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Autore: loujswjngs    15/12/2013    5 recensioni
*dal testo*
Ancora un' altra bomba, le urla, il panico tra le truppe. Eravamo in venti ormai, era la nostra fine. Fino a quest' estate non mi sarebbe neppure importato, avrei pensato che morire fosse la punizione che meritavo. Ma non ora, non dopo aver fatto una promessa, non dopo essermi, in parte, perdonato, non dopo aver conosciuto Harry.
Genere: Drammatico, Fluff, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Un' ennesima bomba venne lanciata, il rumore fece tremare tutto, il cielo, la terra, tutto.
La nostra postazione era stata scoperta, avevamo perso i contatti con la casa base. Era la fine.
Ma alla fine questo è la guerra: fine.
È la fine della pace, è la fine della vita,è la fine di innocenti..
Che poi, quasi fosse un paradosso, la guerra non finisce.
La paura non finisce, ti rimaneva per sempre, ti si cuciva addosso per attaccarti quando sei più debole. Come un cacciatore che aspetta paziente che la sua vittima abbassi la guardia per attaccare. La distruzione non passa, basta chiudere gli occhi per vedere il posto che fino a ieri chiamavi casa distrutto, vedere il corpo del tuo migliore amico cadere a terra insieme a quello di tanti altri come tessere di un domino, cadere per non alzarsi mai più, senza che tu possa fare niente perché, lo sai, che il prossimo potresti essere tu. Riesci a vedere solo il rosso, il rosso del fuoco delle bombe, il rosso del sangue dei tuoi compagni, il rosso, il colore della guerra.
Non si può sopravvivere alla guerra, essa ti entra dentro, diventa un demone insidiato nella tua anima, diventa una macchia che ti macchierà per sempre. Ti lascia distrutto, come un castello di vetro che è stato crepato e, per quanto le crepe possano essere piccole o incollate con maestria rimangono, lasciandoti così.
Ancora un' altra bomba, le urla, il panico tra le truppe. Eravamo in venti ormai, era la nostra fine. Fino a quest' estate non mi sarebbe neppure importato, avrei pensato che morire fosse la punizione che meritavo. Ma non ora, non dopo aver fatto una promessa, non dopo essermi, in parte, perdonato, non dopo aver conosciuto Harry.
Ed è proprio a lui che andavano tutti i miei pensieri.
Pensavo ai suoi occhi occhi verdi come i più rigogliosi dei prati, pensavo a quanto fossero sempre allegri e sorridenti, pensavo a quanto fossero profondi e a quanto volessi potermici perdere ancora una volta. Tutto intorno a me divenne verde. Non c'erano più paura e dolore, c'erano più le tavole di legno annerite dalla polvere da sparo, non c'erano più macchie di sangue secco e puzza di more; era tutto verde, quel verde dolce e accogliente che era stato il mio appiglio, che era stato la mia casa.
Ancora una bomba, la luce si spense, i letti tremarono insieme a tutta la baracca di legno.
"è la nostra ora." John, il più giovane tra i soldati, si rannicchiò su se stesso iniziando a piangere.
"Almeno saremo morti con onore!" Walker, il nostro superiore, lo disse con voce sicura.
Fu in quel momento che capii che non potevo andarmene così. Mi alzai dal letto e da sotto estrassi uno zaino, estrassi un foglio sgualcito ed una penna, tutto quello che mi era rimasto. Presi una candela e mi avvicinai di nuovo al letto, tentai di stendere al meglio il foglio "Caro Harry.."   iniziai con una calligrafia storta e disordinata.
"Sono io, Louis, ma credo che tu l'abbia capito. Sai, credo sia proprio arrivata la mia ora, ed è per questo che ho deciso di scriverti, per dirti quello che non riuscirò mai a dirti. Sei la mia prima ed unica lettera, Styles."
Risi pensando a quel ragazzino.
Ci conoscemmo nell' ospedale del Cheshire quando venni allontanato dal campo al seguito di una pallottola che mi aveva quasi staccato una gamba, lui era il figlio di uno dei dottori, un ragazzino come tanti. Ricordo che passavo le giornate steso sul letto guardando il cielo azzurro dalla finestra, non volevo alzarmi, non volevo mangiare, volevo solo guardare quel cielo così azzurro. Poi, un giorno,  arrivò Harry.
"Hai dimenticato un ragazzo Cher." Disse a quella che doveva essere l' infermiera indicandomi.
"Lascialo perdere quello lì, non mangia mai." Disse con voce strafottente.
"Ma così morirà!" lo disse con la voce di uno che la morte l' aveva vista solo nei film, mi fece sorridere.
Una scrollata di spalle lo fece sbuffare "Dai qua" disse prendendo la vaschetta di cibo destinata al sotto scritto "lo farò mangiare io."
Non gli diedi neppure il tempo di avvicinarsi. "Non ho fame" dissi continuando a guardare il mio cielo.
"Non avevo mai sentito parlare di soldati che fanno i capricci." Mi girai fulminandolo con lo sguardo.
"Sei tu quello con i ricci"*
Lui rise "Ma io non mi faccio problemi a mangiare." Disse togliendo il celofan dalla scodella, il profumo mi fece brontolare lo stomaco e lo fece ridere di nuovo. Aveva una bella risata. "Tu dici di non avere fame, sicuro che il tuo stomaco la pensi come te?"
Mi girai arrossendo leggermente dopo esser stato sconfitto. "In questo caso, grazie, avevo giusto fame." Disse addentando un pezzo di pasta, la fame divenne incontrollabile e mi girai di nuovo guardando la stessa pasta che il riccio aveva assaggiato. Mi porse, pronto, una forchetta ed io mi gettai su quella prelibatezza.
"Comunque io sono Harry." Mi tese la mano.
"Louif" Dissi con la bocca ancora piena di pasta, facendolo ridere ancora.
Da quel giorno Harry passò a trovarmi tutti i giorni.
Non potetti non sorridere al ricordo di quel piccolo grande ragazzo che aveva fatto tanto per me, che mi aveva dato più di quanto meritassi.
"..ti ricordi di quando venisti tutto allegro e mi portasti fuori? Fu il regalo più bello che mi avessero mai fatto, mi avevi regalato il cielo, mi avevi dato la possibilità di vedere quel cielo che tutti danno per scontato ma che, per me rimane la cosa più preziosa dopo di te. Ricordo come mi guardasti, ricordo il tuo sorriso, e ricordo quello che mi dicesti: ero felice."
Ed era vero, niente mi rendeva felice come stare con Harry, niente mi rese felice come quel regalo che mi fece, niente mi toglierà dalla mente quel giorno, con quel cielo azzurro e quel sole che dava fastidio agli occhi, un fastidio piacevole pero. E non dimenticherò mai nemmeno il verde, quel verde che mi era stato accanto tutto il tempo.
"Louis, ti ho portato una cosa." Disse contento.
"Che cosa?"
 Dalla sua tasca tirò fuori uno scatolo. "Sono biscotti al cioccolato, ma non dirlo a nessuno perché.."
Granai gli occhi e lo guardai "Cioccolato vero?" lo vidi annuire e ridere, distrussi lo scatolo e mangiai un biscotto passandone uno a lui.
"Ti piacciono?" annuì. "Dimmi Lou, perché ti sei arruolato? Insomma, sei giovane, non hai una famiglia..una fidanzata?"
Quasi non mi strozzai con il biscotto che stavo strafogando e lui parve accorgersene. "Se non ne vuoi parlare non fa nulla.."
Scossi la testa e mandai tutto giù. "Non ho nessuno per cui valga la pena tornare, tutto qui."
"Che intendi?"
"Mio padre era un soldato come me,ma io non volevo diventarlo da piccolo. Mio padre, inutile a dirlo, non era fiero di me per questo." Abbassai lo sguardo. "Voleva che fossi la sua fotocopia.. così scappai di casa.."
"Quanti anni avevi Louis?"
"diciotto."
Lo vidi sgranare gli occhi e mi mise una mano sulla spalla come per darmi coraggio. "Mio padre uscì di casa per cercarmi, non è mai più tornato, un incidente.." Mi fermai.
"Ed è per questo che ti sei arruolato?"
"Volevo renderlo orgoglioso di me..alla fine è stata colpa mia.."
"No, non è vero!" sbottò lui.
"Se..se io non fossi stato così codardo..lui..lui sarebbe ancora qui." I miei occhi si fecero lucidi e lui mi abbracciò.
"Non sei stato tu a farlo uscire di casa, non sei stato tu a fargli avere quel' incidente. E successo e basta. Non sei un codardo, non ho mai conosciuto persona più coraggiosa di te."
Quella fu la prima volta in cui piansi sul serio,  fu la prima volta in cui mi sfogai, in cui non ebbi paura di abbassare la guardia e mostrarmi debole perché, lo sapevo,  tra quelle braccia sarei stato al sicuro da tutto e tutti. Quello di Harry fu il mio primo abbraccio, il primo in cui desiderai scomparire, il primo che mi fece sentire al mio posto.
"..e ricordi quando mi parlasti del tuo sogno? Volevi diventare uno psicologo, volevi aiutare gli altri come avevi fatto con me. Sono sicuro che ci riuscirai, Harry, con me ci sei riuscito, sei riuscito, sei riuscito a salvarmi da me stesso."
La cera della candela si era quasi esaurita, la luce era sempre più traballante. Dovetti piegarmi ancora di più sulla schiena per riuscire a vedere ancora quello che scrivevo. Feci due risvolti alle maniche della divisa che avevo onorato fino all'ultimo, che avevo onorato nonostante l'odiassi con tutto me stesso.
"Questa come te la sei fatta?" Mi chiese il riccio passando le dita lunghe e snelle su una delle cicatrici che regnavano sul mio corpo.
"Ci fu un assalto alla nostra base, dovemmo lottare corpo a corpo, questo me l'ha lasciato un coltello. Per fortunatamente mi ha preso solo superficialmente." Lui annuì abbassando la testa. "Cosa c'è Hazz?" Gli accarezzai i capelli.
"N-non voglio che tu parta di nuovo." Alzò la testa ed una lacrima gli rigò la guancia, l'asciugai prontamente. Non avrei mai voluto vedere Harry piangere, non avrei mai voluto vedere quei suoi occhi sconvolti dalle lacrime. Così cercai, per una volta, di essere io lo scoglio al quale lui potesse aggrapparsi.
"Non vorrei neanche io Hazz.."
"Promettimi almeno che tornerai da te." Disse subito.
Ci pensai un attimo poi annuì. "Ti prometto che tornerò e saremo solo noi due."
Lo vidi sorridere e vidi due fossette fasi largo sulle sue guancie, misi il dito dentro una delle due sorridendo. All' improvviso Harry si avvicinò a me e sentii le sue labbra premere sulle mie.
Un calore che non avevo mai provato pervase il mio corpo prima che si allontanasse d colpo.
"I-io..scusa." Disse mordendosi il labbro.
Per tutta risposta lo avvicinai di nuovo a me baciandolo ancora, e non mi sentii mai meglio in vita mia.
Quella notte Harry dormì con me, con la testa sul mio petto ed i ricci ad accarezzarmi il viso.
Una bomba più vicina delle altre fece cedere le gambe del letto catapultandomi sulla lettera spiegazzandola ancora di più. La cera era ormai colata ovunque ma raccolsi comunque quel poco che rimaneva per guardarmi intorno, i miei compagni erano in cerchio e pregavano. Una candela anche tra di loro a formare tante ombre tremanti. Mi affrettai a concludere.
"..Le lettere non fanno per me, scrivo solo perché sei stato tu ad insegnarmelo.  La tua presenta  era  è l'unica cosa a darmi la forza di continuare , anche se per poco. Io non morirò mai, Harry, non morirò se tu ricorderai tutto quello che abbiamo fatto insieme, non morirò se mi porterai nel tuo cuore ovunque sarai, come io farò con te. Io non morirò mai perché il mio cuore sta venendo da te. Pensarti mi ha portato via da questa realtà, non ho paura, me ne andrò felice perché tu mi hai reso tale. Rifarei tutto d'accapo, non mi pento di nulla, nemmeno di questa stupida divisa, perché senza di lei non ti avrei mai incontrato. Mi hai salvato, scusa se non ho mantenuto la promessa . Ti amo Hazz.
Soldato,
Louis."
 
Scavai una buca a mani nude abbastanza profonda e ci buttai il foglio di carta dentro coprendolo. In quel momento pregai, pregai affichè qualcuno, un giorno, lo ritrovasse.
Poi un rumore fortissimo, la terra che tremava e poi più niente, il nero più assoluto, che in poco tempo divenne verde, che divenne una cascata di capelli ricci ed una paio di fossette.










Inizio con il dire che sto piangendo.
Ho pensato a questa storia durante l'ora d' italiano e non ho potuto fare a meno di scriverla. Ormai la mia testa pensa sempre alle one shot..
Era da un sacco di tempo che pensavo ad un ritorno su efp, e questo mi sembrava perfetto con i miei Larry.
Passando alla storia.. non credo ci sia molto da dire, alcune di voi vorranno uccidermi, lo volevo anche io. Louis è semplicemente adorabile, io me lo sono immaginato com'è: un ragazzo distaccato che nasconde un mondo. Poi ho pensato ad Harry, l'unico che riesce ad entrarci in questo suo mondo.
Il contesto è quel che è, ma così l'ho immagiata e, per quanto prvassi a cambiarlo, solo così mi soddisfaceva.
Louis muore, però muore felice. Muore felice come non lo è mai stato, felice perchè è riuscito a dire tutto ad Harry, felice percè pensare a lui l'ha tenuto lontano dalla distruzione che aveva davanti, felice perchè Harry l' ha salvato.
Avevo pensato di scrivere un'altra os con il pov di Harry, poi ho eliminato quest' idea..quindi, salvo eventuali ripensamenti, è finito qui.
Spero che vi piaccia quanto piace a me e di essere riuscita ad esprimermi come volevo.
A presto.
_InHisArms_

 
  
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