo benissimo entrambi quanto tu tenga ad Alice, per lei sei praticamente uno zio. Ho bisogno che lei senta questo spirito natalizio tanto quanto tutti gli altri bambini, nonostante tutto. L'avrei fatto io, giuro.. Ma lo sai, non vado particolarmente d'accordo col natale.- 
Sentii semplicemente uno sbuffo, che presi come un "okay". 
-Eccolo! Penso sia anche della tua misura.. Sai mio padre non era poi così tanto alto.-
- Fanculo!- e scoppiammo in una risata sonora. Eravamo così io e Blaine. Migliori amici da una vita. Lo conobbi quando avevo solo tredici anni, a scuola, eravamo nello stesso club dei super eroi. -Lo faccio solo per la piccola, sappilo.- 

- Manca un minuto alla mezzanotte, tutti insieme su! Veloci!- sentimmo Carole urlare e invitarci a riunirci tutti intorno al tavolo in sala da pranzo, eravamo davvero un bel po'. Con attenzione cercai di scrutare Kurt, che trovai esattamente accanto alla piccola Juliette, così mi ci avvicinai pronto per essere il primo a fare gli auguri alla piccola. -5..4..3..2..1..AUGURI!- urla, grida e risate. Ecco di cosa si riempì calorosamente la sala da pranzo di casa Hudson-Hummel. Persone che si abbracciavano e festeggiavano, mentre io mi rivolsi subito alla figura più minuta tra i presenti e, caricandola, le iniziai a dare tanti bacini sul viso. -Auguri piccola mia.- esclamai. 
- Nostra vorresti dire, piccola nostra, Sebastian.- ovviamente Kurt non si faceva di certo escludere da un quadretto familiare natalizio come quello, e in fin dei conti era giusto così. -Auguri amore della vita di papi!- disse prendendosela ora con lui stringendola forte. 
- Auguli a voi papini miei..- rispose dolcemente la bambina dalle due treccine lunghe e bionde. E subito dopo quello scambio di auguri con la piccola fummo travolti da tutti i presenti in grandi abbracci e baci, era la sera della vigilia e tutti i problemi erano totalmente andati via. Più o meno tutti. 
-Bambini! Piccoli della nonna! Nascondiamoci tutti insieme dietro i divani, sta per arrivare babbo natale!- esclamò Carole con un'espressione totalmente orgogliosa dei suoi nipoti, che poi non lo erano tutti, solo Juliette e Chris, il figlio di Finn e Rachel, ma tutti quei marmocchi erano amati dalla proprietaria di casa come se fossero davvero tutti suoi piccoli figlioletti. Quanto amore aveva certe gente, lo elogiavano così tanto..eppure a me continuava a restare totalmente sconosciuto questo amore grande e puro da donare a tutti, eccetto per una cosa. Mio marito e mia figlia, la mia famiglia. 
- Sii, svelti tutti, che se ci vede non entrerà!- continuò la falsa Rachel appoggiata da Quinn, accompagnando i piccoli ognuno nel proprio riparo. Calò il silenzio e tutto ciò che ormai attendevo impaziente era che quello stupido del mio migliore amico non si facesse scoprire e che entrasse in meno di cinque secondi, ma a troncare il silenzio fu una vocina che mi chiamò. -Papi dove sei?-   tutti si girarono a guardarmi e sentì subito un "ssh" da parte degli altri bambini nei confronti della mia piccola, così dovetti arrendermi anche io a quella scena teatrale natalizia, e mi andai a sedere dietro il divano grande dove ad aspettarmi c'era anche Kurt. 
-Sono qui, piccola.- le sussurrai, e la vidi sorridere immensamente e di gioia, stringendo una mia mano ed una dell'altro papà con tutta la sua massima forza corporea, paragonabile a quella di una scoiattolo. 

Infine arrivò, con tanto di risata alla babbo natale e sorpresa da parte dei piccoli, Blaine fu bravissimo e si, mi dovetti complimentare senza farmi accorgere da nessuno. Giuro di aver scrutato anche una piccola lacrima di felicità nel suo volto, era così emozionato alla fine di stare interpretando un babbo natale così amato. 
-Chi è Alice?- domandò il vecchio babbo dalla barba bianca indicando tutti i bambini. E così osservammo la piccola Fabray-Puckerman farsi avanti, con quella sua solita espressione da Alice Nel Paese Delle Meraviglie. -Vieni piccolina, siediti un po' sulle mie gambe!- e così fece la bambina. -Allora ho saputo che sei stata brava quest'anno.. Che sei all'ultimo anno di asilo e che tra un anno sarai in prima elementare, una grande donnina! Per questo motivo.. Ti meriti la bambola più bella di tutte le bambole, Barbie Principessa. Dovrei avere la tua letterina qua che dice che la desideravi, o sbaglio?- La bambina era totalmente entusiasta, non smetteva di sorridere mostrando tutta la piccola dentatura ed infine una volta preso il suo regalo compratole da Quinn e Noah, abbracciò Blaine, o meglio dire Babbo Natale, con immenso affetto. Ogni genitore aveva in mano una fotocamera pronti ad immortalare quel "magico" momento, eccetto Finn che, sotto la vigilanza di sua moglie, era costretto a fare tre scatti da angolature diverse. 

-Perfetto vediamo a chi tocca ora.. Umh, è l'ultima rimasta. Juliette? Dovresti essere tu.- disse Anderson sorridendo sotto i baffi bianchi ed indicando la bambola che io e Kurt avevamo seduta tra di noi. Quest'ultima annuì e subito corse verso il vecchio. -Ho letto la tua letterina.-
-L'ha scritta papà Kurt, io ancola non so sclivere, ma però so leggere.- 
-Amore "ma però" non si può dire, ricordi?- la corresse subito Kurt. 
Juliette annuì, e torno a guardare babbo natale. 
-Allora la vuoi leggere tu a me?- domandò Blaine. Cavolo, quanto era malato per mia figlia. La considerava un po' anche la sua, e spesso quando ero fuori tutto il giorno per lavoro andava lui ad aiutare Kurt con le faccende domestiche, gli appuntamenti della piccola e a farla studiare. E no, nonostante io abbia conosciuto Kurt grazie a Blaine, in quanto ex di quest'ultimo non provavo alcun tipo di gelosia. La loro storia accadde troppi anni indietro per tenere ancora dentro qualche tipo di rancore. 
-Calo babbo natale.. Quess'anno non vollei niente di spesiale, solo tanto amole pe me e pe i miei genitoli. Non vollei più essele plesa in gilo dalle pessone cattive pecchè sono invidiose della coppia di genitoli più buona e bella al mondo, che è la mia. Puoi tu fallo babbo natale? Ti voglio bene, Juliette.- Al sentire quelle parole calò il silenzio. Rachel, Carole e Kurt li ritrovai in lacrime. Mercedes abbracciava Tina, che piangeva in modo meno visibile, ma piangeva. Mentre mi sentii dare una pacca da Puckerman. 
-Hai una figlia dolcissima fratello.- Io gli sorrisi non aggiungendo altro. Vidi un vuoto per un attimo, tutto buio. 

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-Sebastian? Amore è pronta la cena, vieni, finirai dopo la lettera per babbo natale!- la mamma mi chiamò ed io dovetti obbedire subito, così posai la penna e corsi in cucina dove stavano i miei due fratelli con mia madre. 
-Mami, non aspettiamo a papi?- domandai speranzoso di poter avere mio padre con me per la sera della vigilia. 
-No amore, papà lavora anche questa sera.- rispose.
-Lavora con le sue puttane.- sentì esclamare da mio fratello più grande, Thomas. 
-Thomas! Basta!- lo aggredì mia madre -Non davanti a..- io la fissai e notai che il suo sguardo indicava me. Ma non capì il motivo e mia madre, comunque, non continuò la frase. Qualche minuto dopo sentimmo il rumore delle chiavi entrar dentro la serratura ed esultando mi precipitai alla porta. 
-PAPAAA'! È arrivato papà!!- 
-Sebastian torna immediatamente a tavola!- ma il richiamo di mia madre altro non mi sembrò che un lontano eco, e in men che non si dica mi ritrovai abbracciato affettuosamente alla gamba destra del mio eroe.
-Togliti immediatamente Seb!- mi urlò contro mio padre, ma non me la presi, ero abituato a non vederlo esporre più di tanto nei miei confronti. Papà non mi aveva mai detto un "ti voglio bene" o qualcosa di dolce come faceva ogni sera la mamma, ma a me bastava abbracciarlo, anche solo per due attimi, il tempo per lui di formulare una frase per respingermi, ed io stavo già bene. 
Quella sera era comunque diverso, riconobbi il passo veloce e violento, sbatteva così forte il piede a terra.. Ed io lo seguì. Ci ritrovammo in cucina, e senza riuscire a collegare tutto ciò che stava accadendo o che già era accaduto, mi ritrovai all'angolo a guardare i miei due fratelli, posti in modo tale da fare barriera a mia madre, contro mio padre che poco prima sembrò fare qualche carezza violenta alla mia mamma. Lei infatti stava girata toccandosi con il palmo della mano la guancia, piangendo. E a quella visione, sentì rigarmi il volto dalla pioggia calda che usciva a volte dai miei occhi. Mamma diceva che era normale, piangere, così lo chiamava. E che era anche bello, perché una volta aver pianto ci si sentiva più liberi e leggeri. A me, comunque, non capitava spesso, anzi che io ricordavo solo una o due volte. 
- E tu che piangi? Ah? Femminuccia! Prova a chiedere un comportamento da uomo a babbo natale invece di domandargli le solite cose tutti gli anni! Non ce n'è amore né per te né per i tuoi genitori! E non ci sarà mai e sai perché?- e le urla nei miei confronti si fecero sempre più vicine insieme alla figura di mio padre. -Perché babbo natale non esiste, stupido finocchio!- Tutto ciò che l'uomo mi urlava io non lo capivo. No, non poteva essere. Perché mio padre, colui che qualche anno prima mi portò al cinema per vedere il film dei super eroi e una volta addormentatomi sulla poltroncina, delicatamente cercò di trasportarmi in macchina pregando che non ci fosse alcun tipo di scena forte, in modo tale da non svegliarmi bruscamente. Ma una volta urlato questo, tra le mie lacrime silenziose, sentì una guancia calda e gonfia e poi più nulla. Chiusi gli occhi. Erano finite le grida, i singhiozzi e le lacrime. 
L'indomani mi ritrovai a leggere ed osservare attentamente ciò che nel fuoco del camino stava bruciando. 

"Caro babbo natale, so di non essere molto buono, ma quest'anno vorrei solo tanto amore per la mia famiglia. Per mio fratello, per me e per i miei genitori. Ti voglio bene, Sebastian."

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-Papà?-
-Sebastian?- 
Scossi la testa e solo allora mi accorsi di come tutti i presenti mi stavano fissando, ed io non seppi che dire essendomi perso in qualche vecchio ricordo. 
-Io son convinto che il tuo papà non stia parlando perché n-non ci sono parole per descrivere ciò che sta provando momentaneamente grazie alla tua lettera..- guardai allora Blaine, che con la voce da Babbo Natale mi guardava con un'aria stranita. Allora capì.
-Oh si! Piccola penso che..penso che il tuo regalo sarà sempre presente.. P-perché.. Beh, io sono intenzionato a darti sempre tanto amore e così..- mi voltai verso Kurt che poco prima mi chiamò - anche a tuo padre..- deglutii. Kurt mi osservava aggrottando le sopracciglia, come se cercasse di studiarmi. E lui ci riusciva, sapeva sempre quando non ero in me e iniziavo a vagare con la testa. Ed ogni volta aveva la santa pazienta di starmi dietro, ogni giorno, ogni secondo. 
-Certo tesoro mio, concordo con ciò che ha detto papà.- confermò allora il papà dagli occhi cielo, così come la piccola. 
-Allora grazie babbo natale! Il mio regalo è arrivato già in questo momento!- disse Juliette, abbracciando Blaine e sorridendo a tutti che con un forte coro esclamarono un "aw" abbastanza romantico. 

La serata continuò, ovviamente non mancarono le foto e i video al nostro babbo natale, necessitavo del materiale per ricattare Blaine qualche volta, immaginare già la scena della sua faccia al riguardare quel video mi rendeva orgoglioso e soddisfatto. Ci furono molti altri regali, anche Juliette stessa ricevette libri, bambole e soprattutto il suo primo pianoforte. Non di certo un pianoforte vero, già quello era presente in casa, ma una piccola pianola per le prime lezioni. Ognuno di noi diede il proprio regalo all'altro e alla fine Blaine tornò tra noi, senza che i bambini avessero domandato qualcosa su dove fosse stato fino a quel momento, diciamo che era particolarmente presi da babbo natale. 

-Questo di chi è?- domandò Santana prendendo una busta rigida elegante nera da sotto l'albero di natale. Tutti i bambini erano andati già a letto, toccava vedere i regali tra noi adulti, e quello che in quell'istante teneva in mano la latina mora era il pensiero da parte mia per mio marito. 
-Di Kurt, da parte mia.- dissi con un tono rigido. Ed ecco che iniziai a sentire la paura attraversarmi tutta la schiena. Odiavo fare regali a Kurt, solitamente gli davo la mia carta di credito e gli davo il permesso di comprare tutto il centro commerciale, e quelli li avrebbe considerati poi miei regali, scelti però da lui. Meglio di così? Per quel natale invece il mio consorte ebbe la brillante idea di rifiutare questa solita mia offerta. "Voglio che tu scelga qualcosa per me, qualsiasi cosa andrà benissimo amore. L'importante che abbia un costo superiore ai 2000$, okay? Accetterò tutto. " al ricordo di quelle parole rabbrividivo ancora, anche se ovviamente Kurt ammise poco dopo di scherzare sul prezzo e che teneva solo al fatto che fosse scelto o fatto da me. Ma io, uomo di poca ispirazione, presi alla lettera tutta la sua frase ed entrando in uno dei negozi preferiti di Kurt non potei non comprargli il completo della nuova stagione invernale di Calvin Klein. Un modello che i commessi esposero solo il giorno prima, fui il primo a comprarlo e per questo ne ero anche orgoglioso. E non solo speravo con tutto il cuore che mio marito si ritrovasse felicissimo davanti a quel regalo, ma che ricambiasse alla grande, regalandomi il biglietto della partita dei Los Angeles Laker e una notte dove stabilire un nuovo record natalizio. Ehi, non ero egoista, semplicemente pensavo in grande e per tutti. 
Santana passò la busta a carta che nel frattempo boccheggio guardandomi, tutti in stanza avevano lo sguardo fisso su di lui. 
Quando lo scartò fuori uscì un piccolo stridulo assordante. Lo vidi sprizzare gioia da tutti i pori e il sorriso allargarsi alle massime dimensioni. Era felice, e in meno di pochi secondi lo ritrovai tra le mie braccia a stringermi davvero forte. 
-Tu sei pazzo, ti sarà costato tantissimo!- continuava a sorridermi, e tutto allora andava bene. Io lo fissai dolcemente e sorrisi ugualmente.
-Son contento che ti piaccia.- e mi concentrai sulle sue iridi cristalline, così taglienti e pericolose tanto quanto rassicuranti e affettuose. 
-Vieni, andiamo fuori un attimo..- Mi sentii prender per mano e notai che ci dirigemmo verso la veranda. Una volta usciti fuori Kurt mi disse di aspettare un attimo li, ed obbedii. Lui mi raggiunse in pochi secondi con una scatola rettangolare in mano. 
-C'è una bomba li dentro?- domandai seriamente, ma cogliendo il mio umorismo da imbarazzo ad ogni regalo che mi toccava scartare, Kurt si limitò a sbuffare. 
-Ecco il mio regalo per te.- disse solo, senza aggiungere nient'altro. Come scatole non era poi così grande, il che mi fece pensare di aver indovinato quando supposi di ricevere i biglietti, ma mi sbagliai. 
Di fatti, aprendo la scatola non trovai niente di più che un libro. Non lo uscì subito, mi fermai un attimo quasi a voler chiedere consenso di andare avanti. E Kurt in tutta risposta, stette in silenzio ad osservarmi. 

"The Reason" di Kurt Elizabeth Hummel. 

Okay c'era qualcosa di strano.
Qualcosa di sorprendente, alzai gli occhi e subito incontrai lo sguardo di mio marito che solo allora mi sorrise. 
-Tu scrivi?- domandai, un po' con un'aria quasi offesa. Insomma, pensavo di sapere tutto della vita di mio marito, invece a quanto sembrava non era così. 
-No, questo è il primo e l'unico libro che ho scritto e che mai scriverò, mi sembrava semplice una volta che si è appassionati della lettura e scrittura, ma a quanto pare non basta solo ciò.- iniziò a dire tra se e se, ed io restai li a fissarlo, senza proferire parola. - Inoltre pensavo di esser in anticipo, iniziandolo a scrivere i primi di agosto. Ma no.. Ho finito solo una settimana fa.- e a quest'ultima affermazione sgranai gli occhi. Ma lui fermo e silenzioso mi fissò. 
-Scommetto che se lo apro trovo una dedica per me.- dissi con quel tono che sapevo lo faceva irritare il più delle volte. 
-No, non la troverai. Ho scritto la dedica solo alle bambine.- decisi di non darlo a vedere, ma ci restai un po' male che non fosse presente il mio nome neanche per un minimo ringraziamento. Ero la persona più importante della sua vita in fin dei conti, era ovvio che quel poco lo pretendessi. Ma in compenso tenevo in mano un libro scritto dall'unica ragione per cui quel natale poteva essere considerato tale. 
-Sebastian il libro non è dedicato a te.- mi guardò fisso -il libro è su di te.- 
Ed ecco che alzai il viso sorpreso. 
-Che cosa?- domandai totalmente stupito.
-Parla di me, di te, di noi.. Di noi fino ad oggi, sotto il mio punto di vista. Cosa ti consideravo quando ci conoscemmo, dopo, oggi, ieri.. Tutti i giorni. Tutti i giorni raccontavo di te, mentre tu non ne sapevi nulla.- e restai immobile a fissare e cercare di capire cosa lui stesse dicendo, era assurdo. Era lui. Pronto sempre a cogliere di sorpresa chiunque, soprattutto me. Senza dire ancora nulla lo aprii, e andai all'ultima pagina. 

"A reason to start over new.. And the reason is you." 

-Ti amo.- non seppi aggiungere altro. 
-Ti amo anche io.- rispose, poggiando le sue fredde mani sul mio viso e le sue calde labbra sulle mie, facendomi trasportare da uno dei baci più romantici di tutti i tempi. -Ah, Sebastian..-
Si fermò, con un mio mugugnare qualcosa in forma di disapprovazione. -Che c'è?- 
-Buon natale.- e li ci fissammo, forse per la prima volta in tutta la giornata. Ci fermammo a pensare a quanto amore ci legava, a quanto la mia vita fosse stata salvata dall'uomo che avevo avanti. E ci rendemmo anche conto di come il gelo esterno lo stavamo facendo entrar dentro noi, non essendoci neanche preoccupati di farci gli auguri natalizi al suonare della mezzanotte. 
Era definitivamente il natale più bello della storia, non il primo di certo, ogni natale da quando c'era Kurt nella mia vita era perfetto.. Ma mai così intenso. Con la nostra piccola che ormai cresceva.

-Buon natale a te, amore.- 
  
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