Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: Broken doll    12/05/2008    0 recensioni
Questa fan fiction racconta la storia di due ragazzi omosessuali. A uno dei due è vietato dal padre di vedere l'altro, ma lui non può evitare di pensarci.
La storia si apre con una lettera, ma il racconto non sarà una raccolta di epistolari. Recensite numerosi!!!
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
bc<fxsdhbn<dffd Questa fan fiction racconta la storia di due ragazzi omosessuali. A uno dei due è vietato dal padre di vedere l'altro, ma lui non può evitare di pensarci.
La storia si apre con una lettera, ma il racconto non sarà una raccolta di epistolari.


Amato Rikard, tuo Josh


"
07 gennaio 1992
Scusami se sono tre mesi esatti che non ti scrivo neppure una riga, ma non sapevo come farti pervenire le missive. Ora invece Clara viene a trovarmi una volta alla settimana ed è lei che ti ha messo questa lettera nella cassetta della posta. E' sempre stata così gentile, e poi è l'unica persona che i miei genitori mi fanno incontrare. I ragazzi sono vietati.
Dalla finestra della mia stanza si vede casa tua, sai? Non ce ne eravamo mai accorti, oppure la nostalgia sta alterandomi la vista. Mi manchi, tantissimo. Penso spesso a te, un pò perchè mi è sempre venuto così naturale, un pò perchè la tua persona è ormai l'ultima cosa che riesce a risvegliare in me sentimenti umani. L'idea di non poterti vedere mi sta facendo diventare pazzo. Fuori deve fare molto freddo, perchè i caloriferi sono ustionanti. Fa caldo quasi come all'inferno qui. Ormai rimango chiuso nella mia stanza, quella che tu conosci tanto bene e penso. Penso a come tutto quello che è successo si sarebbe potuto evitare. Sarei potuto essere meravigliosamente nei loro standard, e invece sono diverso. Sto espiando la mia colpa, spero che a te non accadda nulla di simile. Infondo i tuoi genitori sono sempre stati molto aperti, o almeno così mi erano parsi. Mia madre mi ha detto piangendo che non sono un buon cristiano, non sò come ho fatto a trattenermi dal ridere. Oddio, mia madre è sempre stata una buona cristiana, Rikard, davvero, ma non mi sembra che Gesù abbia detto che gli omosessuali bruceranno all'inferno, o almeno credo. Sempre meglio di quello che mi ha detto mio padre.
Sono stanco, Rikard. Passo le giornate sdraiato sul letto, ad osservare il soffitto finchè non mi si annebbia la vista. Non ho altro da fare, purtroppo mi sono accorto che senza di te le mie giornate appaiono più vuote ed inutili di quanto tu possa immaginare. E sarà così per moltissimo tempo ancora.

Credo di avere la febbre, perchè il calore che mi arde il corpo non cessa. Spesso i miei genitori mi parlano. Lo sò per certo che lo fanno, perchè malgrado non sento alcun suono, vedo le loro labbra muoversi per formare parole più o meno articolate. Forse sto perdendo l'udito, magari è colpa della febbre. Con tutto il cuore spero di riuscire a sentire almeno se tu mi dirai che mi ami ancora. Voglio sentire le tue parole e il tono dolce della tua voce. Ho trovato dei depliant sul tavolo in salotto. Li ho buttati nel camino ed hanno subito preso fuoco. Li ho osservati bruciare, perchè erano su un collegio per trasformare gli omosessuali nei loro canoni di "normalità". Non voglio che mi mandinò lì. No, non è giusto. E poi è così lontana dalla nostra amata Heidelberg. Il collegio è a Francoforte. Non ci voglio andare.

Ha ripreso a nevicare. Sono migliaia di turbinii infiniti di cenere bianca che si posano su ogni cosa. I ponti sono tutti bianchi, il castello, le case degli studenti. Tutto è bianco, anche la torre del campanile sta diventando cangiante. Guarda verso il fiume, vedrai casa mia, ne sono certo. Tu devo supplicare di non suonare più il mio campanello, ne tanto meno di telefonare a casa. Ti potrà sembrare che io ti stia chiedendo di lasciarmi in pace, tutt'altro. Ti stò supplicando di far calmare le acque ancora. Dammi tempo. Prima o poi si stancheranno e la mia - la nostra - omosessualità passarà in secondo piano. Ne sono certo.

E se ti sentirai solo, se non riuscirai a fermare i tuoi impulsi e le tue passioni cerca un'altro ragazzo. Te ne supplico, non vorrei essere motivo di infelicità. Cerca l'amore dove meglio credi, non potrò rimproverartene. Vorrei solo sapere se stai bene, perchè finchè tu stai bene anche a me non va così male come credi.

Continuano a dirmi che sono sbagliato, e un pò ti dirò che inizio a temerlo di esserlo. Ho paura, perchè infondo - di pure quello che vuoi - siamo diversi. Lo siamo sempre stati dalla prima adolescenza. Da quando ho imparato a conoscere la tua pelle millimetro per millimetro e il sapore che ha la tua saliva quando ci nascondevamo in bagno e ci baciavamo di nascosto. Rimembro ancora di quella sera dove ci siamo baciati sul ponte. E' stato magnifico, tutto verde attorno a noi, un serpente d'acqua azzurra e il sole che tramontava moribondo in sfumature carminio e vermiglio. Di come le tue mani cercavano la mia testa e la tenevano ferma, di come ci baciavamo controllatamente prima - col timore di essere visti. Di come poi abbiamo stupidamente ignorando queste paure lasciandoci accecare dalla passione. E' stato un'ultimo addio, devo dire che è quello che si è conservato meglio. Mi ricordo mio padre che urlava bastardo! e altre ingurie che si persero nel vento. Di come ti scosse per le spalle, del pungo nel mio viso, del calore che provavo sul viso. Quel calore non mi ha abbandonato più.

Ho la febbre, Rikard. Domani arriva la psicologa, che schifo. L'ha chiamata mio padre per farmi cambiare. Ti amo, Rikard. Mi manchi da impazzire. Rileggendo queste ultime frasi mi sembrò una ragazzina davanti al pripio idolo, ma non riesco a dire nient'altro. Ieri notte ho sognato i tuoi capelli biondi e i tuoi occhi azzurri. Ti ho sentito ridere e la mattina ero di buon umore.

Ti devo confessare una cosa, Rikard. Sei stato il mio primo ragazzo. All'età di diciassette anni non ho avuto nessuno (o nessun'altra) all'infuori di te. Forse è per questo che sono così attaccato a te. Forse.

Siamo meravigliosamente normali. Credici e dammi la forza per farmi credere anche a me.

Tra due giorni i miei genitori usciranno a cena per festteggiare il loro ventesimo anno di matrimonio. Tanti auguri, ma la notizia stupenda è che sarò a casa da solo. Per quella data sarà già lunedi, e il lunedì i tuoi genitori non esconi a lezione di ballo?

Vieni, per favore.

Come stai? I tuoi genitori l'hanno presa bene? Sò che mio padre gli ha telefonato, mi cruccio se ti ho arrecato dolore, amore mio dolcissimo. Io mento a loro, faccio finta. E con gran meastria tiro avanti. Finchè loro mi dicono così, io faro finta di crederci.
Per sempre tuo, Josh.

P.S. Dai le lettere a Clara, se desideri rispondermi."


Il moro prese una busta e solennamente piegò il foglio di carta in quattro e ve lo ripose. Lo consegnò ad una ragazza bionda che poteva avere una quindicina d'anni.
-Grazie, Clara... Ti devo la vita.-
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Broken doll