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Autore: bradlifer    14/12/2013    5 recensioni
Dopo la battaglia alla Sword & Cross, per Luce viene scelta una destinazione diversa dalla Shoreline: passerà, infatti, i diciotto giorni della tregua a New York, dove come unico punto di riferimento avrà Cam.
Il loro rapporto si evolverà, così come quello tra lei e Daniel, e questi cambiamenti potrebbero portarla ad agire e a scegliere come lei stessa non avrebbe mai immaginato.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cameron Briel, Daniel Grigori, Gabrielle Givens, Luce Price
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Capitolo 1 – Decisioni, decisioni

Daniel era immobile, lo sguardo perso all'orizzonte, il suono delle onde che si infrangevano sulla riva gli riempiva le orecchie, e Cam non smetteva di parlare.
Avevano appena ucciso un uomo, da quanto avevano dedotto si trattava di un mediatore, e a Cam sembrava non importare. No, non è che sembrasse. Era proprio così.
Daniel si accigliò, osservando più attentamente il demone a pochi metri da lui, impegnato ad annodare saldamente la corda attorno al cadavere dell'uomo, che sarebbe stato gettato in mare di lì a pochi secondi.
Cam era un individuo affascinante, indecifrabile. Per lui uccidere era normalità, qualcosa che doveva essere fatto. Era il modo in cui lo faceva però, che stupiva. Non si perdeva in chiacchiere, come aveva fatto Sophia solamente due sere prima con Lucinda. Cam agiva e basta. E quando era costretto, Daniel faceva lo stesso.
Lucinda.
Daniel non fece in tempo a lasciarsi trasportare dal pensiero di lei, che il corpo dell'uomo era sparito, e Cam stava sciacquandosi le mani nel mare.
Di fronte a loro si estendeva la costa di San Francisco. Daniel amava la California. Era probabilmente il posto dove più si sentiva a casa. Era il posto dove, negli anni Ottanta, la sua relazione con Luce era andata avanti più a lungo, dove le loro conversazioni erano state accese e interessanti, spensierate ma, da parte di Daniel, comunque rassegnate.
Si erano conosciuti molto tempo prima del solito. Luce aveva appena quattordici anni, piena di aspettative per il liceo che stava iniziando, curiosa di incontrare nuove persone. Si scontrarono per la prima volta proprio nei corridoi della Drew High School, e instaurarono un'amicizia che andò avanti per tre anni, con continua sorpresa di Daniel. Amicizia che si frantumò il giorno del diciassettesimo compleanno di Luce, quando lei prese coraggio e lo baciò, per morire pochi secondi dopo.
Daniel fermò i ricordi, sempre troppo dolorosi, e si rivolse a Cam.
“Dobbiamo nasconderla in un posto sicuro. C'è una scuola, vicino a Fort Bragg...”
“La Shoreline School.” Cam annuì. "Anche i miei ci hanno dato un'occhiata. Là sarà felice. E, cosa più importante, sarà protetta."
Daniel soppesò queste parole. A Cam importava di Luce, era sempre stato così. Aveva sempre provato affetto per lei. Così come Arrianne, Gabbe, Roland, Annabelle... Ma Cam. Lui, una macchina da guerra, provava affetto per un fragile angelo maledetto. Daniel non aveva mai capito se fosse solo affetto, non era la prima volta che Cam riusciva ad avvicinarsi a Luce molto prima e molto meglio di lui. Ma ora era diverso. Ora si era mostrato a lei per come era davvero: un demone senz'anima.
Daniel però sapeva che non era così. L'alleanza con Cam, la guerra con Cam, la fratellanza con Cam, erano sempre state parte della sua esistenza. Cam era una presenza costante, o quasi. Non aveva conosciuto Luce in tutte le sue vite, non l'aveva vista morire ogni diciassette anni. Nel Quattrocento non si era fatto vedere per settant'anni. Poi ricomparve. Poi sparì di nuovo.
Se c'era qualcuno di volubile e imprevedibile su questa Terra, quello era Cam.
Daniel era irritato dal fatto che lui sapesse già della Shoreline, che dall'altra parte fossero sempre un passo più avanti che dalla sua.
"Può cominciare già domattina." Continuò Cam. "Ammesso che tu dica di sì."
Daniel sentì come bruciare una fotografia di Luce, che conservava in tasca, scattatele al lago della Sword & Cross pochi giorni prima. Di solito, in una vita, appena il tempo di fotografarla, che la perdeva di nuovo. Questa volta invece era ancora lì con lui.
"Dai, Daniel. Sappiamo cosa le serve." Daniel fissò Cam negli occhi, in attesa di sentire l'ovvia conclusione della frase: la iscriviamo e la lasciamo stare mentre noi uccidiamo i cattivi.
Ma non fu questo ciò che Cam disse.
"Un tranquillo soggiorno a New York, lontana da Annunziatori, scuole per malati mentali e, soprattutto, dal sole della California." Lo disse con un sorriso beffardo sul viso, e con un tono leggermente schifato sul finire della frase, segno che preferiva di gran lunga le giornate autunnali e fredde del versante est.
Daniel non capì se stesse parlando sul serio o se lo stesse prendendo in giro.
Luce aveva sempre desiderato vivere a New York, o almeno visitarla, nelle sue ultime tre vite. Daniel sperava con tutto se stesso che potesse ricordare che lei effettivamente vi aveva abitato, negli anni Quaranta, durante la Guerra. Aiutava i reduci e i feriti lavorando in ospedale. Come a Milano, durante la Prima Guerra Mondiale.
Di nuovo ricordi. Doveva smetterla.
Luce era lì, era viva, doveva godersi ogni attimo di questa vita. E così doveva fare Daniel.
Ma c'erano le battaglie. C'era la paura che la mortalità di Luce non fosse definitiva, che potesse scoprire qualcosa, tutto, e che quel tutto la uccidesse.
E c'era Cam, che gli aveva appena chiesto di mandare Luce a New York, nel suo attico su Park Avenue che aveva acquistato cinque anni prima, e in cui aveva vissuto fino all'arrivo di Luce alla Sword & Cross.
"Non se ne parla." Concluse Daniel. Non voleva sentire altro. Ma Cam insistette, e lui era bravissimo a persuadere la gente dalle proprie convinzioni.
"Pensaci, Daniel. Chi mai attaccherebbe a New York? Quale angelo, demone, Escluso darebbe mostra di sé in una metropoli in cui vivono otto milioni di persone? Quella città è il centro del mondo. So che può intimorire a causa delle sue dimensioni, del suo ritmo frenetico, ma Luce sarà al sicuro anche lì. Nessuno di noi dispiegherebbe le ali a Times Square, dico bene?"
Cam non aveva tutti i torti. E se avesse lasciato Luce a Manhattan, Daniel sapeva che sarebbe stata comunque salva. Cam l'avrebbe protetta. Era questo che non riusciva ad accettare. Ma Daniel conosceva bene la costa ovest, e Cam la costa est. Si compensavano sempre. Lui e Cam erano due facce della stessa medaglia.
E poi, non aveva nemmeno visitato la Shoreline. Per quanto Gabbe potesse sostenere Francesca, l'angelo sua amica preside della scuola, Daniel voleva che Luce avesse qualcuno al suo fianco che la conoscesse. Qualcuno che le avrebbe insegnato, che le avrebbe raccontato, che le avrebbe, almeno per diciotto giorni, fatto vivere la vita che lei aveva sempre sognato. Anche se questo significava per Daniel non farne parte. Anche se quel qualcuno doveva essere proprio Cam.
Sarebbe stato un sacrificio enorme, per Daniel, lasciarla nella città più caotica del mondo, con Cam come unico punto di riferimento. Ma ciò l'avrebbe aiutata a crescere, a maturare. Aveva dato prova di poter sopportare grandi verità e rivelazioni e perdite tremende nelle ultime due settimane.
Luce ce l'avrebbe fatta. Sarebbe sopravvissuta.
Daniel riusciva a percepirlo, anche se non si fece mai sopraffare da quella sensazione. Nulla era sicuro, nulla era definitivo, stavolta.
E chissà, magari Luce avrebbe realizzato, durante il suo “soggiorno a New York”, come lo aveva definito Cam, che desiderava altro. Qualcosa di migliore, di nuovo, di diverso. Di umano.
Doveva darle questa alternativa. Doveva darle la possibilità di scegliere.
In cuor suo, Daniel sperava che Luce non cambiasse idea, che restasse convinta dell'amore che provavano l'uno per l'altra e che li legava... beh, che li legava da sempre.
Ma doveva farlo. Per lei, per lui, per liberare una volta per tutte Lucinda, se stesso e tutti gli altri, incluso il demone che ora stava di fronte a lui, fissandolo dritto negli occhi con un'espressione seccata e impaziente, in attesa di una risposta.
"Come pensi di agire? Non potrà seguirti in giro per tutta la costa est." Disse Daniel infine.
Cam sorrise leggermente, ma era profondamente soddisfatto. Era evidente. "Non la vorrei nemmeno, aggrappata al mio collo a migliaia di metri d'altezza per tutta la costa est." Cam si sedette sulla sabbia, lo sguardo rivolto all'oceano. Il vento si era fatto più forte. Un catamarano di turisti si stava avvicinando a loro, dalla costa di San Francisco. "La iscriverò a una scuola, ovviamente. A meno che tu non voglia che io diventi il suo professore." Cam lanciò uno sguardo di sfuggita all'angelo alla sua sinistra, cercando di non ridere alla provocazione che aveva lanciato. Daniel era immobile, continuava a guardare l'oceano. Cam sbuffò. "Come immaginavo. Quindi niente professor Briel e niente Lucinda autodidatta asociale Price. Sarà tutto come avevi pensato tu, solo dall'altra parte del Paese e con un letto comodo in un appartamento ospitale ad aspettarla la sera."
Daniel annuì, serio. Sapeva di potersi fidare di Cam. E avrebbe convinto Luce a fare lo stesso.
"Lascia che ce la porti io, a New York. È la nostra ultima occasione di passare del tempo insieme prima che..."
"Che la guerra cominci, Daniel. Lo so. Ti capisco. Portala tu, mettici tutto il tempo che vuoi, goditi ogni attimo, perché stavolta è la volta buona. Stavolta finisce tutto." Cam era serio, certo di quello che diceva. Si era alzato, per dire quelle parole dritte in faccia a Daniel. "Ricordati, però, che la tregua inizia domani a mezzanotte." Concluse.
"Certo, certo." Daniel era stupito. Cam voleva porre fine al circolo vizioso quasi quanto lui. Lo scrutò un'ultima volta, ma Cam non tradiva alcuna emozione. Daniel deglutì, poi parlò: "Se le succede qualcosa ti ammazzo."
Cam rise di gusto. "E come, se la stellasaetta ce l'ho io?"
L'angelo inspirò profondamente. "Troverò un modo."
Le stellesaette, l'arma micidiale che poteva uccidere angeli e demoni riducendoli in polvere. Gli unici che potevano forgiarle erano gli Esclusi, ma nessuna delle due parti voleva allearsi con loro, gli angeli che non avevano scelto. La stellasaetta era stata lanciata da poco, destinata probabilmente a Daniel, che notandola fra la sabbia, l'aveva data a Cam. Mossa chiaramente stupida.
Cam schioccò le dita davanti agli occhi di Daniel, riportandolo alla realtà.
"Tic-tac tic-tac. Il tempo vola, Grigori. E dovresti farlo anche tu."



---Spazio autrice
Solo due parole per introdurre la storia. Avrete notato che questa è una sorta di "versione alternativa" al prologo di Torment: la situazione è la stessa e ho tratto dal libro alcune citazioni, apportandoci delle piccole modifiche.
Dal capitolo successivo la storia si svilupperà in maniera del tutto originale, con ambientazioni e circostanze che ovviamente non avranno nulla a che vedere con Torment e i libri successivi.
Buona lettura!

 

  
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